Riceviamo e pubblichiamo.
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Siamo gli abitanti di Miscoso, piccola frazione del comune di Ventasso, che da martedì 12 dicembre è interessata da una frana qualche chilometro a valle del paese.
Siamo in 26 di cui una buona parte anziani.
Abbiamo mantenuto per quasi una settimana un doveroso silenzio nel rispetto di chi ha avuto dal maltempo danni molto più gravi e non paragonabili ai nostri e anche per dare il tempo a chi di dovere di verificare la situazione.Abbiamo sollecitato pacatamente anche tramite il nostro compaesano e vicesindaco che tra l'altro è danneggiato in prima persona da questa calamità, ma ora questo silenzio sta diventando insostenibile, anche aggravato dal "silenzio" della rete telefonica fissa che da circa una settimana non funziona.
Ci sentiamo abbandonati!
E' vero, esiste una strada alternativa, ma comporta 15 km in più da percorrere in provincia di Parma, che equivale a dire che per andare all'ospedale a Castelnovo ne' Monti ci si impiega circa un'ora e un quarto (50 km), 35 km per raggiungere Ramiseto, per non parlare del fatto che c'è da salire al Passo del Lagastrello a 1200 mt. a dicembre!
C'è che percorre quotidianamente questa strada, ci sono attività che vivono grazie a questa strada , c'è chi per andare al lavoro deve farsi 40 km anzichè 7; per non parlare dei mezzi di soccorso, della corriera, della posta, della raccolta della spazzatura, ecc...
Amministratori e burocrati che si riempiono la bocca di belle parole e di quante opportunità offre l'appennino, ma che poi si fanno vedere solo in campagna elettorale, devono sapre che non abbiamo tempo, non abbiamo mesi per poter aspettare, ci serve una soluzione, anche provvisoria, ma subito!
Qui nessuno pretende la bacchetta magica, ma vogliamo la considerazione e l'attenzione che ci è dovuta!
Se è vero che Miscoso è destinato a morire, fate decidere a noi se e quando, ma non fatelo con la vostra indifferenza.
Noi "relativamente giovani" siamo consapevoli di essere considerati cittadini di serie B per numeri e dislocazione, ci dispiace solo per "i nostri vecchi" che in appennino hanno lavorato e investito.
Forse verrà loro preclusa anche l'ultima consolazione: quella di morire a casa propria.
(La comunità di Miscoso)
Sono solidale con gli abitanti di Miscoso, bisogna agire e non abbandonare queste persone, fate la cosa giusta almeno per una volta.
(Torri Anna Maria)
Abbiamo bisogno di un aiuto subito, il tempo è denaro soprattutto per le persone che hanno investito tutto in questo piccolo paese.
(Torri Rino)
Questo è solo l’inizio di quello che io come tanti altri da tempo denunciamo, la mancanza di interesse nei confronti della montagna ed in particolare del nostro crinale. La riunione che si è appena conclusa a Miscoso da parte del Comune, senza nemmeno la minima presenza della Provincia, titolare della strada, la dice lunga sul lungimirante progetto in atto di smantellamento del crinale, di menefreghismo nei confronti di questo territorio. La domanda giunge spontanea se fosse successo tra Reggio e Cavriago o tra un qualsiasi comune della bassa reggiana, si sarebbe chiusa la strada per mesi? Assolutamente no, avremmo già un bel progetto di riapertura pronto, magari firmato Calatrava; dietro alla frana di Miscoso non ci sono abbastanza voti da procedere con urgenza alla soluzione di quel problema. Dietro a quella frana ci sono persone, prevalentemente anziani, ci sono attività, ci sono storie di gente che tutte le settimane torna a Miscoso perchè ama le proprie radici, ma evidentemente questo non frega a nessuno. Quando i problemi si vogliono risolvere i soldi si trovano, il fatto è che per tutti i problemi che riguardano il crinale, il gioco non vale la candela. Da dieci giorni non funzionano nemmeno le linee telefoniche, nell’indifferenza generale di tutte le istituzioni, in primis il Comune di Ventasso. Per non parlare poi del problema dei soccorsi in caso di bisogno: passando dal parmense diventa un’odissea rischiosissima. Meglio chiudere per avere la coscienza a posto, piuttosto che assumersi le proprie responsabilità e cercare le adeguate soluzioni urgenti. Basta guardare Taviano per rendersi conto dello scarso impegno da parte delle istituzioni: da tre anni i soldi stanziati e i lavori non sono ancora partiti!!!
(Emiliano Pedrini)
Dei nostri piccoli, sperduti e disabitati paesini importa nulla a chi amministra da lontano. Siamo pochi e anziani quindi pochi voti. Strade, lavoro e assistenza di serie B. Fine della storia.
(Ale)
Visti i risultati della riunione è proprio vero che non provano neanche a fare le cose più semplici riguardo alla frana.
(Torri Rino)
Io non sono del posto ma penso che si debbano vergognare… ci sono anziani e in più sono senza telefono da giorni… se ci fosse bisogno di un’ambulanza c’è da fare un giro allucinante… veramente vergogna!!!
(Gualtieri Monica)
Non ci sono parole per descrivere la disastrosa situazione attuale, pare sempre più evidente come la Provincia di Reggio Emilia inizi a Guastalla e finisca a Vezzano. L’Appennino è terra di nessuno, amministrato da nessuno, in particolare il Comune di Ventasso. Basti vedere come una nota emittente televisiva locale sia una settimana che parli di Lentigione mentre non è stata sprecata neanche una parola sui danni in Appennino, a cominciare dalla frana di Miscoso fino ad arrivare a quella di Vaglie. Figuriamoci mai se spenderanno dei soldi. Se non è più possibile vivere in alto Appennino perché Provincia/Regione/Stato non possono e non vogliono mantenere una strada per 30 persone, piuttosto che l’indifferenza, che vengano a sgomberarci e che vietino qualsiasi insediamento umano da Castelnovo in su.
(ZF)
Sono un’abitante di Miscoso. Oggi dopo una settimana di silenzio assordante da parte di tutte le istituzioni il sindaco sig. Manari con due esponenti della giunta sono venuti fin quassù per un’assemblea informativa. Hanno detto che una qualsiasi apertura della strada per le autovetture anche a senso unico alternato è al momento neppure immaginabile… non ci sono i requisiti di sicurezza necessari… Ci hanno detto che ci daranno tra qualche giorno un passaggio pedonale. Purtroppo viene da pensare che con la scusa della sicurezza vogliano nascondere la scarsa volontà a risolvere i problemi. La sicurezza mancava nei giorni scorsi quando gli automobilisti che arrivavano dal versante parmigiano e toscano si trovavano a ridosso della strada per metà franata senza nessun segnale; la sicurezza mancava ancora lunedì 11 quando l’acqua inondava la strada come un torrente col tombino che serviva ad incanalare le acque chiuso dai detriti e dalle foglie; ma tant’è, alla fine gli errori li pagano sempre i semplici cittadini che nulla possono se non protestare (senza nessun risultato). Alla fine della storia i risultati non cambiano: Miscoso rimane di fatto isolato e le imprese che qui operano con non pochi sacrifici paralizzate. Di questa giornata rimane un immenso senso d’impotenza e una profonda rabbia che cova sotto la cenere come un tizzone ardente. Penso e così concludo dicendo: non abbiamo forza perché siamo pochi e nella società attuale ciò che conta sono i numeri, ma se è vero che l’oceano è fatto di miliardi di gocce d’acqua forse ormai è giunto il momento di cambiare oceano. Cordialmente.
(Battistina)
Tra l’altro è una strada provinciale che collega pure due province di due regioni diverse, quindi pensare che la si possa lasciare così mi pare ancora più incredibile. E non c’è estraneità degli interssi delle aree metropolitane, perchè invece di queste zone ne usufruiscono anche loro, da cui l’urgenza della spesa è ancora più giustificata!
(Marco)
Si tratta di bravissime persone, sempre pronte ad aiutare la comunità e il prossimo, meritano il massimo rispetto, aiuti subito!!!
(Cinzia Paganelli)
Vergognosi i nostri politici che si riempiono la bocca di belle parole per valorizzare la montagna e poi per una frana scelgono la strada più semplice per risolvere il problema: chiudere la viabilità provinciale togliendo tutti i servizi primari. Facendo così non si valorizza ma si aiuta a far morire la nostra montagna e il nostro piccolo paese.
(Catia)
Mio padre è stato un emigrante e quando ha potuto è voluto tornare in montagna, è tornato a casa sua, a Miscoso. E’ voluto tornare in quel paese, in quella montagna dove era nato, cresciuto e lì ha investito tutto quello che aveva. Ha trasmesso l’amore per la sua terra a noi figlie e oggi mi dispiace dirlo: ha sbagliato. Ha sbagliato a credere in tutto questo. La vita sarebbe stata molto più facile lontano da qui. Lontano da questo sperduto angolo di Appennino, dove sei solo un numero, solo un problema, dove non vali nulla, dove sei ricordato in periodo elettorale o se c’è molto caldo alla bassa… Miscoso è un presidio di una montagna morta… per tutti noi in questi giorni non c’è solo un danno economico ma anche morale e psicologico.
(Luisella)
Credo che sia impensabile non intervenire immediatamente e lasciare Miscoso fuori dal mondo! Sono d’accordo con Battistina quando dice che sono i numeri che contano oggi… purtroppo… E sempre a causa della negligenza nelle manutenzioni stradali ci rimettono gli abitanti della montagna. Ci rimane solo un certezza, oggi: quanto è difficile vivere la nostra montagna!!!
(Lara)
Io sono l’ultimo ad aver necessità di quella strada, però, come già feci in passato, avevo in mente di utilizzarla ancora perchè ora con la riapertura degli impianti sciistici di Ventasso Laghi (particolarmente adatti a mia figlia e a mia moglie quali principianti ) avrei fatto Aulla-Passo Lagastrello e appunto Miscoso (con sosta al ristorante di Succiso) per poi proseguire per Cecciola, fino alla Pieve di San Vincenzo e arrivare a Ventasso Laghi. A questo punto far la Val Cieca diventa in effetti troppo lungo, dal Passo Lagastrello faccio prima ad arrivare a Schia, nel parmense.
(Miriano Monnanni)
Ultimamente mi facevano riflettere i frequenti interventi sui quotidiani, sui social, su questa testata, ecc. relativi alla montagna… Montagna incantata… altro che con problemi. Tanti convegni e tanti articoli con argomenti interessantissimi quali cooperative di comunità, promozione turistica della montagna, manifesto per la montagna, Mab-Unesco, biosfera… e poi ancora convegni. Purtroppo la realtà è quella descritta dalla comunità di Miscoso e da Emiliano. I loro commenti rispecchiano il pensiero di tanti che come me vivono sul crinale. Ormai la considerazione delle istituzioni e di chi le rappresenta nei confronti del crinale e di chi ancora con coraggio lo abita è praticamente nulla e quotidianamente ne abbiamo le prove ed anche le controprove.
(Mario)
Forse gli attuali amministratori stanno invitando la popolazione residente a trasferirsi altrove, a risolvere il problema alla radice, insomma. Si potrebbe tentare di dare più risalto mediatico alla questione, ad esempio a testate nazionali… Servirebbe o forse nemmeno questo? In ogni caso… tristezza.
(Cittadina di Ventasso)
Facciamoci coraggio, bussiamo a tutte le porte e se nessuno ci dovesse rispondere la nostra tenacia e forza di volontà ci viene in aiuto. Una soluzione c’è sempre, dopo ogni notte buia esce sempre il sole.
(Biggi Patrizia)
Cosa fa la Regione. La Regione adotta piani di interventi urgenti per mettere in sicurezza i territori colpiti da eventi calamitosi e realizzare lavori su sponde, argini e versanti franosi, ripristinare le infrastrutture pubbliche e private danneggiate, salvaguardare la costa dall’erosione. In Emilia-Romagna dal 1994 sono stati attuati 122 piani regionali di interventi di messa in sicurezza – a fronte di 40 dichiarazioni di stato di emergenza nazionale – con oltre 4mila interventi realizzati. In situazioni di crisi e di emergenza, possono rendersi necessari interventi urgenti per realizzare opere a salvaguardia del territorio, acquisire in via d’urgenza beni e servizi per assicurare la prima assistenza alla popolazione e favorire il ritorno a normali condizioni di vita. In questi casi il direttore dell’Agenzia può autorizzare un concorso finanziario ai sensi dell’art. 10 della L.R. 1/2005 in materia di protezione civile. Questo è quello che si legge nella mission di quella enorme macchina che è la protezione civile regionale!!!… Mi sembra che loro potrebbero fare qualche cosa, viste le dimensioni pachidermiche e i relativi costi che i cittadini sostengono di conseguenza.
(um)
C’è poco da aggiungere rispetto alle considerazioni che leggiamo in tutte queste righe, ed è di certo comprensibile il “senso di impotenza” espresso da “Battistina”, o quello di abbandono che prova “la comunità di Miscoso” (basta mettersi per un attimo nei panni di chi vi abita e lavora per comprenderne lo stato d’animo). Ci si può anche chiedere se il corso delle cose – inteso come tempi per trovare “una soluzione, anche provvisoria” – sarebbe diverso qualora Ramiseto fosse ancora una singola entità comunale, ma è una domanda senza risposta, e c’è in ogni caso da sperare che non veda giusto “Ale” quando scrive “siamo pochi e anziani quindi pochi voti”. Vorrei tuttavia spendere una parola di incoraggiamento nei loro confronti, perché possano superare questo momento di difficoltà e possano continuare a vivere a Miscoso, semmai crescendo anche di numero, e anche perché, come si dice, “domani è un altro giorno”.
(P.B., 20.12.2017)
È vero che a Miscoso sono in pochi ma negli anni hanno saputo organizzare tante belle manifestazioni: la traversata “Balla coi lupi”, le gare di motocross, le feste danzanti in estate, dimostrando notevole spirito di iniziativa; queste manifestazioni è ovvio che ora passano in secondo piano rispetto al problema della sicurezza e della viabilità che stanno vivendo, ma è bene ricordarle perché testimoniano l’impegno di una comunità che anche per questo ora non va dimenticata.
(IC)