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Vigili del fuoco intervengono a Villa Minozzo per incendio e trovano 94enne carbonizzata: era l’eroina della Resistenza Alba Ferri che ha raccolto i caduti della battaglia di Ca’ Marastoni. AGGIORNAMENTO – Funerali il 23/12, ore 9,15, a Tapignola

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E' successo a Villa Minozzo in via Santo Stefano dove i Vigili del fuoco sono stati chiamati per un incendio parziale di una abitazione.

Purtroppo all'interno della casa e precisamente in cucina i Vigili hanno rinvenuto il corpo, ormai carbonizzato, di una 94enne.

Sono in corso accertamenti per capire quanto è avvenuto.

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Aggiornamento

Un terribile incidente domestico, costato la vita ad un'anziana, si è verificato ieri sera nella frazione Santonio del comune di Villa Minozzo.

A perdere la vita la 94enne Alba FERRI morta a seguito dell’incendio del divano, collocato accanto a una stufa a legna, divampato nei locali della cucina della sua abitazione ubicata in via Santo Stefano.

Secondo una prima ricostruzione, operata dai carabinieri della Compagnia di Castelnovo ne' Monti, che al riguardo stanno procedendo agli accertamenti d’intesa con la D.ssa Maria Rita PANTANI sostituto titolare delle indagini, per cause in corso di accertamento, divampava il fuoco sul divano posto accanto a una stufa alimentata a legna.

A seguito dell’incendio l’anziana, che viveva sola in casa, decedeva.

L'allarme al 112 dei carabinieri è stato lanciato poco prima delle  22.00 dal figlio della donna che recatosi a casa della mamma per aiutarla ad andare a letto, come faceva quotidianamente, all’apertura della porta ha visto la casa avvolta dal fumo trovando nella cucina il corpo della mamma che peraltro presentava ustioni varie.

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Chi era Alba Ferri (una memoria di Giuseppe Giovanelli)

Muore così tragicamente, dunque, Alba Ferri, 94 anni, che non è per nulla esagerato definire “eroina” della guerra di Resistenza. Aveva vent’anni nel 1943 quando, giovane energica e determinata, pone mano al salvataggio dei soldati che ritornavano dai reparti disfatti dell’Esercito o dei prigionieri alleati fuggiti dai campi di concentramento.

Da lì, breve il passaggio a diventare staffetta partigiana, vicina soprattutto a quei partigiani che sempre più vanno stringendosi attorno al dottor Pasquale Marconi e a don Domenico Orlandini “Carlo”. Quando Marconi, liberato dai tre mesi di carcere, nel giugno 1944 raggiunge le formazioni partigiane nel Villaminozzese, Alba è la sua vivandiera. Lei che tutti i giorni, tra i pochi a sapere dove si nascondesse, gli porta da mangiare e gli fa avere quanto da lui via via richiesto.

Nella lotta al nazi-fascismo, Alba è attiva quanto suo fratello Dino, vice brigadiere dei Carabinieri, che, dopo la disfatta del luglio 1944, comanda uno dei tre distaccamenti garibaldini – il “Matilde di Canossa” –  che si uniscono a don “Carlo” per dare inizio alla Brigata “Fiamme Verdi”. Un secondo distaccamento è comandato da Dante Zobbi “Rinaldo”, che lo ha intitolato a don Pasquino Borghi, il suo parroco di Tapignola, di cui Dante era stato il “numero uno” per fedeltà ai suoi ideali e alle sue iniziative.

Proprio negli ultimi giorni di guerra c’è un episodio che dice tutto – ideali, azioni, formazione cristiana e patriottica –  di Alba. Al termine della battaglia della “Santa Pasqua” di Cà Marastoni (1 aprile 1945), quella stessa narrata da Giuseppe Dossetti all’Assemblea Costituente, quando già sta calando la sera, occorre raccogliere i cadaveri. Alba si presta. Con un biroccio trainato da un paio di vacche gira il vasto territorio che ha visto lo svolgersi del combattimento e si accinge alla pietosa funzione. C’è fretta e l’uomo che l’accompagna non si fa scrupolo di issare i cadaveri di quei giovani per i piedi. Alba lo ferma. «No – gli dice» e, abbracciando il giovane caduto, lo solleva delicatamente, gli sorregge la testa e lo deposita con cura di sorella sul carro.

La guerra partigiana unisce Alba e Dante che, alla fine del conflitto, si sposano e ritornano alle “opere della pace”: la famiglia il lavoro dei campi, dapprima nell’avara terra di Santonio, poi a Codemondo e, di nuovo a Santonio, in quella casetta che ha visto gli ultimi anni della loro vita.

Va detto che pochi hanno scritto di Alba. Non aveva amici giornalisti o scrittori. Come Dante, non amava ostentare i suoi meriti. Durante la guerra era una semplice ragazza di montagna, pronta ben più a dare che a ricevere. Eppure è grazie anzitutto alla presenza tanto silenziosa quanto attiva di queste ragazze, di queste donne, senza acredine, senza odio, se il partigianato ha potuto essere accolto in montagna e accompagnare il paese alla libertà. Una storia ancora in gran parte da scrivere. Almeno per Alba.

Nella foto fornitaci da Giuseppe Giovanelli di diversi anni fa Alba Ferri è la prima a sinistra col fazzoletto in testa. Accanto a lei il marito Dante Zobbi con al collo il fazzoletto delle Fiamme Verdi. La foto è stata scattata a Ca' Marastoni in uno degli incontri annuali in memoria della battaglia di Pasqua del 1945.

AGGIORNAMENTO

Il Santo Rosario per Alba Ferri ci sarà venerdì 22 alle 20.30 a Tapignola dove le esequie saranno celebrate sabato 23 alle 9.15.

 

2 COMMENTS

  1. Una di quelle persone disponibili a donare più che a ricevere, una di quelle persone a cui dobbiamo dire grazie per quello che hanno fatto nella loro giovane età sapendo dove schierarsi seguendo gli insegnamenti ricevuti. Un grazie vivissime ed una preghiera sperando che continui a proteggerci.

    (Felici Gianni)

    • Firma - Felici Gianni
  2. Sono la nipote di “Don Carlo” ed ho conosciuto personalmente sia la signora Alba che il sig. Dante, due persone speciali. La notizia della morte così tragica della sig.ra Alba mi ha sconvolto. Faccio le mie condoglianze alla famiglia che sarà sicuramente orgogliosa di questa silenziosa eroina, grande come patriota che come persona. Dal Cielo, insieme al suo Dante, veglierà su tutti i suoi cari.

    (Rita Scali)

    • Firma - rita scali