È stato di agitazione per i Vigili del fuoco di Castelnovo ne' Monti a causa di “modifiche unilaterali nell'orario di lavoro della sede distaccata della montagna”.
Nello specifico a partire dal 1° gennaio 2018 l'orario verrà modificato passando da 24 ore di servizio, seguite da 72 di riposo, a 12 ore di servizio diurno seguite da 24 ore di riposo e 12 ore di turno notturno con 48 ore di riposo. Le Organizzazioni sindacali dei Vigili del fuoco di Reggio Emilia Cgil, Usb, Cisl, Uil e Conapo, già la scorsa settimana, hanno deciso di dichiarare uno stato di agitazione congiunto perché “questo cambiamento rappresenta un forte passo indietro per il comando di Reggio Emilia - fanno sapere - L’introduzione dell’orario differenziato per la sede distaccata del capoluogo montano, avvenuta nel 2002, aveva portato forti e decisi miglioramenti: da allora l’Amministrazione ha infatti ridotto notevolmente i costi, sia per gli spostamenti sia per le sostituzioni e il personale poiché si è favorito l’insediamento permanente o a lungo termine presso una sede considerata disagiata e quindi di mero passaggio”.
“Ne ha beneficiato anche la cittadinanza che, grazie a questa innovazione, ha da allora potuto contare su squadre più omogenee, più stabili e maggiormente esperte del territorio montano, il quale presenta delle proprie specificità. La stabilità del personale – continuano le organizzazioni sindacali - porta inevitabilmente un maggior radicamento dello stesso sul territorio, e quindi oltre che una migliore gestione delle emergenze si ha anche una maggiore prevenzione. Su tutta questa vicenda l’onorevole Antonella Incerti del Pd ha depositato il 22 novembre scorso un'interrogazione parlamentare e anche la senatrice Leana Pignedoli è in procinto di presentare una mozione analoga in Senato”.
Oltre ai punti di merito i sindacati lamentano la mancanza di informazione preventiva e di coinvolgimento da parte del comando sulla questione, non essendo state avvisate che era in atto una ricognizione da parte del Ministero sulla sussistenza delle condizioni di mantenimento dell’orario differenziato. “Non sarebbe la prima volta, e ci spiace constatare che il modus operandi del dirigente provinciale non sia cambiato - concludono - infatti solo pochi mesi fa si era chiusa una vertenza sindacale con il comando in cui veniva appunto contestata la mancanza di informazione e coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori in merito all’organizzazione del lavoro”.
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