"Il MS5 di Castelnovo ne’ Monti discuterà domani sera un ordine del giorno, in consiglio comunale, dove si chiedono le dimissioni di tutti i consiglieri di maggioranza ed opposizione per protesta nei confronti della Regione riguardo alla decisione di chiusura del punto nascite del locale ospedale".
Il portavoce e capogruppo consiliare Massimiliano Genitoni anticipa quella che sarà la discussione e le motivazioni di tale proposta: “Pensiamo che serva un segnale forte alla Regione affinché ritorni sui suoi passi e riapra il nostro punto nascite che è ben attrezzato e che offre maggiore sicurezza alle partorienti. Sono venute meno le motivazioni con le quali la Regione ha deciso la chiusura dato che da luglio scorso il nostro ospedale è stato accorpato al S. Maria di Reggio Emilia (con delibera della giunta regionale) diventando a tutti gli effetti un reparto dello stesso e quindi il numero di parti anno minimi (500) è ampiamente superato. Venendo meno le motivazioni dovrebbe essere immediatamente riaperto e se non li si fa è perché probabilmente il Pd, partito che amministra la Regione, ha altre motivazioni che non vuole rendere pubbliche".
Prosegue l'esponente politico: "Noi come consiglieri eletti nel territorio a rappresentanza degli interessi dei cittadini abbiamo l’obbligo morale di fare quanto in nostro potere per opporci a qualsiasi decisione che leda i diritti dei nostri rappresentati. Per questo abbiamo chiesto sia in Comune, nella seduta di domani sera, che in Unione dei comuni (nella seduta di giovedì 30/11), di sciogliere tutti i consigli dell’Appennino affinché la Regione si ritrovi con un territorio scoperto istituzionalmente riveda questa scellerata decisione. Siamo fiduciosi che questa proposta venga accolta soprattutto perché abbiamo la fortuna di avere quasi tutti i consigli della montagna gestiti da liste civiche indipendenti e che quindi possono decidere in autonomia per gli interessi delle persone e non subendo le imposizioni dei partiti".
Per Genitoni "si tornerebbe poi a votare in concomitanza delle elezioni nazionali e quindi non ci sarebbero problemi amministrativi e sicuramente i sindaci che lo farebbero sarebbero rieletti con grande consenso perché dimostrerebbero di essere realmente dalla parte delle persone e non fare gli interessi della Regione”.
"In caso di rifiuto di tale proposta - prosegue Genitoni - mi dimetterò da capogruppo e come M5S ritireremo tutti i nostri eletti nelle varie commissioni comunali entrando in 'sciopero istituzionale' a tempo indeterminato fino a che la Regione non rivedrà la sua decisione. Non parteciperemo più ai consigli comunali, rinunciando a qualsiasi tipo di compenso, ma continueremo il nostro lavoro di controllo e verifica con atti istituzionali, interrogazioni scritte e soprattutto ricevendo le istanze dei cittadini. Così facendo nel nostro piccolo ci dissoceremo da quella che non consideriamo più una giunta rappresentativa degli interessi del territorio, non graveremo in alcun modo sulle tasche dei cittadini, non occuperemo poltrone ma continueremo a portare avanti il nostro impegno istituzionale con gli strumenti che ci sono concessi: accessi agli atti, interpellanze ed interrogazioni a risposta scritta che rimarranno agli atti e saranno sempre consultabili da tutti i cittadini”.
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Mi sembra una proposta ragionevole. É il momento di prendere una posizione decisa, una volta per tutte, che sia a favore degli abitanti della montagna e del loro diritto di nascita all’infuori di giochi politici e promesse che hanno il luccichio di 30 denari..
(Mattia Rontevroli)
Classica proposta targata 5S fatta con il solo obiettivo di conquistare consensi (…in questo caso direi molto facili visto che cavalca il desiderio popolare di tutto l’Appennino). Penso sia troppo chiedere di elaborare una proposta “sostenibile” che possa risolvere il problema (…invece di adottare il classico atteggiamento, molto adolescenziale, “…non fate come dico io..? …allora me ne vado!!”).
(Carlo)
I consensi li potrebbe cercare qualcuno interessato ad essere rieletto, peccato che la proposta venga proprio fatta da chi ha già scritto che non ne ha nessuna intenzione. Fatta salva questa premessa, forse le è sfuggito sia il senso che la portata di tale iniziativa unica nel suo genere. Secondo lei quindi se tutti i comuni dell’Appennino si sciogliessero prima delle elezioni amministrative il Pd non farebbe niente? Io sono convinto di no e sono altrettanto convinto che se non si creano situazioni di disagio sicuramente non farà niente per invertire questa situazione. Mi spiace che non si sia (probabilmente) preso il tempo necessario per leggere e capire in cosa consiste la proposta che, oltre a riportare un servizio in montagna, darebbe la garanzia di rielezione ai sindaci che la approverebbero e non a chi invece la sta proponendo. Cordiali saluti.
(Genitoni Massimiliano)
Le posso assicurare che ho letto benissimo la sua proposta… Visto poi che rispetto l’intelligenza di chi ci governa, sono anche abbastanza convinto che la decisione di chiudere il punto nascite non sia stata una decisione semplice, penso che dietro ci siano motivazioni tecniche ed economiche: pertanto penso che il modo giusto per affrontare il problema sia approfondire quali sono queste motivazioni e individuare soluzioni alternative. Questo per me vuol dire “governare”: capire i problemi e cercare delle soluzioni sostenibili (possibilmente il più possibile vicine alle esigenze della gente). Dal mio punto di vista è un po’ troppo semplice cavarsela con un invito a dimettersi tutti: tale soluzione non risolve assolutamente nessun problema!
(Carlo)
Signor Carlo, per decidere bisogna governare; forse l’è sfuggito che chi governa adesso è il Pd e la decisione di chiudere il punto nascite l’ha presa il Pd a livello regionale (motivando fantomatici problemi di sicurezza quando è solo una questione di costi). E io invece credo che le dimissioni di tutti i sindaci della montagna porterebbe molta visibiltà sul problema (che i manovratori a livello regionale e locale vogliono insabbiare, quindi non succederà).
(Lollo)
Concordo!!
(a.s.)
Bravo Max, sei l’unico che punta i piedi.
(Andrea)
Ad un colpo così dannoso per la montagna come questo va risposto con un colpo di forza maggiore; se questo provvedimento passa senza eventi di protesta clamorosi, qualcuno avrà la certezza che dai paesi montani si potrà togliere tutto; la montagna sarà solo un luogo di vacanza e non più un luogo per viverci, è solo una questione di tempo. Bravo Massimiliano Genitoni, a me non importa nulla di che partito sei, a me importa il risultato che avrebbe la tua proposta; vediamo chi ti seguirà in questa tua proposta.
(Pierluigi)
Non sono certamente un sostenitore del Movimento 5 stelle, ma da giovane padre di Appennino concordo pienamente con la proposta di Massimiliano. Per “Carlo”: Non diciamo balle, è solo una questione economica perché se un reparto non è sicuro bisogna sostenerlo e finanziarlo per renderlo sicuro (vista l’importanza strategica che ha in montagna), non chiuderlo. I nostri politici locali (che dovrebbero essere quelli ci aiutano) devono capire che ci stanno togliendo la possibilità di vivere in Appennino… se non lo capiscono molto in fretta avremo perso tutti… soprattutto noi giovani! Ai nostri amministratori: anche se so che non lo farete mai perché non ne avete il coraggio e la forza politica, seguite la proposta di Massimiliano!
(Marco)
…concordo sul fatto che sicuramente è anche una questione economica… probabilmente mantenere un reparto nascite completo in una zona dove le nascite sono scarse è antieconomico: forse basterebbe trovare soluzioni per fare in modo ad esempio che le risorse del reparto possano seguire anche altre mansioni in ambito ospedaliero… oppure trovare altre soluzioni. Essere capaci solo di sparare su chi “deve” prendere queste decisioni… senza sforzarsi di trovare soluzioni “sostenibili” è semplicemente un modo semplicistico di affrontare un problema. Altra cosa: per piacere evitiamo i toni apocalittici tipo “…togliere la possibilità di vivere in Appennino”: non è credibile!
(Carlo)
Gent. sig. Carlo, ci sono servizi che a parere del sottoscritto sono alla base del rispetto di uguaglianza e cittadinanza che la stessa carta costituzionale contempla. Il diritto alla salute è uno di questi, il diritto al rispetto delle persone è uno di questi, l’uguaglianza di tutti i cittadini italiani è uno di questi. Allora qualcuno deve spiegarmi perchè si continuano a tagliare servizi in aree disagiate (tutto l’Appennino italiano) e si tende a centralizzare i servizi in aree densamente abitate. Le sottolineo che il servizio di punto nascite era presente a Castelnovo ne’ Monti, non si chiedeva di crearlo ex-novo. Le ricordo che il laboratorio analisi era presente a Castelnovo (ora chiuso e spostato a Reggio); le ricordo che il servizio postale (tutti i giorni e in tutte le località appenniniche) era presente. Questo solo per ricordare alcuni servizi base, ma essenziali per poter vivere dignitosamente in Appennino. Altrimenti decisamente mi sento defraudato di qualcosa che comunque prima avevo e ora per averlo devo spostarmi in città. La domanda: sono e mi sento cittadino di serie B o sono solo fisime mie? E a proposito di chi deve prendere “queste decisioni”, sarebbe opportuno che in prima battuta mettesse la persona ed i suoi diritti/doveri, in secondo piano il “ritorno economico”, perchè se continuiamo con questo andazzo fra non molti anni quello che succede ora in Appennino accadrà anche nelle aree metropolitane (mi correggo: sta già accadendo, vedi la soglia di povertà). Grazie per la sua eventuale risposta.
(mb)