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3,2 milioni dalla Regione per gli impianti di risalita

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La Giunta regionale ha approvato tre Piani di intervento (ai sensi della legge 17 del 2002) che assegnano complessivamente 3,2 milioni di euro a pubblici e privati proprietari o gestori degli impianti di risalita.

I finanziamenti vanno a sostenere le spese di gestione delle imprese, in particolare connesse alla sicurezza degli impianti e delle piste; gli interventi di investimento sono invece destinati ad interventi strutturali (ad esempio, la revisione degli impianti a fune, l’innevamento artificiale, le sistemazioni ambientali) o all’acquisto di attrezzature.

“Il nostro Appennino è un importante volano di crescita, sul quale abbiamo scommesso”, sottolinea l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini. “A breve firmeremo l'accordo di programma con il Governo e la Toscana per interventi nel comprensorio montano delle due regioni ed oggi abbiamo assegnato le risorse regionali per sostenere e riqualificare le attività in tutta la nostra montagna, per contribuire a dotarla di impianti e attrezzature sicure e all’avanguardia”.

Nel dettaglio, alla copertura delle spese di gestione, riguardanti il 2018, sono state destinate risorse per 900 mila euro e per gli investimenti quasi 1,2 milioni di euro, tra 2017 e 2018.

In provincia di Modena sono assegnati 490 mila euro per la gestione, 609 mila euro per gli interventi strutturali dei soggetti pubblici e oltre 269 mila euro per quelli dei privati gestori.

In provincia di Reggio Emilia sono destinati 140 mila euro per le spese di gestione (a sicurezza degli impianti e piste), 380 mila euro per gli investimenti dei proprietari pubblici e 373 mila euro per i privati gestori.

In provincia di Parma sono previsti 103 mila euro per la gestione di impianti e piste e 213 mila euro per gli investimenti dei privati gestori.

In provincia di Bologna, 126 mila euro sosterranno le spese di gestione degli impianti e 318 mila euro gli interventi strutturali dei privati.

In provincia di Piacenza, sono assegnati oltre 15 mila euro per la gestione e più di 108 mila euro per gli investimenti dei privati.

Infine, in provincia di Forlì-Cesena, oltre 25 mila euro sono destinati alle spese per la sicurezza e 10 mila euro per gli interventi dei soggetti privati.

8 COMMENTS

  1. Sconcertante: in periodi di crisi totale dello sci in ambiti ben più vocati, con gestioni fallimentari che null’altro fanno che pesare sulle tasche degli italiani e, non da ultimo, comportano ripercussioni gravi sullo stato dell’ambiente (vedi drammatica crisi idrica di quest’anno) e del paesaggio, sembrano soldi (sempre i nostri) peggio che gettati al vento.

    (mauro chiesi)

    • Firma - mauro chiesi
    • Egr. sig. Chiesi, il Suo intervento mi sembra un tantino antiquato, fine a se stesso e privo di ogni ragionamento…
      Pensiamo ancora che montagna voglia dire per forza solo sci? Direi che quest’anno Febbio ne ha dato un esempio lampante: in montagna si viene da turisti in qualunque periodo dell’anno, per il clima, il relax, il ristoro fisico e mentale, il trekking, la mountain bike, i prodotti del sottobosco, l’aria priva di inquinamento, il buon cibo genuino, ecc ecc… devo continuare? Ha mai pensato al introito che può creare il turismo sul nostro Appennino? O dobbiamo solo spendere per favorire quei 20 cittadini che comprano l’auto elettrica prendendo l’incentivo e per non pagare bollo e parcheggi? Poi, mi scusi, mi sfuggono le gravi ripercussioni sull’ambiente che possono essere create dalla manutenzione del territorio montano… crisi idrica??? Forse il contrario: ha mai pensato a quanti metri cubi di acqua fornisce la neve (anche artificiale) sciogliendosi in primavera fino a giugno?? Quella accumulata sulle piste non è altro che un aiuto a questo serbatoio naturale a rilascio lento (molto più utile di una pioggia forte che scarica molta acqua in poco tempo, quindi poco fruibile… Insomma, tutto per dire che non possiamo sempre stare a guardare (vedi Trentino…) ma ben vengano scelte come questa, valorizzanti per il nostro Appennino, che fortunatamente ospita ancora migliaia di famiglie.

      (Andrea)

      • Firma - Andrea
  2. Caro Sig. Mauro, premettendo che ho rispetto per le idee altrui, perché lo trova sconcertante? Se vogliamo che il nostro Appennino cresca c’è bisogno di investimenti sia del privato che del pubblico, altrimenti il rischio è che non si vada da nessuna parte. Se non si sta al passo coi tempi, portando le necessarie e continue migliorie alle infrastrutture, c’è il rischio che il turista abbandoni le nostre montagne preferendo altre mete. O preferiamo vedere i nostri luoghi abbandonati e deserti con conseguenti chiusure di attività di indotto (bar, ristoranti, negozi, ecc. ecc.)? Non lamentiamoci poi se i giovani, ma non solo, sono costretti a lasciare le proprie terre per cercare lavoro altrove o se operatori turistici perdono le loro attività mettendo in difficoltà tante famiglie.

    (Lucio un montanaro acquisito)

    • Firma - Lucio
  3. Non sono completamente d accordo con il Signor Chiesi, a me pare che l’esperienza di tenere aperti gli impianti del Cusna d’estate abbia avuto un buon successo con ripercussioni positive sull’intero territorio, oltre ad essere un bello spot per tutta la montagna reggiana. Tante persone sono salite dalla pianura” e non solo dalla pianura” per trovare refrigerio e panorami mozzafiato sul gigante appenninico. In conclusione, aiutare gli impianti di risalita quando si hanno buone idee come i gestori di Febbio mi pare una una cosa sensata, visto anche gli anni addietro in cui si sono sperperati soldi pubblici a pioggia senza alla base piani ed idee per lo sviluppo.

    (Andrea)

    • Firma - Andrea
  4. Concordo con esule in patria, prima si tolgono cose essenziali tipo ospedale e manutenzione strade, poi saltano fuori quattrini a bestia per cose di non primaria importanza; si ragiona al contrario, forse qualcuno mi contesta ma io la penso così.

    (C219T)

    • Firma - C219T
  5. Giusto investire per la montagna. L’esempio di Febbio e sotto gli occhi di tutti. Meno giusta la gestione corrente delle regioni fatta di migliaia di dipendenti pubblici spesso poco produttivi a causa del loro numero nonché fonte di enormi spese. Meno personale più dipendenti. Con metà dipendenti la Regione (la nostra tra l’altro è la più virtuosa) farebbe le stesse cose ma con milioni in più.

    (Massimo Romei)

    • Firma - massimo romei
  6. E’ mio intento in queste due righe far chiarezza sull’importanza dei contributi citati alle stazioni sciistiche e dei regolamenti legislativi che devono essere applicati per accedervi. La legge regionale dell’Emilia-Romagna, finanziata e citata, prevede un contributo in percentuale su investimenti o spese di gestione che, al massimo, raggiunge il 50% della spesa al netto dell’Iva (in altre regioni la stessa legge prevede percentuali che variano dal 60% al 100%). Questo significa che a fronte del contributo approvato, vi sia una spesa da parte dei gestori degli impianti di altrettanti 3.500.000 euro per l’anno in corso. E, nella maggior parte dei casi, le spese sono da attribuire alle revisioni degli impianti e alla tenuta in sicurezza che le leggi impongono. Meditate gente… meditate…

    (Operatore turistico di Ventasso Laghi)

    • Firma - operatore turistico di Ventasso Laghi