Un tempo, qui, non esisteva. Poi, sull'influsso di quanto avveniva Stati Uniti è arrivata anche da noi. E' la notte di Halloween, una festività con lontani origini celtiche che, per quanto divenuta occasione di commercio, ha appassionato grandi e piccini del resto mondo dove, nell'ultimo quarto di secolo, si è via via diffusa, compresa la nota formula del "dolcetto o scherzetto" e della vestizione come a carnevale. Basta fare un giro per supermercati e negozi di giocattoli per accorgersene.
Halloween, celebrata il 31 ottobre, avviene durante un periodo religioso: la novena dei morti, che nella tradizione cristiana inizia il 24 ottobre e prosegue sino al 2 novembre, giorno di commemorazione di tutti i fedeli defunti. Molti ricorderanno come, ad esempio negli anni Novanta del secolo scorso, questa festa in Italia abbia suscitato una certa diffidenza e alcune polemiche per gli aspetti simbolici che, oltre al commerciale, esaltavano il macabro o il dissacrante in contrapposizione allo spirito religioso e raccolto del 2 novembre. Ma tant'è, per la gioia di grandi e piccini ormai la notte di Halloween è usanza anche in Appennino, con diverse iniziative sul territorio, almeno una ventina quelle che abbiamo contato in provincia di Reggio. Una tra queste è quella di Casale di Bismantova che, con una elegante locandina realizzata da Davide Costoli - che fa riferimento al simbolo della festa, con disegni di zucche intagliate, in questo caso con tratti gentili, buffi e non spaventosi! -. L’appuntamento è alle 19 nel borgo sotto la Pietra di Bismantova: è prevista la la possibilità di cenare insieme nei locali della Proloco su prenotazione (tel: 347 17379297, quindi per tutta la serata street food, caldarroste e vin brulè, animazione per bambini, il giro del paese per il tradizionale “dolcetto o scherzetto?”, la caccia al fantasmino, il premio al costume e alla zucca più “mostruosi”.
Mi pare che sia uno dei tanti segni della superficialità e relatività dei nostri tempi, che banalizzano e “ingoiano” tutto, in cui l’importante è “vendere”, non importa come. Non è una “festa”, è una scemenza. Per chi crede, è peggio: è evocazione delle tenebre. Come se i nostri tempi ne avessero ulteriore bisogno. Ma, appunto, viviamo in un mondo che purtroppo ha ottenebrato le menti di troppi di noi.
(Giovanni V.)
Le feste dei morti si comprendono tardi,quando ti guardi intorno ad un certo punto della vita e, dei tuoi, non trovi più nessuno.Nessuno con cui condividere un “ti ricordi quella volta?”perchè assieme a loro che pian piano se ne sono andati,è scomparso anche un pezzo di te.della tua esistenza.E non c’ è proprio niente da ridere,anzi!Altro che zucche vuote e balli delle streghe!Son carnevalate che sarebbe molto più di buon gusto collocare in altre date.Se il ricordo delle persone care è rinnovato giorno per giorno e coltivato nell’intimo del cuore,diventa consolazione il ricordo collettivo di chi, rivedendo al camposanto i nostri cari, ne parla e per un attimo li fa rivivere.Questa è la visita al cimitero penso per tutti noi e,per chi crede,rappresenta la consapevolezza di sapere che l’esistenza continua,che il filo che ci ha unito non è spezzato del tutto ed il mistero della morte si svela nella continuità dell’essere.La festa dei Morti,in sostanza,è una festa dolce,intima ed al tempo stesso collettiva,è un abbraccio con chi è andato prima di noi,è silenzio,ricordo,preghiera.Non c’è niente di più estraneo e fuorviante di Halloween.
Ed è un gran peccato se i nostri figli la confondono con una cultura che non ha nulla da spartire con noi.
(Mgc.)