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“Un patto regionale per la montagna”. Lo propone la Cisl Emilia centrale che ha inaugurato la nuova sede a Castelnovo ne’ Monti

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“La montagna può ripartire dal lavoro” è il messaggio di sintesi giunto dal convegno che ha preceduto l’inaugurazione della nuova sede della Cisl Emilia centrale a Castelnovo ne’ Monti, al grattacielo dell'isolato Maestà.

“Le priorità del lavoro in montagna sono quelle delle piccole e medie imprese artigianali, produttive e di servizio, ma anche dell’agricoltura con le sue produzioni tipiche, del patrimonio forestale e dei servizi pubblici per persone e le stesse imprese. Nelle scelte per la programmazione per la montagna non ci si potrà basare solo su criteri economici: il rilancio lo si potrà avere, in maniera coesa e di confronto, anche su temi complessi come il settore socioassistenziale” ha introdotto Luca Ferri, coordinatore della zona di Castelnovo ne' Monti della Cisl Emilia centrale.

“Se la comunità del territorio vuole mantenere la sua capacità attrattiva necessita di investimenti significativi – ha affermato Giorgio Graziani, segretario della Cisl Emilia-Romagna -. Tra le priorità, certo, spiccano investimenti sulla banda larga, ma anche quelli per i servizi alle persone per creare eccellenze. Alla politica oggi ricordiamo che le fusioni e le unioni dei comuni sono elementi che rendono più forte la capacità di offrire sevizi di qualità. Le imprese, così, possono sentirsi sostenute nel lavorare, restare e investire”.

Per William Ballotta, segretario generale Cisl Emilia centrale, “non può passare l’idea di una spoliazione del territorio montano. L’avere attrezzato a Castelnovo Monti una nuova sede della Cisl Emilia centrale è la dimostrazione che, in questo territorio, si può vivere ed essere ‘centrali’, anche nel mondo del lavoro. Decisioni politiche per la montagna possono essere prese, ma occorre farlo assieme. Lo dimostra quanto già siglato in Regione col patto per il lavoro, ma riteniamo che, in Regione, si debba fare anche un patto per la montagna dove siano coinvolti tutti gli interlocutori. In questo senso anche il patto per il lavoro di Reggio Emilia aiuta: occorre farlo”.

Parlando di resilienza, “in montagna per ogni giovane al di sotto dei 14 anni, ci sono 2,5 persone ultra 65enni” ha ricordato il moderatore della giornata Pietro Ferrari “da qui la necessità di creare le condizioni per mantenere i giovani in montagna”.

Tra le risposte degli amministratori, per Luciana Serri, consigliere della Regione Emilia-Romagna e presidente della Commissione attività produttive: “L’obiettivo è contrastare l’indice di vecchiaia che caratterizza l’Appennino. Centrale per questo è il tema delle infrastrutture. Spiccano a sostengo delle imprese, come richiesto 250 milioni di euro di investimenti programmati in Regione per la banda ultralarga con risultati importanti entro i 2020, ma anche viabilità, innovazione, riqualificazione edilizia, energie alternative e formazione per le imprese”.

Di “necessità a collaborare con le parti sociali” ha parlato il sindaco di Castelnovo ne’ Monti, Enrico Bini, “ma anche dell’ipotesi di allargamento dell’Unione dei comuni. Come Unione dell’Appennino diciamo sì all’ipotesi del patto sul lavoro, ma ricordiamo anche l’attuazione del tavolo per le Aree interne che, per altro, renderanno spendibili le risorse per la banda ultralarga nelle aree industriali, nelle scuole, nei municipi, nelle stazioni dei Carabinieri. E sempre con le Aree interne 8 milioni di euro saranno destinati ai caseifici”.

La giornata si è aperta con un minuto di silenzio a ricordo di Davide Tronconi, il fondatore della Cooperativa I Briganti del Cerreto recentemente scomparso mentre prestava attività di soccorso.