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La Regione Emilia-Romagna conferma: è defunto il punto nascita

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Ad autunno le cicogne salgono in cielo e fanno rotta sui cieli dell’Africa. Ed era dalla notte dei tempi che, assieme alle cicogne, l’uomo partoriva in Appennino. Ora non più. Va in scena l’ultimo, coraggioso e legittimo, tentativo della gente di montagna di fare sentire la propria voce a Bologna, in assemblea legislativa, a supporto dei question time sul tema (sono 4). Una voce che si scontra con un assessore regionale alla sanità, Sergio Venturi, che fa sue tutte le osservazioni tecniche che già l’Ausl di Reggio aveva anticipato in modi quantomeno inusuali.

A Castelnovo, i primi a salire sui due pullman organizzati dal Comitato "Salviamo le cicogne" e per il Sant’Anna sono bambini neonati e di un anno poco più. Sono con le loro mamme e sono stati gli ultimi a nascere dove ore non si nascerà più. Sono le 5,45 del mattino. Poi ci sono le persone che, alla spicciolata, scendono da ogni parte d’Appennino. Il torpedone dovrà fare tappa alla Croce, a Berzana, a Cavola, a Cerredolo, a Roteglia, l’altro a Casina e Vezzano. Ognuno paga il viaggio di tasca sua, nessuno chiede il resto, che rimanga a sostegno delle "Cicogne".

Vengono con due armoniche a bocca, uno strumento a corno, un microfono, tanti fischietti, gli striscioni degli studenti, lenzuoli con le firme di chi non può essere presente. Ad attenderli dopo quasi tre ore di viaggio, in via Aldo Moro, c’è la Polizia di Stato, rilassata e senza manganelli: sa di che pasta ed eleganza son fatti i montanari. “E’ la prassi”, ci spiegano. Arriva anche una folta delegazione da Borgo Val di Taro, solo una persona da Pavullo nel Frignano dove la comunità pare si fosse già rassegnata.

Entri in assemblea legislativa e ascolti i question time a risposta diretta: da una parte i consiglieri di minoranza, per lo più, dall’altra la giunta e, in particolare, l’assessore alla sanità. La presidente dell’assemblea, Simonetta Saliera, si raccomanda di non applaudire, pena lo sgombrare l’aula. Invece gli applausi ai consiglieri che sostengono le mozioni per i punti nascita saranno diversi e nessuno sarà sgombrato.

Si infervora Gabriele Delmonte, Lega nord, “Oggi chi esulta di questa scelta? Lei, assessore, ci dice che ha fatto tutto il possibile e invece questo è il giorno delle risposte e non ci dica i soliti numeri del potenziamento degli altri ospedali”. Appello non raccolto, dato che l’assessore ne parlerà almeno quattro volte.

La prima replica di Venturi, però, contiene già il siluro: “Ci ha condotti in questa scelta solo una parola: la sicurezza di neonati e mamme – primi brusii dal pubblico ci si chiede come mai questo non valga per altri punti nascita cui è stata concessa la deroga, ndr -. A me dispiace l’esito finale, ma abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare”. Secondi brusii dal pubblico, “La Commissione ministeriale si è espressa, la giunta ne ha preso atto. D’altronde il basso tasso di natalità rende impossibile ragionare per i prossimi anni di un avvicinamento alla soglia minima per la richiesta di deroga. A Castelnovo ne' Monti e Borgo Val di Taro solo il 31% delle donne della montagna ha partorito qui”. Naturalmente, l’assessore non tiene conto delle recenti e costanti indicazioni dell’Ausl di avviare scientemente le future mamme a Reggio, sino alla ‘chiusura per ferie’ scelte che, ovviamente, hanno abbassato ancora di più i numeri delle partorienti a Castelnovo. E’ un evidente gioco delle parti.

Un punto l’assessore lo rimarca due volte: “Chiudiamo un servizio, ma né ostetricia, né ginecologia”. C’è spazio, ancora, per un singolare battibecco con il consigliere Delmonte: “Guardi che in Lombardia il ministro Lorenzin dice che dipende dalle regioni la chiusura dei punti nascita e qui, in Emilia, invece, si addossa la responsabilità al ministero. Perché al ministero non sono mai state consegnate le integrazioni richieste alle vostra richiesta di deroga? O almeno non mi è stato possibile scoprirle tramite i suoi uffici?”. Tema inevaso.

Ancora sul tema Raffaella Sensoli, del Movimento 5 Stelle – mentre il consigliere Foti (Fi) di Parma, che prima aveva posto un interessante quesito su carteggi verdiani in asta a Londra, è intento a leggere Candido – e l’assessore, infervorato, chiarisce che “non è possibile percorrere la strada di un’altra richiesta di deroga: l’attività deve essere sospesa”. Pena, tra l’altro, il mancato trasferimento di risorse dallo Stato. “Sparate cifre per tenere buoni i cittadini, uscite dai palazzi: questa politica non aiuta a fare i figli”, è la controreplica della Sensoli. E’ qui che l’assessore perde le staffe e, con fare arrabbiato, dice: “Un parto difficile o un infartuato, secondo lei, dovremmo mandarli un ospedale di montagna? No, li mandiamo giù. E’ facile per voi oggi prendere un applauso, ma i meriti di questa scelta tra qualche anno ce li riconoscerete”. Sul piatto, oltre al potenziamento dei reparti castelnovesi, spunta anche la possibilità di sistemazioni alberghiere per chi ne faccia richiesta in città, ma anche la realizzazione di una nuova camera calda e un punto di primo intervento (2,6 milioni di euro), 16 assunzioni (6 medici e altri infermieri e operatori di sala operatoria, per 1 milione di euro), con l’obiettivo di fare 200 nuovi interventi in più a Castelnovo, l’elisoccorso notturno – ricordate quando si disse che l’elisoccorso notturno non era propedeutico alla chiusura dei punti nascita?, ndr 2-.

Sul tema di Borgo Val di Taro c’è anche un intervento del consigliere regionale (Pd) Alessandro Cardinali, di Parma, e si dichiarerà non soddisfatto della scelta fatta. Dei consiglieri Pd di Reggio nessuno parla e, formalmente, nessuno sostiene la mozione punti nascita e il Pd, avendone i numeri, in Regione decide.

Yuri Torri

E’ molto critico il casinese Yuri Torri (Si) che, più volte, si è espresso sul tema. Ricorda “come questo servizio ha importanza per l’intera comunità, mentre qui si parla di criteri numerici e organizzativi. A Scandiano la rotazione del personale va bene, in Appennino no… E’ evidente che tra cittadini e istituzioni, su questa partita, è mancato un confronto”. Poco prima aveva accolto le persone della montagna aspettandoli. Tra loro una ragazza di Febbio incinta al 4° mese: non partorirà in Appennino. Mentre i sindaci della montagna anticipano il fatto che l’assessore Venturi, assieme al presidente Bonaccini (assente in aula), saliranno in Appennino per confrontarsi sul tema, Nadia Vassallo e alcuni altri decidono di rimanere al pomeriggio, ma un ulteriore dibattito sul tema sarà fatto slittare a domani. Non cambierà comunque nulla.

L’ultima immagine è del manifesto a lutto delle "Cicogne" che riflette i palazzi in cemento, perso tra la foschia e il sole autunnale di Bologna. Come paiono lontani a questa gente che torna a casa senza più suonare l’armonica…

 

 

LA CURIOSITA’: C219 ADDIO

 

In alcune immagini della giornata e in alcuni tweet compare l’hashtag #C219. Lo ha riportato, su una maglietta in aula, anche il leghista Gabriele Delmonte è il codice del Comune di Castelnovo ne' Monti che sparirà dai codici fiscali, per effetto della chiusura del punto nascita castelnovese. E con questo hashtag, su Facebook, poche ore fa la bella neomamma aveva postato una foto col pancione: “Anche io sto con le cicogne e spero di non nascere sulla statale 63”. (G.A.)

 

14 COMMENTS

  1. Ma come defunto, raccogliamo fondi e andiamo in Cassazione. Se non hanno capito con le buone, andiamoci pesante, chi si credono di essere per decidere la sorte di una realtà che non conoscono minimamente, se non per venire a fare qualche mangiata al fresco. Quei signori bisogna che provino i nostri disagi, ma tanto è inutile, è come parlare ai muri!

    (Commento firmato)

    • Firma - anonimo
  2. Siamo ad inviare una precisazione di carattere tecnico. Abbiamo ricevuto una donazione con cui verrà pagato l’autobus, ma restando fuori circa altri 300 euro per pagare l’autobus piccolo; abbiamo chiesto un contributo volontario ai partecipanti con cui abbiamo coperto tutte le spese di trasferta. Grazie!

    (Comitato “Salviamo le cicogne”)

    • Firma - ComitatoSalviamoe
  3. Chiediamo l’indipendenza e apriamocelo noi l’ospedale. Con le tasse che paghiamo non credo sarà un problema. Perchè pagare lo stipendio a questa gente che prende decisoni senza neppure sapere di cosa stanno parlando e di cosa questo comporta? L’Appennino negli ultimi anni sta subendo un calo di imprenditori senza precedenti… imprenditori che rischiando personalmente investono e pagano tasse qui. Bene, il reparto nascite è stato chiuso per una motivazione prettamente economica, valutazione superficiale che non tiene in considerazione delle conseguenze e delle fughe di capitale che questo può comportare. Cari politici, eliminate pure l’Appennino, che fino ad ora vi ha pagato lo stipendio puntualmente, ma analizzate meglio la situazione.. Queste restrizioni porteranno alla fine della vostra classe sociale… Dopo per guadagnare vi toccherà iniziare a lavorare perchè non ci saranno più i cari imprenditori a pagarvelo! Non vi si chiede molto… gestire il nostro denaro, dandoci qualche servizio… Comunque siccome questi non ci vogliono sentire l’unico modo per farci ascoltare e toccargli il portafoglio, quindi tutti uniti smettiamola di pagare le tasse e anzi facciamoci pagare da questi pianzani che vengono a rubarci funghi e castagne!

    (C.G)

    • Firma - C.G
  4. Come dice la massima… non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Questo è stato ieri in assemblea legislativa. Leggo che nei prossimi giorni saranno presenti in montagna Bonaccini e Venturi, per illustrare i mirabolanti interventi sull’ospedale di Castelnovo. Per dare una risposta di pari livello sarebbe opportuno che il teatro fosse vuoto. Anzi, un solo giornalista che chiedesse a Venturi: gentile assessore, come la mettiamo con tutti i soldi spesi nella struttura del punto nascite poi chiuso? Avete intenzione di mettere mano al vostro portafoglio per rifondere i danni arrecati alla comunità? Mi auguro anche che le opposizioni in assise regionale ne chiedano conto a questi amministratori stolti e facciano valere nelle sedi opportune queste domande, visto che dal 2010 avevano certezza che il punto nascite sarebbe stato chiuso e comunque hanno continuato a spendere soldi anche nostri. Per la deroga a Scandiano, concessa per soli due anni: non fatevi illusioni a Scandiano, fra due anni sarà pronto il Mire quindi la chiusura è annunciata anche per voi. Infine, visto che Castelnovo ne’ Monti dovrebbe diventare a detta dell’assessore un’eccellenza sulle attività chirurgiche, chiedo, visto che hanno i dati di rilevazione statistica aggiornati, reparto per reparto e servizio per servizio, quanti interventi chirurgici sono stati eseguiti ad oggi a Castelnovo e quanta disponibilità danno alle sale operatorie. Al sottoscritto, per voci giunte dai corridoi dell’ospedale, risulta che la struttura è poco utilizzata (forse scientemente), con programmazioni bassissime di 3 di sale operatorie. Se questa è l’eccellenza sanitaria dell’Emilia-Romagna, evviva la sanità calabrese, senza nulla togliere a quest’ultima.

    (MB)

    • Firma - MB
  5. Che tristezza!!! Ogni commento ormai si disperde nel fumo che sino ad oggi hanno cercato di buttarci contro per mascherare le loro scelte. Solo un’ultima domanda: sarà un caso che la figlia del ministro Delrio lavora come ostetrica a Scandiano?

    (Una montanara)

    • Firma - una montanara
  6. Come se non bastasse quanto riportato nel resoconto, dovete sapere che si è toccato veramente il fondo, quando si è votato per non portare in consiglio per prime, le “risoluzioni”. Le “risoluzioni” consistono nell’esprimere il voto sulle problematiche poste nel “question time ” Neanche di assistere a questo ci hanno concesso; non hanno avuto un briciolo di considerazione o rispetto per chi si era recato a Bologna, partendo all’alba da lontano, lasciando lavoro e doveri, con la malriposta speranza di assistere a qualche ripensamento. Il Pd ha votato contro compatto. Voi non avete idea di quanto io sia felice di non aver mai votato questo partito e nessuno di quelli da cui deriva. Per le mie antiche origini e simpatie per la sinistra, quella vera, mi chiedo come si possa definire sinistra questa accozzaglia di personaggi, asservita al potere ed alle lobbies delle multiutility!? Questa è gente irrispettosa ed arrogante e lontana dal popolo. Sono invece rammaricato nel vedere che del famoso orgoglio montanaro restano solo pochi rimasugli; non basta indignarsi coi commenti su Redacon, senza nemmeno firmarsi, o sproloquiare su Facebook. A Bologna, nei palazzi di vetro, l’hanno capito: noi abitanti dell’Appennino siamo in pochi e quindi pochi voti persi e hanno visto che siamo molto pochi quelli che non hanno paura a lottare e di metterci la faccia. Attualmente, tirando le somme, non posso sicuramente dire grazie al Pd o grazie a voi montanari che ve ne siete stati a casa fregandovene; noi forse perderemo, ma voi avete già perso.

    (Antonio D. Manini)

    • Firma - Antonio D. Manini
    • Gentile signor Manini, le sue conclusioni finali sull’inettitudine dei montanari mi paiono un po’ “forti”. E’ vero che per tanti hanno molti hanno dato il voto a questi traditori del popolo, è vero che nel frattempo si è costituito e consolidato un subdolo “regime” antidemocratico e autoreferenziale con connotati da “fascismo rosso”, è vero che diversi sono stati menati per il naso ricorrendo a trite leve ideologiche utili solo ad annebbiare le menti, ma sappia che ora che la maschera è caduta, ora che la misura è colma, ora che sono emerse le porcherie che questi squadristi rossi hanno fatto, ora che i traditori della montagna balbettano impacciati, nelle non lontane prossime elezioni i nostri voti, sì i voti, perchè non votare farebbe il loro gioco, convergeranno numerosi sugli unici due partiti che si sono esposti per noi fino dalla prima ora! Sappia poi che non siamo in pochi, non ci sono solo i residenti anagrafici nella montagna, ma anche chi è dovuto espatriare e le loro famiglie! Ci riprenderemo il nostro punto nascite al prossimo giro di boa, annientando democraticamente i nuovi fascisti della montagna! Può esserne certo!

      (F.D.)

      • Firma - F.D.
  7. 2014 elezioni regionali. Le preferenze di Reggio Emilia per Andrea Rossi 8.747, tra queste nei 13 comuni montani ha raccolto 408 preferenze pari al 4,66%. Le preferenze di Reggio Emilia per Roberta Mori 7.564, tra queste nei 13 comuni montani ha raccolto 399 preferenze pari al 5,27%. Le preferenze di Reggio Emilia per Ottavia Soncini 6.150, tra queste nei 13 comuni montani ha raccolto 331 preferenze pari al 5,38 %. Contano i numeri, purtroppo, decisione politica da tanto tempo orchestrata con il placet di diversi suonatori, anche “dorotei” montanari.

    (Alberto Corsi)

    • Firma - alberto corsi