"La Regione può e deve opporsi alla chiusura dei punti nascita di Pavullo, Castelnovo ne' Monti e Borgo Val di Taro. Come ha specificato anche il ministro Lorenzin per dei casi analoghi in Lombardia, il Ministero della salute non può imporre nessuna chiusura. L’ultima parola spetta a Bonaccini e Venturi che, invece di piangere lacrime di coccodrillo, potrebbero fin da ora mettersi al lavoro per presentare una nuova (e questa volta molto più dettagliata) istanza di deroga e salvare così le tre strutture”.
È questa la richiesta di Raffaella Sensoli e Gianluca Sassi, rispettivamente capogruppo e consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, contenuta in una interrogazione a cui la giunta risponderà durante la question time nella prossima seduta dell’assemblea legislativa prevista per martedì 17 ottobre.
“Il comitato nazionale percorso nascite non emana sentenze, ma esprime dei pareri tecnici sulla scorta delle documentazioni fornite dalle Regioni – spiega Raffaella Sensoli – Per questo il fatto che al momento i punti nascita di Pavullo, Castelnovo ne' Monti e Borgo Val di Taro non abbiano ricevuto una deroga non deve essere trasformata in una dichiarazione di morte certa, a meno che non sia proprio la giunta di Bonaccini a volerla fare. Come abbiamo ripetuto in più di un’occasione la Regione ha tutti gli strumenti per cercare di ribaltare questa situazione, a patto che questa volta venga fatto tutto alla luce del sole e con la reale convinzione di salvare i punti nascita e quindi non aggravare la situazione di zone della nostra montagna che vanno sempre più incontro a un rischio spopolamento sempre più concreto”.
Nella loro interrogazione i consiglieri del Movimento 5 Stelle ricordano come fu proprio la commissione regionale punti nascita in un primo memento a non richiedere una deroga per le tre strutture poi bocciate dal ministero. Un particolare che può aver influito, e non di poco, sulla decisione finale di Roma. “Per questo crediamo che la strategia della Regione debba cambiare se si vuole per davvero provare a salvare questi punti nascita - aggiunge Gianluca Sassi – Ecco perché fin da ora Bonaccini e Venturi dovrebbero mettersi a lavoro per una nuova richiesta di deroga, garantendo degli investimenti tecnologici in quelle strutture, più personale, e più formazione”.
La proposta del Movimento 5 Stelle è quella di favorire le gravidanze fisiologiche, di agire sulla rotazione del personale sanitario che si occupa dei punti nascita in strutture limitrofe, caratterizzati da un numero di parti superiore a 1000, per incrementare l’esperienza dello stesso personale e nel contempo traslare i livelli di sicurezza non ai singoli ospedali, ma sulle équipe che svolgono interventi su più strutture.
Altra proposta potrebbe essere quella di prevedere la sostituzione nei punti nascita del personale infermieristico con ostetriche professionalmente più specializzate nell'ambito dell'assistenza materno-infantile che potrebbero di conseguenza migliorare il livello della sicurezza e la qualità intrinseca all'interno del reparto.
“Quello di cui siamo convinti è che la Regione non abbia fatto abbastanza per salvare Pavullo, Castelnovo ne' Monti e Borgo Val di Taro, anzi che abbia remato nella direzione opposta a quella invocata dai cittadini in questi anni – conclude Raffaella Sensoli – Ecco perché adesso vogliamo che una volta per tutte Bonaccini e Venturi si prendano le loro responsabilità. Se non vogliono più lottare, non solo per la sopravvivenza di questi punti nascita, ma di intere zone della montagna che corrono il rischio di restare sempre più isolate, che abbiano almeno il coraggio di ammetterlo in aula rispondendo martedì alla nostra interrogazione”.
Encomiabile iniziativa, almeno date segnali di sensibilità sulla qualità di vita di noi montanari. Temo però che il “regime” P.D. sia arroccato sulle proprie sciagurate scelte. Valutano il bacino elettorale che mettono a rischio molto “sottile” e confidano sulla capacità dei loro capò di irretire ancora una volta il loro gregge. W le Cicogne e w la resistenza.
(F.D.)