Per dieci lunedì alle ore 22.00 e in replica il giovedì alle ore 17.00 Silvano Scaruffi ci accompagnerà fra le righe del suo ultimo libro "Le pecore si contano a maggio" come solo lui sa fare sulle frequenze 94,3 MHz FM di Radionova.
La trasmissione è ascoltabile anche in diretta su www.radionova.it, e in anteprima nei file in fondo a questo articolo.
L'approccio alla radio Silvano lo descrive così:
"Ci sono cose frustranti, in questo mondo.
Cose che quando ti dicono o solo chiedono di fare ti viene addosso un senso di disgusto e una specie di prurito come se volessi scomparire, non essere lì, non avere a che fare con quell’idea, quell’impegno. Tra queste per me nulla è più frustrante del leggere o parlare in pubblico, parlare a un microfono. Anche da solo, chiuso in una stanza, nel vuoto. Un giorno mi hanno detto:
“Leggi alla radio?”
“No”
“Dai.”
“No”
“Dai. Una piccola trasmissione radio. Dici quello che vuoi, metti la musica che ti pare. Basta che leggi”
“No”
E credevo fosse finita lì.
Il mio buon senso mi diceva che era meglio così. E ci vorrebbe sempre un po’ di buon senso quando si fanno o si dicono le cose. E il buon senso, viene dall’esperienza, ma l’esperienza te la fai quando non usi il buon senso.
Così , in completa assenza di buon senso, mi son trovato a parlare e leggere, dietro un microfono, a ipotetica gente.
Così, in piena carenza di buon senso, catapultato in Nebrascra, stato geografico inesistente, sbagliato, stato d’animo convulso, pruriginoso. E la cosa si è ripetuta, per dieci volte, dieci puntate, con parole, musiche e letture.
Parole scaturite dal vuoto, dall’idea che non ci sia niente di più approssimativo del Cosmo, che i diritti ancestrali son ben diversi dalle concessioni tradizionali, folcloristiche. Parole accatastate in apparentementi casuali circonvoluzioni di idee, attimi di sensazioni scostate, da un altro mondo. E le letture, tratte da “Le pecore si contano a Maggio” romanzo sfrantumato edito dalla casa editrice AbaoAqu, stralci di microcosmo paesano, di personaggi sul filo della fantascienza rurale, vicende di tragica e comica e sclerotica esistenza di crinale, di frontiera, di colonizzazione, deriva.
Non saprei ritornare da dove è partito, ha avuto inizio, forse il sottotitolo di un film, forse il rumore stridente poi amichevole delle prime parole registrate, diluite nell’etere, forse le musiche incoraggianti accostate, immagini che hanno ispirato, da qua, fino in Nebrascra.
Qualcosa ha generato tutto, qualcosa che forse se ne sta in dietro lo stipite di una porta in Nebrascra, qualcosa che gocciola da un lavandino laggiù, un ticchettio che fa appuntire le orecchie di un gatto del Nebrascra, un guizzo d’aria che smuove un’altalena senza un bimbo sopra in un cortile, in Nebrascra, stato radiofonico, stato radioatomico.
“Bella, proprio bella la trasmissione” Han detto dopo i registi.
“Un bel quell” Ho risposto io.
Così è andata".
***
File prima puntata