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Il Ministero dice “no” alla richiesta di deroga per il punto nascita di Castelnovo ne’ Monti

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Trascriviamo il comunicato della Regione sull'oggetto.

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Punti nascita. Il Ministero della Salute accoglie la richiesta di deroga presentata dalla Regione per gli ospedali di Scandiano (Re) e Mirandola (Mo) e Cento (Fe) nel cratere. No per Castelnovo ne' Monti, Pavullo nel Frignano (Mo) e Borgo Val di Taro (Pr), dove l'attività viene sospesa ma proseguono i servizi pre e post parto. L'assessore Venturi: "Abbiamo percorso tutte le strade possibili per evitarlo, ma continueremo a investire nei tre comuni: pronti piani di potenziamento per 13 milioni di euro".

A nulla è valsa la rassicurazione della Regione di poter adeguare le strutture rispetto agli standard previsti, a cominciare dal personale. Già programmati interventi per rafforzare gli ospedali e potenziare i servizi nelle aree montane. L'assessore: "Adesso occorre attenersi a questa decisione con la massima serenità possibile. Consapevoli che la sicurezza, quando si parla di sanità, deve sempre venire al primo posto"

Bologna - La risposta è arrivata da Roma nel pomeriggio di ieri, e configura un destino diverso per i 6 punti nascita dell’Emilia-Romagna dove si registrano meno di 500 parti l’anno. Il ministero della Salute concede la deroga, chiesta lo scorso luglio dalla Regione per evitare la sospensione dell’attività di assistenza al parto, solo per gli ospedali di Scandiano (Re) e per i due del cratere sismico: Mirandola (Mo) e Cento (Fe).

La richiesta di deroga, invece, non viene concessa per le strutture di Castelnovo ne’ Monti, Pavullo nel Frignano (Mo) e Borgo Val di Taro (Pr). Di conseguenza, l’attività in questi ultimi punti nascita dovrà essere sospesa. Per il ministero, infatti, non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie per tutelare mamme e neonati in una delle fasi più delicate della vita.

“Abbiamo percorso tutte le strade possibili senza lasciare nulla di intentato- afferma l’assessore regionale alle politiche per la salute, Sergio Venturi-. Come Giunta avevamo deciso di chiedere la deroga per tutte e sei le strutture, non solo per Scandiano, Mirandola e Cento, anche considerando l’importanza che rivestono per il territorio, soprattutto quello montano, e dopo un lungo confronto portato avanti con le istituzioni e le comunità locali. Avevamo anche dato rassicurazioni sul fatto di voler e poter adeguare strutture e organizzazione rispetto ai parametri di sicurezza, a partire dal potenziamento degli organici, ma il pronunciamento del ministero è chiaro e adesso occorre attenersi a questa decisione, consapevoli che la sicurezza, quando si parla di sanità, deve sempre venire al primo posto. A maggior ragione se si tratta di donne che devono partorire e di neonati, perché uno dei momenti più belli della vita non debba trasformarsi in tragedia”.

“Abbiamo il dovere- aggiunge Venturi- di assicurare la stessa tutela indipendentemente dal luogo in cui un bambino viene alla luce, ed è questo l’unico obiettivo che ha sempre guidato le nostre decisioni. In campo non c’è mai stata la benché minima idea di risparmiare e sospendere l’attività, come la decisione ministeriale stabilisce, non vuol dire certamente lasciare sole le future mamme e i loro bambini, tantomeno abbandonare le aree montane, come qualcuno afferma in maniera strumentale. Gli investimenti messi in campo dalla Regione per potenziare gli ospedali dell’Appennino, migliorare i Pronto soccorso e le sale operatorie, ampliare gli organici e i servizi, a partire da quelli pre e post parto, non si fermano- chiude Venturi- anzi, a maggior ragione saranno rafforzati. Sono già disponibili 13 milioni di euro da destinare a Castelnovo, Pavullo e Borgo Val di Taro, con progetti definiti e tempi decisi per la realizzazione degli interventi e delle misure previste”.

Il percorso sui Punti nascita

La risposta del ministero giunge dopo un lungo percorso di ascolto e confronto con le comunità e le istituzioni locali condotto dalla Regione e un approfondito studio svolto dalla commissione regionale tecnico consultiva sulla rete “percorso nascita” dell’Emilia-Romagna, che conta 26 punti nascita attivi sul territorio.

Lo scorso luglio la stessa commissione aveva presentato in una relazione i risultati di quell’analisi, concentrata in particolare sull’attività dei centri periferici “Spoke”, rispetto ai grandi ospedali delle città. L’indicazione della commissione tecnica era di chiedere al ministero la deroga per i due punti nascita del cratere sismico di Cento e Mirandola, dove il volume di attività, negli anni precedenti al terremoto, era superiore ai 500 parti l’anno e dove non è ancora possibile valutarne stabilmente il trend perché le strutture non hanno ancora riacquistato la piena funzionalità. Stessa richiesta di deroga era stata proposta anche per l’ospedale di Scandiano - dove soltanto nell’ultimo anno e per la prima volta il numero di parti è stato di poco inferiore a 500 (490) - per il quale la commissione prevedeva un periodo di “osservazione” in attesa di valutare l’evolversi dell’attività.

La stessa commissione aveva invece evidenziato la necessità di sospendere il servizio nelle altre tre strutture (Pavullo nel Frignano, Borgo Val di Taro e Castelnovo ne’ Monti), perché non vi sono le condizioni di sicurezza sufficienti, visto il numero di parti largamente inferiore ai 500 l’anno.

La Giunta regionale, per evitare la sospensione delle attività di assistenza al parto in luoghi di particolare importanza per il territorio, aveva però deciso di chiedere la deroga al ministero della Salute, tramite la commissione nascita nazionale, per tutti e sei i punti nascita, impegnandosi, qualora fosse stata concessa, a dotare le strutture del personale necessario a garantire gli standard di sicurezza richiesti.

Ieri, a conclusione della lunga vicenda, è giunta la risposta del ministero.

Gli investimenti sul territorio

Per i tre ospedali dell’Appennino interessati dalla sospensione dell’attività, la Regione ha già programmato un piano di investimenti di 13 milioni di euro; parte degli interventi previsti è già stata realizzata e in alcuni casi le aziende sanitarie hanno già approvato documenti preliminari di progettazione. Le risorse serviranno in particolare a migliorare i Pronto soccorso, le sale operatorie e l’accessibilità delle strutture sanitarie. È previsto poi un ulteriore incremento degli organici, con l’assunzione di circa 44 medici e infermieri che consentiranno di aumentare l’attività chirurgica e di realizzare almeno 1.500 interventi in più ogni anno, garantendo un futuro stabile e di sviluppo agli ospedali montani; oltre alla disponibilità ventiquattro ore al giorno sette giorni su sette, del servizio di elisoccorso notturno. Tutto ciò viene realizzato, in condivisione con le Conferenze territoriali sociali e sanitarie e con le aziende sanitarie, proprio per preservare e migliorare ulteriormente la qualità e la sicurezza delle cure.

I dati sui Punti nascita in cui sarà sospesa l’attività

L’Organizzazione mondiale della sanità e l’accordo Stato-Regioni del 2010 fissano il numero di almeno 1.000 nascite all’anno quale parametro standard a cui tendere per il mantenimento dei Punti nascita; 500 parti la soglia minima definita di sicurezza. Fermo restando che in discussione è solo il parto e non tutto ciò che attiene a gravidanza, puerperio e permanenza dei reparti, che comunque continueranno a essere confermati nelle sedi attuali, con un miglioramento dei servizi esistenti.

Nel 2016 il punto nascita di Borgo Val di Taro ha registrato 124 parti (nel 2015 erano 157), con una percentuale di tagli cesarei del 35,2% (la più alta di tutti i punti nascita attivi in regione). Sempre nel 2016, il Punto nascita di Castelnovo ne’ Monti ha registrato 153 parti (159 nel 2015), con una percentuale cesarei del 29,5%. A Pavullo nel Frignano l’anno scorso i parti sono stati 196 (261 nel 2015); 13,7% la percentuale dei tagli cesarei.

Di seguito la scheda di sintesi allegata al provvedimento con i progetti di miglioramento dell'attività del S. Anna

Risorse necessarie per i progetti di miglioramento dello stabilimento ospedaliero di Castelnovo ne’ Monti

Personale incrementale
Progetti organizzativiMedicoComparto
Istituzione di una SOS dipartimentale di urologia1  Medico urologo2 medici urologi dedicati a tempo pieno di cui uno responsabile della SOS dipartimentale
Attivazione della chirurgia senologica1 Medico chirurgo·         Potenziamento dell’organico medico della breast unit interaziendale con attivazione di sedute dedicate di oncologia senologica

·         Trasformazione della SOS in SOC

·         Attivazione della istopatologia in estemporanea con anatomopatologi del SMN

Riorganizzazione attività chirurgica1 medico ORL

1 anestesista

4 infermieri strumentistiAmpliamento attività chirurgica per pazienti provenienti anche da fuori distretto per le specialità di

·         Chirurgia ortopedica con particolare riferimento alla chirurgia del piede e protesica

·         Chirurgia urologica

·         Chirurgia senologica

·         Chirurgia ORL dell’orecchio

·         Chirurgia ginecologica

·         Chirurgia videolaparoscopica

Stima di n° 150-200 sedute operatorie incrementali /anno

Cardiologia1 medico cardiologoPotenziamento della cardiologia aggiungendo alla degenza acuti UTIC ed alla riabilitazione cardiologica la attivazione di un centro di Prevenzione Cardiovascolare a valenza aziendale
Emergenza-Urgenza1 medico EU6 IP·         Attivazione di un mezzo di soccorso professionalizzato che affianca l’automedica

·         Riorganizzazione dell’assetto notturno con un’area di osservazione presidiata da un team multidisciplinare

TOTALE personale incrementale6 unità mediche10 unità IP·         Costo complessivo: 1 milione di €

·         Richiesta di ampliamento della pianta organica alla Regione

Progetto strutturale
Riorganizzazione del punto di primo intervento e realizzazione nuova camera calda2.800.000 € (2.000.000 € fondi regionali – 800.000 € fondi aziendali)
Costo del personale1.000.000 €
TOTALE COSTI3.800.000 €

 

AGGIORNAMENTI

Torri (SI). Punti nascita: "No alla deroga. Il Governo si assume una grave responsabilità"

E' arrivata oggi la risposta della Commissione nascite del Ministero della Salute in merito alla richiesta di deroga, formalizzata dalla Giunta regionale nello scorso mese di luglio, al fine di mantenere aperti i 6 punti nascita dell'Emilia-Romagna con meno di 500 parti annui. Richiesta di deroga che come gruppo di Sinistra Italiana avevamo sollecitato con forza sin dal maggio 2015. Per quel che riguarda i 3 punti nascita in area montana Castelnovo ne’ Monti, Borgo Val di Taro e Pavullo, il parere della Commissione è sfavorevole e quindi i 3 punti nascita sono destinati alla chiusura.  Negando la deroga il Ministero della Salute, e quindi il Governo, si assume una grave responsabilità: quella di privare tutto l’Appennino emiliano-romagnolo di un servizio il cui valore va oltre l’aspetto sanitario.

Si tratta di una decisione inaccettabile per evitare la quale ho messo in campo tutte le iniziative a mia disposizione. Se il tessuto sociale dell’Appennino viene privato di servizi così importanti, mi domando e domando al Governo e alle forze politiche che lo sostengono che senso abbiano l'approvazione di leggi quali quelle a difesa dei piccoli comuni.  Che si dimostrano in realtà per quello che sono: meri spot elettorali.

Il Servizio Sanitario non può essere gestito con logiche aziendaliste offrendo servizi soltanto laddove c’è maggiore richiesta. L’obiettivo dei servizi pubblici non è il profitto, ma è garantire pari opportunità e tutele a tutti i cittadini, a prescindere dal territorio in cui risiedono. Perchè non esistono cittadini di serie A e di serie B.

E’ quindi oggi ancora più necessario un segnale che vada nella direzione opposta.
Gli investimenti che la Regione ha annunciato sugli ospedali di montagna, a partire da quelli destinati a Castelnovo ne’ Monti, devono tradursi al più presto in realtà. Per le parole e le assicurazioni generiche non c’è più tempo.

(Yuri Torri, consigliere regionale Sinistra Italiana)

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I sindaci montani sulla mancata deroga ai punti nascita: “Scelta che non condividiamo e che indebolisce il territorio”. Il grazie "a Comitati, cittadini e... Regione"

Tutti i sindaci dell’Unione dei Comuni dell’Appennino hanno sottoscritto una nota comune sulla decisione del ministero della Salute, resa nota oggi, di concedere la deroga richiesta dalla Regione Emilia-Romagna solo per i Punti nascita degli ospedali di Scandiano e i due del cratere sismico, Mirandola (Mo) e Cento (Fe), decretando di fatto la chiusura delle strutture di Castelnovo Monti, Pavullo nel Frignano (Mo) e Borgo Val di Taro (Pr).

“Per il ministero non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie per tutelare mamme e neonati – affermano i sindaci –. Ne prendiamo atto, abbiamo sempre detto di voler porre la sicurezza delle partorienti e dei neonati al primo posto, ma restiamo convinti che sia una scelta sbagliata. Basta dare uno sguardo alla collocazione geografica dei punti nascita chiusi per rendersi conto che in questo modo si indebolisce la fascia appenninica. Alla fine si è scelto di ridurre la decisione ai soli parametri numerici, quando a nostro parere se si fossero volute costruire le condizioni di sicurezza necessarie, sarebbe stato possibile farlo e mantenere aperto almeno un punto nascite nella zona montana. Già oggi il punto nascite di Castelnovo era individuato come riferimento da alcune famiglie del versante appenninico toscano, dopo che in tale area erano stati già chiusi alcuni servizi negli anni scorsi. Restiamo convinti che il parametro sicurezza andasse valutato in un ambito più ampio. Non possiamo che ringraziare comunque tutti i soggetti che hanno accompagnato il nostro impegno in questi anni per cercare di salvare il Punto nascite di Castelnovo: i comitati popolari, le associazioni di volontariato, le forze politiche e sociali del territorio. Alla Regione, che sta sostenendo tra l'altro il nostro percorso di area pilota nella strategia delle Aree Interne, in cui uno dei capitoli d'azione principali riguarda proprio i servizi sanitari, e in particolare all'Assessore Sergio Venturi, che oggi annunciando la scelta del Ministero afferma come siano già disponibili “13 milioni di euro da destinare a Castelnovo Monti, Pavullo e Borgo Val di Taro, con progetti definiti e tempi decisi per la realizzazione degli interventi e delle misure previste”, chiediamo con urgenza di intervenire sul territorio per illustrare questi progetti e interventi di cui non conosciamo tutt'ora i dettagli, ma anche in generale per spiegare cosa sarà fatto per l'accompagnamento al percorso della nascita, la situazione e lo sviluppo di tutti i reparti dell'Ospedale Sant'Anna e i servizi sanitari sul territorio. Riteniamo utile anche invitare i rappresentanti degli altri territori appenninici emiliano romagnoli che oggi si trovano nelle nostre stesse condizioni, ad aprire un tavolo di confronto che possa rappresentare una base di collaborazione e sostegno reciproco”.

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Silvia Prodi: "Una scelta profondamente sbagliata"

Non condivido in alcun modo le posizioni della Commissione di valutazione sui punti nascite del Ministero della Salute, che respinge la nostra richiesta di deroga per l'ospedale Sant'Anna di Castelnovo ne' Monti. La decisione del Ministero, resa ufficiale quest'oggi e ormai definitiva, è basata sul numero sotto soglia di nascite e sulla mancanza di un modello organizzativo reputato soddisfacente.

Per questo la ritengo una scelta profondamente sbagliata rispetto alla lettura di un territorio che andrebbe presidiato in tutti i suoi servizi, garantendo semmai un sistema integrato in rete con la città capoluogo. Da oggi con lo scenario imposto dal Ministero non sarà più possibile nascere in montagna in tutta l'Emilia Romagna.

Il tema della messa in sicurezza del reparto andava affrontato rilanciando un modello organizzativo che ne garantisse il mantenimento e non un riassetto che applica automaticamente tabelle dati in una visione prettamente aziendalista del bene pubblico. È un modello che non convince, soprattutto quando è rivolto a sanità e servizi fondamentali, come per esempio il trasporto pubblico e i servizi ambientali.

Avendo sempre votato per mantenere questo presidio, penso che oggi la politica non sia stata all'altezza di una visione strategica del territorio, di cui anche le donne che partoriscono fanno parte.

(Silvia Prodi, capogruppo Articolo Uno - Mdp Regione Emilia Romagna)

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Gli altri interventi sono pubblicati qui.

54 COMMENTS

  1. Non c’è bisogno di indorare la pillola con l’elenco di investimenti faraonici. Prendiamo atto che la Regione, che anche oggi si fa bella con le richieste di maggiore autonomia, di fatto chiude la montagna. E non mi pare neppure un caso che il diniego alla deroga arrivi proprio nel periodo programmato di chiusura del punto nascite. Ne prendo atto e saprò come votare fra pochi mesi.

    (MB)

    • Firma - MB
  2. V-E-R-G-O-G-N-A! Questa è l’unica cosa che mi viene da dire in questo momento, per non parlare del voltastomaco che sopraggiunge nel leggere notizie di questo tipo. Guarda caso l’annuncio della chiusura arriva durante il periodo di “ferie” del reparto! Sono sempre più disgustato da tutto ciò che gira intorno alla politica.

    (Un padre di una bimba montanara)

    • Firma - Un padre di una bimba montanara
  3. E’ un vergogna! Dopo quasi 60 anni ritrovarsi ridotti così, dover vedere una figlia partire con i dolori e dover percorrere 80 km. per arrivare, si spera sana e salva lei e il bimbo, al primo ospedale. Auguro a chi ha preso questa decisione e a chi non ha saputo opporsi e farsi intendere di trovarsi in situazioni estreme con una sua famigliare stretta, poi vedremo come la pensa. Ripeto, una cosa vergognosa e oltre l’inganno anche la beffa.

    (Alessandro N.)

    • Firma - alessandro n.
  4. Sono sempre più convinto che questa classe politica odi profondamente gli Italiani. Oltre 4,2 miliardi di euro per l’accoglienza degli africani che entrano illegalmente nella nostra terra. Oltre 7 miliardi lo squilibrio nei conti pubblici per le risorse, sanità, scuola assistenza sociale, ecc che sempre per gli immigrati spendiamo ogni anno. E per le nostre giovani famiglie? Centinaia di migliaia, negli ultimi tre/quattro anni circa mezzo milione, 500.000 giovani italiani sono emigrati all’estero (loro sì per lavorare) e il presidente del senato Grasso e la presidente della Camera Boldrini spingono per una maggior accoglienza di musulmani, magrebini e neri centroafricani. E poi predicano la necessità di tagli nella sanità, a danno degli Italiani. Dopo la notizia della chiusura definitiva del centro nascite, in parola mi è sfuggita dalla bocca, iniziava con b…….i! Mi sono autocensurato, ma il pensiero, il mio disprezzo per questa casta di traditori rimane. Il tempo delle parole è finito! Saluti ai lettori e alle nostre coraggiose Cicogne. La lotta è appena iniziata!

    (Alessandro Raniero Davoli)

    • Firma - Alessandro Raniero Davoli
  5. L’unico dato che non viene mai citato, ma è anche l’unico motivo per cui viene chiuso il punte nascite di Castelnovo, non viene mai citato: le nascite. Ad oggi siamo ben al di sotto delle 100 unità. Il ministero della Salute indica come 1.000 il numero che garantisce un buon livello di sicurezza con la possibilità di derogare a 500. Questi sono i freddi numeri, la politica poteva rimandare di qualche mese la chiusura ma non cambiare il destino di questo punto nascite.

    (Francesco Benassi)

    • Firma - Francesco Benassi
    • Caro signor Benassi, forse per Lei è oscuro il motivo per il quale siamo arrivati ad un numero di nascite ben al di sotto dei 500 parti, non conoscendo, presumibilmente, il clima che si è respirato nel reparto nascite del S. Anna a partire dal 1° gennaio di quest’anno. Ciascuna mamma è stata “costretta” ad emigrare verso altri distretti anche per motivi “futili” che potevano essere gestiti dal reparto di Castelnovo ne’ Monti. Probabilmente Lei non ha avuto la “fortuna” di trovarsi in questa situazione paradossale, sicuramente non è un abitante della “riserva indiana” che va creandosi al di sotto della Sparavalle e non può conoscere quali siano le problematiche del vivere nel nostro Appennino. Qui non si tratta di una questione meramente numerica, ma si sta continuando ad intaccare la libertà e il diritto di nascere e vivere qui. Cordialmente.

      (Davide Monelli)

      • Firma - Davide Monelli
  6. Una vergogna, un bel gioco dello scaricabarile nel quale a perdere siamo solo noi cittadini. Veramente comico, per non dire grottesco, il tono con cui la Regione afferma di averle tentate tutte! Ma ci prendete per fessi? Arriveranno queste benedette elezioni, io voglio proprio vedere con che coraggio la gente continuerà a votare il PD e i suoi relativi rappresentanti locali. Uno schifo!

    (Benedetta)

    • Firma - Benedetta
    • Infatti si tratta di una ipocrisia insopportabile. Sappiamo tutti che lo scopo reale è garantire maggiori soldi al MIRE, maggiore potere e posti ai primari (pardon, direttori di dipartimento). Delle partorienti di montagna non frega nulla a nessuno. Sono numeri da mettere nelle richieste di finanziamenti allo stato per assumere un altro po’ di medici a Reggio.

      (SC)

      • Firma - SC
  7. Credo serva solo che alle prossime elezione si mandi a casa gente (politici, assessori, onorevoli, presidenti, ecc) che con una grande mancanza di obbiettività e poca onestà intellettuale predicano bene ma poi fanno esattamente il contrario. Il sostegno alle aree marginali e disagiate, solo a parole ed in clima elettorale. La cosa più avvilente è che questa è gente di sinistra (?) così almeno dice! Le razionalizzazioni, il controllo dei costi, la mancanza di fondi solo quando coinvolge il popolo, ma quello normale che tutti i giorni va a lavorare (ammeso che un lavoro lo abbia…). Però abbiamo la ripresa, ma di che cosa? Forse dell’esportazione, il mercato interno, gli investimenti sono completamente bloccati, ma giusto sabato arriva in pompa magna il ministro delle infrastrutture e dei trasporti ad inaugurare le gallerie del Bocco. 1.560 ml di viabilità per il modico costo di 48 milioni di euro e poi a valle… la follia. Votiamo, votiamo, votiamo!

    (U.M)

    • Firma - U.M
  8. Certo, Scandiano lo lasciamo aperto, sai mai che percorrere i 12 Km che lo separano da Reggio siano di troppa fatica per le sfortunate partorienti di pianura. Castelnovo invece, che riceve pazienti fin dal crinale, lo chiudiamo e mandiamo tutti giù in auto. Da Civago sono 70 km, da Ligonchio 66, da Collagna 60 e da Ramiseto 55. Ma non c’è problema perchè tanto le strade sono belle e tenute bene, lo hanno detto in tv quindi deve essere vero per forza! Elisoccorso per le emergenze? Certo, ma quello serve a tutti, quindi basta avere pazienza altrimenti c’è sempre il parto in casa, altra perla del servizio dell’altra sera su Canale 5. Secondo me è ora di andare a Roma, altro che a Reggio!

    (Pamela Ielli)

    • Firma - Pamela Ielli
  9. Scusate, ma sta non funzionando in ogni campo, in Italia. Cosa possiamo fare? Finchè blateriamo su un giornale on line, sì molto letto ma comunque limitato a una piccola zona del nostro Belpaese, non concludiamo niente. Sono i politici la rovina.

    (L.G.)

    • Firma - L.G.
  10. Sindaco del PD, Provincia del PD, assessore regionale del PD, Regione del PD, Governo del PD. Questo è il risultato del regime. Ci stanno riportando al Medio Evo contro la nostra volontà e sono completamente dissociati dal comune sentire della popolazione; è il nuovo “fascismo rosso” in versione 2017! Vogliono importare solo “risorse musulmane” dal Terzo Mondo e per questo ci sfilano senza il nostro consenso più di 5 miliardi di euro all’anno per imbarbarire la nostra società. Il nostro welfare di nazione, civile costruito dal dopoguerra, è al collasso grazie a queste azioni dissennate. Al voto subito! e ricordiamoci di questi disonesti figuri.

    (F.D.)

    • Firma - F,D,
  11. Mi chiedo quanto possa servire la legge cosiddetta “salva borghi”, di recente approvazione e che dovrebbe aiutare la sopravvivenza dei piccoli comuni, anche quelli di montagna e delle zone più periferiche e decentrate, se poi i borghi si spopolano perché localmente vengono via via a mancare i servizi fondamentali, ed essenziali (forse qualcuno avrà la risposta in proposito, ma io non riesco francamente a darmela).

    (P.B.)

    • Firma - P.B.
  12. L’errore di base in tutta questa vicenda è nell’avere legato la sicurezza dei punti nascita al numero di parti eseguito in una determinata struttura. Dal punto di vista strutturale il punto nascita di Castelnovo ne’ Monti è perfettamente accreditato per la funzione e da questo punto di vista non ci sarebbe alcun problema. Il problema è il personale da adibire alla funzione. La sicurezza sta nella abilità del personale medico e infermieristico che si acquisisce anche con un elevato numero di prestazioni. Il “dove” si acquisisca questa abilità non è importante! Voglio dire che se ci fosse la disponibilità di équipes di professionisti in grado di muoversi sul territorio, accreditate ad operare per aver acquisito le capacità necessarie nella pratica quotidiana, potrebbero lavorare a Reggio, a Castelnovo, a Montecchio, a Borgotaro, a Pavullo e in qualsiasi altra struttura dotata dei requisiti per l’accreditamento. Basterebbe convincersi che è più sicuro far muovere dei professionisti in buona salute piuttosto che gestanti nella imminenza del parto!

    (Pietro Ferrari)

  13. Questo è solo l’ultimo atto di un processo già iniziato da tempo. E’ stato tolto lo psicologo, il neurologo e l’ortopedico reperibile. Il CUP è praticamente sparito, ora per riuscire a prenotare devi affrontare una coda lunghissima e al telefono non rispondono più. In oltre c’è la questione Asp Don Cavalletti a Carpineti dove si sta provando a trasformare un’eccellenza pubblica in una azienda speciale-privata. Altro che aree interne, direi più riserve interne!

    (Alessandro F)

    • Firma - Alessandro F
  14. Strano, nel nuovo ospedale che intendono costruire non si parla del reparto Pediatria. Toglieranno anche quello? I “nostri” pediatri andranno a coprire i turni di Montecchio e Scandiano così da farli rientrare nei parametri che anche a loro mancano? E il resto del personale che farà? Manterranno aperto con orario d’ufficio: chiuso solo di notte, il sabato e i festivi? Follia.

    (Zagor)

    • Firma - Zagor
  15. Allucinante! Certo che Scandiano merita certamente la deroga, sai quanta strada c’è per andare a Reggio? Sapete che solitamente la neve, le curve, il ghiaccio le hanno tolte dalla montagna e messe in pianura? Bravi! Continuate pure a demolire la nostra montagna, tanto noi ormai non abbiamo più nulla a parte la variante e le gallerie nuove, così l’ambulanza ci impiega molto meno! Direi che siamo tutti orgogliosi dei voti dati. Spopoleremo la montagna dai montanari, così lasciamo spazio a tutti i profughi! Giusto? Vergognatevi! Avete chiuso il punto nascite sapendo che è stato ed è il punto nascite più sicuro di tutto il territorio nazionale. Voi politici siete e sarete la causa totale di questo terremoto civico!

    (AT)

    • Firma - AT
  16. E’ inutile fare l’elenco dei servizi che verranno rafforzati. Cara Regione, di promesse e di prese in giro ne abbiamo già ricevute tante, forse troppe. Prendi esempio dal discorso fusione dei comuni. Tante belle promesse in campagna elettorale, che non cambiava niente negli ex comuni e che sarebbero arrivati così tanti soldi da non sapere neppure in quale modo spenderli. I risultati si stanno vedendo a distanza di un anno e mezzo. Spariti i comuni e i dipendenti. Se chiedi che venga fatto un intervento sul territorio ti rispondono che i soldi non ci sono. Purtroppo con l’ospedale sta succedendo la stessa cosa, forse ancora più grave in quanto c’è di mezzo la salute di essere umani. Vergogna, vergogna, vergogna e noi, cari elettori, apriamo gli occhi che è già fin troppo tardi.

    (Ramona)

    • Firma - ramona
  17. Siamo arrivati al dunque e avevano ragione coloro che lo dicevano e se ne stavano tranquilli a guardare e a deridere chi si è battuto allora e si batterà ancora per mantenere i servizi necessari, non per sopravvivere ma per viverci. La politica del business toglie un altro ramo che non produceva abbastanza. D’altra parte, la volontà che si desideri una montagna spopolata è evidente. Negli ultimi cinquant’anni non è stato fatto nulla per frenare il calo demografico, non è stato fatto nessun intervento serio per aiutare chi viveva lavorava qui, se non quello di equipararci alla stessa tassazione delle zone più ricche, con relative conseguenze. Le nuove tecnologie per le comunicazioni non le abbiamo ancora, i trasporti costano sempre più cari e i carburanti li paghiamo mediamente un 15% in più che in pianura. I mezzi pubblici, salvo quelli per gli studenti, transitano vuoti ed a orari improponibili, gli uffici postali, quelli che sono rimasti, funzionano a giorni alterni e anche internet e la tv funzionano malamente. Adesso chiudono anche un reparto che dava un minimo di speranza, se c’era davvero la volontà che i nostri giovani restassero qui lo si potenziava, invece lo si chiude, ma che segnale è? L’incapacità della politica sociale purtroppo è sempre più evidente: tagliano i servizi elementari e condonano le tasse alle slot machine, promuovono l’accoglienza senza aver nulla da offrire, sempre più forti coi deboli e deboli coi forti. Nemmeno il numero in aumento dei non votanti fa loro paura e nemmeno la perdita di rispetto che questa politica si procura ogni giorno. Forse è tardi ma mi appello a chi fa politica con dignità e col cuore, chiedo loro un segnale forte, non importa sotto quale bandiera ma di difendere, con coraggio e volontà, la nostra gente, il nostro territorio e i nostro diritto a vivere qui.

    (Antonio Manini)

    • Firma - Antonio Manini
  18. Vorrei scrivere tanto, anche solo per una sorta di autoconforto, ma so che lo farei per nulla. Sinceramente sono avvilito, mi sento disarmato di fronte alla pochezza di questa classe politica, ma che in fin dei conti abbiamo deciso che ci fosse. Tante parole e tanti concetti per riempirsi la bocca e lavarsi la coscienza, ma in realtà per la gente e sopratutto per i giovani, nulla. Per altri sì, invece, che si mettono in piedi risorse quasi inesauribili. Lascio perdere perché “mi viene il magone”. Vorrei solo chiedere però quale strada pericolosa sta imboccando questa democrazia, se essa stessa non è più in grado di ascoltare e dare risposte a coloro ed a quelle comunità che nonostante ogni sforzo si trovano sempre più mortificate e messe ai margini. È epocale che in questa terra non si possa più nascere.

    (Andrea Ganapini)

    • Firma - Andrea Ganapini
  19. Cari amministratori, non vi è mai venuto in mente di invitare la ministra Lorenzin a passare una settimana di vacanza qui in montagna? Portarla a visitare tutti i nostri piccoli paesi? Forse si sarebbe fatta un’idea della distanza chilometrica e com’è la viabilità tra Scandiano e Castelnovo. Forse, e dico forse, non saremmo arrivati a questo punto!

    (Claudia)

    • Firma - Claudia
  20. Innanzitutto vorrei complimentarmi con le istituzioni centrali che tutti sappiamo ad oggi da chi sono guidate! Ci si nasconde dietro ai numeri per garantire la sicurezza, non metto in dubbio i vari studi scientifici che hanno portato a questi calcoli, ma basterebbe trovare degli accordi interospedalieri per ridistribuire le nascite, averci provato sarebbe stato un atto nobile, perlomeno! Oggi si sono presi una bella responsabilità nei confronti della cittadinanza della nostra montagna! Di certo non possono dare la colpa a qualcun altro per questa decisione. Togliere il punto nascite a Castelnovo ne’ Monti è un po’ come volerci togliere la nostra identità, la nostra storia! La fredda realtà e che oggi si parla solo di numeri e da quel punto di vista siamo svantaggiati quanto lontani da Reggio Emilia, sicuramente di più dell’ospedale di Scandiano! Per cercare di accontentarci ricordo a tutti i proclami di qualche tempo fa fatti sui quotidiani locali, che ben ricordo, sulle migliorie della SS63, per andare a Reggio dissero “ci metterete 15 minuti in meno” (no comment), tutto per addolcire un boccone amaro che presto sarebbe arrivato, appunto! A giorni inaugureranno il tratto di circa un km al Bocco (il km di strada più costoso della storia) per l’occasione ho messo avanti la sveglia di 15 minuti! Chissà, magari se prenderò alla lettera i proclami fatti da questa politica perderò pure il lavoro per i ritardi accumulati!

    (Nazzareno)

    • Firma - nazzareno
  21. Se toccassero questi disagi a chi ci governa non ne avrebbero nemmeno parlato, e mi meraviglio pure di avere senatori indigeni del nostro territorio, cosa hanno fatto per la propria terra? Qui tutto cade a pezzi giorno dopo giorno e nessuno cerca di mettere una pezza, pazienza speriamo che qualcosa cambi in futuro, ma è la speranza dei malvestiti. Indignatissimissimo!

    (Anonimo)

    • Firma - anonimo
  22. Se i punti nascita sono stati chiusi è merito di coloro che hanno e continuano a votare questa classe politica che pensa a tutti tranne che ai propri cittadini. Questo è il risultato e mi raccomando, alle prossime elezioni, sempre se ci saranno, votate PD!

    (AZ)

    • Firma - AZ
  23. Riassumendo il programma: chiude il Punto nascita perché sono pochissimi i nati, viene potenziato il Pronto Soccorso, parte l’elisoccorso, si investe sulla Cardiologia e molto nelle attività chirurgiche specialistiche varie, le quali hanno tempi di dimissione da record. Domanda: ma per l’assistenza alla popolazione vecchierella che popola il territorio montano…? Nulla? Per i neonati si taglia, gli anziani si ignorano. Governance ideale che porterà allo spopolamento del territorio! A chi serve allora il Parco?

    (Simo)

    • Firma - Simo
  24. Come gruppo “Insieme per il S. Anna” vogliamo esprimere la nostra incredulità riguardo la dichiarazione di chiusura del punto nascita. Abbiamo proposto una soluzione in un documento frutto del lavoro di un gruppo di nostri medici, voluto dal sindaco Bini, e consegnato in Regione dove nessuno si è mai preoccupato di analizzarlo. Abbiamo chiesto incontri per capire come fare combaciare le nostre esigenze con le decisioni politiche riguardo la sanità, ma nessuno si è mai presentato. Abbiamo incontrato i nostri concittadini per condividere le ragioni per cui è necessario potere nascere in montagna, ma nessun politico si è mai sforzato di condividere apertamente una logica innegabile.Oggi la sentenza: chiusura. Dove è finita la democrazia? E’ questa la politica al servizio del bene dei cittadini? Siamo invasi da una grande amarezza, quasi un senso di abbandono come non fossimo degni di un vero interesse da parte dei politici a cui avevamo affidato il nostro futuro. Il nostro lavoro comunque continua.

    (Insieme per il S. Anna)

  25. Noi paghiamo l’intero carrozzone, ma decidiamo e contiamo veramente poco. Penso che sia ora di ristabilire le proporzioni, le priorità e i piani di sviluppo. Delegare a fantomatici rappresentanti, eletti e non, del popolo sovrano si sta dimostrando un fallimento.

    (Andrea)

    • Firma - Andrea
  26. Tutto previsto e chiaramente annunciato dal grande capo della sanità di Reggio. Pare che nel potenziamento annunciato sia previsto un nuovissimo reparto che darà speranza certa alla montagna di rinascere: quello per le autopsie. Si escludono infatti problemi di “sicurezza”.

    (Gino)

    • Firma - Gino
  27. Scelta scellerata, fortemente voluta e caldeggiata dal PD che governa ad ogni livello. Ridicolo e odiosamente fasullo lo stracciarsi la vesti dei vari dirigenti PD. Tenere conto alle prossime elezioni di quanto falsi siano certi personaggi. Una vergogna ed uno spregio per i cittadini montanari.

    (Riccardo Bigoi)

    • Firma - Riccardo Bigoi
  28. Parole, parole, parole, ma non vi sembra sia ora di passare ai fatti? Va bene indignarsi e… udite, udite, come massima presa di posizione dire: non voterò più Pd, ma per piacere, non bisogna più votare nessuno di questi politoco-pagliacci, ex cittadino dell’ex comune di Collagna grazie ad un’altra politico-pagliacciata. Vorrei anche ringraziare il sindaco del Comune di Ventasso per essersi opposto così tenacemente alla chiusura del nostro punto nascite. Saluti dalla riserva montana.

    (Marco Galeazzi)

    P.S. – Un consiglio per le future partorienti: tingetevi il volto di nero o indossate un velo.

    • Firma - Marco Galeazzi
  29. La Regione Emilia-Romagna, che sembrava essere una delle regioni italiane nelle quali si stava meglio, sta rovinando tutto con la propria politica PD. E i nostri cari amministratori PD, pronti ad obbedire dicendo signorsì e a togliere pian pianino tutti i servizi: dalle Poste, ai Comuni, (vedi Ventasso, una pena) ed ora pure l’ospedale. Evviva la democrazia, mi vergogno di aver creduto a questo partito per un certo periodo e si fanno pure chiamare partito democratico. E mi meraviglia il fatto che nessun amministratore (sindaco, vice sindaco, assessori) si faccia sentire o faccia qualche commento sui social, tutto muto, tutto tace, forse fate bene a starvene ben nascosti, vergognatevi di non essere stati capaci di far valere i nostri e i vostri diritti. Fate tutti pena, l’unico gesto che potete fare sarebbero le dimissioni, ma quando mai tutto ciò.

    (Ramona)

    • Firma - ramona
  30. Noi montanari siamo considerati pari a 0. Il discorso della chiusura del Punto Nascite è il primo passo dello smantellamento di altri reparti. Il PD non ha più “interesse” a investire denaro in zone che si stanno spopolando. Non ci sono più voti, quindi… dovremmo smettere anche di pagare le tasse però, visto che dei servizi ne hanno già tolti parecchi. Siamo abbandonati al nostro destino, ma non molliamo. La sonora batosta la prenderanno a breve loro. Montanari, svegliamoci!

    (SS75)

    • Firma - (SS75)