Il 4 ottobre riapre la Scuola di Formazione Teologica a Castelnovo ne' Monti. La scelta delle tematiche che saranno approfondite è nata dalla constatazione che nei grandi cambiamenti che stanno interessando le nostre comunità si nota molto spesso una forte difficoltà a guardare al futuro, quasi che la vita della Chiesa sia condannata a ripetere sempre più stancamente un passato glorioso (e opprimente), il che però segnala una scarsa fiducia nella perennità di Cristo e del suo Vangelo, quasi che il Cristo non sia più in azione nel nostro tempo. Per aiutare ad abbandonare le prassi del passato a cui ci si sta aggrappando in modo quasi idolatrico, è necessario ricalibrare e approfondire la nostra fede su Cristo e il suo Vangelo, convinti che solo in Lui troveremo anche le soluzioni pastorali più adatte ai nostri tempi.
La proposta è molto ampia e pertanto sarà sviluppata nel biennio pastorale 2017-2019.
Nel primo anno si incentrerà l'attenzione sull'Incarnazione del Verbo di Dio, come modello per ogni pastorale, sottolineando due aspetti in tensione: nel primo, il Verbo si fa carne, entrando nel concreto della vita degli uomini; nel secondo, la carne rimane Verbo, cioè realtà che "non è da questo mondo". Così pure la Chiesa è chiamata sia a entrare nel concreto vissuto delle persone, sia a starci come segno vivo di una logica “altra” che viene da Dio, senza confidare troppo nei mezzi umani.
Nel secondo anno tratteremo la Pasqua di Cristo, nel suo duplice aspetto di Croce e Risurrezione, come modello di ogni pastorale: la Croce non è un fato necessario dovuto ad un meccanismo impersonale dettato dal destino, né una necessaria espiazione per soddisfare un Dio vendicativo e adirato, ma una precisa scelta di chi sa che solo donando la vita la si può comunicare; la Risurrezione è più di una storia a lieto fine, perché è la vittoria dell'amore di Dio sul peccato e sulla morte. Così pure la Chiesa è chiamata a non vedere la croce del cambiamento di quest'epoca come una necessità ineluttabile o addirittura un castigo di un Dio che ce l'ha con noi, ma a scegliere di dare la vita (abbandonare certe prassi, vendere stabili, dare le dimissioni, ecc.), anche quando costa e sembra un gesto inutile, per fare esperienza di risurrezione per la potenza di Dio.
Il libro biblico di riferimento sarà il Vangelo di Giovanni. Esso, secondo la gran parte dei commentari, può essere diviso in due grandi parti: il "libro dei segni" (Gv 1-12), in cui il Verbo fatto carne pone dei segni che rivelano la sua identità e insieme sottolineano la sua potenza salvifica per l'uomo e, il "libro dell'ora" (Gv 13-20), in cui Gesù spiega il senso salvifico del suo "essere innalzato" e affida al Padre i suoi discepoli, affinché possano essere accompagnati e aiutati dallo Spirito, dono pasquale del Risorto. La prima parte del vangelo di Giovanni (Gv 1-12) ci accompagnerà nel primo anno, mentre la seconda parte (Gv 13-20) sarà il “libro” di riferimento dell'anno 2018/19.
Nel mese di novembre il programma della scuola proseguirà con due pomeriggi domenicali dedicati ad un percorso di formazione metodologica per catechisti ed educatori. Nelle domeniche 12 e 26 novembre, dalle ore 14:30 alle ore 18:30 si affronteranno le seguenti tematiche: “Indagine nella simbolica della vita di ogni giorno esplorando i simboli rituali della tradizione cristiana”; “l'arte del celebrare della comunità ecclesiale e educare a uno sguardo simbolico (progettiamo insieme).
Come negli anni precedenti la scuola riaprira nel periodo primaverile in cui verrà posta al centro la dottrina sociale della chiesa. Scriveva Don Milani ai giudici davanti a cui doveva rispondere, per aver criticato chi definiva “vili” i primi obiettori di coscienza: “A quei tempi pareva dunque inevitabile che i buoni ebrei e i buoni cristiani paressero cattivi cittadini. Poi le leggi dello Stato progredirono. Lasciatemi dire, con buona pace dei laicisti, che esse vennero man mano avvicinandosi alla legge di Dio. Così va diventando ogni giorno più facile per noi esser riconosciuti buoni cittadini. (…) Miglioriamole ancora e un giorno le obbediremo tutte”. Stato e Chiesa, pensiero laico e pensiero cristiano si sono influenzati, hanno tratto spunto reciproco, sono spesso andati a braccetto per costruire una società migliore. In fondo, se la morte e resurrezione di Gesù hanno cambiato nel profondo l’uomo, non possiamo pensare che non abbiano positivamente quanto misteriosamente influito anche sui fenomeni sociali e sulle relazioni ove l’uomo vive e si esprime. Cercheremo di riflettere sul come dal Vangelo e dalla dottrina sociale possa scaturire una visione prospettica, un’idea di sviluppo economico, giustizia sociale, comunità politica insieme a una visione di bene comune. Anche Papa Francesco alla domanda "Ma un cattolico può fare politica? Ha risposto: “Deve!”. Voi siete chiamati a dedicarvi al bene comune, anche mediante quel servizio alla gente che si identifica nella politica". C’è una sfida inclusiva che attende i cattolici impegnati in politica il cui punto di riferimento è il ‘servizio alla gente’. Questo è il banco di prova e il punto di riferimento dell’impegno politico.
A seguire il programma completo dell'itinerario di formazione proposto dalla Scuola di formazione teologica sulla montagna.