Sono pervenuti in redazione quattro documenti circa la discussione in atto a Carpineti sul futuro della Asp Don Cavalletti: uno dei sindacati che proclama lo stato di agitazione del personale, uno del segretario comunale del Pd alla opposizione in consiglio comunale, il terzo del sindaco Tiziano Borghi che intende chiarire lo stato delle cose sul problema, il quarto (29/9) dei sindaci della Unione montana. Li trascriviamo.
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I sindacati
Il personale dipendente dell’Asp Don Cavalletti (Azienda servizi alla persona) riunito in assemblea esprime contrarietà all’ipotesi di privatizzazione del proprio ente. Nell’incontro richiesto dalle organizzazioni sindacali Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Cgil-Cisl-Uil confederali del 31 luglio scorso per comprendere gli scenari sul futuro che si prospettava per i servizi agli anziani del distretto della montagna, il sindaco di Carpineti, unico rappresentante dell’Unione montana al tavolo, non ha escluso l'ipotesi di superamento dell'esperienza dell’Asp. Tale ipotesi avanzata dal sindaco oltre a non chiarire in maniera esauriente e convincente gli aspetti economici che stanno alla base dell'eventuale scelta di privatizzazione della struttura non chiarisce neppure gli aspetti relativi alla governance, al modello gestionale, nè tantomeno quelli normativi e contrattuali, ancorché la completezza assoluta dei servizi (centro diurno, casa residenza anziani, servizio assistenza domiciliare), ma solo una parte degli stessi. Le lavoratrici e i lavoratori respingono pertanto l’ipotesi di costituzione di una azienda speciale e la conseguente trasformazione dei loro contratti pubblici in contratti privati peraltro in assenza degli opportuni chiarimenti circa l'eventuale tipologia di contratto da applicare. I dipendenti chiedono ai sindaci dell’Unione di adoperarsi affinché siano intraprese azioni condivise per mantenere la natura pubblica della struttura a garanzia della qualità del servizio del distretto. Si dà quindi mandato alle organizzazioni sindacali di dichiarare lo stato di agitazione che sarà comunicato alle autorità competenti.
(approvato all'unanimità, Carpineti, 27 settembre 2017)
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Il segretario del Pd Dario Bottazzi
Abbiamo saputo che i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione per i dipendenti dell'Asp Don Cavalletti. Infatti, in virtù di una quota societaria che ne garantisce la maggioranza assoluta, l'Amministrazione Borghi intende procedere con la privatizzazione dell'istituto. In questa situazione il Pd di Carpineti vuole manifestare tutta la solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie. Riteniamo necessario tanto salvaguardare i servizi offerti dalla struttura, quanto garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e i diritti acquisiti dai dipendenti. La situazione che si è venuta a creare nella gestione dell'Asp Don Cavalletti è assolutamente paradossale. Lo scorso anno il Sindaco Borghi ha annunciato il pareggio di bilancio della struttura rassicurando la comunità sul futuro dell'istituto spendendo queste parole: "...si è poi provveduto a studiare un budget serio che contenesse le spese e tendente all’equilibrio dei costi con i ricavi del Don Cavalletti". Siamo molto stupiti della fretta con cui oggi Borghi sembra volere procedere verso la liquidazione di una struttura che solo qualche mese fa considerava sulla via della stabilizzazione e del risanamento. Questa operazione però non è indolore e temiamo che il prezzo più alto sarà pagato dai lavoratori e dalle loro famiglie. Tutto questo non ci sembra giusto. Abbiamo depositato un'interpellanza che sarà discussa al prossimo consiglio Comunale ma, a distanza di diverse settimane dalle nostre rimostranze, dobbiamo registrare come ancora oggi il sindaco Borghi non abbia sentito l'esigenza di avviare un dibattito pubblico serio e trasparente sul futuro del Don Cavalletti. Dobbiamo quindi chiedere ancora che il sindaco e l’assessore Costi si presentino di fronte ai cittadini per illustrare i contenuti dello studio del dott. Mondadori e le ragioni per cui si è deciso di accantonare soluzioni alternative alla privatizzazione dell’ente. Chiediamo di visionare e discutere la proiezione dei dati di bilancio di consuntivo 2017 e le prime ipotesi sullo schema di bilancio di preventivo 2018. Senza queste informazioni qualunque discorso sulla riorganizzazione della struttura è privo di fondamenta e può difficilmente essere sostenuto. Non ci sembra una gran pretesa chiedere che una decisione grave e che impatta sulla vita di tante famiglie venga presa sulla base di dati oggettivi e circostanziati. Chiediamo che in questi mesi venga comunque garantito il funzionamento e il corretto controllo di gestione del Don Cavalletti. Dopo il pensionamento del precedente direttore dell'istituto avvenuto a metà Agosto, non è stato individuato un sostituto e non è stato ancora nominato un vicario. Siamo curiosi di capire chi e a che titolo possa oggi firmare gli atti necessari per il normale funzionamento della struttura. Ci sembra di ravvedere in questo addirittura una violazione di natura statutaria e ci troviamo nella condizione di dovere pretendere immediati provvedimenti da parte dell'assemblea dei soci. Identificare un nuovo direttore non è infatti un mero adempimento burocratico, ma è un atto che va nella direzione della tutela degli interessi degli ospiti, delle loro famiglie e, più in generale della comunità. La scarsa attenzione dell'Amministrazione di Carpineti rispetto al tema del sociale è uno degli elementi che hanno caratterizzato questa consiliatura, ma l'ultimo anno ha visto una inaccettabile contrazione nella capacità di offrire risposte ai cittadini. Su questi temi saremo fermi e continueremo a vigilare.
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Il sindaco Tiziano Borghi
L’attuale situazione gestionale dell’Asp io l’ho ereditata e ricordo che questo assetto proviene dalla precedente amministrazione Pd, quella che ora si dice preoccupata per il futuro dell’Asp stessa. Fatico a non vedere motivazioni politiche in questa preoccupazione. Ribadisco che sono state le precedenti amministrazioni ad avviare la privatizzazione con la doppia gestione, una parte della residenza protetta direttamente dall’Asp e un’altra gestita invece da una cooperativa privata, la nostra amministrazione ha ereditato tutto a cose fatte. L’Asp si occupa anche della gestione di un patrimonio immobiliare, ci sono spese fisse, e bisogna andare verso una soluzione il più possibile unitaria per ridurre le spese, che altrimenti graveranno sulle tasche dei cittadini carpinetani. E qui vorrei sottolineare come la copertura per l’Asp è per l’84% a carico del Comune di Carpineti, ma allo stesso tempo l’Asp è di valenza distrettuale, tanto che le decisioni finali verranno prese dall’assemblea dei sindaci. Per dire, Carpineti si fa carico di questo 84% ma nella struttura neanche il 50% degli ospiti è un carpinetano, perché la graduatoria viene gestita su base distrettuale, anche questo è punto da chiarire bene ai cittadini. Per quanto riguarda i timori dei sindacati per il mantenimento delle garanzie lavorative previste dagli attuali contratti, credo sia chiaro che bisogna andare verso una soluzione unica, e ancora non sappiamo con certezza quale strada seguiremo, ma certo è inevitabile accorpare Se si andasse verso l’affido del servizio alla cooperativa, il personale dell’Asp avrebbe garantite le attuali tutele contrattuali, l’ho ribadito anche ai sindacati. Se invece si andasse a una gestione pubblica, si aprirebbe la questione dell’attuale personale della cooperativa, dipendenti che lavorano a Poiago da molti anni. Per entrare nell’Asp queste persone dovrebbero passare da un concorso pubblico aperto a tutti, senza nessuna garanzia di essere selezionati, perché la scelta la farebbe la graduatoria del concorso ovviamente.
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La nota dei sindaco dell'Unione montana
I sindaci dell'Unione montana, i cui comuni sono soci dell'Asp Don Cavalletti, intervengono per fornire alcune informazioni in merito alla situazione casa residenza anziani di Poiago.
La residenza anziani Don Cavalletti ospita circa settantadue anziani suddivisi equamente su due piani occupati dalla struttura. Il piano terra è gestito direttamente dall'azienda pubblica Asp, mentre la gestione del piano superiore è affidata da molti anni ad una cooperativa. Le due gestioni, che garantiscono entrambe un buon livello qualitativo, si trovano in una condizione in cui non possono interagire fra loro, ed ognuna ha una propria direzione ed un proprio organico. La situazione attuale pone dunque oggettive difficoltà nella costruzione di sinergie, con il risultato di produrre diseconomie che si riflettono sui bilanci e che comportano la necessità per i comuni soci dell'Asp di ripianare perdite annuali per circa 100mila euro. L'obiettivo dei comuni soci è di mantenere la qualità dei servizi dell'Asp Don Cavalletti arrivando nel contempo ad una situazione economica sostenibile. Per questo motivo è stato incaricato un professionista affinchè realizzasse una simulazione gestionale unificando le due unità attualmente distinte. I sindaci soci dell'Asp sceglieranno la gestione che, come detto, si dimostrerà meno dispendiosa, che secondo le previsioni non avrà bisogno di risorse proprie dei comuni. Ovviamente si intende perseguire questo obiettivo confermando però come detto la qualità dei servizi e garantendo per il futuro i diritti acquisiti dei lavoratori che non si intendono in alcun modo mettere in discussione.