Giorni 6-7-8.
Arrivando al paese di Bimthang, che appare improvvisamente girando l'angolo della morena di un ghiacciaio che non c'è più, mi sembrò di essere arrivato in Mongolia.
Un grande prato con l'erba piccola, le casette dei lodge colorate tutte uguali e allineate al fondo del prato, il torrente che silenzioso scorreva come un serpente nella radura a filo d'erba.
Un'oasi in questo angolo del Manang intagliato da ghiacciai e morene.
Per arrivarci da Dharapani ci sono voluti 2 giorni di salita ininterrotta a fianco del Dudh Kola, un fiume che, in questo periodo dove il monsone sta lasciando la sua coda, assomiglia più ad un uragano che ad acqua che scende.
Due giorni che, insieme alla salita che dai 3600m di Bimthang ci ha sfiancato oggi fino al Larke La a 5100, mi ha regalato la possibilità di camminare non solo in mezzo ad una natura capace di forza e dimensioni impensabili, ma anche dentro me.
Sono le cose che si vivono attraverso la fatica, la difficoltà, a lasciare tracce da poter ritrovare.
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