Riceviamo e pubblichiamo.
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La chiusura della balneazione nella zona del Golfarone dimostra ancora una volta, se necessario, la mediocrità con la quale in questa provincia si affronta il turismo, visto infatti come minaccia e non come opportunità.
L'aumento del costo dei tesserini dei funghi, il divieto della balneazione, le polemiche sull'illuminazione della seggiovia sono in linea con le politiche della sinistra ambientalista Pd che governa i nostri comuni. D'altronde non è un caso se la provincia di Reggio è la penultima meta turistica in regione: qui, da ormai una ventina d'anni, lo scopo è quello della realizzazione di angoli naturalistici elitari, controbilanciando divieti e aumenti dei costi con i finanziamenti a strutture amiche sul territorio che fanno da grancassa a queste controproducenti misure ambientalistiche.
Viceversa, quanto è stato fatto, ad esempio, sulle seggiovie di Febbio, dimostra come le politiche vincenti siano quelle che vedono l'uomo inserito in un contesto ambientale, e non espulso dall'ambiente stesso, permettendo un afflusso che genera guadagno alle strutture ricettive virtuose sul territorio.
Al Golfarone si è persa, o quantomeno rimandata, l'opportunità di far conoscere e rendere fruibile, attrezzandola, una delle zone più belle del nostro comune.
(Massimiliano Coloretti, consigliere comunale di Villa Minozzo, Progetto Villa)
Io non vorrei porre l’accento sulla politica, ma sul sociale. È giusto che se persone guidano senza criterio venga tolta loro la patente, perché di pericolo per sè e per gli altri. Ma questo è un altro discorso. Noi non possiamo vietare a persone corrette e desiderose di vivere bene la nostra montagna – ma non solo, ovunque ci si possa trovare -, non possono essere scoraggiate o impedite nelle loro esplorazioni perché qualche persona senza senso civico e coscienza si fa del male. Se uno sporca è giusto che paghi la multa, ma questo è un comportamento da avere in ogni luogo. Io cammino tutti i giorni da Villa a Minozzo e i rifiuti abbandonati lungo la strada sono una vergogna. Se queste persone venissero colte in flagrante dovrebbero essere multate, così come al parco giochi dove ogni gioco veniva rotto o imbrattato, così come al Golfarone. Se poi qualche somaro decide di farsi del male (e non casualmente come potrebbe capitare ad ognuno di noi) perché devono pagare la possibilità di godere dei bei posti anche le persone che non hanno alcuna intenzione di nuocere a se stessi o agli altri? Mettere un divieto di balneazione può anche starci, ma di divieti si muore. Se qualcuno cade in un burrone su per Cusna, allora non va più nessuno in Cusna? O alla Pietra? Naturalmente se un luogo non è sicuro è doveroso vietarne l’accesso o segnalare il pericolo. Ma questo del Golfarone è stato un atto volontario e sconsiderato di giovani senza alcun senso di prudenza. Secondo me questo divieto è un emblema dell’attitudine dell’uomo moderno: fermarsi al fatto e non andare oltre. Non guardare a ciò che sta dietro a certi comportamenti nell’ottica di prevenirli. Non avere uno sguardo ampio sul sociale. Se mettiamo un divieto siamo a posto nella coscienza, se non guardiamo poi nel quotidiano quanto e come si rispetta e si potrebbe valorizzare l’ambiente in cui viviamo? Secondo me nel luogo in cui viviamo c’è ancora molto da fare.
(Antonella Dallagiacoma)
Pienamente d’accordo! Certi luoghi vanno esaltati, invece si va indietro anziché avanti. Con l’occasione vorrei complimentarmi vivamente con chi ha reso possibile l’iniziativa della seggiovia di Febbio che rende possibile un’esperienza bellissima e magica. Un grande orgoglio che tante persone, anche da posti lontani, abbiamo avuto la possibilità di recarsi sul Nostro Cusna; grazie per l’accoglienza cordiale e amichevole degli addetti alla seggiovia! Ho potuto donare a mio figlio di 14 anni qualcosa da ricordare.
(Alle)
Il tema è interessante, peccato che Coloretti debba fare caciara politica, visto il ruolo è comprensibile, ma poco edificante ugualmente. Per criticare Fiocchi attacca il PD che da quanto so non governa Villa Minozzo, non che il PD di Villa Minozzo sia un gran che, ma il Golfarone poi no, eh! Venendo al merito, non so dare una risposta sulla giustezza o meno dell’ordinanza. Chiaramente non si può vietare tutto, ma allo stesso tempo la gestione del Golfarone è molto difficile. La situazione di degrado è chiara e il bene va tutelato, allo stesso tempo sarebbe bello valorizzarlo turisticamente, ma per farlo non basta criticare il sindaco, bisogna avanzare proposte concrete, tenendo conto che il posto è difficile da gestire viste le caratteristiche fisiche che ha. Su Febbio mi associo ai complimenti alla gestione degli impianti. Per la verità la polemica contro i lavori io non l’ho sentita molto, ho letto un accenno su un giornale, ma non mi sembra che si sia scatenata alcuna guerra. Piuttosto i problemi sono altri, ovvero la scarsa qualità dell’offerta, ad esempio lo scarso livello strutturale ma anche gestionale di molte strutture ricettive. Infine la polemica sugli “eccessi ambientalisti”. Chi vive nel mondo moderno dovrebbe essersi accorto che l’unico turismo montano in crescita e molto è quello più “ambientalista”. Escursionisti, mountain bike, ciaspole, nordic walking, ecc. Un politico avveduto dovrebbe sapere che quello che c’è da chiedere adesso per la montagna non sono nuove seggiovie o aree edificabili per case o alberghi, ma manutenzione dei sentieri e dei percorsi ciclabili, recuperi delle case e magari incentivare b & b, ecc., oltre a fare formazione per gli operatori turistici della montagna, visto che il turismo non è molto, ma dove c’è è gestito spesso da gente proveniente dalla pianura.
(Piansano)
Gentile Antonella, non si può sempre teorizzare tutto, occorre anche essere obiettivi ed avere uno sguardo sulla realtà. Le multe servono, ma non hanno la forza di educare le persone. Il tanto amato Golfarone è un ambiente bello, che viene però deturpato costantemente da persone che di senso civico hanno poco, come quelli che la settimana scorsa hanno lasciato il sacchetto di rifiuti sul Casarola. Non è possibile essere presenti dappertutto e multare tutti. Occorre impostare una strategia, fissare dei vincoli e perseguire un obiettivo che, una volta raggiunto, consentirà di nuovo la medesima libertà (in questo caso la balneazione). Se lei percorre il Secchia più a valle è tutto un divieto alla balneazione, vuoi per inquinamento, vuoi per la pericolosità dei vortici di acqua, vuoi per mille altri pericoli. Non si tratta di pulirsi la coscienza, ma di tutelare la salute pubblica, poi ciascuno faccia come vuole. La verità è che il senso civico si è perso da tempo e incentivare il turismo, sopratutto dopo la scomparsa delle Provincie, è una vera utopia. Le amministrazioni locali non ne hanno nè la forza nè la possibilità.
(C.s.)
Si può essere d’accordo su molte cose qui esposte, ma dobbiamo ricordarci che la società siamo noi e noi dovremmo fare in modo che il comportamento e la coscienza civile sia mantenuta ovunque e da tutti. Troppo facile criticare chi ha il dovere di intervenire, servono proposte più che critiche ed il mio intervento nell’articolo precedente era mirato a stimolare una migliore gestione del territorio e dell’ambiente, più che a criticare. Quando si trova sporco in giro ma in pochissimi raccolgono, quando nei fossi si scarica di tutto ma nessuno vede, quando chiunque controlli o richiami al rispetto delle leggi viene definito un seccatore, tutto diventa difficile. L’unica cosa assolutamente da non fare è lasciar fare. Il Golfarone, nonostante l’ordinanza c’è ancora e frequentandolo con maggior rispetto sarebbe un valorizzarlo, non un penalizzarlo. Stessa cosa per mille altri luoghi del nostro Appennino che non vanno lasciati alla mercè di chi arriva ma offerti come luoghi meravigliosi, da rispettare. Ed è giusto il rispetto ciò che manca, rispetto ed impegno sociale per aiutare chi le leggi le deve fare rispettare.
(Antonio Manini)
A mio avviso il problema è dettato dalla scarsità di controlli e di sanzioni per coloro che attuano comportamenti pericolosi per sè e per gli altri, come ad esempio tuffarsi da tali altezze. Prima ti soccorro e ti curo, poi ti do una bella multa per aver utilizzato costosi mezzi di soccorso (elicotteri, etc). La strada del divieto è di facile attuazione ma è veramente una sconfitta per la collettività e per coloro che vorrebbero fruire civilmente di tali posti ed invece così facendo non potranno più farlo.
(DC)
Racconto di una 55enne che si tuffava nel Golfarone 50 anni fa, allora non c’erano divieti e non c’erano rifiuti ma un fiume pulito e tanto divertimento. Sono un po’ stanca di sentire parlare di ecologia ma nessuno fa nulla per mantenere pulito il nostro Appennino. Noi abitanti della montagna abbiamo delegato troppo ai politicanti e a chi non è montanaro le scelte da compiere. Sempre alcuni giorni fa in una gita a Pian Vallese si contavano decine di macchine con le marmitte incandescenti a contatto con l’erba secca. Dovremmo avere il coraggio di far pagare il pedaggio a coloro che vengono a deturpare il nostro Appennino.
(Simonetta)
Cioè, mi scusi, vorrebbe far pagare un pedaggio a tutti quelli (piansani) che vengono in appennino o solo a chi lo deturpa? Perchè nel secondo caso si tratta di multe più che di pedaggio. Poi per quanto riguarda l’offerta turistica che offre il nostro appennino vorrei aprire una parentesi. La settimana scorsa cercavo un B & B in zona Villa/Febbio. Uno ha chiuso i battenti, un altro ha quattro camere e due bagni in comune per gli ospiti, la proprietaria di un agriturismo si è dimostrata infastidita dalla domanda se le camere avevano il bagno… Questo è il quadro. Prima di parlar male di politici, amministratori, piansani e chi più ne ha più ne metta pensate all’offerta turistica che vi sta intorno e quanto dipenda da voi montanari offrire un sorriso e un livello degno del 2017.
(AG)
PS. Il B & B poi alla fine l’ho trovato. In altra valle.
Lei confonde quello che ho detto, penso che i danni al territorio siano causati da persone che non hanno rispetto del nostro appennino. I montanari amano l’appennino e lo rispettano a dispetto di coloro che lo deturpato lasciando rifiuti, usandoci come una riserva indiana, pretendendo di avere una offerta degna delle metropoli per poi scordarsi di noi per 11 mesi!
(Simonetta)
Tranquilla, signora Simonetta, che il trattamento da metropoli non lo trova quasi nessuno. Esiste, peraltro esclusa spesso la ristorazione, una sproporzione tra qualità dell’offerta ricettiva e prezzi. Da frequentatore di lungo corso della montagna non ho visto molta differenza sui comportamenti tra montanari e turisti. Su Pianvallese il ragionamento da fare in una prospettiva turistica è diverso. Ovvero, va bene che le auto non sarebbero da parcheggiare con marmitte calde sull’erba alta, ma è possibile che il mese in cui si prevede il massimo afflusso non si dia una tagliata alla zona dove parcheggiano le auto. Senza tenere conto dello stato generale di incuria di un punto con una potenzialità attrattiva enorme. Se solo metà dei soldi sprecati dal Parco in questi anni per lo sci di fondo a Pianvallese fossero stati utilizzati per tenerlo in condizioni decenti! Per fortuna la gestione ha un’ottima cucina ed il posto è in sè molto bello, ma credo che frutti la metà del suo potenziale. Però è chiaro che se si considerano i turisti degli invasori non si va da nessuna parte.
(Piansano)
Un commento che del quadro fa un autoritratto.
(Mv)
Credo che la signora Simonetta abbia riassunto, meglio di tanti convegni, il motivo per cui nelle nostre montagne il turismo faccia fatica a svilupparsi.
(Piansano)
Forse sono stato il più giovane a saltare, avevo 14 anni. Tra qualche anno ne avrò 50, se Dio me lo consente arriverò ad essere il più vecchio. Sono nato e cresciuto a Villa Minozzo, questi sciocchi divieti sono irrilevanti. Lunico danno è al turismo.
(Z.R)
Tranquilli, divieto o non divieto oggi al Golfarone ho contato 25 macchine.
(CI 74)
Nei vari commenti comunque nessuno fa riferimento all’incidente occorso a due giovani poco tempo fa. Anzi, molti si dicono pronti a tuffarsi ancora, quindi secondo alcuni tuffarsi non è pericoloso, allora che ci spieghino il perché degli incidenti. Sfortuna? Poca abilità dei tuffatori?
(IC)
Il salto è sconsigliabile, è da considerare uno sport estremo quindi non adatto a tutti. Non si può affrontare con leggerezza, non si deve prendere di petto senza altezze progressive. È necessario procurarsi scarpe antiscivolo e ogni volta è importante controllare il fondale con maschera o occhialini, credetemi, può cambiare in una notte. Guardando la cascata la traiettoria più sicura è da sinistra verso destra per cadere nella schiuma, ma così facendo necessitano almeno un paio di metri di planata. Le rocce non sono verticali e lasciarsi cadere è deleterio. Non è un tuffo in piscina ma un salto verso il basso così come si fa sui trampolini invernali. Il coraggio è dannoso e in volo bisogna controllare equilibrio e traiettoria. Ciò non toglie che qualcosa possa andare storto anche per i più navigati. Larticolo però parla di divieti, ogni anno si contano infortunati e morti sulle piste da sci ma non si chiudono gli impianti di risalita così come per ogni affogato al mare non si vieta la balneazione. Non si vieta agli alpinisti di scalare nè ai paracadutisti il lancio nonostante le vittime. Se una cosa è pericolosa tutti se ne rendono conto e per chi non possiede questo istinto… la selezione naturale ragiona per loro. Questo anche quando si va in macchina, moto o bicicletta. Sul luogo è necessario più senso civico e tutti lo sappiamo, rifiuti e parcheggio selvaggio sono la maleducazione del turismo di massa, ma i divieti, quindi?
(Z.R)