Riceviamo e pubblichiamo.
-----
Egregi onorevoli Maurizio Martina, Graziano Delrio, Gian Luca Galletti, capo dipartimento di protezione civile Fabrizio Curcio e presidenti in indirizzo,
ogni anno sulla Valle dell’Enza tra Reggio Emilia e Parma si grida all’emergenza idrica e ogni anno il cuneo salino risale lungo l’asta del Po per la scarsità di acqua del grande fiume a causa degli enormi prelievi di acqua a cui è soggetto e non si fa nulla per riprendere la costruzione della diga di Vetto, in grado di trattenere a monte 102 milioni di mc d’acqua dei 292 milioni che ogni anno vanno a mare.
Ora la mancanza d’acqua non è più una emergenza, è una calamità, e questo impone al governo italiano di intervenire e di imporre l’immediata ripresa dei lavori di costruzione della diga di Vetto, di cui il governo dispone di progetto esecutivo, studio di impatto ambientale, piano di espropri, sicurezza dei versanti, sicurezza sismica, tempi di ritorno economico e quant’altro necessiti; occorre solo adeguare il progetto alle normative attuali e procedere con la gara d’appalto, assegnando ad Iren e ai consorzi di bonifica la concessione della derivazione.
I ministri dell’agricoltura e dell’ambiente, Maria Pandolfi e Giorgio Ruffolo del governo Goria, definirono la diga di Vetto “urgente ed indifferibile” per le terre del Parmigiano Reggiano e diedero valenza nazionale a quest’opera per le sue potenzialità irrigue, idropotabili, energetiche e per garantire al fiume Po una riserva idrica in caso di forte siccità; la diga di Vetto fu progettata, appaltata e iniziata, dopo un anno i lavori furono sospesi per vari ricorsi al Tar; tutti annullati dalla suprema Corte di cassazione a sezioni unite, ma la ripresa dei lavori non fu mai autorizzata, nonostante i solleciti dei ministeri interessati.
Ma ora siamo al “capolinea” e il governo deve porre fine a questa situazione di emergenza, la mancanza d’acqua, un diritto alla vita, può essere evitata invasando le acque a monte nei periodi di abbondanza per disporne nei periodi di siccità, se ciò non sarà fatto ogni anno ci troveremo a parlare di calamità e di emergenza e a mettere in ginocchio l’agricoltura e l’agroalimentare di Parma e Reggio Emilia e mettere in difficoltà gli acquedotti del ferrarese.
Le coltivazioni specializzate di oggi richiedono l’immediata disponibilità di acqua quando serve, i fabbisogni idrici dei cittadini sono in costante aumento, la produzione di energia pulita va incentivata, specie quella idroelettrica, ma nessuno fa nulla per porre rimedio a tutto questo e sull’Enza si continua ogni anno a sprecare 292 milioni di metri cubi di acqua limpida di montagna, il bene più prezioso dell’umanità.
Ci auguriamo che il governo ponga fine a questo spreco e che proponga un piano di intervento per la ripresa immediata della grande opera incompiuta della Valle dell’Enza, la diga di Vetto, al fine di garantire un futuro all’agricoltura, dare ottima acqua ai rubinetti di paesi e città, produrre tanta energia pulita, risollevare le falde, mettere in sicurezza la Valle dell’Enza da possibili alluvioni e garantire un lavoro e un futuro ai paesi montani dell’Appennino parmense e reggiano.
Sperando in un accoglimento di questo appello, porgo distinti saluti.
(Lino Franzini, sindaco di Palanzano)
Tutto il discorso girerebbe alla perfezione se non per un piccolo particolare, i periodi di abbondanza nelle annate secche non esistono più, questi da non confondere con eventi temporaleschi che non rappresentano abbondanza idrica per vari motivi. Detto questo oramai il rischio, ameno non si verifichi un inversione della tendenza climatica, ma la vedo difficile a breve medio termine, è di costruire invasi che vivranno secchi. In questo mese di temperature alte e reale carenza idrica la nota e sbandierata come un vessillo secca del lago di Bracciano; ce ne sono anche molti altri, per dirne alcuni Mignano, Molveno, Redona. Molti di questi, artificiali. A questo punto porsi una domanda diventa d’obbligo, a mio giudizio.
(Ste.)
Grazie Lino, non mollare, siamo con te!
(Gino Virgilli, presidente Confcommercio)
E’ ben evidente che qualcosa occorra fare, io non so se l’antico progetto ha ancora la sua validità, credo ci siano tecnici in grado di valutarlo. L’acqua diventa sempre più importante, già in Italia viene sprecata per impianti inadeguati, eppure paghiamo importanti bollette. Credo che un tavolo debba insediarsi, poi se ci sono soluzioni diverse dovranno essere discusse, ma non fare mai nulla è davvero inconcepibile. Mi auguro davvero che gli amministratori della nostra provincia e limitrofe provino a fare fronte comune e trovare soluzioni per trattenere riserve di acqua in periodi di pioggia in sicurezza. Con questo caldo e con le normative esistenti mi stanno morendo tutte le piante, per il mio prato ho perso le speranze da maggio.
(Manuela Guazzetti)
Bravo il sindaco di Palanzano. Voglio vedere se i Verdi, o quello che rimane del loro partito, hanno il coraggio di opporsi. E tanti saluti all’ex guru Pecoraio Scanio.
(MA)
Bravo Ste. Continuiamo pure a crearci illusioni con questa mentalità sviluppista anni ’50. Come se le risorse fossero infinite. Più che costruire dighe, che di questo passo rimarrebbero inesorabilmente vuote, si ragioni su quanta acqua serve ad esempio per produzioni agricole divenute oramai insostenibili. Se il deserto del Negev è rifiorito con tecniche di irrigazione all’avanguardia dovremmo studiare anche noi i modi per evitare sprechi colossali e riconvertire l’economia. Si va ancora con le tabelle a pareggio: tanta acqua serve, tanta ne forniamo. E’ finita, signori, prima ce ne rendiamo conto e prima inizieremo a prendere le contromisure. Se utilizzassimo i parametri dei vostri desiderata saremmo ancora alle auto con consumo di un litro di benzina per km percorso.
(Ellebi)
Oltre a rinnovarti la mia viscerale adesione alla causa diga di Vetto, caro Lino, vorrei fare qualcosa di diverso e cioè invitare tutti gli onorevoli sfavorevoli alla diga di Vetto, tutta la compagnia di Legambiente e WWFF e tutti quei signori che sanno dire solo e sempre di no a tutto, a passare, naturalmente con la loro famiglia, una bella domenica in Enza facendo bellissimi bagni e, in aggiunta, approfittare per gustare una bella frittura di pesce, facile da pescare perchè già a pancia in su e vedere da vicino l’agonia, anzi la morte, di un fiume. E pensare che erano loro quei fenomeni che profetizzavano, a parole e con scritti, che la diga sarebbe stata la morte del fiume. Presuntuosi e ignoranti poichè gli è stato detto in tutte le salse che la diga teneva a regime il fiume e quindi non ci sarebbero state nè piene esagerate e pericolose nè periodi di siccità come l’attuale ed i futuri che verranno. Una semplice notizia letta oggi sulla Gazzetta di Parma: causa la siccità la Regione Emilia-Romagna per Parma e Piacenza sta spendendo la bellezza di €. 8.650.000, avete inteso ottomilioniseicentocinquantamila, per le altre provincie ci diranno dopo la spesa. Sinceramente se appartenessi a quelle categorie sopra descritte mi vergognerei a morte al pensiero di aver messo e mettere in gravissima difficoltà tante persone e aziende per uno strabico proibizionismo. Comunque, il sasso è stato di nuovo lanciato, abbiamo tutti rappresentanti governativi che contano, anche l’onorevole Prodi, se ho ben letto, ha espresso la sua preoccupazione e la sua adesione ad una soluzione diga, allora avanti a tutta forza e, revisionato il progetto Marcello, si parta immediatamente con il taglione, perchè se dipendesse dalla mia volontà i signori di cui sopra aspetterebbero il prossimo temporale per fare la doccia e potete ben immaginare per il resto! Con profonda stima.
(Andrea Azzolini)
La quantità di pioggia che cade nell’arco dell’anno non si discosta molto da un anno all’altro, cambiano solo i periodi e l’intensità; temporali violenti o lunghi periodi di siccità, ma l’invaso ha proprio lo scopo di trattenere le acque dei temporali violenti. Se l’invaso di Vetto trattiene solo 102 milioni di metri cubi e sull’Enza transitano circa 300 milioni come si può dire che il lago rimane vuoto?. Quello che dice il signor Ste è sicuramente vero per gli invasi sotto i 30 milioni di metri cubi; questi piccoli invasi avendo una capacità idrica limitata sono soggetti a vuotarsi rapidamente a seguito dei prelievi di acqua potabile o per irrigare. I laghi che si avvicinano ai 100 milioni di metri cubi scendono di livello ma quasi mai si vuotano; inoltre ho letto che per gli invasi artificiali viene imposto che una percentuale di circa il 10% d’acqua rimanga a fondo lago; se questo è vero per Vetto equivarrebbe a circa 10 milioni di metri cubi che resterebbero sempre anche in caso si dovesse vuotare il lago.
(Davide)
Abbiamo tanta acqua per irrigare i prati stabili del Parmigiano reggiano, del mais e del pomodoro di Parma e Reggio Emilia, acqua di ottima qualità, acqua di montagna; ma contro ogni logica economica, del buon senso, per non dire del buon padre di famiglia, la buttiamo via tutto l’anno per poi pagare i danni causati dalla siccità; questo dovrebbe farci capire perche in Italia le cose non vanno e non andranno mai. Da anni a Parma e Reggio Emilia si usano i migliori sistemi di irrigazione per ridurre i consumi di acqua di falda; qualcuno guardi i sistemi utilizzati per irrigare i pomodori di Parma e Reggio; ma qualcuno sa come devono essere irrigati i prati stabili del Parmigiano reggiano?; a goccia?; provate a chiederlo agli agricoltori. A parte questo si sappia che quando le sorgenti, le falde e i torrenti nel periodo estivo vanno in secca nessun impianto di irrigazione, il più avvenieristico del mondo è in grado di irrigare, solo chi dispone di invasi a monte potrà farlo; ma come dice il sindaco di Palanzano si preferisce buttare via le acque che conservarle; a volte mi viene da pensare che qualcuno ci guadagna a fare questo, altrimenti non trovo giustificazioni per dire di no alla diga di Vetto, un’opera che serve a non sprecare le acque nei periodi di abbondanza
(Pierluigi)
Venerdì di Repubblica dell’11 agosto ha dedicato una pagina alla diga di Vetto e ai fatti che hanno portato alla sospensione dei lavori di quest’opera; il giornalista Jenner Meletti fa comprendere in modo “ironico” l’assurdità di questa sospensione. Credo che dopo questo articolo che immagino sia diffuso a livello nazionale la gente si chiederà perchè concedere lo stato di emergenza per l’agricoltura e non fare quelle opere che sulla Valle dell’Enza possono essere fatte per evitala; forse a qualcuno conviene lo stato di emergenza? Con tutto quello che succede in Italia non mi meraviglierei. Ma a parte l’agricoltura cosa si aspetta a realizzare quest’opera in grado di trattenere la cosa più preziosa che uno Stato può avere? Di fronte a certe situazioni mi viene da pensare di non essere normale; è una cosa talmente ovvia che resto perplesso del perchè non si faccia; a parte i benefici che porta a tutti è indispensabile; si parla di prodotti biologici e di grandi industrie agroalimentari di Reggio Emilia e Parma ma nessuno di loro pensa che irrigare con le acque pulite dell’Enza sarebbe un bene per tutti.
(Sergio)
Sono appena rientrata da Auronzo dove ho trascorso due settimane di vacanze; oltre al paesaggio alpino e il verde dei prati e dei boschi, è molto bello il verde delle acque del lago di Auronzo formato da una diga. Questo lago ha portato una ricchezza incredibile, il paese deve tutto a questo lago, il lago è balneabile, una prospettiva turistica per Auronzo e per tutti i cittadini dei comuni limitrofi che preferiscono la pace e la tranquillità del lago al mare; sul lago si fa di tutto, windsurf, canottaggio e vela, solo per citare alcune delle diverse attività che si svolgono quotidianamente; a volte il lago è coperto di vele di ogni colore, questo lago è la vera ricchezza del territorio e tutto questo grazie ad una diga. Nelle zone balneabili sono state create delle spiagge con degli chalet e delle zone a campeggio veramente belle e piene di gente. Quando penso che la diga di Vetto potrebbe portare la stessa ricchezza ai comuni del nostro appennino reggiano, oltre a garantire l’acqua di cui ha bisogno l’agricoltura, comprendo che da noi qualcosa non funziona, credo proprio che nessuno pensi al bene e al futuro della nostra montagna che sta morendo perchè non ha nessuna attrazione turistica per chi ha una famiglia con dei bambini; la montagna può vivere se ha turismo; ma quale turismo si può fare a Vetto, a Ramiseto, a Busana o nella sponda parmense?; nessuno; ritornano gli anziani nati lì, ma finiti loro non ci andrà più nessuno, mentre se ci fosse un lago sarebbe una meraviglia.
(Laura)