Riceviamo e pubblichiamo.
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La nota del Pd di Carpineti
Nei mesi scorsi l’Amministrazione Borghi ha affidato ad un consulente lo studio del modello di sostenibilità dell’Asp "Don Cavalletti" di Poiago. Il lavoro è stato completato e, a quanto abbiamo appreso da diverse fonti, l'assemblea dei soci ha già nei fatti deciso di procedere in un percorso orientato alla totale privatizzazione della gestione dell'istituto su proposta del sindaco di Carpineti.
La minoranza consigliare non è stata coinvolta in alcun modo. Il sindaco non ha sentito la necessità di avviare alcun tipo di discussione o di informarci dell’imminenza di una scelta così importante. La relazione prodotta dal consulente è stata consegnata ai nostri consiglieri quando le decisioni erano state ormai prese. Questo atteggiamento non solo è inaccettabile e irriguardoso, ma ci porta a chiedere quali siano le ragioni per cui il Sindaco e la sua giunta abbiano voluto evitare qualunque discussione sul tema, e perché non si sia fatto alcun accenno alla questione durante il consiglio comunale del 28 Luglio.
Siamo convinti che sarebbe stato necessario un confronto aperto e partecipato in grado di coinvolgere i cittadini nella definizione del futuro assetto dell’Istituto "Don Cavalletti". Oltre al mantenimento della qualità dei servizi, crediamo infatti che sia necessario che il Comune di Carpineti si impegni a garantire i livelli occupazionali e i diritti acquisiti dai lavoratori. Inoltre, riteniamo doveroso che il sindaco Borghi e l’assessore Costi si confrontino pubblicamente con i cittadini spiegando i principi che hanno guidato le loro scelte, le ragioni per cui le alternative alla privatizzazione sono state accantonate, e soprattutto quello che si intende fare per salvaguardare il servizio, gli ospiti e gli operatori.
(Dario Bottazzi, segretario Pd; Stefano Baldelli, capogruppo Pd, a nome e dell'intero gruppo di minoranza)
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La risposta dell'Amministrazione comunale
In relazione alla nota del Pd di Carpineti sull’Asp "Don Cavalletti" facciamo presente che lo studio al consulente è stato affidato non dall'Amministrazione del Comune ma da quella dell'Asp stessa di concerto con l'assemblea dei sindaci dei comuni soci di cui Borghi è Presidente.
Al consulente i sindaci hanno dato una sola indicazione, studiare un nucleo unico del "Don Cavalletti", da anni diviso in due gestioni: una privata e una pubblica che tutti gli anni (escluso il 2016) richiede un consistente ripiano di bilancio, per la maggior parte a carico del Comune di Carpineti.
Lo studio sarà messo a disposizione di tutti coloro che manifesteranno interesse, ma prima si è ritenuto corretto discuterlo nell'assemblea dei sindaci che ne è titolare, con i sindacati e con la Rsa aziendale come è avvenuto nel corso di questa settimana.
Siccome, come già detto, i sindaci Pd sono in maggioranza in quanto quattro su sette ed hanno discusso addirittura all'interno del proprio direttivo politico della montagna lo studio Mondadori, non si capisce quale sia la preoccupazione del Pd di Carpineti. A meno che non si discosti dalla posizione assunta all'unanimità in assemblea Asp dai suoi rappresentanti. Se così fosse, dica il Pd quale sono le divergenze con i sindaci del proprio partito.
Per quanto riguarda i diritti acquisiti dei lavoratori, di cui i sindacati e i lavoratori stessi nell'incontro di questa settimana non hanno manifestato nessun dubbio sul loro mantenimento, l'impegno non è garantito dal solo Comune di Carpineti, ma dall'assemblea dei sindaci di concerto con l'ufficio di piano, che si occupa anche del mantenimento della qualità dei servizi. L'amministrazione di Carpineti non intende far da sola, come indicato dal Pd locale, ciò che deve fare di concerto con i sindaci dell'Unione e con l'ufficio di piano.
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Aggiornamento
Le controdeduzioni della minoranza
La nota del sindaco di Carpineti è una tacita conferma della volontà dell’Amministrazione di procedere verso la privatizzazione dell’Istituto "Don Cavalletti". Ne prendiamo atto, ma riteniamo comunque necessario che la giunta Borghi tratti con maggiore trasparenza il tema. Chiediamo ancora che il sindaco e l’assessore Costi si presentino di fronte ai cittadini per illustrare i contenuti dello studio del dott. Mondadori e le ragioni per cui si è deciso di accantonare soluzioni alternative alla privatizzazione dell’ente.
Siamo in stretto contatto con i nostri amministratori, ed è per questa ragione che chiediamo a Borghi di prendersi le sue responsabilità di fronte ai cittadini. Vogliamo infatti ricordare al sindaco che le decisioni sul futuro dell’Istituto dipendono principalmente dalle sue scelte, poiché il Comune di Carpineti detiene oltre l’86% delle quote dell’Asp "Don Cavalletti" e alcuni soci intendono lasciare l’Asp entro fine anno.
Non possiamo nascondere la nostra preoccupazione sulla possibile privatizzazione dell’ente. La stessa Amministrazione che ha avuto problemi nell’affidamento dei campi da calcio ora pretende fiducia cieca per la gestione di una operazione complessa, di cui i cittadini non sanno praticamente nulla, e da cui dipende il futuro di molti lavoratori. In questo senso non crediamo sia di buon auspicio il tentativo del sindaco di distogliere l’attenzione dal merito dei temi, anche se ci rendiamo conto delle sue difficoltà nel mascherare le divergenze sul futuro assetto del "Don Cavalletti" che sono in seno alla giunta.
(Dario Bottazzi, segretario Pd di Carpineti)
La nota del sindaco di Carpineti è una tacita conferma della volontà dell’Amministrazione di procedere verso la privatizzazione dell’Istituto Don Cavalletti. Ne prendiamo atto, ma riteniamo comunque necessario che la giunta Borghi tratti con maggiore trasparenza il tema. Chiediamo ancora che il sindaco e l’assessora Costi si presentino di fronte ai cittadini per illustrare i contenuti dello studio del dott. Mondadori e le ragioni per cui si è deciso di accantonare soluzioni alternative alla privatizzazione dell’ente. Siamo in stretto contatto con i nostri amministratori ed è per questa ragione che chiediamo a Borghi di prendersi le sue responsabilità di fronte ai cittadini. Vogliamo infatti ricordare al sindaco che le decisioni sul futuro dell’istituto dipendono principalmente dalle sue scelte, poiché il Comune di Carpineti detiene oltre l’86% delle quote dell’Asp Don Cavalletti e alcuni soci intendono lasciare l’Asp entro fine anno. Non possiamo nascondere la nostra preoccupazione sulla possibile privatizzazione dell’ente. La stessa amministrazione che ha avuto problemi nell’affidamento dei campi da calcio ora pretende fiducia cieca per la gestione di una operazione complessa, di cui i cittadini non sanno praticamente nulla, e da cui dipende il futuro di molti lavoratori. In questo senso non crediamo sia di buon auspicio il tentativo del sindaco di distogliere l’attenzione dal merito dei temi, anche se ci rendiamo conto delle sue difficoltà nel mascherare le divergenze sul futuro assetto del Don Cavalletti che sono in seno alla giunta.
(Dario Bottazzi, segretario del Pd di Carpineti)
In merito ai diritti acquisiti dei lavoratori ed al mantenimento della qualità dei servizi, i sindacati, il sottoscritto (presente in quanto coordinatore dello SPI-CGIL) possono affermare che sussistono dubbi e necessità di ulteriori approfondimenti sul piano proposto. E rimane sempre forte il dubbio di come improvvisamente il privato possa, senza colpo ferire, appianare un bilancio mantenendo, come si scrive diritti dei lavoratori, qualità è quantità dei servizi.
(Alberto Tondelli)
In merito alle affermazioni del sindaco di Carpineti Borghi ci preme chiarire e precisare la posizione espressa dalla Cgil nell’incontro che si è tenuto il 31 luglio a Castelnovo Monti, che non corrisponde a quanto riportato nel post dell’amministrazione comunale. Senza volere entrare nel merito della querelle tra il sindaco e l’esponente politico di minoranza del PD di Carpineti, come abbiamo chiaramente affermato durante l’incontro alla presenza dello stesso Borghi e della presidente dell’Asp don Cavalletti, la nostra posizione è stata di netta contrarietà alla ipotesi avanzata dal sindaco di non escludere la scelta di procedere con la privatizzazione dell”unico presidio pubblico presente nella montagna in tema di welfare. A parere nostro non è credibile che si chiuda una esperienza come quella dell’Asp don Cavalletti con un bilancio in pareggio come quello dello scorso anno e si decida di disfarsi di una struttura pubblica l’anno successivo senza percorrere altre strade possibili e sostenibili. Gli esempi nella nostra provincia non mancano: a Reggio Emilia si sono accorpate 3 Asp dando vita alla nuova Asp Reggio città delle persone (Ss Pietro e Matteo + OSEA per poi unirsi a Rete) o in Val d’Enza con il Carlo Sartori. Queste Asp con il sostegno dei Comuni e delle unioni dei distretti di riferimento hanno potenziato le loro strutture in modo progettuale puntando sull’innovazione dei servizi con il risultato non solo di avere messo in ordine conti e bilanci, ma di avere saputo qualificare meglio l’offerta dei servizi. Senza contare che in caso di smantellamento dell’Asp il prezzo più salato lo pagherebbero i lavoratori, ai quali verrebbe applicato un contratto non meglio definito, sicuramente diverso da quello pubblico e molto meno tutelante in tema di diritti e salari e di futuro occupazionale. Per questo ed altro, contrariamente a quello che afferma il sindaco Borghi, non è vero che i sindacati non avrebbero manifestato dubbi in merito ai presunti diritti acquisiti come invece sostiene il sindaco. Chi era presente all’incontro può testimoniarlo, in primis i lavoratori, uscire dal contratto delle autonomie locali per andare in una direzione ignota e non definita, magari ammantata con qualche lifting tecnico contabile per indorare la pillola, non significa affatto garantire i diritti acquisiti, peraltro per i dipendenti del Don Cavalletti suonerebbe come una doppia beffa proprio oggi che, dopo 8 anni di blocco della contrattazione nazionale, si perderebbe oltretutto l’opportunità di vedersi riconosciuto il contratto ormai prossimo al suo rinnovo.
(Maurizio Frigeri, segretario provinciale Fp Cgil Reggio Emilia)
Il privato, diversamente dal pubblico, deve fare utili. Il pubblico deve garantire l’efficienza in rapporto alla spesa, la trasparenza e la pubblicazione degli atti, e risponde ai cittadini; il privato deve rispondere a chi mette il capitale e vuole, legittimamente, fare i suoi interessi. Il privato, per guadagnare, dovrebbe aumentare i ricavi, aumentando le tariffe, ma la strada più breve é tagliare i costi, cioè licenziare o ridimensionare e tagliare gli investimenti. Ed é ciò che accadrà, come ovunque accade quando si privatizza, per esempio, nelle multiutilities, o nelle concessionarie (vedi autostrade). L’esperienza delle scuole d’infanzia modenesi é interessante, al riguardo: le maestre sono state riassunte con contratti privatizzati e peggiorativi, sia in senso economico che di diritti del lavoro. Del resto, é ciò che accade ovunque: deflazione salariale. Bisogna essere piú competitivi, oggi c’è la Cina! Per fortuna, a tagliare i salari, c’è il jobs act, che ci dà una mano! Tutto per restare nell’Euro. E su questo, i sindacati sono d’accordo. Trovatemi un sindacalista che sia contro l’Euro. Contro i tagli (a parole) ma pro Euro. Contro gli effetti (e vorrei pure vedere!) ma non contro le cause. Mi piacerebbe sbagliarmi.
(Commento firmato)
Strategia della privatizzazione: “togli risorse, i servizi non funzionano, la gente si arrabbia, privatizzi”. Gli enti locali hanno meno risorse perché c’è il patto di stabilità. Il patto c’è perché bisogna tagliare la spesa pubblica. Bisogna tagliare la spesa pubblica per ridurre il debito pubblico. Bisogna ridurre il debito pubblico perché altrimenti sforiamo i parametri di Maastricht. Se sforiamo i parametri l’Euro ne soffre e la Germania si arrabbia con noi, cicale del sud Europa. Ma soprattutto, la Commissione europea dice che bisogna privatizzare i servizi pubblici. Perché sono più efficienti? No, la realtà mostra che non sono più efficienti. Privatizzare serve a spostare il flusso di denaro dal pubblico al privato, in modo che la finanza possa lucrare gli interessi sul capitale. Ditemi che non è così.
(Commentofirmato)
Se posso, in punta di piedi e con rispetto verso tutti, sia di chi parla il politichese sia per il sindacalese, nei fatti credo che essendo una piccola realtà non ci sono possibilità, esternalizzano quel che possono e appena gli ultimi, diciamo dipendenti della municipalizzata, finiscono, cedono baracca e burattini e la strada est già stata tracciata. Le parole purtroppo non servono, le conseguenze le sappiamo noi lavoratori del settore, ma abbiamo i sindacalesi e i politicanti che difendono tutti, specialmente i loro interessi: i primi le tessere che diminuiscono sempre ma per loro non importa, i secondi i voti anche se la maggioranza ormai non vota più. Mi dispiace per i colleghi del Don Cavalletti. Mala tempora currunt.
(Antonio Curcio)