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Impegnarsi nella tutela e nella promozione dei valori spirituali, culturali e umani della Pietra. Presentato l’accordo siglato tra Diocesi e Parco. Ma c’è chi manifesta perplessità

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Pietra di Bismantova

La Diocesi di Reggio Emilia, la Parrocchia di Ginepreto e il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano hanno sottoscritto un protocollo di intenti e i conseguenti atti di trasferimento della proprietà del complesso edificato dell’eremo di Bismantova, per la sua conservazione, per il suo recupero architettonico con destinazione a luogo di “documentazione, testimonianza e servizi sulla spiritualità e geologia” della Pietra, ispirati all’etica della custodia del creato.

Il Parco nazionale ha accettato di subentrare nella proprietà assumendo l’onere di provvedere al recupero architettonico dell’eremo per farne un centro culturale, testimoniale e informativo dedicato al secolare incontro  tra la fede religiosa e la bellezza della natura che si è realizzato a Bismantova.

Il protocollo sottoscritto fa riferimento alle parole dell’enciclica papale “Laudato si'”.

Eremo di Bismantova

La futura gestione del centro sarà accompagnata da un comitato permanente di indirizzo e garanzia composto da rappresentanti della Diocesi di Reggio Emilia, della Parrocchia di Ginepreto, del Vicariato della montagna, del Comune di Castelnovo ne’ Monti e del Parco nazionale.

Secondo il vicario generale della Diocesi, mons. Alberto Nicelli“la transazione a favore del Parco dell’ex eremo di Bismantova offre un'importante opportunità per il rilancio dell’intero complesso evitando che, anche causa della caduta massi e del perdurante abbandono, si creassero le condizioni per una disaffezione nei confronti  di uno dei luoghi di fede tradizionalmente più cari alle popolazioni montanare; occorre inoltre sottolineare i risvolti  collegati alla promozione spirituale, poiché l’ex eremo sarà destinato a luogo preposto alla divulgazione delle istanze etico-religiose della custodia del Creato, così validamente espresse nella recente enciclica papale 'Laudato si''. Aspetto, questo, condiviso dalla S. Sede”.

Enrico Bini, monsignor Alberto Nicelli, don Evangelista Margini e Fausto Giovanelli

Don Evangelista Margini, parroco di Castelnovo ne’ Monti e Ginepreto, ha detto: “L'Unità pastorale delle parrocchie di Castelnovo ne' Monti accoglie con grande disponibilità l'invito a contribuire e a rilanciare i valori religiosi e umani legati alla Pietra di Bismantova con il suo territorio, la sua storia, il suo santuario. Il santuario sarà presto riaperto e continuerà ad essere segno e testimonianza di una storia di spiritualità e di pellegrinaggi, punto di riferimento per quanti desiderano pregare e ritrovare forza e nuove energie spirituali. Siamo grati per il lavoro di restauro curato dal comitato di fedeli. Ci auguriamo che il comitato diventi il sostegno pastorale e amministrativo del santuario e continui la opera iniziata con tanto entusiasmo e capacità. Una nuova sfida, che accogliamo con grande disponibilità, sarà la collaborazione con il Parco per la gestione dei locali dell'eremo perché sia una esperienza bella e fruttuosa. Il nostro territorio godrà di una esperienza utile e ci sarà una crescita culturale e spirituale dell’intera comunità”.

“La Pietra di Bismantova, da sempre elemento straordinario e identitario di paesaggio - ha dichiarato per il Parco Fausto Giovanelli - è al tempo stesso simbolo di antica religiosità popolare ed è ora ricompresa in un Parco nazionale e in una riserva mondiale uomo e biosfera dell’Unesco. E’ doveroso e impegnativo per l’ente Parco accettare questa sfida: cioè impegnarsi nella tutela e nella promozione dei valori spirituali culturali e umani della Pietra che sono inseparabili dalla sua storia umana e naturale. Contiamo sulla condivisione e  collaborazione degli altri enti e autorità, religiosi e civili e soprattutto di tutte le persone della vasta comunità che apprezza profondamente e ama Bismantova”.

Per il sindaco Enrico Bini “questo recupero del complesso dell’eremo rappresenta un progetto importante che permetterà di valorizzare questo luogo sul quale il Comune e la Regione stanno compiendo uno sforzo indispensabile per la messa in sicurezza, tutto ciò servirà a riconoscere sempre meglio il vero valore della Pietra”.

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27 luglio 2017

Non conosco i termini dell'accordo. Dietro le belle parole delle interviste mi pare sia accaduto un fatto grave.

Mi auguro che i fedeli della montagna siano stati avvisati e coinvolti in questa scelta. L'eremo è da sempre "luogo dello spirito" perché abitato da persone che quello Spirito lo incarnano. Non credo che basti recuperare gli spazi dal punto di vista architettonico o della messa in sicurezza perché possa continuare ad esserlo. Non basta neppure "fare memoria" di ciò che è stato questo centro per far sì che sia "spirituale" anche in futuro.

Si è chiesta la disponibilità ad abitare il luogo agli ordini religiosi o ai diversi eremiti presenti in diocesi? O la loro presenza viene vista come "problematica" per l'attività (anche pastorale) della zona?

Pace e bene.

(Padre Giordano Ferri, ofm cap)

7 COMMENTS

  1. “Comitato permanente di indirizzo e garanzia composto da rappresentanti della Diocesi di Reggio Emilia, della Parrocchia di Ginepreto, del Vicariato della montagna, del Comune di Castelnovo ne’ Monti e del Parco nazionale.” Troppa gente! Continuerà, come dice mons. Nicelli il “perdurante abbandono e la disaffezione” verso uno dei più bei posti non solo della fede, ma di tutto l’Appennino. Sarebbe meglio lasciar perdere la “spiritualità, la religiosità” e altre parole vuote e cominciare a togliere i sassi crollati da anni. Volete una carriola?

    (Antonella Telani)

    • Firma - antonella telani
  2. Notizia davvero interessante. Fino ad oggi percepivamo la Diocesi come soggetto destinatario di lasciti e beneficenze che poi avrebbe dovuto impegnare per iniziative in favore di poveri e bisognosi. Da oggi assistiamo ad un “inedito” dove la Diocesi dona al Parco Nazionale (ente pubblico di cui non si ha un “percepito” di efficienza) affinché promuova la spiritualità ed i valori umani. Non male, complimenti ai protagonisti.

    (FD)

    • Firma - FD
  3. Perfettamente d’accordo con padre Giordano Ferri, é sempre la stessa cosa: si mandano via le suore, arrivano bravissime ragazze efficienti, ma viene meno la cosa più importante. Qui forse è la stessa cosa, tutto diventerà più bello ma verrà a meno il vero motivo del perchè il popolo durante l’anno faceva pellegrinaggi alla Pietra per ringraziare e chiedere la protezione e l’aiuto alla Vergine. Se invece esiste ancora la volontà di preservare il dono della Vergine al suo popolo si uniscano le due cose chiedendo, come suggerisce padre Giordano, se un ordine religioso sarebbe disposto a venire ad abitare quel luogo (non si dimentichi che anche se sono stati fatti tanti errori, quello è un luogo abitato prima di tutto da Maria SS). Forse a molti sembrano parole di un esaltato, ma questa è la verità. Se si facessero le due cose sarebbe utilissimo a tutti aumentando l’importanza del luogo. Per fare questo credo dovranno essere vinte paure e ritrovare la consapevolezza di chi, in modo diverso, desidera il bene delle persone.

    (Luigi Magnani)

    • Firma - luigi magnani
  4. Al di là del come la si possa pensare in ordine a questa iniziativa mi sembra che le domande che si pone padre Ferri non siano fuori luogo, e pertanto mi aspetto, o quantomeno mi auguro, che possano avere risposta.

    (P.B.)

    • Firma - P.B.