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Il presidente del Parco nazionale replica alla nota di Alessandro Davoli sull’abbattimento di abeti a Succiso. AGGIORNAMENTO – La replica di Gianluca Sassi (consigliere regionale M5S)

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L'ufficio stampa del Parco nazionale ci invia la nota che segue, a firma del presidente Fausto Giovanelli, che pubblichiamo.

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Le affermazioni pubblicate nei giorni scorsi circa i tagli alla pineta di Monte Ledo contengono affermazioni non vere o parziali o distorsive sia di fatti che di opinioni espresse.

In proposito - e a precisazione - il Parco nazionale avanza le valutazione e le proposte che seguono riferite sia al taglio di Monte Ledo che più in generale alle prospettive di gestione del bosco appenninico sul quale è ormai necessario rinnovare l’attenzione anche alla luce del cambiamento climatico in corso. L'area interessata è una proprietà privata/consorziale gestita degli abitanti della frazione di Succiso. Si trova al di fuori dei confini del Parco nazionale (non esiste nessun pre parco); inoltre non appartiene alle aree della rete Natura 2000 (sic).

Dunque nel rispetto delle norme il taglio in questione è stato soggetto a semplice autorizzazione dell'Unione montana.

Il Parco nazionale non ha avuto titolo e non ha avuto parte nella procedura autorizzativa

Nel merito, si tratta di bosco di origine artificiale (recente: 50/60 anni fa) realizzato su proprietà e terreni consorziali che erano usate precedentemente come pascoli. Gli abeti, specie il rosso e il larice, sono al limite o fuori dal loro standard climatico, in questo caso in futuro potrebbero esserci costi e condizioni non sostenibili per il taglio a fronte di nessun risultato.

L'intervento dunque è del tutto legittimo dal punto di vista normativo e dei privati/comunità aventi diritto.

L'intervento è stato comunque di tipo inusuale e pertanto è bene discuterne, valutarlo e valutare anche per il futuro gli aspetti paesaggistici e non solo.

Risulta comunque che il taglio sia stato condotto con l'attenzione di lasciare la parte superiore e anche parti a lato più in basso per ridurre l'impatto visivo. Tale impatto tuttavia rimane molto forte.

Vi è stata anche attenzione a favorire la disseminazione "laterale" per la ricrescita degli abeti, la quale insieme al rimboschimento con latifoglie (faggio, frassino acero) dovrà assicurare la rinnovazione del bosco.

Più in generale sul bosco appenninico è necessario creare sedi per il confronto delle idee, anche alla luce dei cambiamenti climatici in corso. Da un lato sono da considerare le differenze dei regimi proprietà, pubblica, privata, di uso civico o consorziale. Per i boschi non demaniali la libertà di frequentazione e attraversamento concessa a tutti dai titolari di diritto di uso civico non può essere confusa con la proprietà pubblica e tanto meno con ogni rinuncia all’utilizzo della risorsa legno.

Da questo punto di vista occorrerà seguire e accompagnare la crescita dell'imprenditorialità nella gestione sostenibile e nell'auspicabile costruzione di una altrettanto sostenibile locale filiera del legno e di altri prodotti di bosco e sottobosco. D'altro lato è tempo di mettere in evidenza che la indiscutibile continua crescita quantitativa delle superfici boscate degli ultimi 50 anni non è automaticamente crescita di qualità e valori naturalistici.

Serviranno certamente maggiori conoscenze, consapevolezza e attenzione ai temi della qualità e differenziazione del patrimonio boschivo. A prescindere da corrette e doverose valutazioni su singole azioni di taglio da svolgere secondo i limiti delle competenze di ciascun ente preposto, il Parco Nazionale proporrà iniziative e tavoli di confronto tra associazioni ambientaliste, gestori ed enti pubblici.

(Fausto Giovanelli)

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Aggiornamento

Gianluca Sassi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, replica alle affermazioni del presidente del Parco nazionale. “Mai parlato di irregolarità. Nostra interrogazione serve a fare chiarezza”.

Sul taglio degli alberi all’Alpe di Succiso noi non abbiamo mai parlato di irregolarità ma abbiamo chiesto semplicemente che venga fatta chiarezza. Anche perché quanto fatto a Ventasso ci sembra, lo ribadiamo, totalmente in contrasto con quanto scritto e sancito dal nuovo Piano forestale e con i suoi obiettivi”.

È questa la replica di Gianluca Sassi, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, riguardo alla polemica sul taglio degli alberi all’Alpe di Succiso, caso su cui è stata presentata una interrogazione in Regione da parte dello stesso consigliere del M5S. “È davvero insolito che il presidente del parco Giovannelli non conosca, o faccia finta di farlo, gli obiettivi del Piano forestale. Come lo è il fatto che si continui ad ignorare il problema gigantesco dell’inquinamento atmosferico del nostro territorio – spiega Gianluca Sassi – Forse da burocrate a Giovanelli questi problemi non interessano. In ogni caso noi non abbiamo mai parlato di irregolarità ma semplicemente rilevato che questo scellerato taglio degli alberi potrebbe contrastare con gli obiettivi del pianoche prevede la preservazione, e addirittura l’incentivazione mediante la forestazione di pianura, del patrimonio boschivo. All’Alpe di Succiso, invece, ci si è mossi in direzione diametralmente opposta”.

 

9 COMMENTS

  1. Ricordando che l’abetaia di cui si parla fu posta a dimora dalla Forestale ai tempi della frana di Succiso per contribuire alla stabilità del versante, mi chiedo se un intervento desertificante di tale portata non influirà sull’equilibrio idraulico che mantiene stabile il corpo di frana che minaccia Succiso, tuttora quiescente e monitorato. Ricordo che il corpo di frana inizia immediatamente a valle della pineta in questione e riceverà il recapito delle acque meteoriche non più trattenute dal bosco. Immagino che i tecnici e gli enti che hanno autorizzato il disboscamento sicuramente avranno valutato le possibili conseguenze sulla stabilità della frana. E, nel caso che la frana dovesse nuovamente riprendere il movimento sul vecchio abitato di Succiso, se ne assumeranno la responsabilità.

    (Gioacchino Pedrazzoli)

    • Firma - Gioacchino Pedrazzoli
  2. Sicuramente, tra i vari enti che hanno autorizzato, sarà stato presente un geologo e sicuramente avranno tenuto conto di tutti questi elementi. Sicuramente l’autorizzazione prevederà un rimboschimento (che sarà a regime fra vent’anni, direi, sempre che non ci pensino i caprioli prima). A scanso di equivoci, farei uno screenshot di questa discussione (raccomando un hard disk; internet è così tanto “volatile”…)

    (Commento firmato)

    • Firma - Commentofirmato
  3. Qualche domanda a Giovanelli:
    1) pensa di affrontare il problema del cambiamento climatico appoggiando un taglio a raso di migliaia di alberi? Ricordiamo che le piante sono coloro che riducono i gas serra.
    2) Che importanza ha dire che l’area è di proprietà privata/consorziale? Forse un albero lì vale meno? Non produce ossigeno? O forse come da Lei precedentemente affermato “soffoca” l’area circostante?
    3) Se ci fosse un danno all’ambiente al di fuori del parco Lei eticamente non si sentirebbe in dovere di intervenire?
    4) Per questo taglio non vale la direttiva europea “Uccelli”?
    5) “Il Parco Nazionale non ha avuto titolo e non ha avuto parte nella procedura autorizzativa”. E allora perchè continua ad intervenire difendendo il taglio?
    6) “In futuro potrebbero esserci costi e condizioni non sostenibili per il taglio”. Quanto ha pagato la ditta per venire a tagliare degli alberi nel reggiano?
    7) “L’intervento è stato comunque di tipo inusuale e pertanto è bene discuterne, valutarlo e valutare anche per il futuro gli aspetti paesaggistici e non solo”. Bene discutiamo, fermi il taglio. Oppure il metodo è: prima tagliamo tutto, poi sentiamo gli altri?
    8) “Sedi per il confronto delle idee”, “tavoli di confronto tra associazioni ambientaliste, gestori ed enti pubblici”. Basta con queste riunioni postume. Vuole sentire l’opinione di tutti: bene chieda in forma scritta e pubblica il pensiero a tutti gli interessati, tutti non solo ai selezionati invitati. Lei ha il potere legislativo? Cioè di trasformare le conclusioni dei tavoli in norme?
    9) “La risorsa del legno”, si mantiene facendo abbattere tutto? Non tramite tagli selettive e ripiantumazione?
    10) “L’auspicabile costruzione di una altrettanto sostenibile locale filiera del legno e di altri prodotti di bosco e sottobosco”, a riguardo: come è stata individuata la ditta che taglia?
    11) Scrive che le superficie boscate sono cresciute negli ultimi 50 anni, perchè guarda il locale e non il complesso? Nel locale forse cresciuto, ma a livello complessivo sono fortemente calate. Da qui il potenziarsi dell’effetto serra
    Ed infine chi ha autorizzato il taglio di migliaia di alberi, di grandi alberi, sappia che è artefice del cambiamento climatico. L’albero distrugge gas serra. Poi non lamentiamoci se tagliano la foresta amazzonica!

    (Legambiente Val d’Enza)

    • Firma - Legambiente Val d'Enza
  4. Vicenda inquietante e replica molto “traballante”. L’impatto visivo è oggettivamente terrificante, una specie di effetto Hiroshima… In Alto Adige vedo “coltivare il bosco di conifere” prelevando alcune piante (effetto diradamento) per consentire la crescita delle piccole ma lasciandone altre a prosecuzione del bosco. Oltre alle legittime preoccupazioni geologiche sorprende vedere completamente ignorato il ciclo biologico naturale (compresa la fauna in riproduzione) in favore di un blitz ormai irrimediabile. Avevo sempre sentito parlare di strette regole sui tagli e le potature da effettuarsi in periodi predeterminati ma qui evidentemente hanno operato soggetti ed interessi speciali. Simpatico anche il quadretto dell’ingaggio di una impresa austriaca per un lavoro di taglio legno in Appennino, a proposito di incapacità di “trazione economica locale”. Sarebbe opportuno chiedere alla “Cicogne” un tutoraggio anche sul Parco, sul suo irremovibile presidente e sui soggetti collegati, ci sentiremmo tutti più tranquilli e tutelati.

    (FD)

    • Firma - FD
  5. Ricordo, signor Presidente, quando lei è venuto qui, su questo giornale, a dirci che sulle argille avremmo dovuto imparare a galleggiare, faccio notare che nei suoi interventi il verbo è sempre coniugato al futuro, mai un presente che implica concrete assunzioni di responsabilità, un lettore che si dichiarò un suo amico, le chiese perchè mai se le andasse a cercare. Come anche in questo caso: puntualissime e serie le domande che le vengono poste da Legambiente Val d’Enza, al suo intervento. La invito a rispondere ad ogni domanda che le è stata posta, con il verbo coniugato al presente, sempre ammesso che ne sia capace.

    (mv)

    • Firma - mv
  6. Sarebbe sicuramente interessante conoscere anche il parere della neonata commissione ambiente dell’Unione dei comuni su due punti in particolare:
    1) per questo taglio non vale la direttiva europea “Uccelli”?;
    2) è stato fatto uno studio idrogeologico di tenuta della zona interessata a disboscamento? Chi meglio della commissione ambiente, che vanta tra i propri membri anche due assessori all’ambiente, potrebbe chiarire definitivamente le cose?

    (Massimiliano Genitoni)

    • Firma - Genitoni Massimiliano
  7. Il presidente come John Belushi nei “Blues brothers”: “non ti ho tradito, dico sul serio, ero rimasto senza benzina, avevo una gomma a terra, non avevo i soldi per prendere il taxi, la tintoria non mi aveva portato il tight, c’era il funerale di mia madre, era crollata la casa, c’è stato un terremoto, una tremenda inondazione, le cavallette… Non è stata colpa mia, lo giuro!” Con tutto il non rispetto, preferisco l’originale.

    (William Francia)

    • Firma - william francia
  8. Condivisione totale alla riflessione del signor Francia che purtroppo non conosco. Almeno Jake le sue piccole bugie le ha dette dentro un impianto fognario per salvarsi la vita. E mi creda, sono tantissime le persone che la pensano come noi. A tutto c’è una fine. Basta attendere.

    (Alfredo Baisi)

    • Firma - Alfredo Baisi