La giunta regionale chiederà al ministero della salute la deroga per non sospendere l'attività di assistenza al parto in sei punti nascita della rete dell'Emilia-Romagna nei quali si registrano meno di 500 parti l'anno; tre in Appennino: Castelnovo ne' Monti, Borgo Val di Taro (Pr), Pavullo nel Frignano (Mo), Scandiano (Re) in pianura e due nell'area del cratere colpita dal sisma del 2012, Mirandola (Mo) e Cento (Fe).
La decisione è stata presa nel corso della seduta di ieri pomeriggio ed è stata illustrata oggi dall'assessore alle politiche della salute, Sergio Venturi, in commissione consiliare Politiche per la salute e politiche sociali, contestualmente alla presentazione della relazione fatta dalla commissione regionale tecnico consultiva sul percorso nascita, nella quale l'indicazione che viene data è quella di chiedere la deroga per i due punti nascita del cratere e di sospendere il servizio nelle altre quattro strutture, dove a giudizio della commissione tecnica non vi sarebbero le condizioni di sicurezza necessarie visto il numero di parti largamente inferiore ai 500 l'anno (limite fissato in sede nazionale).
"Voglio innanzitutto ringraziare la commissione tecnica per il grande lavoro svolto, una analisi della rete 'Percorso nascita' dell'Emilia-Romagna precisa e puntuale, di estrema utilità - sottolinea Venturi -. Non sottovalutiamo certo le conclusioni a cui è arrivata la commissione, dal momento, lo ribadiamo, che la sicurezza delle future mamme e dei nascituri è per noi la priorità assoluta. Come giunta abbiamo però deciso di percorrere tutte le strade possibili per evitare la sospensione delle attività di assistenza al parto nei sei punti nascita e per questo chiederemo la deroga al ministero. Qualora venisse concessa - prosegue l'assessore - doteremo i punti nascita del personale necessario a garantire gli standard di sicurezza richiesti, consapevoli, in quel caso, di non aver privato i territori, a partire da quelli di montagna, di servizi importanti per i cittadini e le comunità locali. In caso contrario - aggiunge l'assessore - prenderemo atto della decisione del ministero, ovviamente applicandola, altrettanto consapevoli di aver percorso tutte le strade possibili per evitare la sospensione del servizio di assistenza al parto, certi comunque che le strutture sanitarie di cui stiamo parlando, sulle quali stiamo investendo risorse per potenziare e innovare i servizi, saranno comunque in grado di assistere le partorienti e i loro bambini garantendo alti standard di qualità. Voglio infatti ricordare - chiude Venturi - che c'è un potenziamento dei servizi pre e post parto, con il registro delle gravidanze e l'assistenza attiva verso le donne".
Ridefinizione dei bisogni assistenziali, sicurezza delle cure e qualità dell'assistenza sono i criteri di analisi della rete Percorso nascita regionale utilizzati dalla commissione tecnico consultiva. Rete che conta attualmente 26 punti nascita attivi, di cui 17 spoke e 9 hub, distribuiti sul territorio dell'Emilia-Romagna. L'attenzione della commissione si è concentrata sull'attività degli spoke, i centri periferici rispetto ai grandi ospedali nelle città; al termine del lavoro svolto, all'interno della relazione, la commissione propone di chiedere al comitato percorso nascita nazionale la concessione della deroga alla chiusura per i soli punti nascita di Mirandola e di Cento, nel cratere, purché siano rispettati i criteri necessari. Alla fine del 2017, termine del periodo di osservazione, la situazione sarà riesaminata alla luce dei risultati conseguiti. La commissione ha infatti considerato l'impatto che il terremoto del maggio 2012 ha avuto - in particolare - sui territori di Mirandola e di Cento dove, per problemi strutturali e di sicurezza, le funzioni dei punti nascita sono state sospese o limitate per alcuni mesi; territori dove tuttora persistono effetti dell'evento sismico. In entrambi i punti nascita il volume di attività, negli anni precedenti al sisma, era superiore ai 500 parti l'anno.
Aggiornamento
Quel che ne pensa Massimiliano Genitoni (consigliere M5S Castelnovo ne' Monti).
Dalla Regione apprendiamo con grande stupore che la commissione nascite ha espresso il suo parere favorevole alla chiusura del punto nascite di Castelnovo ne’ Monti, non ritenendolo sicuro. Allo stesso tempo l’assessore Venturi ha confermato l’intenzione di procedere con la richiesta di deroga.
La situazione kafkiana in cui si sta districando il Pd nella gestione di questa emergenza territoriale sarebbe quasi ironica se a farne le spese, come sempre, non fossero le persone che sono divenute sempre meno cittadini e sempre più indicatori statistici per il mantenimento del potere.
Per anni dopo avere deciso di investire ingenti risorse nella faraonica costruzione del Mire la politica ha tentato subdolamente di scaricare le responsabilità della decisione di chiusura dei punti nascite della provincia, agli operatori ospedalieri e alle commissioni di tecnici che ne dovevano comprovare la “sicurezza”.
Questo valzer si è protratto per anni rimbalzandosi a vicenda la responsabilità di tale decisione con il solo scopo di prendere tempo e di fare metabolizzare una situazione che creerà disagi territoriali alle popolazioni residenti.
I politici dicevano che dovevano decidere i tecnici ed i tecnici rispondevano che dovevano decidere i politici mentre nel mezzo nascevano comitati e masse di cittadini sempre più indignati.
Ora che si avvicinano le elezioni e che le statistiche tanto care ai politici confermano una perdita di fiducia da parte dell’elettorato anche chi fino ad ora era rimasto nell’ombra esce allo scoperto mettendoci la faccia per la causa comune (ma bisognerebbe capire contro chi si manifesta, contro se stessi forse?).
Quindi facendo un piccolo riassunto il punto nascite dell’ospedale S. Anna non era sicuro ma i politici lo lasciavano operare mettendo a repentaglio le vite di nascituri e partorienti, poi hanno pensato di verificare nuovamente e la commissione di tecnici si è espressa chiaramente confermando che non può operare in sicurezza. Tutto questo ha portato ad una vera e propria rivolta del territorio sempre più consistente che ha fatto tremare i palazzi del potere e quindi in barba a quanto sempre detto e ridetto ora i politici speculando sulla pelle delle persone decidono di fare una mossa da manuale: richiesta di deroga (a loro stessi dato che Stato e Regione sono governati dal Pd).
A pensare male a volte ci si prende, quindi non sarà che questa decisione sia dettata dalle imminenti votazioni, per poi successivamente ad acque calme chiusura forti dei pareri tecnici e per salvaguardia della sicurezza delle partorienti?
Non sarà che vecchi e nuovi esponenti del Partito democratico interessati ad occupare poltrone di prestigio nella prossima legislatura stiano architettando tutto in modo da riconquistare quel minimo di consenso necessario per i loro fini?
Le persone della montagna sono persone che hanno sempre sofferto a fronte di disagi territoriali e mancanza di servizi ma che amano la loro terra ed eroicamente hanno deciso di viverci e di dare vita in questa terra ai loro figli. La politica ed i politici dovrebbero se non altro portare rispetto a questo territorio e fare non uno ma molti passi indietro. Dovrebbero in ultima istanza, sempre che abbiano un minimo di dignità, iniziare a prendere impegni chiari ed inconfutabili con il territorio mettendo nero su bianco che il punto nascite così come l’ospedale tutto non verranno chiusi!
Non servono deroghe temporali studiate solo per un consenso elettorale momentaneo ma impegni sottoscritti con nomi e cognomi affinché vengano fugati tutti i dubbi del caso e per potersi ricordare chi ha fatto e cosa.
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Il gruppo regionale del Movimento 5 Stelle esprime soddisfazione per il risultato raggiunto. “Da due anni chiediamo alla Giunta di fare questo passo. Adesso però bisogna tenere alta la guardia”.
"La decisione annunciata dalla giunta di chiedere una deroga al ministero per tutti i punti nascita a rischio nella nostra regione è quanto il Movimento 5 Stelle chiedeva ormai da 2 anni. Siamo soddisfatti che dopo il nostro pressing continuo e tutta la mobilitazione che i comitati di cittadini hanno saputo mettere in campo, Bonaccini e Venturi si siano finalmente svegliati”. È questo il commento del gruppo regionale del MoVimento 5 Stelle riguardo all’annuncio, fatto questa mattina (ieri mattina, ndr) in commissione, da parte dalla Regione che chiederà al ministero della salute la deroga per non sospendere l'attività di assistenza al parto in sei punti nascita nei quali si registrano meno di 500 parti l'anno: tre in Appennino (Castelnovo ne' Monti a Reggio Emilia, Borgo Val di Taro a Parma, Pavullo nel Frignano a Modena), uno a Scandiano (Reggio Emilia) in pianura e due nell'area del cratere colpita dal sisma del 2012, Mirandola (Modena) e Cento (Ferrara). “Ovviamente siamo soddisfatti di aver contribuito a raggiungere questo risultato che avevamo ribadito anche in una interrogazione presentata proprio in queste ore. Adesso però c’è da tenere alta la guardia, nulla è ancora deciso, e quello che la giunta deve fare al più presto è accompagnare questa richiesta di deroga da un disegno preciso. Sarebbe un’autentica beffa quella di non riuscire ad ottenere le deroghe per la mancanza di una reale capacità di programmazione della politica, soprattutto per quel che riguarda la carenza personale che da anni ormai colpisce il nostro sistema sanitario. Per questo l’assessore Venturi, oltre ad annunciare questa richiesta di deroga – conclude il gruppo regionale del Movimento 5 Stelle - deve necessariamente integrarla con un piano specifico ed operativo che permetta la sopravvivenza di questi punti nascita e che dia sicurezza alle future mamme di poter partorire senza correre il rischio di affrontare pericolosi spostamenti”.
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L'intervento di Gabriele Delmonte, vicecapogruppo del Carroccio in Regione.
Ancora una volta qui c’è qualcuno che prende in giro la nostra gente. Se da una parte non possiamo non apprezzare il coraggio della politica, sempre che di coraggio si tratti, dall’altra non possiamo non biasimare il comportamento della commissione nascite che continua a nascondersi dietro un dito.
L’assessore Venturi prima ha detto che secondo gli uffici regionali la deroga era possibile solo per due punti nascita, poi ha annunciato che sarà chiesta per tutti. Ora, delle due l’una: o l’assessore e la sua squadra si sono sbagliati quando hanno detto che solo due punti avevano i requisiti per chiedere la deroga o qualcuno continua a prendere in giro la nostra gente sapendo che tanto le autorizzazioni non arriveranno. Di più: la stessa tempistica suona come una presa in giro. Con l’annunciata chiusura a rotazione dei punti nascita per il periodo estivo sappiamo bene che dal 16 settembre al 16 ottobre quello di Castelnovo ne’ Monti non sarà operativo. Ora suona un po’ strano che la richiesta di deroga parta in questi giorni. Sappiamo infatti che la commissione nazionale che fa capo al ministero della sanità ha tempo 90 giorni per esprimersi in merito alle richieste. E guarda caso, così facendo, i 90 giorni cadrebbero a fagiolo con la riapertura del punto nascite di Castelnovo. Non vorremmo insomma che qualcuno abbia pensato di chiuderlo ‘temporaneamente’ il 16 settembre per poi non riaprirlo più scaricando le colpe su altri.
E se proprio vogliamo dirla tutta anche la diapo proiettata nella quale si vede l‘immagine di una cicogna con la frase sotto che recita "La commissione nascita è al fianco delle 'Cicogne di montagna' ma chiede di trasportare il loro prezioso fardello in pianura" suona davvero come una presa in giro e uno sfottò nei confronti dei comitati e delle partorienti. Ma come ci si permette di dire cose del genere? Stiamo scherzando? E anche se così fosse lo scherzo non è divertente.
Se a tutto aggiungiamo poi che il risultato delle elaborazioni e delle analisi della commissione si basa su alcuni dati oggi presentati, ma riferiti in buona parte a periodi passati e quindi non più veritieri, e che alcune affermazioni riportate dalla commissione sembrerebbero discordanti con la realtà dei fatti, capiamo da soli che la veridicità del risultato è tutt’altro che indiscutibile. E, badate bene, non siamo noi a dire nulla; ha detto tutto la commissione proiettando delle tabelle con dati che, come diceva la legenda stessa, erano riferiti ad anni addietro. Se sulla base di questo ora l’assessore pensa di stabilire le politiche sanitarie per la Regione, beh, noi abbiamo davvero molto da dire.
Ma se non c’erano le “Cicogne”…
(Antonio Manini)
Parrebbe una buona notizia, se non che il mitico assessore Venturi e la mitica giunta regionale invieranno la richiesta di deroga accompagnandola con il parere negativo della commissione, e senza proposte di adeguamento e potenziamento dei punti nascita incriminati. Praticamente è come dire al ministero: chiudete voi perchè noi non abbiamo il coraggio o le p…e delle scelte e possiamo, come nella migliore tradizione italiana fare il mitico “scaricabarile” e cercare di rifarci una verginità perduta.
(MB)
Condivido al 100%. Mi pare che chiedere la deroga per tutti significhi non aver preso in nessuna considerazione le nostre argomentazioni rispetto alle peculiarità del Sant’Anna rispetto alla sicurezza. In altre parole chiederla per tutti significa non volerla per nessuno. La Regione tira diritto, spera solo in questo modo di salvare la faccia, elettoralmente. Saremo montanari, saremo disagiati, ma sappiamo vederci chiaro. Il Ministero, come accaduto per altri punti nascita chiusi in altre regioni, nelle sue decisioni si baserà sulle relazioni e pareri regionali. La commissione tecnica si è espressa e in negativo, come si esprimerà chi la nostra regione la governa?
(A.L.)
Anch’io l’ho letta così. La richiesta di deroga reale riguarderebbe solamente i due ospedali del “cratere”. Sarebbe un atteggiamento da puro scaricabile! E il M5S è contento! Pazzesco!
(Elio Peri)
Anche la mia diffidenza mi porta a pensarla in questo modo, ma le elezioni in vista potrebbero avere il loro peso. Il mio commento precedente era per sottolineare di come, molta della nostra gente, se ne sia disinteressata. La fiaccolata in programma per il 26 luglio è l’ennesima occasione per dimostrare che non siamo disposti a cedere i nostri diritti e spero che la montagna si ritrovi ed alzi la testa.
(Antonio Manini)
Un altro passettino in avanti, la deroga è stata richiesta nonostante il parere contrario della commissione regionale. Altra dichiarazione dell’assessore Venturi è che se verrà concessa la deroga verranno aggiunte risorse oltre a quelle già destinate. Al nostro punto nascita manca (come abbiamo più volte detto) la reperibilità notturna del pediatra. Abbiamo anche la disponibilità dei pedinarti di libera scelta ad entrare in ospedale per aiutare i pediatri dell’ospedale è da tempo operativa (ma mai fino in fondo utilizzata) la rotazione col Santa Maria. Abbiamo dato la disponibilità a destinare risorse del progetto aree interne a coprire la spesa per l’H 24. Questo per ricordare come è posizionato il nostro ospedale. In vista della valutazione sulla deroga. Grazie.
(Enrico Bini)
Ps. L’appuntamento è per tutti mercoledì 26 ore 20,30.
Prima di ringraziare, signor sindaco, vorrei leggere la richiesta di deroga per verificare se è stata scritta per ottenere la deroga secondo il “protocollo metodologico di valutazione”, redatto l’11 dicembre 2015, oppure per essere respinta. Il citato protocollo, infatti, inizia così: “La richiesta di deroga deve essere formalizzata dall’Assessorato alla salute, sentito il parere del Comitato Percorso Nascita Regionale”. Condicio sine qua non, verrebbe da aggiungere. Non crede che sarebbe un momento importante poter leggere il documento che la Regione ha inviato al Ministero la sera del 26, per eliminare il dubbio dell’ennesima presa in giro?
(mv)
Viva le elezioni. Tanto tuonò che piovve. Ma quanto è viscida la politica, grazie “Cicogne”, se non era per l’approssimarsi delle elezioni il PD avrebbe declinato la deroga. Quindi con le elezioni non cambia nulla al potere, ma almeno non chiude nel breve il punto nascite. Nel breve… poche illusioni.
(Alberto Zanni)
Se lo ricordino gli elettori del PD alle prossime elezioni. Tutti da mandare a casa. Anche gli onorevoli locali, tanto non hanno di certo problemi di soldi e sicuramente sapranno riciclarsi in qualche apparato pubblico o qualche commissione.
(MA)
Come si direbbe in inglese, They are deluding you. Un bel regalo vi faranno. Credeteci, mi raccomando, così se dovesse succedere, cosa impossibile, tutti a votare e osannare il PD.
(Andrea)
Come cantava Bob Dylan “the time they are a changin” e forse baroni, presidenti e baronesse se ne sono accorti e ammutoliti sperano passi presto la bufera. Confidiamo nella canzone di Dylan, tre nuovi autentici pensionati in più nell’appennino.
(MA)
I Comuni dell’Appennino parmense sono solidali con la battaglia che le “Cicogne” e tanti altri stanno portando avanti; Vi ho seguiti sin dall’inizio e voglio dire a tutti Voi grazie; il motto della mia compagnia Alpini era: fin che gò fià; ebbene non mollate mai fino a quando avrete fiato; un sindaco in più o in meno non farà la differenza, ma il 26 alle ore 20,30 sarò con Voi; Castelnovo non può permettersi di perdere nulla; perdere qualcosa oggi equivale a perdere qualcos’altro domani; non fatemi perdere la fiducia che ho in Voi e non sentitevi stanchi; quando si pensa di essere sfiniti non si è neppure a metà delle proprie forze; lottate, ma lottate tutti, se perdiamo il punto nascite non ci saranno vincitori o vinti; sarà una sconfitta per tutti. Un saluto.
(Lino Franzini, sindaco di Palanzano)
Grazie, sindaco. Forse se avessimo incontrato, in questi ormai due anni e mezzo, più sindaci come Lei si sarebbe scritta una storia diversa. Grazie a tutti quelli che comunque hanno appoggiato il nostro percorso. A mercoledì 26 luglio.
(Comitato “Salviamo le cicogne”)