Non c'è pace nella borgata di Carnola, frazione di Castelnovo ne' Monti, continuano i furti nelle auto lasciate in sosta dagli escursionisti diretti alla Pietra.
Ieri, domenica 16 luglio, l'amara sorpresa è spettata a Gianna Casella, castelnovese trasferitasi a Salvarano di Quattro Castella, che al rientro da un giro intorno alla Pietra ha trovato il finestrino della sua auto rotto e il furto di materiale fotografico.
"Abbiamo lasciato l'auto a Carnola - racconta Gianna - al bivio dove si inizia il giro della Pietra, erano le 17,45. Abbiamo preso gli zaini con le macchine fotografiche, non c'era nessuno nei paraggi, così abbiamo lasciato nel baule un obiettivo zoom 150/500, un obiettivo zoom 15/30 della Sigma e due cavalletti, per non caricarci troppo. Siamo ritornati alle 19,40 e abbiamo trovato la sorpresa. Un danno di circa 1700 euro. Quando siamo andati a fare la denuncia i Carabinieri ci hanno detto che è un continuo di furti alle auto parcheggiate, fra Carnola, Marola, Fonti di Poiano e nel parcheggio della Pietra".
Basterebbe installare delle telecamere.
(Cg)
Io penso che amministratori locali, forze di polizia, politicanti al potere e burocrati della poltrona perenne vogliano fermamente mantenere queste bande di mascalzoni attive e libere di delinquere impunemente. Non si spiega diversamente. Da anni ci sono 4 posti dove quasi tutte le famiglie castelnovesi ed i rari turisti, che si guarderanno bene dal ritornare, hanno subito furti e scassi alle proprie auto:
1) bivio Carnola-Pianello,
2) cimitero di Castelnovo Monti (di fatto dietro alla caserma dei Carabinieri),
3) piazzale della Pietra,
4) asse Gatta-Pianello.
Sarebbe sufficiente procedere con poche semplici azioni:
1) collocare una normale auto, in funzione di “esca”, con a bordo ben in vista una borsa, un cellulare e un portafoglio,
2) controllare la stessa a distanza con appostamento fisico o telecontrollato,
3) cogliere in flagrante i mascalzoni (non occorrerà molto tempo) e manganellare loro ben bene le dita prima di procedere all’arresto,
4) diffondere nomi e fotografie degli stessi affinchè sia poi la collettività locale a regolarsi per il futuro (inutile confidare su pene che in Italia sono prive di qualsiasi deterrrenza).
Questi episodi che vengono da anni bonariamente classificati come di “micro criminalità” (in linea con il deterioramento del nostro senso civico) stanno invece condizionando le nostre abitudini di vita e sono un formidabile dissuasore per i turisti che volessero fruire del nostro territorio. Preoccupa anche vedere come in tanti anni ci sia stata incapacità di neutralizzare queste forme di delinquenze su 4 siti così circoscritti, non è un buon presagio di efficienza per quando, presto, ci si dovrà proteggere da reati più diffusi ed insidiosi.
(FD)