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Cani pastore liberi ed aggressivi al Passo Pradarena. Un escursionista se ne lamenta. La replica dell’ente Parco

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Raoul Borciani ha inviato la lettera che segue al presidente del Parco dell'Appennino e in copia a Redacon per la pubblicazione.

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Buongiorno presidente, sono un escursionista che due mesi all'anno soggiorna e percorre i sentieri del parco; come già successo anche lo scorso anno, ieri mi sono visto aggredire ed inseguire da due cani provenienti da un recinto di pecore e capre aperto ed al momento incustodito al passo di Pradarena. Per essere più precisi all'imbocco del sentiero per il passo di Comunella a 50 metri dall'asfalto.

Sono dovuto scappare inseguito per un tratto dai cani infuriati, uscendo dal sentiero con tutti i rischi che ne conseguono.

Stessa sorte è toccata ad altri escursionisti e clienti del ristorante "Carpe diem" che è proprio di fronte.

Vi chiedo quindi se per porre rimedio a questo dilagante arbitrio dei cani liberi ed incustoditi si debba prima aspettare una disgrazia. Certo è che se si va da qualsiasi altra parte (Trentino o Friuli ad esempio) tutto ciò non esiste, con buona pace alla promozione del Parco e alle attività ricettive ad esso connesse.

Segnalo inoltre lo stato di abbandono e di degrado in cui versano i vari tabelloni in legno con le informazioni relative a sentieri ed altro; molti di essi sono marciti e crollati: se non si vuole ripristinarli , almeno rimuoveteli in nome del decoro!

Cordialmente.

(Raoul Borciani)

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Aggiornamento: ci perviene l'11 luglio la replica dell'ente Parco

Pastorizia ed escursionismo sono due realtà che possono convivere e trovare un equilibrio in Appennino e il Parco nazionale confida nel buon senso e nella disponibilità a collaborare e comprendere dei rappresentanti di entrambe le parti e degli altri enti e soggetti pubblici e privati che a vario titolo (concessione di pascolo, vigilanza e altro, possono dare un contributo utile, ridurre il più possibile i rischi e a favorire sicurezza e senso di sicurezza).

In merito alla segnalazione di cani da pastore nei pressi del rifugio Carpe Diem, Passo Pradarena, il Parco rende noto che si è attivato per informare il proprietario del gregge circa le difficoltà riscontrate dagli escursionisti. Durante diversi sopralluoghi il gregge è stato sempre trovato custodito all'interno del recinto elettrificato e l'unico cane da guardianìa (cioè da protezione del gregge) presente legato all'ombra, fuori sentiero, sotto la diretta custodia di un operaio che grazie ad una roulotte assicura sorveglianza h24 sia del gregge che dei cani. Gli altri cani, identificabili come cani da conduzione del gregge, (due di questi hanno due mesi di età, gli altri due sono di piccola-media taglia) non svolgono lavoro di difesa.

Il pascolo e la presenza del gregge in loco risultano regolarmente autorizzate e concesse dal Consorzio Alta Val Secchia (titolare del terreno). L'allevatore nei prossimi giorni provvederà comunque a collocare la recinzione e i relativi animali in un'area meno di passaggio, per rendere meno probabili incontri tra cani ed escursionisti, che potrebbero comportare pericoli.

Tuttavia il Parco a Pradarena così come in altri punti di arrivo e passaggio più altamente frequentati, opererà per indurre le attività di pastorizia a tenersi, per quanto possibile, distanti al fine di ridurre i rischi.

Ricordiamo inoltre che il Parco nazionale promuove l'utilizzo dei cani da guardianìa per la difesa delle greggi poiché rappresentano il migliore sistema di prevenzione dei danni da lupo da migliaia di anni, ma allo stesso tempo ne promuove da anni un utilizzo consapevole, con interventi di informazione direttamente in azienda circa la loro migliore gestione, interventi veterinari e interventi di controllo della corretta iscrizione in anagrafe canina. Va ribadito inoltre che il Parco non ha mai ceduto cani agli allevatori e ai pastori locali, i quali utilizzano cani da guardianìa da diversi anni in modo totalmente autonomo, ma al contrario ha promosso lo sviluppo di una rete di scambio tra allevatori locali e nuovi allevatori di zone esterne al perimetro del Parco, dove i lupi sono tornati più di recente e c'è maggiore impreparazione alla convivenza con questo grande predatore. Secondo le norme vigenti il cane da lavoro può essere tenuto libero e senza museruola (ne verrebbe meno il senso, soprattutto in relazione allo scopo di questi cani) ma chiaramente deve essere presente sempre una persona che ne sia il tutore.

Questo aspetto disciplinato dall’articolo 672 del codice penale è oggetto di vigilanza da parte dei Carabinieri forestali e di tutti gli agenti operatori di polizia che provvederanno con le dovute sanzioni, qualora ciò non si verifichi nel Parco nazionale e anche al di fuori di esso perché la citata norma penale, come è noto, ha valenza non tanto e non solo nel territorio dei parchi ma su tutto il territorio nazionale.

(Parco Nazionale Appennino Tosco-emiliano)

26 COMMENTS

  1. Stessa cosa è stata segnalata al Comune di Ventasso da tempo e attraverso un consigliere municipale. I cani liberi sono ovunque, ce li ritroviamo per strada, nei cortili privati, nelle piazze. La classica frase fatta “ma non fa niente” che i proprietari si ostinano a propinare anche quando ci si lamenta della possibilità di essere aggrediti, deve bastare, perchè l’Amministrazione non muove un passo in questo senso. Eppure la responsabilità della vigilanza del territorio in questo senso tocca proprio al Comune. Cari amministratori, volete forse aspettare che un bimbo o un podista vengano aggrediti? Ricordatevi che la responsabilità è vostra e la segnalazione vi è stata fatta per iscritto.

    (Cittadina di Ventasso)

    • Firma - cittadina di ventasso
  2. Caro escursionista, mi fa piacere leggere la sua lettera e colgo l’occasione per aggiungere la mia. Buongiorno Presidente, sono una montanara escursionista. Sappiamo che i cani maremmani sono raccomandati da voi come unica difesa per le greggi dei pastori contro gli attacchi del lupi che come si legge stanno diventano molto numerosi e organizzati (vedi attacco al branco di mucche di qualche giorno fa, o gli avvistamenti anche in zona di bassa collina a poca distanza dai centri abitati). Come pensa di risolvere queste situazioni di rischio che si creano sul nostro territorio? Sarà forse il caso di spingere perchè che la proposta di legge sulla caccia selettiva al lupo da poco respinta alla Camera venga invece accolta e resa subito applicabile? O vogliamo davvero aspettare una tragico evento? Senza contare la pubblicità negativa che si sta creando da sola sul rischio turistico del nostro appennino. In attesa di risposte concrete porgo cordiali saluti a tutti.

    (M.M.)

    • Firma - M.M.
    • È incapace di gestire il territorio. Tutto qui, salvo presenziare ogni festa/ incontro (festa della vongola appenninica, attendiamo con ansia). E per il lupo, a casa mia comando io e di conseguenza gestisco il problema. Sono anni che gli escursionisti si lamentano. Sveglia!

      (MA)

      • Firma - MA
  3. Possiedo un cane di taglia grande, mi sono informato di come funziona la legislazione che prevede guinzaglio, museruola e ovviamente sacchetto. Direi all’escursionista di chiamare Carabinieri forestali e/o Vigili urbani, così con il chip vediamo cosa ne pensano i padroni.

    (Luca)

    • Firma - Luca
  4. Nei vari commenti leggo che in caso di aggressione da parte dei cani da pastore “il presidente del Parco o i vari amministratori comunali dovranno pagarne le conseguenze e prendersene le responsabilità…”; peccato che la legge non dica così, ma dica che i danni causati dal cane ricadono sulla responsabilità del padrone, com’è ovvio che sia, quindi in questo caso il pastore. Sicuramente in caso di incidente non verranno coinvolti legalmente gli enti e i soggetti citati nei commenti precedenti. Poveri pastori, prima la problematica del lupo poi quella dei cani !Anche gli allevatori sono vittime, perché operano in una situazione difficile, allo stesso tempo non è giusto che gli escursionisti vivano queste situazioni di disagio. Ma il problema è che tutto il sistema Parco fatica a funzionare e di conseguenza la convivenza escursionisti/greggi non è ancora stata risolta, dopo anni. Credo sia necessario un incontro pubblico per spiegare alla cittadinanza la situazione di questi cani, le zone dove stazionano e i comportamenti da adottare. Mi pare che i finanziamenti che annualmente ottiene l’ente Parco possano essere impiegati anche per pagare le ore che un esperto potrebbe dedicare ai cittadini per illustrare un tema molto sentito. Il progetto Life Lupo è ancora in vigore?

    (IC)

    • Firma - IC
  5. Mi permetto di correggere alcune cose. Il cane del signor Luca, anche se grande, rientra nei cani d’affezione o di compagnia, i cani maremmani o altri cani simili utilizzati dai pastori come guardiani sono cani da “lavoro”. Il loro lavoro è difendere il gregge da attacchi esterni (umani e animali), cosa che ovviamente non potrebbero fare se legati alla catena, quindi esulano dall’obbligo del guinzaglio e/o catena. Aggiungo che i maremmani trentini non sono più educati dei locali, ma semplicemente in quella regione i branchi di pecore e relativi cani sono pochi, mentre è molto più diffuso l’allevamento delle mucche che non necessitano di cani da guardia. Soluzione? Per me è solo una: si decida o allevamento di pecore libere o turismo, insieme non credo possiamo coesistere. Saluti.

    (Alex)

    • Firma - Alex
  6. Ci si lamenta subito della presenza dei cani da pastore che servono per evitare la decimazione delle greggi, si parla di persone che campano allevando ovini, mi sembra assurdo santificare il lupo quale animale importantissimo e intoccabile, ma vi garantisco molto fastidioso per noi tutti abitanti della montagna. Il lupo va bene e guai chi lo tocca o lo critica, il maremmano a servizio di poveri pastori non ci dovrebbe essere!

    (Simone G)

    • Firma - simone g
  7. I cani da pastore fanno il loro lavoro da ancor prima che l’uomo scoprisse quanto è bello passeggiar per monti, per questo sono addestrati e lo fanno molto bene. Chi frequenta le nostre montagne dovrebbe avere la consapevolezza di tutti i rischi che ci sono, compreso questo. Che poi ci siano in alcuni casi nei borghi cani aggressivi o territoriali che possano infastidire o ferire escursionisti, ciclisti, runner, ecc., ecc. questo è un problema di maleducazione dei proprietari che dovrebbero evitare che ciò accada, ne sono comunque responsabili. Ricordate anche che spesso i cani che vedete lasciati liberi dai conduttori lungo sentieri, alpeggi, boschi, torrenti, pendii innevati, ecc. sono gli stessi che nel caso vi succedesse qualcosa o doveste perdervi lavoreranno fino allo sfinimento per salvarvi. Come tutte le cose è il buon senso che deve prevalere, sia da parte dei conduttori e proprietari degli animali. che gli escursionisti. Buona montagna a tutti.

    (LP)

    • Firma - LP
  8. I pastori si contano sulle dita di una mano. Ditegli di vendere pecore e cani, gli date una pensione e tutti saranno felici, loro per primi. Per quanto riguarda i lupi (e non solo) nei parchi americani è caldamente consigliato ai turisti di portarsi dietro una pistola. Da noi chiamate la Forestale mentre vi stan mangiando…

    (Davide)

    • Firma - Davide
  9. Il problema dei cani liberi in montagna si ripete da anni, io stessa sono stata attaccata da 5 maremmani che erano interessati sicuramente al mio cane (al guinzaglio,) ma in quel momento questo mi sembrava un dettaglio. In appennino ci sono anche pastori che tengono i cani con la museruola, questa dovrebbe essere la regola. Rivolgersi ai politici non ha senso, le responsabilità non se le assume mai nessuno, qualsiasi cosa succeda. Credo che tutto nasca da scelte scellerate come la reintroduzione di animali senza alcun tipo di controllo, il problema è che il lupo non ha un antagonista se non l’uomo… allora cosa facciamo? Di sopprimerli non se ne parla, anche io sono contraria, non frequentiamo più la montagna per non essere inseguiti da maremmani o lupi? Mi sembra che siamo al paradosso!

    (Simona)

    • Firma - Simona
  10. Da più di cinque anni percorro carraie, attraverso boschi e campagne con la mountain bike più volte alla settimana e non ho neppure avvistato un lupo in lontananza. Perciò il rischio di essere attaccati da un lupo mi sembra un tantino esagerato, per quanto riguarda gli umani. Sono stato invece morso da un cane (con proprietario) sulla strada pubblica che passa vicino ad una abitazione.

    (Roberto)

    • Firma - Roberto
  11. L’incidente che ha subito Fabrizio Silvetti l’anno scorso a causa di un cane incustodito dovrebbe far riflettere. Se l’è cavata con una cinquantina di punti dopo aver resistito a mani nude a innumerevoli attacchi. Se al posto di Fabrizio, che è atletico e robusto, ci fosse stato un ragazzino… I pastori devono custodirlo il gregge, non possono andarsene e delegare tutto a cani che poi giustamente senza nessuno che li gestisca diventano pericolosi; il punto è questo.

    (Giubba)

  12. I problemi ritengo siano due: i lupi e i cani da pastore. Per quanto concerne i cani da pastore si ripresenta il problema, come ogni anno, delle greggi affidate unicamente ai cani, spesso molto aggressivi. Ma la domanda è: perchè i pastori non sono con le loro greggi, come accadeva un tempo? Ora i pastori liberano cani e pecore alla mattina e tornano a rinchiuderli alla sera. Basterebbe la loro presenza ad evitare il rischio di aggressione da parte dei cani, consentendo a tutti di fruire della montagna. La soluzione, temo, si troverà quando uno di questi cani azzannerà qualcuno (speriamo sia un personaggio importante…).

    (Paola)

    • Firma - Paola
  13. Io sono passata in Pradarena con la mia cucciola nei giorni in cui c’era il gregge. Era senza guinzaglio perché non ha mai morso nessuno. Si è spaventata per i cani del pastore, l’ho rimessa al guinzaglio e l’ho allontanata. I cani si sono allontanati quando gli ho urlato di andare via e non è successo nulla, sarò stata fortunata ma sui sentieri il mio cane lo lascio libero, legandolo se vedo arrivare persone che potrebbero spaventarsi, o ciclisti che potrebbero cadere se lei, cucciola, si avvicina per giocare. La gestione dei cani aggressivi è una responsabilità dei padroni che dovrebbero conoscere i loro animali e agire di conseguenza, non un problema”politico”. Se un cane è aggressivo va tenuto legato. Se è vivace va gestito. La politica c’entra poco.

    (Marianna)

    • Firma - Marianna
  14. Il parco e i suoi dipendenti i soldi li prendono comunque dallo Stato. Le attività gestite in montagna invece fra un po’ rimarranno a secco e andranno a fare l’elemosina, anche per colpa di tutti questi cani da guardiania incustoditi. Per quanto riguarda me, la mia famiglia, le famiglie di miei amici, abbiamo già deciso con dispiacere: arrivederci, spero, appennino reggiano. Quando gli scalda sedie che governano e gestiscono il parco prenderanno qualche decisione sensata, allora torneremo, per adesso andiamo in Trentino (col nostro cane, in sicurezza).

    (Montorsi)

    • Firma - montorsi
    • “Anonimo”, sei proprio fuori tema e luogo, a meno che tu non conosca pianzani che vanno in giro a mordere gli escursionisti. Tabellare in modo dispregiativo persone che vengono dalla stessa provincia a mezz’ora di macchina mi sembra obsoleto e anti costruttivo.

      (Giubba)

  15. La politica entra in gioco nella misura in cui invita i propri organi di vigilanza a chiudere un occhio, a non vigilare affatto e a non girare per il territorio a controllare. Se non la politica,chi? Non fingiamo di credere nel buonsenso popolare.

    (Cittadina di Ventasso)

    • Firma - cittadina di ventasso
  16. Ad oggi la notizia ha fatto più di 3200 letture e diversi commenti dei lettori, ma dal Parco, a cui era indirizzata la lettera dell’articolo, nessuna replica. Perché? Sono troppo impegnati? Manca il tempo per rispondere? Mi sembrava di ricordare l’esistenza di un ufficio stampa del Parco Nazionale; è ancora attivo? Concludo che sarebbe importante proporre alla cittadinanza una sorta di questionario sull’operato del Parco in questi anni per capire criticità e punti di forza e dar voce ai residenti. Oggigiorno gran parte delle istituzioni pubbliche (scuole, ospedali) ha strumenti per dar voce ai cittadini sul proprio operato e sistemi di valutazione dedicati al rapporto con l’utenza, quindi perché non può essere valutato anche il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano? Dopotutto i dipendenti sono pagati anche con le nostre tasse.

    (IC)

    • Firma - IC
  17. Replico qui lo sconsolato commento di una lettrice sulla chiusura del punto nascita dell’ospedale S. Anna: “Cani pastore liberi ed aggressivi al Passo Pradarena. Un escursionista se ne lamenta” – 3.317 letture 19 commenti – “Dal 16 settembre al 15 ottobre vietato nascere a Castelnovo ne’ Monti. Chiude il punto nascita per un mese” – 2.267 letture 18 commenti. Direi che la morale è chiara per tutti: ci meritiamo la chiusura del punto nascite, ma speriamo di risolvere presto il problema dei cani pastore.

    (Commento firmato)

    • Firma - commento firmato
    • Solo negli ultimi giorni sono stati fatti vari articoli sul punto nascite, faccia la somma delle letture e vedrà che si superano abbondantemente le 5000, non direi che ci meritiamo la chiusura del punto nascite per mancanza d’interesse. Il problema è che anche qui, come sul tema del punto nascite, chi di dovere, non sente assolutamente la necessità di esporsi e di assumersi la responsabilità spiegando come vanno le cose.

      (Claudio)

      • Firma - Claudio
  18. Dal comunicato del Parco si evince quindi che la responsabilità dei cani è unicamente del pastore e il Parco stesso è solo ente, diciamo così, promotore di alcune pratiche. In poche parole la responsabilità ricade sull’anello debole della catena. Personalmente mi sono imbattuta l’anno scorso in un gregge nei pressi del Rifugio Battisti e devo dire che il pastore (un giovane straniero) era nelle immediate vicinanze, però affidare loro la responsabilità h 24 mi pare un po’ avventato, voglio dire… anche loro avranno le loro esigenze e momenti di riposo. Lode a questi ragazzi che svolgono un lavoro duro che molti italiani non vogliono più svolgere, ma affidargli la completa responsabilità della gestione del gregge e dell’incolumità degli escursionisti mi sembra un po’ troppo.

    (IC)

    • Firma - IC
  19. Mi sembra che molti abbiano dimenticato che non siamo proprietari della montagna (del mondo), ma ne siamo ospiti e semmai custodi. Se vogliamo una montagna senza lupi, senza cani, senza pecore (caso mai puzzano), senza dirupi (sia mai che si possa scivolare), senza salite (ci fanno sudare), ecc. mi permetto di dare un consiglio, guardate un bel documentario seduti comodamente sul divano. In alcuni paesi, dove la presenza del lupo crea disagio per gli allevatori, si incentiva l’uso dei cani da difesa del gregge e gli escursionisti ci sono. Ci sono segnaletiche che avvisano della presenza dei cani, del comportamento da tenere in caso di “incontro” ravvicinato, hanno anche diffuso dei video per informare meglio e più efficacemente le persone. Responsabilizzando così pastori ed escursionisti. Mi sa che a molti piace la montagna ma solo con le comodità e le sicurezze della city, ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. In Australia ci sono le onde migliori per il surf, c’è anche una forte presenza di squali, chi pratica quello sport ne è consapevole, non chiede di praticare una caccia agli squali o chissà cos’altro, sa di essere in un territorio con determinate caratteristiche. Quindi chi decide di surfare lo fa consapevole dei rischi e chi rischi non ne vuole, fa una bella nuotata in piscina.

    (Monica)

    • Firma - Monica
    • Ringraziandola per il suo divertente, ironico, bellissimo commento (se dovesse decidere di scrivere un libro io sarò tra i suoi acquirenti), mi permetto di aggiungere qualche consiglio agli escursionisti maturato dalla mia esperienza personale. Non avendo io paura dei cani, percorrendo carraie, in mountain bike, mi è capitato diverse volte, perlopiù nei pressi di abitazioni o di paesi di campagna, di incontrare cani liberi che mi abbaiavano e che io ho sempre ignorato continuando a seguire il mio percorso (“fregandomene”); fino a quando uno di loro, avendo accumulato una certa frustrazione a causa della mia sottovalutazione nei suoi confronti (o meglio, erroneamente interpretando il mio atteggiamento come una fuga da lui), ha deciso di cercare di mordermi una caviglia (riuscendovi solo parzialmente perché stavo pedalando). Ora ho cambiato approccio: se il cane arriva con intenzioni ostili lo affronto urlandogli contro e, se non basta, lo convinco con l’ausilio di qualche calcio a farsi gli affari suoi. Se il cane è di grossa taglia posso anche usare la mountain bike come scudo e come corpo contundente. Naturalmente, appena possibile, è bene contattare il proprietario del cane per informarlo dell’accaduto.

      (Roberto Pastorelli)

      • Firma - Roberto Pastorelli