L’ipotesi dell’arrivo di alcuni profughi a Marola per lavori socialmente utili in cambio di ospitalità, da un lato, e l’opposizione, molto forte, della cittadinanza, dall’altro.
E’ quanto è accaduto in queste ore nella nota località turistica. Infatti, lo scorso sabato, a Marola, è andato in scena un incontro dove l’amministrazione comunale ha prospettato alla comunità locale l’ipotesi di ospitare 4 - 5 profughi nella frazione in un appartamento di un privato. Un incontro particolarmente affollato complice, certo, anche il tema ormai quotidiano dei tanti sbarchi e l’attenzione dei media nazionali. A Marola i residenti sono 222, gli alloggi invece sono poco meno di 800: una nota stazione climatica dove, nella bella stagione, la popolazione decuplica.
I profughi gestiti dal Ceis sarebbero stati avviati fin da subito a lavori socialmente utili nel marolese. In tal senso è già stato stipulato accordo Comune e lo stesso Ceis. Ma nell’assemblea pubblica la reazione dei villeggianti e residenti è stata molto forte e dura, rifiutando di fatto qualsiasi ipotesi di ospitalità.
Tra gli interventi c’è chi si è espresso sulla “perdita di libertà che si respira sui monti”, il tema della territorialità di chi viene in Appennino, laddove la Prefettura insistesse con l’invio di migranti la necessità di “difendere Marola ad ogni costo”. Quindi il rischio di svalutazione degli alloggi con i quattro immigrati. Non ci sono state, fortunatamente, frasi razziste e nemmeno volgari.
Per il sindaco Tiziano Borghi il meccanismo di inserimento in lavori socialmente utili, già adottato da altri comuni, è consolidato e tranquillo. “E’ chiaramente è esagerato legare all’arrivo di quattro immigrati la svalutazione del valore degli immobili. Posso comprendere, però, la reazione dei residenti in città che, in alcuni quartieri del capoluogo, vivono situazioni di pressione migratoria molto forte”.
Nel corso dell’assemblea sono emersi anche vincoli per cui laddove queste persone venissero trovate a “bighellonare” possano essere immediatamente segnalate e rimpatriate. Comunque sia, al momento, considerato l’esito della riunione l’ipotesi dell’arrivo di nuovi rifugiati potrebbe non avverarsi in Marola, ma in altri luoghi del carpinetano. Infatti, è al momento sospesa la trattativa tra il privato e il Ceis per l’affitto del locale, anche se lo stesso sta verificando se questo sia lecito dal punto di vista normativo.
Come era prevedibile anche i media nazionali cercano riscontri nelle realtà locali e, per questo, ieri l’inviato di La7, Alberto Maio, è salito a Marola e in Comune a Carpineti per trattare il tema. Tra gli intervistati, oltre agli abitanti di Marola, il sindaco “Non mi aspettavo questa reazione dalla popolazione” ha detto alla troupe, il parroco, i gestori della cooperativa. Il privato vuole mantenere l’anonimato per non rischiare ritorsioni: è quanto emerso nel corso dell’intervista de La7.
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La curiosità / C’entra Romano Prodi?
“Perché i profughi non li mandate a Valestra? Ve lo dico io perché: perché lì c’è una influente personalità che i profughi non li vuole”, ha detto nel corso dell’assemblea carpinetana un infervorato cittadino riferendosi probabilmente al ex premier Romano Prodi che, poco distante, a Bebbio, nella casa di famiglia trascorre le vacanze estive.
“Se lei si riferisce all'ex premier – ha replicato il sindaco Tiziano Borghi riferendosi appunto a Romano Prodi – non penso che possa c'entrare alcunché dato che si è già lasciato costruire una discarica sotto casa senza intervenire…”.
Vergogna, un paese di anziani e tante case disabitate già svalutate da anni.
(VC)
Carpineti nel 2016 ha perso 50 residenti. Ha un saldo naturale (differenza nati e morti) di -34. Sempre nel 2016 a Carpineti sono arrivate 85 persone da altre parti (15 dall’estero). Immagino si siano fatte assemblee “non razziste” per tutte queste 85 persone e valutazioni approfondite sulla perdita o acquisizione di valore del mercato immobiliare. Perchè la gente va sempre ascoltata.
(Lorenzo Campani)
Ma il vicesindaco Costetti come la pensa?
(Bacs)
Hanno ragione, è ora di finirla; se li mettessero a casa vostra cosa direste? Gente che nel nostro paese non ha futuro, quindi deve andarsene.
(Pinguez)
Concordo! Poi fossero persone che chiedono… i profughi pretendono! Io sono di Reggio ma vivo a Prato (Toscana), qua fanno proteste perchè vogliono il wifi, perchè vogliono che la regola sull’orario serale in cui possono rientrare nei centri sia tolto, danno dei razzisti ai controllori che gli chiedono il biglietto e quindi non lo fanno! Ecco i “poveretti” che accogliamo! Buonisti/perbenisti, prendeteveli voi in casa! Basta sacrificare gli altri per far sembrare voi brave persone!
(Stratosphera)
Agli abitanti di Marola e ai villeggianti che si schierano in questo modo dico solo: vergognatevi! Poi domando anche, quanti tra questi abitanti sono disoccupati e nullafacenti? Di questi quanti si danno da fare in lavori socialmente utili per il proprio comune? Ripeto: vergognatevi! Non commento invece la perdita di valore degli immobili, in quanto solo uno stolto non si accorge che gli immobili han già perso valore da molti anni.
(Alessandro Torri Giorgi)
Lei Torri è d’accordo che certa gente senza futuro venga mantenuta alla faccia di chi lavora? Li vorrebbe, lei, di fronte alla porta di casa sua? Perchè non li hanno messi in centro a Carpineti, visto che a Marola non ci sono servizi? Come fa questa gente ad andare a lavorare senza una corriera che passa? Forse perchè per il malcontento a Marola si perde un centinaio di voti scarsi, mentre a Carpineti molti di più?
(Alessandro B.)
Rispondo ad Alessandro: posso assicurarti che a Marola esiste un nutrito gruppo di volontari che costantemente si prende cura della frazione (in accordo con il Comune), organizzando giornate ecologiche per la pulizia del proprio territorio, per la gestione e manutenzione del verde, delle aree di sosta, della rete sentieristica, ecc. Io sono uno di questi.
(Massimiliano G.)
Massimiliano ha pienamente ragione, qui a Marola vengono svolte giornate ecologiche e aiutiamo anche io e la mia famiglia, poi mi auguro che non succeda come i compari dei migranti che dovrebbero fare lavori socialmente utili a Cervarezza e invece fanno tutt’altro.
(S.C)
Se non fanno niente non va bene, se lavorano e pagano le tasse non va bene, se lavorano socialmente non va bene. Saremo forse un po’ razzisti?!
(Alessandro)
Non sarà per quei due villeggianti che vengono ad agosto… Turisticamente il paese è stramorto! L’età media mi pare alta, almeno questi ragazzi l’abbassamento un po’. Le vostre case sono già deprezzare perché il paese non offre nulla. Preferite due bar, di cui uno chiuso perché il titolare è agli arresti domiciliari per tentato omicidio? Geniali!
(MA)
Sono un abitante “indigeno” di Marola e dopo essere stato bollato per strada come razzista sento il dovere di dissociarmi chiaramente e pubblicamente dall’idea, emersa dalla assemblea organizzata dal Comune di Carpineti, che Marola (e i suoi abitanti) è un paese razzista che chiude le porte ai profughi. Per problemi di lavoro non ho potuto partecipare all’incontro, ma per quello che mi è stato riferito la stragrande maggioranza delle persone presenti erano villeggianti, ossia residenti occasionali che frequentano Marola solo per poche settimane all’anno. Gli abitanti di Marola, i veri residenti, erano pochissimi.
(A.C.)
Complimenti al cittadino indigeno di Marola, mai fare di tutta l’erba un fascio, non tutti i marolesi sono razzisti (dubbi non ne avevo) e non tutti i profughi sono un problema. Prendiamola come un’opportunità.
(Monja)
Se chi esprime il proprio pensiero, senza far ricorso a “frasi razziste e nemmeno volgari” come riferisce l’articolo, viene poi chiamato a vergognarsi, secondo quanto troviamo scritto in due commenti è comprensibile ciò che leggiamo in chiusura di queste righe, ossia “Il privato vuole mantenere l’anonimato per non rischiare ritorsioni”, a dirci quale è il clima in cui dovrebbe avvenire il libero confronto delle idee.
(P.B.)
Marola è spopolato, sembra un paese fantasma (anche se la pro loco cerca e organizza cose interessanti) e i residenti non sono proprio tutti giovincelli. Fare le barricate per l’arrivo di 4/5 ragazzi mi sembra il colmo, tra l’altro sarebbero impiegati in lavori socialmente utili. Quando sento “bighellonare” mi chiedo il senso, che vuol dire esattamente: che se non hanno una ramazza o una vanga in mano non possono godersi una passeggiata o una sosta godendosi aria e panorama del paese? Perché anche alcuni giovani nostrani a bighellonare in giro ce ne sono, anzi alcuni si annoiano così tanto che compiono atti vandalici, potremmo mandare anche loro a dare una mano ai profughi nei lavori socialmente utili! A leggere certe considerazioni sembra che ci si prepari all’arrivo di un orda di pericolosi criminali; per quel che concerne la svalutazione degli immobili è decisamente comica la cosa che preferisco non commentare. Al signore che dice “se li mettessero a casa vostra” rispondo che averli come vicini di casa non mi darebbe da fare, i vicini di casa li giudico dopo averli conosciuti e non prima.
(Monja)
Cara Monja, vorrei ti ritrovassi con 4 migranti esattamente al di là della siepe di casa tua e poi ne riparliamo. Nessuno ha sentito dei profughi di Cervarezza come impiegano le giornate? Sono arrivate voci che parlano di prostituzione e sembra una pratica in voga anche nel padovano, ad esempio (notizia Ansa). Hanno già capito come tirare su altri soldi…
(Alessandro B.)
Ho già detto che non mi darebbe da fare avere profughi come vicini, potrei esprimere eventualmente un giudizio dopo, come su qualsiasi altro vicino di casa. Leggendo i suoi commenti, sarei più preoccupata di avere lei come vicino di casa, le faccio notare che non sono migranti ma profughi. E ad essere sincera nemmeno avere vicini migranti mi darebbe problemi, ho imparato a giudicare le persone dal loro atteggiamento e comportamento e non certo dalla provenienza. Marola è un bel posto, mi piace venirci con i miei figli e non mi sento meno tranquilla per l’arrivo di 4/5 ragazzi.
(Monja)
Noto con rammarico e una certa irritazione il silenzio della Pro Loco di Marola che ha ospitato nella propria sede l’assemblea del sindaco e non mi risulta abbia pubblicamente preso le distanze dalla idea prevalente emersa dall’incontro, quando da oltre 50 anni (e come previsto dallo statuto fondativo) opera sul territorio di Marola promuovendo l’accoglienza alle persone e organizzando manifestazioni e motivi di incontro.
(A.R.)
I profughi di Cervarezza passano le loro giornate spaparanzati sulle panchine del paese a guardare il telefonino. All’inizio dovevano essere solo donne e bambini, ma tutte le settimane vengono cambiati e adesso sono quasi tutti uomini! Risolvendo così il problema della prostituzione che all’inizio si era creato! Ogni tanto, ma molto raramente, vengono impiegati per lavori socialmente utili ma data la spinta e la voglia di lavorare spiccata devono essere seguiti da operai del Comune, quindi se per far lavorare delle persone ne devo impegnare altri a seguirli non so dove può essere il guadagno! Complimenti agli abitanti di Marolas che si sono opposti, cosa che a Cervarezza, grazie ad un “bigottismo” esasperato, nessuno si è espresso! Anzi colui che li ospita solo ed esclusivamente a scopo di lucro è passato anche da benefattore magnanimo!
(L.r)
In quanto abitante di Marola e lavoratore mi sento insultato dal fatto che queste persone, che a breve avrò a 30 metri da casa mia, vengano mantenute in cambio di (forse) lavori socialmente utili. E secondo me è un insulto a chiunque lavori onestamente e paghi le tasse. Quei soldi dovrebbero essere destinati a famiglie reggiane o del comune che vivono in condizioni di disagio. Per fortuna non ho comprato casa a Marola, ma sono restato momentaneamente in affitto. Ora la prima cosa che farò sarà contattare l’Asl per verificare che la casa in questione (non di recente costruzione) abbia tutti gli impianti elettrici e idrici a norma, altrimenti il Ceis (al quale la casa è stata donata e la mette a disposizione) dovrà prima farsi carico di metterla a norma. E a chi dice che dobbiamo vergognarci, spero possano avere il piacere di avere 4 o 5 migranti nell’appartamento a fianco o nella casetta di fronte e poi voglio sapere se si sentono liberi e tranquilli come prima.
(Alessandro B.)
Io ci metto la faccia e mi firmo. Lei no. Detto questo, io li ospiterei anche in casa mia. Perché sa se scappassi io da una guerra, affrontassi il mare su un gommone, beh, vorrei anche io essere accolto. Come molti sanno casa mia è aperta a tutti, chiaro non ai razzisti e agli intolleranti. A questi auguro di non dover mai affrontare le pene di questi migranti, anche se per farvi capire sarebbe meglio che anche voi ci passaste. Basterebbero metà delle pene patite. Cordialmente.
(Alessandro Torri Giorgi)
Scusi se mi intrometto, ma non mi sembra che in Africa ci sia la guerra, sì, guerre tribali da sempre, ma non conflitti fra Stati. Questi scappano approfittandosi di chi ha veramente bisogno, come siriani, libanesi o iracheni, ma l’Italia è conosciuta per il livello d’intelligenza estremamente infimo, ormai i siriani se li sono presi i popoli del nord, Austria, Germania, Svezia, Danimarca etc., perché la maggior parte di loro sono laureati e hanno trovato buoni lavori in quei paesi, garantendogli una buona economia.
(S.C)
Sa Alessandro, devo riportarle due differenze tra me e lei. La prima: io mi firmo e ci metto la mia faccia. La seconda: io i migranti li ospiterei in casa mia.
(Alessandro Torri Giorgi)
Cosa stai aspettando? Comodo parlare.
(JP)
JP, si firmi per esteso, poi prendiamo contatto fuori da Redacon e le dirò come mi sto muovendo.
(Alessandro Torri Giorgi)
Aggiungo che a Marola mancano servizi primari e collegamenti con gli altri paesi. Hai voglia a fargli tirare su le foglie e potare i rami. Poi, cosa fanno? Paghiamo anche qualcuno che li scarrozzi in giro? Come ci vanno a lavorare, visto che a Marola non abbiamo nessuna opportunità di questo tipo?
(Alessandro B.)
In Italia sono tutti solidali e ospitali con i profughi finché ci sono i soldi dello Stato. Poi quando i soldini di Pantalone finiranno o verranno bloccati si faranno le barricate. Ovviamente non voglio fare di tutt’erba un fascio! C’è anche tanta gente che si prodiga senza secondi fini e a loro va il mio ringraziamento, per gli altri… il tempo è galantuomo e si vedrà chi ha lucrato su questi disgraziati.
(Andrea)
Qui non è il discorso di solo 4. E’ il discorso che sono i primi 4. Inoltre queste persone sono capaci di avere già moglie e figli al loro paese. Quindi chiedono il ricongiungimento. In Africa pare che negli ultimi trent’anni ogni donna abbia fatto mediamente sette figli. Alla faccia della fame e delle guerre. Quindi una volta diventati famiglia non potranno più stare in 4 in una stanza come quando arrivano. Ma gli si dovrà fornire un appartamento ciascuno. Come reperirli? Nella zona sono per la maggioranza doppie case. Quando i proprietari andranno in pensione, o lo sono già, riusciranno appena ad arrivare alla fine del mese e non avranno i soldi per pagare l’Imu di queste case di villeggiatura cui l’Imu e’ triplicata dal 2000 ad oggi e che ora con la riforma del catasto aumenterà ancora. Ergo, nel corso degli anni verranno probabilmente pignorate dallo Stato. Verranno date agli extracomunitari? Quindi dai primi 4 profughi, con i ritmi d’arrivo attuali, diventeranno presto 100? Con moglie e figli 800? Quindi nel giro di 10 anni in quel luogo si avvererà forse il temuto programma di sostituzione dell’etnia europea chiamato piano Kalergi? Secondo aspetto non meno importante. Si sa chi sono queste persone? Assolutamente no. Scappati dalle carceri, dementi o psicopatici, ladri comuni, ex mercenari? E’ ben possibile. Perchè quando arrivano buttano via i documenti e ti dicono quello che vogliono. E gli sguardi e gli atteggiamenti ombrosi che hanno quando sono in gruppo spesso lasciano più di un timore. Terzo aspetto. Fanno i lavori socialmente utili? Peccato che in base a quanto costano queste persone è stato calcolato che una loro ora di lavori socialmente utili costa 500 euro. Cinquecento euro. Visto che quasi nessuno scappa dalla guerra o dalla fame e te lo dicono anche loro, e che con il costo per aiutarne uno qua, che poi non lo aiuti, in Africa se ne aiutano 35, allora perché non farlo? Business? Bacino di voti?
(Mario D.)
P.s. Attenzione, poi. Sono tutti giovani che pensano di venire qua a fare qualche anno di bella vita. Perchè magari qualcuno di loro che è stato messo in albergo con piscina gli manda la foto in Africa. E loro pensano di venire qui a fare uguale. Quando vedono che vengono messi in posti isolati di montagna non ci vogliono stare e incominciano a protestare e a diventare ingestibili. La soluzione è dare contributi agli Italiani a far figli e non importare etnie lontane dalla nostra per farci sostituire e ancor prima invadere e sottomettere.
Quello che noto, e che la maggior parte della gente non arriva a capire, è che la soluzione non è “piazzarne” 10-15- 20 ecc. a destra e a manca. Non si può pensarla così, è assurdo! Bisogna parlare di cose serie a livello nazionale, sia per noi che per loro: che futuro o crescita possono avere a Marola piuttosto che Cervarezza o Ramiseto o dite voi dove. Ci vuole un programma serio europeo che sviluppi i luoghi da dove arrivano, solo in questo caso avranno vantaggi a non muoversi e il resto d’Europa creerebbe lavoro e sviluppo per tutti. A grandi linee (scrivendo è difficile spiegare tutto) io la vedo così. Il resto è solo bianchi contro neri e non porta nulla di buono a nessuno.
(R.C)
Applausi per “R.C.” che ha centrato il problema. Inseriti in questo contesto per loro non c’è futuro e si capisce benissimo che è solo un “volerli piazzare da qualche parte” diciamocelo, per fare cassa. Avrebbero molte più opportunità di qualunque tipo in città.
(Alessandro B.)
Solo per completare il commento delle 15,28, non ultimato per motivi di spazio. Ribadisco che l’ignoranza e l’egoismo di poche decine di persone che riversano su un piccolo paese di montagna paure e frustrazioni derivanti da altri luoghi e contesti, non possono in nessun modo rappresentare il sentimento è la sensibilità di una intera comunità.
(A.C.)
Trovo ormai patetici i perbenismi che portano peraltro a giustificare e ad accettare determinate situazioni solo quando accadono a casa altrui. Penso che accanto alle belle parole bisognerebbe fare un gesto concreto di ospitalità e di accoglienza: in casa propria intendo (quasi tutti abbiamo una camera libera, un divano letto, una seconda casa). Dopo di che verrebbe dimostrato che non si tratterebbe solo di perbenismo ma di credo. Questo sì che sarebbe di esempio. Tutto il resto ormai fa davvero ridere.
(Una cittadina del Ventasso)
Ho saputo dell’incontro solo domenica (non risiedendo in pianta stabile a Marola), altrimenti avrei partecipato. Leggendo certi commenti mi viene proprio da sorridere, il classico perbenismo e buonismo all’italiana, di quelli pronti a puntare il dito contro gli altri, ma che poi messi nella stessa situazione si opporrebbero con tutte le loro forze. Io ammetto che non gradirei assolutamente questa cosa, quasi da decidere di non passare a Marola il consueto periodo che ci passo abitualmente. E tengo a precisare che sono originaria di lì, ci ho anche abitato, quindi so di cosa parlo. Volete chiamarmi razzista? Fatelo pure, le etichette le date voi. Io non lo sono e non mi considero tale. Penso che con tutti i problemi che abbiamo e le tante famiglie nostrane (anche in montagna) che vivono in condizioni disagiate o necessitano di un lavoro si dovrebbe dare la precedenza a loro e non, come sempre accade, ad altri. Ma del resto chi come me abita in pianta stabile in città sa benissimo che ormai è routine. E per chi afferma che ci sono persone che sono a casa a fare nulla e non fanno lavori socialmente utili vorrei solo ricordare che tutti gli interventi fatti a Marola, tutto il programma portato avanti dalla Pro Loco, tutte le manifestazioni sono garantite da un nutrito gruppo di persone volontarie che nonostante in molti casi abbiano la loro occupazione lavorativa, dedicano il loro tempo libero (che e sempre meno per tutti) per dare una mano. Quindi prima di parlare se le cose non si sanno, meglio tacere…
(F.B.)
Questo è l’esempio del modo di pensare delle persone ignoranti e culturalmente povere, assodare per partito preso che questi “migranti” siano i “cattivi”, mentre i cittadini “abitudinari” di un paese siano tutti bravi, santi e onesti. Continuate a gridare al lupo, senza guardare nel vostro orticello, un giorno sono i migranti, il giorno dopo il vicino di colore, quello dopo la famiglia povera… e se il problema foste voi? Poi magari queste persone a parole dispensano amore, perdono, carità, solidarietà. Pregiudizi, giudizi e cattiveria, io ci vedo solo questo. Mi piacerebbe sapere da queste persone quale soluzione hanno per questi migranti.
(Barbara)
Apprendo da un ulteriore commento che nell’esporre civilmente e schiettamente il proprio punto di vista non solo si può indispettire chi la pensa diversamente da noi, al punto da fargli dire che dovremmo vergognarcene, ma si può suscitare anche ilarità, allorché le nostre opinioni vengono giudicate talmente comiche da non meritare neppure di essere commentate. Ma chi si erge a severo “censore” delle altrui parole e posizioni e bolla, ad esempio, quale inaccettabile chiusura e rigidità il sentimento di diffidenza e preoccupazione espresso dagli abitanti del luogo, in questo come in altri casi, potrebbe anche domandarsi se in questo loro modo di sentire non c’entri qualcosa il crescente, se non dilagante, senso di sfiducia verso le istituzioni e ciò che le stesse ci propongono (credo sia ancora concesso di provare uno stato d’animo di questo genere, ossia di scarsa fiducia, ma forse mi sto sbagliando).
(P.B.)
Io non sono censore di nulla, ho espresso il mio parere e a mio avviso alcuni dei commenti non erano di preoccupazione (vorrei leggere però motivazioni reali, perché il deprezzamento degli immobili per l’arrivo di 4 profughi non lo è), ma di aperto ed evidente pregiudizio. L’arrivo di 4/5 uomini ha scatenato a suo dire diffidenza e preoccupazione e allora onestamente mi spiega la ragione? Si hanno notizie o dati che identificano queste persone come criminali, delinquenti, individui pericolosi? Se si ha paura, si ha paura perché sono estranei, quindi stranieri? E se è questo, mi chiedo se si fossero trasferiti a Marola 4 ragazzi inglesi, francesi ci sarebbero state queste diffidenze e timori? O è la loro provenienza a creare tutta questa avversione? Posso capire i discorsi della scarsa presenza di mezzi, la preoccupazione che questi giovani avranno nello spostarsi, ma comprendo e credo che in una piccola realtà sia più facile integrarsi se si ha la volontà di farlo, l’integrazione è possibile solo se il cammino si compie da ambo le parti e se già prima di arrivare hanno addosso un’etichetta negativa il percorso non può che essere in salita. Vogliamo dare una possibilità a queste persone, a questi ragazzi, al netto delle nostre paure, delle nostre convinzioni politiche, o dobbiamo far sì che la paura ci rinchiuda nelle nostre case e nelle nostre vite? Come ho già scritto, vogliamo vederla come un’opportunità o è meglio cedere ai pregiudizi e alla paura? Ci sono innumerevoli discorsi da fare sull’arrivo dei profughi, sulle motivazioni che li spingono a lasciare i loro paesi (per favore, più serie che non l’hotel con piscina in foto), sulla loro gestione, accoglienza, integrazione e stessa cosa sulle politiche di gestione del fenomeno migratorio che se anche vengono percepiti spesso come un unica cosa, in realtà non lo sono (profughi e migranti non sono nell’identica situazione), sono cose di cui è urgente e necessario che la politica si occupi e comprendo preoccupazioni e diffidenza. Ma qui e adesso siamo davanti a 4 ragazzi che chiedono di essere accolti, comunque la si pensi, “le barricate in difesa di Marola e della sua libertà” (citazione) non le trovo accettabili e francamente non chiedo agli altri di vergognarsi, me ne vergogno io come cittadina montanara, perché ricordo da sempre una montagna pronta a rimboccarsi le maniche per aiutare chiunque nel momento del bisogno, anche il “vicino di casa poco gustoso”.
(Monja)
Noi insegnanti passiamo le nostre giornate cercando di rendere l’inclusione una cosa “normale”, studiamo strategie, facciamo corsi di aggiornamento in tutta Italia, ci confrontiamo con colleghi di scuole diverse e mille altre cose per poter rendere la scuola “di tutti e di ciascuno” come dicono le nostre indicazioni nazionali… poi leggi queste cose e ti rendi conto che ogni tuo sforzo è vano, che non c’è studio, corso, strategia, che possa valere qualcosa se poi a casa le famiglie insegnano questo. Bambini che a scuola giocano assieme a prescindere dal colore della pelle, perché si sentono tutti uguali e poi genitori, zii, nonni, che gli ricordano che sono diversi, che non si devono mescolare. Io mi chiedo: cosa lavoriamo a fare? Cosa possiamo noi, umili insegnanti, contro la potenza delle famiglie? Volete insegnare questo ai vostri figli? Bene, io mi arrendo! I miei figli, però, la festa della castagna la faranno da un’altra parte.
(Insegnante deluso)
Forse chi è ostile a questo arrivo guarda cosa avviene oltre Boastra o Migliara! Stime del governo tedesco valutano in oltre 350.000 i migranti che giungeranno in Italia (notizia riportata da un giornale elvetico e non mi sembra smentita), il debito pubblico italiano al momento è 2.410.587.247.730 euro, i disoccupati sempre al momento 3.530.388, in gran parte giovani: mi sembra che il problema non siano le 5 persone che potrebbero venire a Marola! Ogni notte a Ventimiglia centinaia di migranti si mettono in cammino ed entrano in Francia, al mattino la polizia francese li ferma, controlla i documenti che non hanno e li riporta in Italia! Razzisti quelli di Marola? Mah…
(C. A.)
Ma cosa hanno votato i marolesi? Continuate così: a votare PD.
(LC)
Monia, se Marola è un paese fantasma, meraviglia! Pensa che io tutti gli anni faccio centinaia di km per cercare ciò! Paese con poca gente e vuoto… se a noi sta bene che te ne importa? Io “detesto” Marola in agosto (infatti me ne vado) quando c’è confusione e rimpiango quando ci abitavo i mesi invernali con 4 gatti! Se voglio confusione vado altrove.
(F.b.)
Chiedo venia, paese fantasma ha molteplici interpretazioni, forse era più consona un’altra espressione, ma certo Marola non è un paesino con problemi di eccessivo popolamento e l’arrivo di 4/5 persone (leggendo alcuni commenti sembra che alcuni diano per scontato siano criminali, delinquenti, svogliati, dementi, addirittura hanno comportamenti inquietanti e, udite udite, stanno al telefonino e quindi pericolosi) non mi sembra renda Marola un coacervo di insicurezza e caos. Ripeto trovo Marola un bel posto, certe persone che hanno commentato mi piacciono decisamente meno.
(Monja)
Questa, purtroppo, è una guerra tra poveri, noi Italiani ormai con le pezze al culo e questi poveracci che inseguono, quello che ormai è solo un miraggio: una vita decorosa. Tutto questo grazie a una classe politica inetta, che continua a far finta di non vedere l’ovvio e cioè la necessità di mettere ordine in questo disastrato Paese, anche a costo di decisioni impopolari, ma ormai indifferibili: rigore e austerità.
(Ivano Pioppi)
Buongiorno, sono nato a Ligonchio e trascorro spesso week end e periodi di ferie nel mio paese di origine dove ancora ho una casa. A differenza di molti che frequentano Ligonchio solo quando in pianura si “scoppia” dal caldo, io sono presente durante tutto l’anno, inverno compreso, a Ligonchio come dice mia madre l’inverno è lungo quasi 8 mesi. Da notare che a Ligonchio, paese purtroppo ormai di sole persone anziane, in inverno saranno presenti 130 persone (e probabilmente sto esagerando). A Ligonchio stiamo ospitando 5 rifugiati che dopo un primo periodo iniziale adesso aiutano a tener pulito il paese sotto la guida della municipalità locale. Sono 5 ragazzi giovanissimi di 20 anni ed anche meno. Quando li vedo mi si stringe il cuore, perché purtroppo per loro a Ligonchio non c’è nessun futuro, questo è il vero problema. Pertanto, cittadini, ma soprattutto a quanto pare villeggianti di Marola, state tranquilli, di certo non saranno 4 o 5 giovanotti a turbare le vostre vacanze tranquille. Piuttosto cercate di fargli fare qualcosa, così potranno sentirsi utili e riusciranno a scacciare la noia e la solitudine che di certo li perseguitano. Vale la pena che ricordiamo che nel primo ‘900 da Ligonchio e così da molti altri paesi della nostra montagna sono emigrati tanti per l’America, lo stesso mio bisnonno, il nonno di mia moglie e davvero tanti altri. Sono partiti con le valige di cartone legate con una corda e le “pezze al culo”, ne hanno viste di cotte e di crude quando sono arrivati, non dimentichiamoci che siamo stati noi, e non tanto tempo fa, emigrati in paesi lontani o anche vicini, trattati come bestie. Oggi i nostri figli emigrano per lavorare (mio figlio è all’estero ormai da 4 anni), l’Italia rischia di perdere tanti giovani in gamba e che dovrebbero essere il nostro futuro. Li facciamo studiare, li prepariamo a dovere e poi non abbiamo modo di farli lavorare in Italia e loro se ne vanno via. Speriamo davvero che l’Italia non diventi solo una nazione di vecchi. Scusate se mi sono intromesso in una “grana” prettamente locale, ma mi sono sentito di dare il mio contributo ed il mio punto di vista circa la questione, che ritengo davvero poco significativa. La tolleranza è alla base del vivere civile, così credo e spero sarà anche a Marola dove prevarrà il buon senso ed appunto la tolleranza. Saluti.
(Vittorio Bigoi)
Splendido intervento. Grazie, grazie, grazie!
(Monja)
Innanzi tutto credo sia necessario considerare in modo diverso le migrazioni organizzate e concordate, rispetto a quelle selvagge. Quando gli italiani sono andati in Belgio o in Germania o in America del Nord o del Sud, lo facevano seguendo accordi tra Stati e regole ben precise. In secondo luogo, la Dichiarazione dei Diritti Umani stabilisce che hanno diritto di asilo i rifugiati e i profughi. Per quanto riguarda i migranti economici, stabilisce che non c’è nessun obbligo di accoglienza. Credo che sia di comune conoscenza che la percentuale di coloro che ottengono lo status di rifugiato, tra i migranti che sbarcano in Italia, è pari al 5%: Gli altri, sono migranti economici. Per quanto riguarda i migranti economici, sono i singoli Stati che stabiliscono il numero degli ingressi, in base a considerazioni di ordine generale relative all’interesse della Nazione. Questa idea che chiunque lo desidera può entrare e stabilirsi in Italia non ha nessun fondamento economico, né sociale, né giuridico. Del resto, Macron lo ha detto chiaramente: nessun migrante economico entra in Francia. In Italia, invece, porte aperte per tutti? Per voi è normale che 500.000 giovani italiani, che lo Stato (cioè noi) ha contribuito a formare negli studi e nella preparazione tecnica e culturale, debbano emigrare (con regolari accordi presso altri Stati) perché qui non trovano lavoro, e debbano essere sostituiti con altrettanti migranti, perché altrimenti “diventiamo un Paese di vecchi”? E chiedersi come mai devono emigrare? Chiedersi cosa possiamo fare per mantenerli a lavorare nel loro Paese e contribuire alla crescita economica e culturale della Nazione che li ha sostenuti e formati, e pagare le pensioni ai loro genitori? Questo non va bene? La parola “Nazione” ci dà fastidio? Il senso di colpa ci divora? Non ci meritiamo la cultura, lo stato sociale, il progresso tecnico che abbiamo costruito nei secoli, e che caratterizza la nostra identità? Oppure, come suggerisce la terza carica dello Stato, dobbiamo “abituarci a vivere come i migranti”? L’integrazione funziona con piccole percentuali; oltre, c’è la disintegrazione. Che, peraltro, va benissimo, per chi considera l’uomo come merce-lavoro, senza cultura e tradizioni e, soprattutto, senza capacità di organizzarsi autonomamente. Innanzi tutto credo sia necessario considerare in modo diverso le migrazioni organizzate e concordate, rispetto a quelle selvagge. Quando gli italiani sono andati in Belgio o in Germania o in America del Nord o del Sud, lo facevano seguendo accordi tra Stati e regole ben precise. In secondo luogo, la Dichiarazione dei Diritti Umani stabilisce che hanno diritto di asilo i rifugiati e i profughi. Per quanto riguarda i migranti economici, stabilisce che non c’è nessun obbligo di accoglienza. Credo che sia di comune conoscenza che la percentuale di coloro che ottengono lo status di rifugiato, tra i migranti che sbarcano in Italia, è pari al 5%: Gli altri, sono migranti economici. Per quanto riguarda i migranti economici, sono i singoli Stati che stabiliscono il numero degli ingressi, in base a considerazioni di ordine generale relative all’interesse della Nazione. Questa idea che chiunque lo desidera può entrare e stabilirsi in Italia non ha nessun fondamento economico, né sociale, né giuridico. Del resto, Macron lo ha detto chiaramente: nessun migrante economico entra in Francia. In Italia, invece, porte aperte per tutti? Per voi è normale che 500.000 giovani italiani, che lo Stato (cioè noi) ha contribuito a formare negli studi e nella preparazione tecnica e culturale, debbano emigrare (con regolari accordi presso altri Stati) perché qui non trovano lavoro, e debbano essere sostituiti con altrettanti migranti, perché altrimenti “diventiamo un Paese di vecchi”? E chiedersi come mai devono emigrare? Chiedersi cosa possiamo fare per mantenerli a lavorare nel loro Paese e contribuire alla crescita economica e culturale della Nazione che li ha sostenuti e formati, e pagare le pensioni ai loro genitori? Questo non va bene? La parola “Nazione” ci dà fastidio? Il senso di colpa ci divora? Non ci meritiamo la cultura, lo stato sociale, il progresso tecnico che abbiamo costruito nei secoli, e che caratterizza la nostra identità? Oppure, come suggerisce la terza carica dello Stato, dobbiamo “abituarci a vivere come i migranti”? L’integrazione funziona con piccole percentuali; oltre, c’è la disintegrazione. Che, peraltro, va benissimo, per chi considera l’uomo come merce-lavoro, senza cultura e tradizioni e, soprattutto, senza capacità di organizzarsi autonomamente.
(Commento firmato)
Vergogna è un sentimento che sarebbe bene instillare in persone che credono di avere la verità in tasca, che sfoderano posizioni, giudizi e paure prima di conoscere le persone, ai quali vanno sicuramente meglio e si sentono a proprio agio con problemi nascosti e taciuti di propri connazionali e rifuggono la cultura altrui. Vergogna è un sentimento utile se porta alla riflessione, quattro, cinque ragazzi a Marola… ma ci si rende conto che le città sono multirazziali ed il nostro futuro è questo? Qualcuno forse immagina una montagna reggiana di soli bianchi nei prossimi 50 anni? Pensa di spendersi per questo? Ci ha già provato qualcuno.
(Cv)
Io sono un migrante, i miei genitori pure e neanche noi ci sentiamo al sicuro nè liberi: per via dei pregiudizi e stereotipi (aggressioni xenofobe, insulti oppure nordisti in macchina convinti che le strisce pedonali non siano un mio diritto). I nuovi migranti potrebbero operare come bodyguard nei bar di Marola, vista la violenza che dilaga con il consumo autorizzato e smodato di alcolici.
(Stufo delle censure)
E se provassimo invece a parlare con loro, a chiedere della loro vita, ad aiutarli ad imparare l’Italiano, a conoscere le loro e le nostre usanze, ad invitarli una volta a cena, a scambiarci opinioni ed esperienze, ad aiutarli ad inserirsi nelle nostre comunità? Forse il destino del nostro Paese è anche nelle loro mani, tenuto conto del disastro demografico cui gli Italiani (e gli europei) stanno andando incontro. E non rispondete con la solita solfa dell’aiuto alle famiglie (pur necessario): anche nella ricca Germania, nella quale il sostegno alle famiglie è a livelli elevati, il livello di natalità è inferiore a quello dell’Italia. Se vogliamo crescere in civiltà non c’è scampo alla globalizzazione: dobbiamo solo volonterosamente impegnarci a governarla.
(Loris da Febbio)
A leggere i commenti dei cittadini di Marola (o perlomeno di alcuni di essi, la crema del felice borgo?) mi spiego perchè sempre meno turisti villeggiano nel paesello. Gente ospitale!
(MA)
Mi dispiace che Redacon, testata che ho sempre ritenuto attendibile e libera, abbia scritto nel proprio articolo solo le cose da suscitare scalpore. Probabilmente nessuno della redazione era presente all’incontro. Non si è parlato solo di perdita di libertà o di valore degli immobili, che concordo con altri, fa ridere. Nell’articolo non si è parlato di altre considerazioni emerse e debbo dire che anche il titolo è dal mio punto di vista fuorviante. Le considerazioni omesse riguardavano il fatto che Marola non è collegata direttamente con mezzi pubblici e questi restano a oltre 2 chilometri, strada da percorrere in ogni stagione: bella brutta o con la neve. Inoltre non c’è la farmacia e il medico è presente solo sporadicamente. La prospettiva di utilizzarli per lavori socialmente utili sarebbe gravata solo sui volontari e questi giustamente, essendo volontari, non avrebbero potuto occuparsi di un impegno costante e quotidiano. Da qui il perchè nessuno avrebbe voluto gestire i migranti anche se facevano servizi utili alla collettività. Altre considerazioni non emerse: chi gestirebbe 4 persone decentrate rispetto alle altre gestite direttamente nel capoluogo? In caso di necessità a chi si sarebbero dovuti rivolgere? A Marola non esiste nessun distaccamento comunale o del Ceis. Come integrare queste persone quando i residenti (non sono 222 come scritto, ma la metà) sono anziani (che magari escono poco) o lavorano fuori paese? Fare il paragone con altre realtà come Cervarezza o Ligonchio non ha senso: Hanno una corriera di linea che passa in paese più volte in un giorno (possono spostarsi…), hanno servizi comunali in grado di occuparsi da vicino, hanno farmacia e medico ecc. Riportare solo parte delle cose emerse non trovo sia corretto, questo è il mio pensiero.
(M.G.)
Giusto una nota “MG”, probabilmente lei l’Africa non l’ha mai vista. E non parlo dell’Africa dei villaggi turistici, parlo dell’Africa quella vera. Se l’avesse vista, ma banalmente se avesse letto una qualche rivista, scoprirebbe che 2 km da fare a piedi non sarebbero nulla. In Africa i km che si fanno a piedi, magari per andare a prendere l’acqua (perchè sa, non sempre c’è un pozzo vicino al proprio villaggio) sono molti di più. Quindi non cerchiamo di nasconderci dietro il dito del “non li vogliamo qua per il loro bene”, bisogna essere sinceri con un bel “noi qua non li vogliamo” come altri hanno fatto. A lei e a chi la pensa come lei do un suggerimento, iniziate a parlare con quelli che considerate diversi e sicuramente scoprirete che la realtà è ben diversa da quella che credete.
(Alessandro Torri Giorgi)
Vede Giorgio, lei è prevenuto. Se lei legge attentamente il mio intervento io mi sono limitato a sottolineare che nell’articolo non erano presenti alcuni interventi dell’incontro. Lei era presente? Non ho aggredito nè offeso nessuno! Saluti e distensione!
(M.G.)
Caro Alessando, in ogni intervento che tu fai vedo solo odio, astio e rancore verso le persone che non la pensano come te. Ti spiego una cosa che forse ancora non sai: non sei il depositario unico della veritá. Non basta scrivere qualche sparata sotto un articolo per trasformarti in Madre Teresa di Calcutta. Più che un buon samaritano mi sembri un piccolo Borghezio, sei dall’altra parte, ma la sostanza cambia poco, offese e odio la fanno sempre da padrone. E’ logico che il problema non sono quattro persone, ma è ancor piú logico che la soluzione non puó essere spostare centinaia di milioni di persone dall’Africa in Europa. Serve un progetto, serve capire a quante di queste persone possiamo dare un futuro da esseri umani e non da animali, e per questo serve molto più coraggio e intelligenza che dire li porto tutti a casa mia.
(Mauro Zanni)
Parlare di odio dove non c’è mi sembra un po’ eccessivo, signori. Io quel che auguro a quelli come voi è di non aver mai bisogno dell’aiuto di nessuno, ma nel caso di ricevere lo stesso trattamento che voi riservate agli altri.
(Alessandro Torri Giorgi)
Basta buonismo, non porta da nessuna parte! L’Italia agli Italiani, i nostri avi la guerra l’hanno combattuta, non sono scappati!
(Pinguez)
Già, come il famoso enunciatore del motto “Italia agli Italiani”, che ha fatto fare la guerra ad altri. Ricordo che lo hanno preso mentre cercava di fuggire con l’amante in lidi più sicuri, il grande difensore della “famiglia italica” che liquidò la moglie e madre dei suoi figli con una telefonata. Almeno usate frasi meno nefaste e di personaggi un po’ meno discutibili.
(Monja)
Ciao Monja, ti sto rispondendo dall’India dove abbiamo aperto uno stabilimento e diamo da lavorare a questa gente, non come fai tu che predichi accoglienza alla faccia dei nostri miserabili pensionati che vanno a raccattare cibo nella spazzatura. Vai in Africa a fare del bene a questi disgraziati; quelli di Marola sono padroni a casa loro!
(Onny)
Quanti leoni da tastiera. Poi parla uno che in Italia neanche ci vive. Onny le auguro che in India le riservino lo stesso trattamento che quelli come lei riserverebbero agli immigrati in Italia. Perchè sa, anche l’Indiano è padrone a casa sua!
(Alessandro Torri Giorgi)
Come mai è in India ad aprire uno stabilimento e non a Marola, per garantire un futuro a tanti giovani Italiani in cerca di un lavoro e magari chissà anche ai 4 “pericolosi profughi”? Potrei anche insinuare che forse è in India perché il costo del lavoro è irrisorio e quindi la ditta ci straguadagna. Inoltre siccome l’Italia è anche il mio Paese (Marola è in Italia) sono anche io padrona a casa mia e anche quei marolesi che contro i profughi e i migranti non hanno nulla, il suo pensiero vale il mio.
(Monja)
Uno dei problemi dell’Italia è la mancanza di lavoro e la delocalizzazione delle industrie e degli stabilimenti e tutto in nome del profitto, non quello giusto guadagnato con il lavoro ben pagato e con le giuste tutele ai lavoratori, ma quello dello sfruttamento di lavoratori che in altri Paesi sono sottopagati e non hanno diritti. Io non considero miserabili i nostri pensionati, semmai sono indigenti, invece i miserabili sono quelli a cui il terzo mondo piace perché sfruttabile. In Italia c’è così tanto lavoro che le ditte devono aprire in altri paesi (magari poi l’etichetta è made in Italy) perché qui siamo oberati da industrie in ogni angolo, il nostro Appennino è pieno di giovani subissati da offerte di lavoro! Signor Onny, abbia la decenza di non fare prediche agli altri, la pagliuzza che vede negli altri potrebbe essere una trave nel suo caso.
(Monica)
Perché non ci chiediamo come mai gli industriali delocalizzano? Perché non ci chiediamo se c’è una relazione tra immigrazione selvaggia e delocalizzazione? Perché stiamo qui a discutere degli effetti e non delle cause? Ci rendiamo conto che se non discutiamo delle cause subiremo gli effetti senza capire il perché?
(Commento firmato)
Certi buonisti non li comprendo proprio e vorrei farli riflettere sul fatto che la nostra libertà di oggi è frutto di guerre combattute dai nostri nonni, non hanno lasciato la famiglia per scappare e vivere da turisti. Inoltre tutti sappiamo bene che chi è emigrato dal nostro Paese non è stato accolto in alberghi con piscina in modo gratuito e con la soddisfazione delle loro pretese molto superflue. Chi è emigrato ha dovuto sacrificarsi in mille modi e adattarsi e soprattutto ha dovuto lavorare duro per guadagnarsi da vivere.
(Ania)
Il vero errore è quello di parlare di “4 immigrati”. Insomma, quello di guardare alla categoria e non alle persone. Che essendo solo 4 potrebbero presentarsi o farsi presentare per quello che veramente sono, anzitutto persone: quanti anni hanno? Single o sposati? Che studi hanno fatto? Nazionalità? Figli? Qual è il motivo del loro esse profughi? Persino i cani non sono uno uguale all’altro. Io ne ho uno che una vicina mi ha messo sotto la finestra, fisso in un box, che non mi fa dormire. E non sono ancora riuscito a farlo spostare, perchè lui è della categoria dei cani. In un comune in cui qualcuno pensa che i cani debbano avere più diritti dei cristiani o dei musulmani le proteste su 4 profughi vanno gestite fino in fondo. Andando nel merito delle persone (non della categoria) che chiedono ospitalità.
(Mi Fido dell’uomo)
Rispondo al signor Torri: magari mi trattassero come gli immigrati che voi di sinistra fate arrivare, così avrei hotel, pranzo e cena a gratis. Non pretendo il wifi, mi accontento!
(Onny)
Non so a voi, ma a me è sorta una domanda spontanea: quando gli operai che lavorano alle gallerie finiranno e se ne andranno, secondo voi il seminario resterà vuoto? E quando verrà destinato all’accoglienza, a Marola si faranno le barricate? Oppure ci si ricorderà della cara, vecchia, generosità cristiana che tanti bigottoni ci sbattono in faccia alla domenica fuori dalle chiese ma che poi, scommetto, sono quelli che “noi i profughi non li vogliamo”?
(S.C)
Ma anche basta, con questa storia dei “profughi” e della carità cristiana. Hanno diritto d’asilo (in quanto profughi) il 5% degli arrivi in Italia. Il resto sono migranti economici che non hanno nessun diritto di ospitalità, se non nel quadro di accordi tra Stati, nell’interesse dei rispettivi cittadini. Se questi accordi non ci sono, sono immigrati illegali. Se non c’è un reciproco interesse, allora si tratta di una invasione. Armi di migrazione di massa: così sono stati definiti questi movimenti di popolazioni che non hanno nulla di spontaneo, ma sono gestiti e organizzati. Esclusi i 4 presenti a Marola, naturalmente.
(Commento firmato)
È più ridicolo chi espone le sue “teorie” dalla comoda poltrona di casa sua, che non ha mai abbandonato il paese e non ha idea di che succede fuori dal suo porticato e comunque si ostina a pensare che la sua opinione abbia un valore, oppure chi, manco avesse il Sancho Panza a dargli corda, persevera a discutere con il primo tipo di individuo?
(A.C.)
Insomma, se foste voi i profughi, perché in Italia c’è la guerra ed emigraste in un altro paese, partendo dai presupposti: che vogliate ricrearvi una vita dignitosa ed indipendente, che non siete automuniti, che non conoscete nessuno, che probabilmente conoscete poco anche la lingua, che riniziare una nuova vita in un paese straniero non è semplice, vorreste essere “piazzati” in un paese come Marola, Ligonchio, Valestra, Villa Minozzo ad esempio, o pensate di avere maggiori possibilità in una città o cittadina come Scandiano o come Reggio? O non ve ne fregherebbe niente perché tanto vi mantengono?
(Alessandro b.)
Buon pomeriggio, sono un residente di Marola e leggendo i commenti dei giorni scorsi di alcune persone mi sento in dovere di rispondere e difendere Marola e i suoi abitanti. Nello specifico al signor Alessandro Torri Giorgi vorrei replicare che le persone che lavorano e cercano di valorizzare il loro paese non si vergognano mai. L’associazione turistica Pro Marola in questi anni sta facendo di tutto per rilanciare il paese, con impiego di forze e tempo da parte di tanti volontari. Si vergogni Lei! Li vuole ospitare a casa sua?! Lo faccia! O meglio, visto che si trova bene con queste persone, si trasferisca Lei in Libia o in Nigeria. Qui in Italia, considerando i dati 5 milioni di residenti stranieri, 73mila arrivi da gennaio 2017, penso che ne abbiamo abbastanza. Ci dobbiamo preoccupare anche di come impiegare queste persone?! Perchè non pensiamo prima di occupare i 3 milioni di disoccupati italiani? Mi meraviglio anche della signora Monja, che ha dei figli e che non si preoccupa della loro sicurezza; Le ricordo che il 50% delle carceri del Nord Italia sono occupate da stranieri. Caro signor Torri, la crisi che in questi anni ha colpito anche il settore immobiliare ha contribuito a svalutare gli immobili; ospitare migranti peggiorerebbe solo la situazione. Forse qualcuno non si rende conto di come si è trasformata Cervarezza e in quale stato di degrado si trova, noi non vogliamo che anche Marola diventi una realtà del genere. Complimenti a tutti quelli che hanno fatto valere le proprie ragioni nell’assemblea di sabato scorso. Faremo di tutto per difendere Marola!
(Maicol)
Il settore immobiliare è dovuto ad una crisi internazionale dati gli assetti economici delle nazioni industrializzate. Si informi, le statistiche citate sono al limite del ridicolo. A tutti quelli che si chiedono come impiegare persone in procinto di studiare: lingua/cultura/leggi (in uno Stato ove la popolazione è tutto il contrario di collaborativa) suggerisco di cercare vere informazioni: un rifugiato non può lavorare, se cerca di aiutare con del volontariato chiedetevi perché i vostri giovani figli non hanno questo spirito. Un migrante se dimostra e cerca di lavorare, con un contratto che gli garantisca minimi diritti, in Italia viene rimpatriato. Qualcuno si è forse dimenticato che la politica crea e approfitta del caos al fine di deviare il discorso pubblico sulle vere problematiche. Vi prego di cercare e verificare i dati che tendono a creare allarmismi. Dove sono finiti i lumi della ragione?
(Stufo delle censure)
Diamo i numeri sui problemi della montagna: forno crematorio 3004 letture/29 commenti; chiusura estiva punto nascite 2013 letture/9 commenti; Punto nascita Sant’Anna posizione Cicogne/Pd 4531 letture/37 commenti; le Cicogne non mollano 3481 letture/18 commenti; Ministro vogliamo partorire qui 2236 letture/2 commenti; Rossi le partorienti possono fare 72 ore in città 3564 letture/18 commenti. Eccetera… Profughi Marola 5072 letture/65 commenti. State sereni signor Alessandro B., signor Maicol, signor Onny e company state “combattendo” per difendere Marola, difendete e fate i padroni a “casa vostra” perché il problema della montagna sono qualche decina di profughi e qualche migliaio di migranti. Tanto tra una decina d’anni il destino della montagna è segnato, se non si cambia rotta, e non certo per colpa e causa degli stranieri. Mi raccomando fate le barricate per difendere quello che è già morto o quasi. Continuate a guardare il dito, continuate a pensare che il problema siano “gli altri” e non che il problema siamo noi. Un appunto, giusto a memoria (confesso, non ho riletto tutti i commenti), non ricordo vostri commenti battaglieri e minacciosi di barricate in difesa del reparto maternità e dell’ospedale, capisco poi i villeggianti, per loro è semplice godere della pace, della tranquillità della montagna per un paio di settimane l’anno, tanto loro i servizi li hanno comodi in città con reparti maternità a 15 minuti da casa, che importa se poi il resto dell’anno Marola e la montagna sono deserti (altro che Sahara!), loro non ci vivono ci fanno i “fighi” giusto quando alla bassa si crepa di caldo. Tranquilli, tra un paio di anni saremo tutti profughi e montanaro non ci nascerà nessuno. Cicogne, rassegnatevi, ai montanari interessa che non ci siano profughi e stranieri attorno, che importa se chiude il reparto o l’ospedale, quello non è un problema serio! Vuoi mettere l’invasione, quella è la vera battaglia! Non so se in Libia o in Nigeria, ma spero il prima possibile di andarmene da questa montagna, da questo paese che mi è sempre più estraneo, sempre meno casa.
(Quasi ex montanara)
Hai ragione.
(Domenico)
Purtroppo ha ragione. Siamo stati guidati dai media (e dai nostri politici complici o inconsapevoli) a combattere guerre tra poveri, che non portano a nulla e nascondono i veri problemi. Ogni cittadino avrebbe diritto di capire quali sono i problemi e di decidere con il voto. Non si può essere tutti demografi, economisti, ingegneri, medici e scienziati. L’informazione è compito dei giornalisti. Che ci fanno i giornalisti (esclusi i presenti, naturalmente) alle riunioni del gruppo Bilderberg? Prendono istruzioni. Intanto, il progetto totalitario europeo prosegue, prosegue la distruzione programmata della nostra economia e, con essa, della nostra autonomia come Nazione. Ci presentano l’Europa come un sogno; sarà il nostro incubo peggiore: ci toglieranno lavoro, pensioni, risparmi, salute, casa. Ma noi, intanto, ci scanniamo su quattro migranti.
(Commento firmato)
Forse qualcuno non ricorda che a Marola ha vissuto un terrorista che è stato arrestato a Brescia e quando si è rimasti scottati dall’acqua bollente si ha paura anche di quella fredda!
(Yimmj)