Stanno facendo di nuovo discutere le remunerazioni di alcuni manager e consulenti Iren, dopo che già nei mesi scorsi alcuni sindaci reggiani avevano espresso parere contrario per gli stipendi ai vertici della multi utility.
Sul tema interviene il sindaco di Castelnovo ne' Monti, Enrico Bini: “Alla assemblea dello scorso aprile in cui erano stati votati i bilanci e gli stipendi dei manager non avevo partecipato per scelta, ma appoggio la posizione dei sindaci che avevano votato contro questo punto specifico. Non avevo partecipato perchè purtroppo l'unico voto che conta ormai è quello dei grandi comuni: quelli medi e piccoli non hanno alcuna incidenza. Già in passato avevo partecipato esprimendo in diverse occasioni il mio voto contrario che non ebbe alcun tipo di riscontro. La stessa scelta di non partecipare, con le medesime motivazioni, era stata adottata all'ultima assemblea anche da tutti gli altri sindaci dell'Unione dell'Appennino, mentre il comune di Vetto, rappresentato dal vicesindaco Aronne Ruffini, aveva partecipato all'incontro votando contro. Mi pare ormai non più in discussione, anche a seguito delle ultime scelte, il fatto che Iren abbia perso quel legame con i comuni che un tempo contraddistingueva l'azienda: è ormai una realtà che opera pienamente secondo le regole e i dettami del mercato. Il che non significa per forza un giudizio negativo, purchè come amministratori ne siamo pienamente consapevoli, e quindi si possa intrattenere un rapporto pari a quello con altre realtà operanti sul libero mercato. In questo senso credo che ci saranno temi da porre con urgenza nell'ambito di Atersir (l’agenzia di regolazione dei servizi pubblici locali ambientali della regione che si occupa di Servizio Idrico Integrato e di Servizio Gestione Rifiuti Urbani e assimilati), perchè ad oggi abbiamo dei costi molto alti, in particolare sul servizio rifiuti, che peraltro appare ampiamente migliorabile, non pienamente giustificabili e anzi stridenti quando i cittadini leggono gli importi di certi stipendi. Anche su queste posizioni c'è una condivisione con gli altri sindaci dell'Unione, Carpineti, Casina, Villa Minozzo, Toano, Ventasso e Vetto. Per fare un esempio, ho avuto modo di parlare con titolari di piccole attività commerciali castelnovesi, che si trovano a spendere in un anno più per la tariffa rifiuti che per l'affitto del negozio, e non ce la fanno più ad andare avanti. E parlo di negozi di piccole dimensioni che non hanno sicuramente una produzione di rifiuti così elevata”.
Io ricordo che la decisione di passare alla differenziata fu presa da Atersir e non da Iren e la firma era dell’assessore Mola. Se nel comune il calzolaio paga come la pizzeria lo decide il Comune, non Iren. Il costo del servizio è fortemente influenzato da quanti cassonetti il Comune vuole. I contenitori della differenziata con dentro qualsiasi cosa e i rifiuti abbandonati li vedono tutti, ma quanti richiami hanno dato i vigili? A Rubiera se porti i rifiuti all’isola ecologica (gestita da Iren) ti scontano la tassa. Quando cominciamo a Castelnovo?
(Mc)
Sempre fermo restando che la maleducazione e la negligenza dei cittadini non sono attribuibili al Comune.
(Antonio Manini)
Però intanto incassiamo con la vendita delle azioni. Quei soldi fanno comodo, visto le tasse alle stelle. Perplesso.
(Bacs)
Sarebbe stato comunque un buon segnale quello di presentarsi e votare contro ai lauti stipendi, così come lo è il contestare gli aumenti che ogni anno Iren propone, io ho una piccola azienda e sono anni che di aumenti di prezzo non se ne parla. Il guaio è che alla fine i Comuni sono costretti a diventare i gabellieri dei loro cittadini, per conto lo Stato, per Iren e per loro stessi. Assommando le varie cose si comprende bene perché viene a meno la fiducia dei cittadini che, oltre ad essere spremuti da tasse e servizi, si sentono anche presi in giro e sembra sempre che nessuno possa mai fare niente per cambiare le cose.
(Antonio Manini)
Chi dobbiamo ringraziare per tutto questo? Anzichè avere una società a capitale interamente pubblico, dove lo scopo precipuo della stessa nella gestione dei rifiuti sarebbe esclusivamente quello dell’interesse pubblico, abbiamo costruito una macchina che sui rifiuti fa cassa. Ho praticato 10 anni il consiglio comunale di Castelnovo ne’ Monti ed ho vissuto il passaggio ad Enìa e poi ad Iren. Basta leggere gli incomprensibili verbali, gli inestricabili patti parasociali, per rendersi conto che i voti venivano richiesti a scatola chiusa, tanto erano incomprensibili i labirinti tecnico giuridici coi quali dovevamo confrontarci. Ma attenzione, chi doveva sapere sapeva benissimo che saremmo arrivati a questa situazione. Ho capito lì definitivamente che l’agire politico strutturato in quel modo era solo una grande buffonata. Si votava quello che nelle stanze “giuste” si era deciso. Ma per il bene di chi? Pochi, pochissimi hanno avuto il coraggio di dire no. Eppure almeno questa soddisfazione ce la possiamo prendere. Amara, molto amara.
(Luigi Bizzarri)
Del resto, questo è il bello del mercato! Il Mercato è il mio pastore, non manco di nulla. Il Mercato è severo ma giusto: premia i forti, elimina i deboli, migliora la razza. Ricordo l’epoca gloriosa delle liberalizzazioni, portate avanti impetuosamente da Bersani, sull’onda delle direttive europee che liberalizzavano i servizi. Il pubblico è corrotto e inefficiente; il privato è efficiente ed economico! Ricordo anche che si diceva che se Agac non si allargava, tutti gli appalti liberalizzati li avrebbe vinti Veolia (la multinazionale francese). Di recente, invece, ho imparato che i manager sono strapagati perché devono aumentare il valore delle azioni, a favore degli azionisti (che oggi si chiamano, più modernamente, shareholders) a discapito, naturalmente delle altre figure coinvolte (che oggi si chiamano, simpaticamente, stakeholders), cioè dipendenti, fornitori e altri a seguire. Poiché aumentare i ricavi è difficile, per aumentare il valore della azioni è più efficace tagliare le spese (cioè ridurre stipendi, licenziare dipendenti, affamare i fornitori, etc). E niente, è il moderno che avanza; è l’economia sociale di mercato fortemente competitiva, come la definiscono i trattati europei. Godiamocela!
(Commento firmato)
E il bello deve ancora venire. Presto verranno completate le privatizzazioni (ce lo chiede Leuropa – sì, scritto proprio così) e l’assistenza statale verrà delegata al Terzo Settore (progetto di legge costituzionale, riforma art. 38). Quindi verrà privatizzata anche l’assistenza. Dov’è il bello? Che spariranno le responsabilità politiche. Nessuno sarà più responsabile delle scelte che verranno fatte, nessuno dovrà rispondere agli elettori-cittadini. A questo punto, a che serviranno le elezioni? Già siamo a buon punto, e lo dimostra l’astensionismo crescente, vedi Francia. Verranno abolite. Buon 1984 a tutti.
(Commento firmato)
Mi correggo: l’art. 38 Cost. riguarda le pensioni, per le quali c’è un altro progetto di modifica. Per la riforma del Terzo Settore c’è un ulteriore progetto di legge.
(Commento firmato)
Mi hanno sempre detto: chi non c’è ha sempre torto. Trovo non giusto presentarsi a votare dicendo le proprie ragioni, a maggior ragione come presidente della Unione. Se così deve essere io non ci starei in un società che non mi aiuta. Anche il Comune di Castelnovo ne’ Monti demanda la gestione dei tributi ad Iren, il sindaco si lamenta degli stipendi poi però è uno di quelli che aiuta a crearli.
(Luca)