"Fin dalla nostra presentazione alle elezioni amministrative del 2014 uno dei punti centrali del nostro programma era rivolto alla difesa del nostro ospedale e al primo Consiglio comunale presentammo un ordine del giorno che chiedeva di istituire un osservatorio permanente per seguire le decisioni prese o da prendere, sia in Regione che in Provincia, relativamente l futuro del S. Anna, in ordine al quale eravamo fin da allora preoccupati nonostante le rassicurazioni che arrivavano dal partito di maggioranza, ossia il Pd" a parlare è il consigliere comunale di minoranza a Castelnovo ne’ Monti, Robertino Ugolotti.
"Abbiamo poi visto con favore, rimarcandolo in un altro documento, la mobilitazione dei nostri concittadini, cioè dei montanari, a salvaguardia dell’ospedale, e il costituirsi del comitato Salviamo le Cicogne, che ha indiscutibilmente rafforzato e 'strutturato' tale mobilitazione, e ci siamo altresì proposti di non far mai mancare il nostro contributo ed impegno per tenere uniti tutti i ‘soggetti' che avevano come obiettivo primario la salvaguardia di quell’importante patrimonio di servizi ospedalieri che la nostra montagna era riuscita a costruirsi negli anni".
"Grazie a tale mobilitazione - prosegue Ugolotti -, la politica che governa il nostro territorio, a livello locale, provinciale e regionale, conosce ormai molto bene quali sono le aspettative della popolazione montana, la quale vuole continuare a risiedere nei nostri luoghi e chiede pertanto di non essere privata di servizi essenziali, com’è appunto l’ospedale, ma nonostante questo la situazione sembra essere entrata in una fase di stallo, dove i piccoli passi che sicuramente ci sono stati non permettono comunque di scrivere la parola definitiva su questa tribolata questione, anzi pare crescere il timore che alla fine si vedrà chiudere il Punto Nascita perché la politica 'governante' appare di fatto insensibile alla mobilitazione popolare della montagna".
"A fronte di ciò, e proprio al fine di superare la situazione di stallo, noi crediamo che si debba andare ad un 'cambio di passo' e per farlo andrebbe innanzitutto preso atto che le determinazioni finali verranno prese in ogni caso dalla politica 'dominante', ossia quella che ci sta governando in virtù del voto ricevuto, e dovremmo avere altresì la realistica consapevolezza che fintanto che detta politica avrà la maggioranza è con la stessa che occorre 'negoziare' cercando di 'strappare' quanto più possibile, e partendo da alcuni punti fermi che potrebbero essere l’impegno dato dalla Regione, almeno a parole, circa il potenziamento dei vari reparti, e altri investimenti, anche riguardo la richiesta di deroga al Ministero per il nostro Punto Nascita".
"E’ su tali punti fermi che a nostro avviso va incalzata la Regione, senza bellicose prova di forza, che non portano da nessuna parte, come già abbiamo visto - salvo il dare un momento di effimera visibilità a chi le promuove e conduce - e cercando piuttosto di convincere la Regione che bisogna ripartire da una sanità imperniata su tre poli ospedalieri, come già in passato si era saggiamente programmato, cioè Guastalla – Reggio Emilia – Castelnovo ne' Monti, che rappresentano oltretutto tre diverse realtà territoriali, quanto a geografia fisica, ambiente, economia, perché noi pensiamo che la sanità non sia qualcosa di disgiunto e staccato dagli altri fattori e altre specificità del rispettivo comprensorio, ma il tutto si compenetra e completa a vicenda".
"Noi intendiamo dunque così il cambio di passo, che deve tradursi in un confronto costruttivo con la Regione, lasciando per un attimo alle spalle polemiche, frizioni e incomprensioni, e vedere se vi sono ancora i margini per persuadere la Regione che i punti di eccellenza realizzati nella struttura ospedaliera di Reggio città non escludono di poter valorizzare in modo stabile il ruolo degli altri due poli, Castelnovo Monti e Guastalla, e proprio la fusione delle due aziende sanitarie reggiane può essere una opportunità da sfruttare in tal senso, dopo di che, se anche il cambio di passo che qui ipotizziamo non sbloccherà la situazione com’è nelle nostra speranze, ognuno trarrà le proprie conclusioni, che sono di natura essenzialmente politica dal momento che spetta alla politica decidere in merito".
Ma sì, signor Ugolotti, dopo sette anni che dura questa storia facciamo proprio così, come dice Lei. Mentre qui si sta smantellando tutto, cambiamo passo. Andiamo sotto alla finesttra dell’assessore e del presidente in Regione e cantiamo: “nun ce dicimmo a cchiù parole amare, tenímmoce accussí anema e core“. Dopo, però, sia ben chiaro, che rimane solo Lourdes!
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Robertino Ugolotti riporta il discorso, secondo me giustamente, alle decisioni politiche e a questo riguardo mi sembra piuttosto illuminante il commento fatto da Alessandro all’articolo di Redacon dal titolo “Punto nascite: a Pavullo si chiude”.
(P.B.)