Home Cronaca L’ultima assemblea sul punto nascita nella cronaca del Comitato “Salviamo le cicogne”

L’ultima assemblea sul punto nascita nella cronaca del Comitato “Salviamo le cicogne”

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Sala gremita di cittadini, venerdì 5 maggio, a Castelnovo ne' Monti per l’incontro indetto dal comitato “Salviamo le cicogne” e il gruppo “Insieme per l’Ospedale Sant’Anna” per ribadire, sulla base del lavoro svolto nei mesi, l’importanza del punto nascite montano e presentare un docuvideo sul tema Art.32 della Costituzione italiana e Sanità, incentrato sull’ospedale Sant’Anna, dalle sue origini alla situazione attuale, realizzato dalla giornalista Giuliana Sciaboni, in collaborazione con Marisa Marazzi e Marino Bizzarri, esperti di video e fotografia.

Invitate tutte le maestranze, erano schierati in prima linea, accanto ai comitati, il sindaco di Castelnovo ne' Monti e presidente dell’Unione dei Comuni, Enrico Bini, i consiglieri comunali di maggioranza Luciano Francesconi e Giorgio Severi e i consiglieri di minoranza Robertino Ugolotti e Simona Sentieri. Hanno preso parte all’incontro anche i consiglieri comunali di Reggio Emilia Cinzia Rubertelli (Alleanza Civica) e Gianni Bertucci (M5S), e i consiglieri regionali Yuri Torri (Sinistra Italiana) e Gabriele Delmonte (Lega Nord). Presenti, tra i cittadini, anche numerosi medici e operatori sanitari, le suore della Carità, e alcuni studenti e bambini.

La serata si è aperta con una introduzione del sindaco Bini e della portavoce del comitato “Cicogne”, Nadia Vassallo, cui è seguita la proiezione del docu-film in due puntate: la prima ha proposto la storia del Sant’Anna e il suo fondatore, Pasquale Marconi, di cui ricorre proprio oggi il 45° anno dalla sua scomparsa, e la situazione attuale; la seconda ha ripercorso il viaggio della delegazione partita dall’Appennino, formata da comitati, amministratori locali e cittadini, per portare in Regione la richiesta di deroga e consegnare le 11 firme raccolte, fino ad arrivare agli ultimi eventi, la dichiarazione della Regione di voler presentare la richiesta di deroga al Ministero.

Si è poi aperto un acceso e partecipato dibattito, cui hanno preso parte attiva sia gli amministratori sia i cittadini presenti in sala, e che si è protratto fin oltre le 23,30.

“Siamo soddisfatte per la grande partecipazione della popolazione locale – afferma Nadia Vassallo (“Cicogne”) -, che continuiamo a ringraziare per il sostegno che ci ha sempre dato, fin dai primi giorni della raccolta firme, e con le segnalazioni, soprattutto nell’ultimo periodo, sui disservizi in ambito sanitario, a cui giornalmente viene esposta la popolazione dell’Appennino, non solo le partorienti. Ognuno, nel suo piccolo, può in diversi modi contribuire alla causa, il mantenimento e potenziamento dell’intero ospedale. Non bisogna mai abbassare la guardia. Abbiamo in programma altre iniziative e contiamo su una sempre più massiccia partecipazione, perché in tanti possiamo arrivare ad aver maggiore visibilità e ascolto nei luoghi di decisione. 11 mila firme sono 11 mila ipotetici voti, che contano, come emerso ieri sera dal commento di un cittadino che ha detto di ricordarsene, in cabina elettorale”.

“L’opera di sensibilizzazione svolta finora dal comitato prima e dal gruppo ‘Insieme per il Sant’Anna’ poi - prosegue Nadia –, ha fatto emergere nella cittadinanza la consapevolezza che dietro la chiusura del punto nascite c’è lo svuotamento di altri servizi, primo fra tutti la pediatria, la perdita, negli ultimi mesi, di microbiologia, dell’elettroforesi, la riduzione delle sedute di risonanza magnetica, la riduzione al minimo dell’operatività delle sale operatorie, e tanto altro. E’ in gioco l’intero ospedale e il concetto stesso di sanità pubblica, gioiello del sistema sanitario italiano, che stanno portando verso una privatizzazione di stampo americano, erodendolo, a poco a poco, alle basi, in contrapposizione al nascere in città di grossi centri di eccellenza, vedi Mire”.

Ieri mattina si è tenuta anche una conferenza stampa, organizzata dalle società emiliane e romagnole di neonatologi e pediatri, presso l’Ausl di Reggio Emilia. “Siamo allibiti – commentano i comitati –, per le modalità con cui è stata indetta tale conferenza, poco chiare. Non si capisce se sia stata indetta dall’Ausl o meno, essendosi svolta in locali Ausl con invito pubblicizzato dalla stessa Azienda sanitaria. Leggiamo sulle slide della loro disponibilità ad ‘affiancare la direzione generale e gli amministratori locali nella gestione di un’adeguata campagna di comunicazione e informazione nei confronti delle popolazioni interessate per far crescere la consapevolezza che il parto, pur essendo nella maggior parte dei casi un evento fisiologico, deve sempre svolgersi nel massimo della sicurezza, con la garanzia di poter disporre di competenze adeguate in caso di emergenza-urgenze ostetriche e/o neonatali’. Ci chiediamo: tutta questa disponibilità non potrebbe essere rivolta a risolvere le nostre eventuali mancanze, che, come detto dai diversi specialisti, sono le 12H di guardia pediatrica?”.

Nella serata ha preso la parola anche Carlo Boni, pediatra di libera scelta nei Comuni di Carpineti e Casina, che ha sottolineato la sicurezza del punto nascite e del nosocomio montano, passando poi a commentare la conferenza stampa del mattino. “Una conferenza stampa convocata per sponsorizzare la chiusura del punto nascite – chiosa amaramente Boni –. Chi ha parlato non aveva nessuna conoscenza della situazione sanitaria del nostro territorio e la Ausl si è ben guardata di informare i relatori che così hanno descritto situazioni antiche e proposto soluzioni vecchie di 30 anni. Nulla ha a che fare con l’attuale organizzazione sanitaria di Castelnovo Monti con quella paventata in conferenza stampa. Lo scopo non era una corretta informazione, ma solo propaganda, oltretutto a spese dell’Ausl e a vantaggio esclusivo di una scelta solo politica, profondamente sbagliata, oltre che ingiusta e sprezzante dei diritti e della volontà di un’intera comunità”.

Chiudiamo condividendo un commento di un cittadino privato apparso sul giornale online della montagna Redacon, che dice, riassumendo: “Perché insieme a questi ‘luminari’ non sono state convocate anche le categorie dei rianimatori? Mi risulta che siano uno dei perni essenziali per la ‘famosa’ sicurezza. A parte la mancanza di un ‘mezzo pediatra’, gli altri requisiti ci sono, o quelli che lavorano al Sant’Anna sono tutti incompetenti? I bimbi continueranno a nascere (anche in emergenza), e allora come faremo? Verranno questi signori con l’elicottero a salvarli?...”.

Il Comitato “Salviamo Le Cicogne”

e il gruppo “Insieme per l’ospedale Sant’Anna”

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  1. Siamo noi cittadini che dobbiamo ringraziare il comitato “Salviamo le cicogne” e il gruppo “Insieme per l’Ospedale S. Anna” per aver organizzato la serata, per tutto il lavoro e il loro tempo che hanno dato e continuano a dare. Un grazie al dott. Boni che, a differenza dei tanti medici “montanari”, ci sta mettendo tutto il suo impegno. Quello che mi lascia sempre l’amaro in bocca è non vedere i sindaci (che non sia Bini, che tutte le volte sottolinea che lui rappresenta l’Unione dei Comuni) che sono stati votati per rappresentare la collettività e dovrebbero essere i primi ad esserci e a dare il loro sostegno in un momento di grande difficoltà come questo. Sulla conferenza stampa organizzata dalle società emiliane e romagnole di neonatologi e pediatri, presso l’Ausl di Reggio Emilia, dopo aver cercato di interpretare tutti quei numeri, tutte quelle statistiche, nella mia grande ignoranza ho pensato: ma come siamo arrivati fin qua noi piccola comunità, ridotta come una riserva indiana e chissà come si sentirà il personale che ci lavora e quelle mamme che devono partorire? Dobbiamo essere sempre più numerosi e attenti. Non mollare!

    (Anna Giorgini)

    • Firma - (Anna Giorgini)