“C’è un aspetto, legato alla dotazione del personale, che rappresenta un elemento da correggere in vista della richiesta di deroga che la Regione Emilia-Romagna si appresta ad inoltrare al Ministero della salute per il punto nascite dell’Ospedale Sant’Anna: la presenza del pediatra ore 24. Un aspetto che va implementato rispetto alla situazione attuale, e su questo vorremmo dire alla Regione che siamo disponibili a partecipare all’investimento necessario, attraverso il progetto per le 'Aree interne' che prevede proprio interventi per la tenuta dei servizi”.
Dopo l’annuncio di qualche giorno fa dell’assessore regionale Sergio Venturi, sull’intenzione della Regione Emilia-Romagna di inoltrare al Ministero la richiesta di deroga per i punti nascite nelle aree appenniniche, e nello specifico anche per quello di Castelnovo ne' Monti, il sindaco e presidente dell’Unione dei comuni, Enrico Bini, si fa avanti ribadendo l’intenzione di seguire e sostenere in modo attivo l’iter di tale richiesta.
“Nei rilievi che la commissione nascite aveva sollevato rispetto alla situazione dell’ostetricia di Castelnovo, l’unico che non sarebbe aderente ai parametri indicati come soglia di sicurezza per il suo mantenimento è la presenza di un pediatra – neonatologo sull’intero arco delle 24 ore. Al momento non sono coperte 8 di queste 24 ore. Al di là del tema, che sappiamo essere ben presente, della difficoltà nel reperire pediatri in questi ultimi anni, sappiamo anche che la copertura di queste 8 ore in più avrebbe un costo per l’Ausl, alla quale chiediamo di rivalutare insieme la destinazione dei 3 milioni di investimenti già programmati sul Sant’Anna, dei quali buona parte indirizzati proprio all’inserimento di nuovo personale, per riuscire a raggiungere questo obiettivo. Da parte nostra siamo anche disposti ad investire su questo specifico aspetto parte dei fondi inerenti il programma 'Aree interne', per il quale siamo stati selezionati come area pilota in Regione. Uno dei cardini del programma è la tenuta e il rafforzamento dei servizi nei territori periferici, e quindi l’obiettivo di salvaguardare il reparto di Ostetricia ci pare pienamente rispondente a tale obiettivo”.
Conclude Bini: “Siamo convinti che la richiesta di deroga potrà avere risposte positive solo se si compirà un iter completo e razionale, quindi corredato anche di possibili risposte e soluzioni alle eventuali problematiche che vengano riscontrate. Non riteniamo che la scelta della Regione di presentare la richiesta di deroga ci abbia in questa fase sollevato da tali responsabilità: intendiamo continuare a lavorare insieme alle realtà territoriali in questa direzione. Abbiamo anche intenzione di chiedere un incontro al ministro Beatrice Lorenzin, perché siamo convinti che un progetto articolato e attento, costruito in concomitanza con la ormai prossima fusione tra AsMn e Ausl, che preveda una stretta interdipendenza tra un ospedale di primo livello come quello di Reggio e gli altri ospedali periferici, possa diventare un esempio replicabile e importante per altri territori montani italiani che affrontano le nostre stesse difficoltà”.
Forse i cittadini non sanno che quattro/cinque anni fa il pediatra fu sollevato dall’essere presente al parto, così come più recentemente il ginecologo, aumentando l’autonomia della figura professionale dell’ostetrica! Fu quindi una decisione errata quella di allora? A chi si deve la responsabilità di tale decisione? Dopo il pensionamento dei “vecchi” primari Baroni i due reparti subirono un cambiamento organizzativo drastico che ha minato nel tempo la qualità assistenziale e, tutto questo, voluto dalla direzione sanitaria che probabilmente era già propensa a portare alla chiusura il quinto piano del S. Anna.
(CS)
Credo che la proposta del sindaco sia molto importante (siamo disposti a contribuire ai costi ); è importante anche perchè deve responsabilizzare i montanari, nessuno si senta escluso e tutti si rendano conto che è in gioco la sopravvivenza della popolazione in montagna. Altre amministrazioni si sono fatte carico di una parte di servizi fino a che questi non abbiano raggiunto i parametri previsti. Certo che anche chi sarà preposto alla cura (medico e infermieri) debba garantire una professionalità ed eventualmente pretendere da questi che, ad esempio, ogni anno vadano presso altri ospedali dove altri loro colleghi li aiutino ad essere sempre aggiornati (penso che la loro disponibilità dovrebbe essere prevista nel loro contratto di lavoro (non debbono pagare i nascituri o le loro famiglie). Complimenti sindaco Bini e ancora brave a quelle signore che con coraggio e, spesse volte in solitudine, hanno sostenuto il punto nascite.
(Luigi Magnani)
Grazie.
(Salviamo le cicogne)