Mentre sul territorio montano sono cambiate le insegne delle diverse è già tempo di bilanci. Se la ripresa economica che gli analisti attendevano vigorosa e molto dinamica si è invece rivelata lenta e macchinosa, il risultato economico di Emil Banca, pur appesantito dagli ingenti costi sostenuti per mettere una toppa alle crisi degli istituti bancari italiani ed europei (principalmente esterni al sistema cooperativo), si presenta in utile.
Infatti, l’ultimo esercizio economico di Emil Banca prima dell’incorporazione del Banco Cooperavo Emiliano (che a sua volta era nato dalla fusione tra Banca Reggiana e Banca di Cavola e Sassuolo), effettiva dallo scorso primo aprile, presenta un utile sopra i 2,2 milioni di euro con un + 6,6% rispetto al 2015. Da valutare, ovviamente, quello che sarà il bilancio 2017 anno della fusione (e dei relativi costi sostenuti).
Intanto, il bilancio sarà presentato ai soci domenica 23 aprile nella prima assemblea generale delle due Bcc unite. Domenica mattina, dalle 9 in poi, al Palazzo dello sport di Casalecchio di Reno (via Cervi 2) sono invitati i 44mila soci della nuova Bcc (24mila della vecchia Emil Banca e 20mila del Banco Cooperativo Emiliano) che prima voteranno il bilancio d’esercizio 2016 della vecchia Emil Banca e poi eleggeranno il Cda che guiderà il nuovo istituto di credito per i prossimi tre anni. Tra loro anche moltissimi montanari.
“Arriviamo all’appuntamento storico di domenica, quando verrà eletto il Cda di quella che con 84 filiali e 6 provincie di competenza (Bologna, Modena, Ferrara, Reggio Emilia, Parma e Mantova) si configura come una delle Bcc più importanti non solo della regione ma di tutto il Paese, con un ottimo risultato da presentare ai nostri Soci - ha commentato il presidente di Emil Banca, Giulio Magagni - il bilancio della vecchia Emil Banca, che chiude con il segno più nella raccolta, negli impieghi e nell’utile, mostra una banca solida, in crescita e che gode della fiducia del territorio: anche nel 2016 abbiamo registrato l’ingresso di più di mille nuovi soci. Ma già da domenica sera - conclude il presidente candidato a guidare anche la nuova Emil Banca - saremo al lavoro con il nuovo consiglio d’amministrazione per fare in modo che anche la nuova Bcc continui a lavorare, su un territorio che si estenderà sul 68 per cento della regione, nel rispetto dei valori e del modo differente di fare banca che ha sempre caratterizzato la nostra attività”. Nel nuovo consiglio d'amministrazione siederà il villaminozzese Carlo Malvolti, già dirigente della Banca di Cavola e Sassuolo e direttore di Banca Reggiana.
L’assemblea sarà chiamata anche a ratificare l’adesione di Emil Banca al progetto di Iccrea: “Siamo convinti – ha commentato il direttore generale di Emil Banca, Daniele Ravaglia – che con il Gruppo Bancario Cooperativo targato Iccrea le Bcc diventeranno ancora più forti, entrando in una nuova dimensione bancaria europea senza dimenticare la loro missione principale: cooperazione, mutualità e localismo”.
Crescono gli impieghi
Al 31 dicembre 2016 ammontavano a 1.498.538mila euro registrando un +1,21% rispetto all’esercizio precedente trascinati soprattutto all’aumento dei mutui (+3,3%) e dei finanziamenti delle operazioni su estero (+9,9%).
Cresce la raccolta
Alla chiusura dell’esercizio la raccolta totale ammontava a 2.934.957mila euro, segnando un +3,22% sul 2015, frutto di un forte aumento della raccolta diretta e di una lieve contrazione di quella indiretta.
Cresce l’utile d’esercizio
Anche se nel 2016 è proseguito il piano di accantonamenti per eventuali rettifiche sui crediti (33,7 milioni di euro), e nonostante un conto di oltre 3 milioni di euro che la Banca ha versato per la risoluzione delle crisi di altri istituti, l’utile di esercizio si è attestato a 2,236 milioni di euro, segnando un più 6,64% rispetto al 2015. Il 77% per cento andrà a riserva legale, il 3 per cento al fondo di sviluppo della cooperazione mentre con il restante 20% verranno rivalutate dello 0,75% le quote dei soci della vecchia Emil Banca.
Indice di solidità superiore a quello richiesto
Il patrimonio al 31/12/16 ammontava a 211.171.271 euro segnando un -4,19% sul 2015. Una diminuzione che, dovuta principalmente al saldo negativo da valutazione su titoli Afs, non ha intaccato la solidità dell’azienda che presenta ancora indici di capitalizzazione al di sopra di quelli richiesti dalla Banca d’Italia. Al 31/12 a fronte di un Total Capital Ratio richiesto di 9,9% quello di Emil Banca era di 14,4%
Adesione al Gruppo Nazionale proposto da Iccrea
I soci saranno chiamati anche a ratificare l’annunciata adesione di Emil Banca al Gruppo bancario cooperativo proposto da Iccrea Banca, importante attore del sistema bancario italiano che dispone già di tutti i requisiti richiesti dalla normativa per le candidate capogruppo ed è già soggetto alla vigilanza della Banca Centrale Europea da novembre 2014.
In particolare, grazie ad un patrimonio netto su base consolidata di 1,7 miliardi di euro e di un capitale libero di circa 500 milioni, Iccrea non necessita di apporti di capitale da parte delle Bcc aderenti. Per Emil Banca questo significa poter continuare a destinare il patrimonio a sostegno dello sviluppo del territorio. Un altro elemento decisivo nella decisione di Emil Banca è rappresentato dall’estrema flessibilità che Iccrea ha dimostrato riguardo la questione informatica. Non esiste nessuna barriera all’ingresso circa l’utilizzo di un sistema informatico o di un altro: solo l’Istituto centrale delle Bcc, che da anni offre i propri servizi a una platea vastissima di banche, consente un’integrazione di questo tipo.
Inoltre, il Gruppo Iccrea garantisce un supporto su tutti i principali ambiti di attività della banca, in particolare nel segmento delle imprese, attraverso Iccrea BancaImpresa e le sue controllate, e in quello dei clienti privati e delle famiglie, con Bcc Risparmio&Previdenza e Bcc CreditoConsumo. Emil Banca ha quindi scelto di aderire alla proposta di Iccrea perché possiede i requisiti operativi, competenziali e infrastrutturali previsti dalla normativa e perchè, nella sua storia, ha sempre dimostrato di essere accanto al territorio, alle famiglie e alle imprese che vi lavorano. Tra il 2007 e il 2015, ad esempio, ha impiegato 15 miliardi di euro alle PMI in tutta Italia mentre, tra il 2011 e il 2015, ha concesso crediti alle famiglie italiane per 1,6 miliardi di euro.