Home Cronaca “Viviamo in Inghilterra, ma battezziamo qui nostro figlio”

“Viviamo in Inghilterra, ma battezziamo qui nostro figlio”

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Christopher Andrew con i genitori, i padrini e il parroco don Guiscardo Mercati

Cristoforo Andrea è il nome che, Marco Piccinini di Viano e Michela Billa di San Biagio, avrebbero dato al loro bambino se fossero rimasti in Italia al posto di Christopher Andrew, quello che ora è scritto sulla sua carta d’identità.  La crisi e la mancanza di lavoro infatti hanno cambiato i progetti della giovane coppia che, costretta a trasferirsi , ha scelto di vivere ad Ashoford, una cittadina distante circa 80 km da Londra dove Marco  lavora come infermiere.

Nonostante i coniugi Piccinini vivano all’estero, però, hanno lo stesso deciso di tornare a Carpineti  per battezzare il primogenito lo scorso 26 marzo e di festeggiare con parenti, amici e tutta la comunità cattolica del territorio: un evento davvero speciale a dimostrazione di quanto questa famiglia  sia ancora legata alle proprie origini. A darne, notizia, qualche giorno fa, il periodico dell'Unità Pastoroale di Carpineti che rileva il tema della crisi del lavoro in Appennino.

La storia di questi due genitori, originari dell’Appennino, è simile a quella di tante altre coppie costrette a scappare per trovare un lavoro consono al proprio percorso di studi. Sono decine infatti gli infermieri formati in Italia che ogni anno scelgono di trasferirsi all’estero attirati da migliori condizioni di lavoro e di stipendio. La decisione di tornare in Italia, nella piccola parrocchia di Carpineti, per battezzare Christopher, inglese di seconda generazione, racchiude perciò un messaggio importante. Dimostra cioè quanto il proprio Paese natio, le sue tradizioni e la sua comunità religiosa restino nel cuore di chi è costretto a trasferirsi lontano per lavoro.

(Cecilia Tondelli)