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Sanità & dintorni in Appennino / Scoppia ora la bagarre del nuovo forno crematorio a Gatta. AGGIORNAMENTO – NOTERELLA EX POST

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La zona interessata è poco sotto il centro dell'immagine

Non ce ne fosse già abbastanza... Sul nostro Appennino non c'è pace per la sanità e gli aspetti connessi. Si scrive forno. Ma si legge crematorio. Mentre continua ad infuriare la polemica sul progettato taglio del reparto nascite all'Ospedale S. Anna, transita da Castelnovo ne' Monti - passando al "lato opposto" della vita - la soluzione del problema alla cremazione delle salme che, a Reggio Emilia, a discapito delle attese non ha visto entrare a regime il nuovo forno crematorio di Coviolo e l’annessa sala del commiato.

“Una situazione insostenibile - avvisano dalla società per la cremazione – per la quale ci siamo dovuti rivolgere alla Regione”. E’ accaduto, infatti, che Reggio Emilia, che un tempo era la città al vertice nei decenni passati per la soluzione finale della salma del caro estinto – la cremazione - si sia persa in una serie di pastoie burocratiche che, via via, hanno impedito l’attivazione e il ripristino dei forni crematori. Fatto, quest’ultimo, accaduto a buon gioco di Parma, che sulla “bruciatura” delle spoglie mortali ha realizzato un vero e proprio business, complice anche l’efficienza del nuovo inceneritore di Uguzzolo.

Fatto sta che, ad oggi, i reggiani che in tempi brevi desiderassero – o avessero lasciato per iscritto nel testamento biologico – di essere cremati dovevano prendere il volo per altre province per poi rientrare sotto forma di cenere, pagando migliaia di euro. E, oltre alla scomodità, in passato si sono registrati anche clamorosi scambi di cenere (negli stessi impianti vengono cremati animali d’affezione).

La Regione Emilia-Romagna ha così individuato in Appennino il luogo idoneo per la realizzazione di un forno crematorio a basso impatto ambientale. Tra le motivazioni citate in progetto:

“a) la ridotta incidenza di abitanti per chilometro quadrato (da leggersi forse come agevolatore sinonimo di ridotte proteste, ndr?);

b) l'età media dei residenti piuttosto elevata (si stima che entro il 2050 saranno almeno 25.000 i montanari deceduti);

c) il contesto ambientale già degradato e non utilizzato (area artigianale di Gatta a ridosso di Poiatica);

d) le prospettive occupazionali che questo impianto genererebbe, pari a 8 unità lavorative (in sintonia con quanto previsto dalla 'Strategia per le aree interne');

e) la disponibilità della limitrofa discarica di Poiatica per lo stoccaggio delle ceneri residue dal ciclo di lavorazione (rifiuti speciali)”.

Sul tavolo dell’Unione dei comuni la proposta non avrebbe riscontrato particolari consensi: come noto da poco l’area artigianale di Gatta è dotata di fibra per l’alta connettività e potrebbe ospitare ben altri insediamenti produttivi; che, però, ad oggi sono rimasti solo sulla carta. E, ancora, si potrebbe riattivare, tra i comuni limitrofi, il prezioso ristorno ambientale per la riattivazione della discarica.

Prevedibile la risposta dei cittadini, già pronti a costituirsi nel comitato, dal nome evidentemente ironico, ma gagliardamente puntuto, e mutuato dal gruppo che invece si sta battendo per la salvaguardia del punto nascite dell'Ospedale S. Anna: “Salviamo le salme”. Redacon è in possesso di un documento molto critico col quale si è avviata una raccolta di firme contro il progetto della Regione. Il Pd montano ha immediatamente stigmatizzato detta raccolta e le motivazioni che ne stanno alla base, sostenendo che si tratta di "affermazioni gravi perché nello sminuire il servizio cremazione non comprendere il significato del potenziamento lavorativo in atto significa non considerare nel giusto peso il primo punto di accesso al sistema di smaltimento delle salme essenziale per la vita e la salute dei cittadini; oltretutto l’importante intervento in programma a Gatta prevede di realizzare un impianto che eviti quando possibile il trasporto delle salme verso Parma. Affermazioni autolesioniste perché – dette da cittadini incompetenti – possono indurre l’utenza a diffidare dei servizi proposti dalla Regione e anziché aumentare l’attrattività turistica, come auspicabile, possono indurre a cercare cremazioni altrove, andando in senso opposto agli obiettivi di rafforzamento del presidio ospedaliero della montagna”.

* * *

A margine di questa notizia, che alcuni han presa per buona ed altri han creduto fosse il classico “pesce d’aprile”, vorremmo dire una cosa. Meglio: fare una domanda. Credete che la vicenda, questa sì incredibile, dell’Ospedale S. Anna, “potenziato” secondo strani parametri noti solo al gioco politico, per cui ti do 3 milioni ed "in cambio" ti porto via il reparto ove poter nascere (a proposito: quanto costerebbe, a "valutazione attuale di mercato", questo reparto con tutto ciò che contiene, professionalità, macchinari… meno di 3 milioni? di più?...), non potrebbe essere definito “pesce d’aprile”? E non sarebbe certo l’unico caso in cui si dice, spesso, che la realtà supera la fantasia. Tanti (non tutti i) nostri politici sono dei veri maghi in materia, in grado di rendere la realtà solo un concetto astratto, flessibile e funzionale al solo scopo che si vuol ottenere; e di compiere piroette dall’oggi al domani che nemmeno gli acrobati del Circo di Mosca. Pensiamoci tutti quando leggiamo veline, comunicati stampa, rassicurazioni che ci vengono proposte-propinate: documenti "emananti" dalle stanze del cosiddetto potere o da istituzioni non di rado completamente screditate e puntellate solo dai cosiddetti “portatori d’interesse” (strutture di partito, beneficiati vari, ecc.). Ricordiamoci che al momento del trionfo l’imperatore romano poteva ascoltare da un suggeritore posto accanto a lui questa frase, per tenerlo - se possibile... - coi piedi per terra: "Respice post te. Hominem te memento" ("Guardati dietro. Ricordati che sei un uomo"). Più famigliarmente e comunemente: "Memento mori" (“Ricordati che devi morire”). Se non si lavora in modo disinteressato per il bene della comunità finchè se ne ha la possibilità, cioè finchè si han la vita e la salute (cercando di temperare la propria famelicità di successo in senso ampio e sempre molto terreno), a che pro il medesimo stare al mondo?

29 COMMENTS

  1. Davvero, come se non bastassero già le questioni aperte, leggi Poiatica e ospedale, si sentiva l’esigenza dei aprire un nuovo fronte, soprattutto il modo e le giustificazioni. Delle due l’una, o la Regione, leggi funzinari e politici, pensano di sfiancare la resistenza dei montanari aprendo più fronti di confronto, o davvero siamo governati e diretti da una “Banda d’Affori”, come avrebbe detto mio nonno. C’è gente che non sa fare la “o” neanche con il bicchiere. Controproposta: il forno per la cremazione facciamolo a Casalgrande, noto centro industriale degradato, nelle vicinanze della casa del sottosegretario e vediamo cosa dice. Saluti.

    (Massimo Bonini)

  2. Complimenti per questo bellissimo pesce d’aprile e per il realismo con cui sono imitati i processi mentali di certe decisioni e di certi commenti politici. Subito ci son cascato, poi mi è venuto in mente il calendario… bastava esser più attenti alla logica alquanto bizzarra per non abboccare, una logica del tipo: potenzio un ospedale ma gli tolgo il punto nascite… a chi potrebbe mai venire in mente?!

    (Gianni)

    • Firma - Gianni
  3. No, dai, è un copia-incolla del 1° aprile. Pd montano contro il dottor Boni (qui si parla di pronto soccorso). “Autolesioniste perché – dette da un medico – le dichiarazioni del dottor Boni possono indurre l’utenza a diffidare dei servizi dell’ospedale medesimo e anziché aumentare l’attrattività, come auspicabile, possono indurre a cercare cure altrove, andando in senso opposto agli obiettivi di rafforzamento del presidio ospedaliero della montagna“. Pd montano (a sostegno della Regione) (qui si parla di un forno crematorio). “Affermazioni autolesioniste perché – dette da cittadini incompetenti – possono indurre l’utenza a diffidare dei servizi proposti dalla Regione e anziché aumentare l’attrattività turistica, come auspicabile, possono indurre a cercare cremazioni altrove, andando in senso opposto agli obiettivi di rafforzamento del presidio ospedaliero della montagna”.

    (mv)

    • Firma - mv
  4. Forni inceneritori, forni biomasse, forni crematori… Ma quelli del Pd sono dei piromani o è proprio il posto di Fora a ispirare al fuoco? O sono diventati masochisti? Tolgono il punto nascite a Castelnovo ne’ Monti per il punto morte a Fora. Messaggi subliminali? Mah.

    (Fabio)

    • Firma - Fabio
  5. Mi sono dato il tempo di rileggere l’articolo pubblicato, perchè il primo commento mi era venuto di getto, ma riguardando con attenzione la parte terminale dell’articolo, nelle affermazioni del Pd della montagna, si coglie in pieno l’interesse per la montagna che il partito ha, legando indissolubilmente l’aumento della attività turistica della montagna e l’esistenza del presidio ospedaliero alla realizzazione del forno per la cremazione. Secondo me è una affermazione assolutamente demenziale, però faccio parte della schiera di “cittadini incompetenti” e prevenuti, aggiungo io. Saluti.

    (Massimo Bonini)

    • Firma - massimobonini
  6. Gatta è un posto strategico, c’è il vantaggio del fiume Secchia, invece di stoccare le ceneri nella discarica di Poiatica, si potrebbe produrre anche mangime per i pesci…diventerebbero pesci enormi!

    (Elio Bellocchi)

    • Firma - elio bellocchi
  7. Ma io sono d’accordissimo. Sono anni che mi chiedo perchè non lo fanno. Se il Comune fosse sveglio lo farebbe nel territorio di Castelnovo e di sua proprietà. Nel giro di pochi anni rimetterebbe in sesto le sue finanze. Pubblicità: avete più di 70 anni e una bella pensione? Venite a Castelnovo che qui ci si muore bene. In un raggio di 300 metri c’è tutto: dottore, farmacia, pronto soccorso, ospedale, becchino, fioraio, chiesa e cimitero – ora anche il forno crematorio. Il cerchio è completo.

    (Davide)

    • Firma - davide
  8. Credo che siano due questioni non paragonabili. Il punto nascite va difeso, ma anche il punto “salme” è un’ottima idea. Le file a Parma si allungano e visto che siamo in molti a scegliere questa alternativa alla sepoltura classica perchè non prenderlo noi nel nostro comune?! Potrebbe portare posti di lavoro e un po’ di denaro, oltre a diminuire le spese per chi vorrà utilizzarlo. Andiamo oltre la paura e i luoghi comuni, tanto prima o poi…

    (Alle)

    • Firma - Alle
  9. Ho di persona assistito alle prove per l’identificazione del posto dove metteranno la ciminiera (che sarà alta 70 metri!). Un operaio mi ha detto che sono riusciti a trovare il modo di fare sempre e comunque andare il fumo verso la Bassa. Mi sembra un buon compromesso.

    (Aldo)

    • Firma - Aldo
  10. Ok, l’importante è che venga dato in mano ad una cooperativa ed è importante che l’amministratore che la gestirà sia il solito incapace politico riesumato da qualche fallimento, tipo Unieco, in quanto visto che il Pd perde pezzi è giusto che i dirigenti incapaci abbiamo qualcosa da far fallire, ma non il loro stipendio.

    (Un montanaro)

    • Firma - Un montanaro
  11. Magari fosse un bel pesce d’aprile, ma per chi ha poca memoria, alcuni anni fa era già stata fatta questa proposta da Iren e messa in un cassetto. Adesso, con la discarica di Poiatica ferma con indagini in corso e quant’altro, riprendono in mano l’inceneritore a Fora. Sveglia, gente! Se nasciamo o se moriamo in montagna a questi politici non gliene può fregar una beata cippa e tutto per il dio soldo.

    (F.B)

    • Firma - F.B
  12. E bravo Pd montano! Cinquant’anni fa i “rossi” e “don Camillo” ricoprivano la bara della signora maestra con la bandiera sabauda perche “i morti si rispettano”. Oggi per il Pd montano i morti sono “smaltimento delle salme” attrattiva turistica e “otto posti di lavoro persi”. Che tristezza.

    (Gabriella)

    • Firma - gabriella