Che l'affaire per la montagna sia molto serio e sentito è evidente, non da oggi. Ed è giusto così, date le implicazioni connesse per la tenuta del territorio che abitiamo. Non passa giorno senza che si registri qualche presa di posizione. Parliamo naturalmente della possibilità concreta che il reparto di ostetricia-ginecologia dell'Ospedale S. Anna di Castelnovo ne' Monti si "involi". Grazie alle decisioni della nostra Regione, che, mentre mette nero su bianco questa ipotesi (sempre meno ipotesi), però intanto continua a dire in pubblico che nessuna decisione è ancora stata presa. Come fatto l'altro ieri, in ordine di tempo, dal sottosegretario Andrea Rossi.
Non passa giorno, dicevamo. E per noi, come piccolo mezzo di informazione locale, è particolarmente importante riferire.
In una nota stampa fatta diramare a metà pomeriggio di ieri, il sindaco Enrico Bini afferma: "Ringrazio il sottosegretario alla presidenza della giunta regionale, Andrea Rossi, per la sua lettera (vedi sempre collegamento riportato sopra, ndr). Le rassicurazioni sugli spazi ancora presenti per dialogare e lavorare insieme alla possibile salvaguardia del punto nascite di Castelnovo ne' Monti rispondono a quanto avevamo chiesto a seguito dei documenti emersi nei giorni scorsi, che sembravano indicare invece una decisione già presa, orientata verso la chiusura del reparto. Sappiamo bene che l’Emilia-Romagna parte dalla base di un sistema sanitario di eccellenza a livello nazionale e internazionale, ne siamo davvero perfettamente consapevoli ed anzi il nostro impegno va proprio nella direzione di salvaguardare tale sistema, anche nelle sue caratteristiche di prossimità, di attenzione verso i territori disagiati geograficamente che negli anni è stata sempre alta, di attenzione alle persone non solo come numeri o pazienti. Un sistema di cui l’Appennino non ha soltanto usufruito: ha anche contribuito fattivamente a costruirlo e consolidarlo. Da parte nostra l’impegno non verrà certo meno, ora tutti i passaggi si affrontino con grande chiarezza e coinvolgendo il territorio".
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Sempre ieri, ma il tono è ben diverso, è tornato a farsi sentire il Comitato "Salviamo le cicogne". Ecco il loro intervento.
"In questi giorni sono tante le cose successe che le 'Cicogne' si sono fermate ad ammirare gli attori di questa storia che sono usciti allo scoperto grazie ai documenti regionali resi noti dal consigliere regionale Gabriele Delmonte (Lega nord). Breve riassunto dell’accaduto, finalmente ricomposto solo il 24 marzo 2017. Fino ad allora i fatti non erano noti, se non per sentito dire, verbalmente.
Novembre 2015: il ministro Lorenzin emana un decreto con la possibilità di richiesta di deroga per i punti nascita sotto i 500 parti di aree disagiate.
Dicembre 2015: la commissione percorso nascite regionale, istituita a gennaio del 2014, dichiara che il punto nascite di Castelnovo ne' Monti, a cui manca come requisito l'H24 in pediatria, sarà chiuso e le figure professionali in eccedenza saranno ridistribuite nei punti nascite con volumi di attività maggiore, ma ancora carenti di professionisti (leggi Scandiano e Montecchio).
A gennaio 2017 la commissione si scioglie automaticamente trascorsi i tre anni.
Il 7 febbraio il nostro Comitato 'Cicogne', il gruppo 'Insieme per il Sant’Anna' e la popolazione della montagna, accompagnati da tre sindaci, si recano in Regione per la consegna delle 11mila firme, del documento dei tecnici locali a supporto di tutto l'ospedale Sant'Anna, non solo del punto nascite, e della lettera con cui si sollecita la Regione a richiedere formalmente la deroga al Ministero, e vengono ricevuti dall'assessore Venturi e dal presidente Bonaccini, che assicurano che la commissione inizierà a breve il percorso di valutazione dei reparti a rischio.
Nelle settimane successive confermano l’inizio dei lavori, stando a quanto da loro riferito.
Il tutto viene poi smentito. Si susseguono comunicati su comunicati, rimpallo di responsabilità, tirate d’orecchie, conferme e smentite. Un mescolare le carte per deviare l’attenzione dalla realtà dei fatti. La commissione tecnica, continuamente menzionata, viene rinnovata solo il 27 marzo, con il 70% dei membri rinominati: non sembra una nuova commissione ma la stessa che ha decretato precedentemente la chiusura. Saranno in grado di valutare serenamente? O non faranno altro che avallare la precedente decisione? Per questo ci siamo sentiti e ci sentiamo presi in giro, non solo come comitato ma come cittadini della montagna e cittadini italiani. E’ ora di finirla. Pretendiamo assunzione di responsabilità da parte di chi ci governa e dovrebbe rappresentare le nostre istanze. Se non ne siete in grado, dimettetevi. Chiediamo a tutti i sindaci di smetterla di nascondersi dietro al sindaco di Castelnovo ne' Monti, Enrico Bini, e di pronunciarsi pubblicamente sulla scottante questione del futuro del punto nascite, rendendo nota la posizione di ciascuno, per rispetto dei loro cittadini. Il comunicato stampa di Bini parla al singolare, non a nome di tutti. Quindi aspettiamo una loro presa di posizione in merito. Sono i sindaci, per scelta nostri amministratori, a doversi rendere conto dell’inesorabile declino a cui va incontro il nostro ospedale con la perdita del punto nascite. Non sputiamo sui 3 milioni di euro promessi dalla Regione a sostegno dell’ospedale Sant’Anna, ma chiediamo che il punto nascite non sia considerato merce di scambio. Non ci lasciamo intimidire. E non capiamo perché di questi soldi non ci sia nemmeno un piccolo stanziamento per la figura professionale, pediatra, portando inesorabilmente alla perdita non solo del punto nascite ma anche della pediatria, reparti legati indissolubilmente l'uno all'altro. Alla Regione chiediamo ancora una volta chiarezza, trasparenza e onestà di intenti, e di considerarci zona veramente disagiata, alla stregua delle zone terremotate, come giustamente ha evidenziato il sindaco Bini, con cui non sempre siamo in accordo, ma in questo caso sì. Noi non prenderemo mai atto, a differenza sua, di un parere negativo delle varie commissioni tecniche, regionale o nazionale che sia, perché il nostro territorio ha fornito valide soluzioni alternative alla chiusura, come evidenziato nei ben due documenti tecnici forniti alla Regione, e da lei espressamente richiesti. Perché chiederli se tutto era già stato stabilito? Non vogliamo che il nostro ospedale muoia, e con esso si spopoli il nostro territorio, anche se questo è un concetto non valido per voi in Regione, come ci avete detto. Gli esempi di altre realtà appenniniche e insulari, nella penisola, ci dimostrano esattamente il contrario. Siamo in attesa di una riflessione seria e di progetti concreti sul nostro punto nascite. Ci aspettiamo tutti i cittadini e cittadine dell'Appennino all'incontro in municipio organizzato da Robertino Ugolotti mercoledì 5 aprile e all'incontro organizzato da noi a Carpineti giovedì 6 aprile, in Pagoda, alle 20,30".
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Ma registriamo anche un altro intervento, del Sindacato generale di base di Reggio Emilia. Ricevuto nel tardo pomeriggio di ieri, eccolo di seguito.
"Nella giornata di lunedì 27 marzo la giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha pensato bene di intervenire in soccorso dell’assessore regionale alla sanità approvando, in tutta fretta, la delibera n. 361 per il rinnovo delle nomine della commissione consultiva tecnico-scientifica sul 'percorso nascite' a cui compete l’iter valutativo per la richiesta di deroga alla chiusura del punto nascite di Castelnovo ne' Monti ai sensi dell’art. 1 del DM 11/11/2015. L’atto approvato in Regione è l’ennesima conferma dell’atteggiamento riprovevole tenuto in queste settimane dall’assessore Sergio Venturi, che, evidentemente, ha mentito e ha continuato a mentire sullo stato dei lavori della commissione facendosi beffe delle cittadine e dei cittadini dell’Appennino reggiano. Peraltro, nella delibera n. 361 si nota chiaramente che le nomine (compresa quella del dg Fausto Nicolini, noto sostenitore della chiusura del punto nascite) della nuova commissione sono, per circa 3/4, le stesse della vecchia commissione, ovvero quella che con verbale del 17 gennaio 2017 ha già sancito la conclusione del proprio percorso valutativo ribadendo la necessita di chiudere i punti nascite già individuati, compreso quello dell’ospedale Sant’Anna. Dunque, Venturi e la Regione, sulla delicata questione del punto nascite montano continuano a prendere per i fondelli le persone. Come Sgb pensiamo che sia ora di porre fine a questo vergognoso comportamento! La Regione deve prendersi le proprie responsabilità politiche e dire, con trasparenza, anche di fronte alla decisione ormai già presa da parte della commissione sul percorso nascite, cosa ha intenzione di fare con il punto nascite. La Regione deve espressamente far conoscere a tutte e tutti se abbia intenzione di chiuderlo o se ha intenzione di mantenerlo in vita richiedendo la deroga ai sensi del DM 11/11/2015 così come è stato fatto per le aree colpite dal sisma del 2012. Ricordiamo che il 7 aprile ricorre la giornata mondiale della salute. Pertanto, l’appello di Sgb e della rete europea contro la commercializzazione della salute è quello di mobilitarsi esponendo per quella giornata un lenzuolo bianco alla finestra per rivendicare diritto alla salute e accesso universale alle cure e alle prestazioni per tutte e tutti. Pertanto, si invitano le cittadine e i cittadini a rispondere all'appello esponendo un drappo bianco alle finestre a sostegno anche del punto nascite di Castelnovo ne' Monti".
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E quindi torna a farsi sentire anche il coordinatore Pd del nostro Appennino, Guido Tirelli, sempre con una nota di ieri. Ecco le sue parole.
Sono gravi, imprecise ed autolesioniste per il futuro dell’ospedale di Castelnovo ne’ Monti le dichiarazioni del dott. Boni rilasciate al Resto del Carlino–Reggio (già pubblicate anche su questo giornale, ndr). Gravi perché sminuire il servizio di pronto soccorso e non comprendere il significato del potenziamento significa non considerare nel giusto peso il primo punto di accesso al sistema sanitario pubblico in caso di emergenza, il pronto soccorso essenziale per la vita e la salute dei cittadini. Oltretutto l’importante intervento in programma sulle strutture del pronto soccorso di Castelnovo ne’ Monti prevede di realizzare due letti di osservazione intensiva, proprio per completare la valutazione nel nostro ospedale, evitando quando possibile un trasporto immediato verso Reggio. Imprecise perchè nonostante l’importante progetto di potenziamento dell’organico di ulteriori 6 medici (di cui 1 al pronto soccorso e 5 nei reparti) e 10 paramedici si accredita la convinzione di un ospedale in dismissione e si sottovalutano le professionalità che ogni giorno lì si esprimono a livello di qualità accreditata. Autolesioniste perché – dette da un medico – le dichiarazioni del dott. Boni possono indurre l’utenza a diffidare dei servizi dell’ospedale medesimo e anziché aumentare l’attrattività, come auspicabile, possono indurre a cercare cure altrove, andando in senso opposto agli obiettivi di rafforzamento del presidio ospedaliero della montagna.
Egregio dr. Tirelli, sono gravi e autolesionistiche (per lei e il partito che dice di rappresentare) le reprimende rivolte al dott. Boni. Questo per usare le sue stesse parole. Mi vergogno per lei che si stende a mo’ di tappeto verso il diktat della Regione. Ha perso l’ennesima occasione per stare zitto ed evitarsi una pessima figura.
(Massimo Bonini)
Tirelli, mi scusi, ma se con tutto quello che succede i vostri problemi sono il saggio dr. Boni e le primarie del Pd, delle due una: o non avete capito cosa sta succedendo oppure la vicenda pesa come un macigno sulla vostra coscienza.
(MA)
A mio modesto avviso è molto più grave e avvilente la posizione del dottor Tirelli, che difende l’indecente comportamento della Regione e del partito che rappresenta. Così come grave è il “fatevene una ragione” dell’assessore Venturi e colleghi, che non solo non ascoltano, ma prendono beatamente in giro le richieste dei cittadini (di cui dovrebbero essere rappresentanti!). Grave e vergognoso è che alcuni tecnici possano parlare ed altri vengano messi a tacere in modo subdolo. O ancora che ai dipendenti venga espressamente vietato di parlare, pena ripercussioni sul piano professionale. Io di tutto questo ho paura. Ce ne fossero di dott. Boni e di politici come Delmonte!
(B.B.)
Mi trovo costretto a rispondere al dott.Tirelli perchè mi pare non abbia compreso quel che intendevo dire nell’articolo citato. Un ospedale per rimanere tale non può ridursi ad avere solo un bel pronto soccorso con 2 letti di astanteria, ma abbisogna di molto altro, come lui ben sa. Il dott. Venturi infatti si spinge a promettere, ad esempio, un aumento del lavoro delle sale operatorie; speriamo che lo stesso avvenga anche per la diagnostica e per la specialistica che oggi affolla l’Asmn di Reggio. Il futuro del nostro ospedale dovrebbe essere chiaramente declinato nello specifico e pubblicamente. Non capisco poi in che modo io possa avere denigrato l’operato del nostro ospedale, nel momento stesso che mi spendo con forza per il suo mantenimento e per il suo rilancio. Non voglio neanche pensare che dietro la proposta del finanziamento vi sia un ricatto legato alla approvazione della chiusura del punto nascita. Mi pare che il dott. Tirelli stia da una parte, a difesa, a prescindere, di una sola parte, quando invece credo occorra esaminare e discutere con il massimo della imparzialità e della ragionevolezza nell’ottica esclusiva del bene del nostro territorio.
(Carlo Boni)
Un grazie di cuore al comitato “Salviamo le Cicogne”, che a differenza del silenzio vergognoso degli amministratori di tutta la montagna continuano a dar voce a quanto sta succedendo. Dobbiamo continuare a vigilare pretendendo chiarezza e trasparenza.
(A.G.)
Non c’è molto da aggiungere ai vari comunicati, commenti e lettere che son circolate sul punto nascite, ma due considerazioni vorrei portarle. La prima, ovvia, è che il punto nascite e il reparto pediatria sono cose diverse dal pronto soccorso. E’ giusto rimarcarlo perchè molti, compresi Bini, Tirelli, Venturi ed altri, sembra l’abbiano dimenticato. La seconda, un po’ meno ovvia, si compone di due domande. Pare che da qualche tempo le partorienti che fanno ricorso al S. Anna siano caldamente invitate ad andare a partorire al S. Maria proprio dai medici che nel S. Anna operano. Se così fosse potremmo pensare non solo che la decisione, commissione o non commissione, di chiudere il punto nascite è già stata presa, ma potremmo pensare addirittura che siano i medici stessi a “sponsorizzare” questa decisione. Alla faccia delle sinergie fra gli ospedali della provincia.
Domanda 1: risponde a realtà questa “voce”?
Domanda 2: se vero, sarebbe possibile, dott. Boni, a questo punto, offrire un servizio h24 di medici esterni alla cerchia ospedaliera?
(Elio Peri)
Sono gravi, volutamente strumentali ai soli fini politici, le affermazioni che un medico prestato alla politica, esca con offese così gravi nei confronti di un collega, il dottor Boni. Le sue affermazioni sono gravi anche per noi abitanti della montagna. Brucia sentirsi dire la verità, vero dottor Tirelli? Soprattutto quando si deve lottare contro i mulini a vento o arrampicarsi sugli specchi per cercare qualche inesistente giustificazione! Lei ha interpretato male ciò che il dottor Boni ha sempre sostenuto e scrive di autolesionismo per il futuro dell’ ospedale? Ma è lei che sta facendo autolesionismo e anche nei nostri confronti. Noi siamo ben felici ed orgogliosi dei nostri medici. Le mamme preferirebbero partorire a Castelnovo anziché essere dirottate con mille scuse a Reggio, o pensare di dover partorire in ambulanza, in elicottero se non addirittura in macchina. Ma lei pensi ad un dottor Briglia, ma lei pensi ad un dottor Beretti, ma pensi ad altrettanti bravi medici e radiologi che lavorano a Castelnovo, ma cosa vuole aggiungere? È giusto secondo lei mantenere solo il pronto soccorso e poco altro? Non sa che accanto ad un pronto soccorso efficiente debbono ruotare tutti gli altri reparti in loco? Forse lei non può sapere, il suo compito era fare le visite fiscali. L’utenza non diffida affatto di farsi curare a Castelnovo, anzi lotta per questo. Lei lotta per la politica. La politica con la salute non dovrebbe essere mescolata. Ed un bravo medico lo sa! Potrei continuare egregio dottor Tirelli, ma mi fermo. Con ossequi.
(Luisa Valdesalici)
Tirelli, con più esterna con più rende insostenibili le sue tesi. Buona fortuna!
(Sincero)
Il dottor Boni si conferma persona saggia ed equilibrata. Siamo lieti di apprendere che la principale preoccupazione del Pd montano è di non disturbare il manovratore.
(Gabriele A.)
P.S. – Le Cicogne (e non il dottor Boni) hanno scritto: “ma chiediamo che il punto nascite non sia considerato merce di scambio”. Nonostante il Pd, anche le Cicogne hanno ragione.
Non capisco la polemica. Lasciamo un attimo da parte la questione del punto nascita. Sembra quasi che vi dispiaccia che arrivino risorse all’ospedale di Castelnovo ne’ Monti. Non mi sembra male avere più medici, più letti, il potenziamento dell’elisoccorso. Di cosa stiamo parlando?
(Antonio)
Dove abita lei, signor Antonio, in montagna o in pianura? Penso la seconda e penso che la sua affermazione o è interessata o è in malafede. Stiamo parlando della sopravvivenza della montagna.
(Lollo)
Gentilissimo signor Antonio, mi dispiace non essere d’accordo con lei, ma le spiego di cosa stiamo parlando: mettere in discussione il punto nascite vuol dire mettere in crisi tutta la nostra montagna, è solo un primo passo per far sì che le persone non decidano più di vivere in montagna. Forse molti non se ne sono accorti, ma tutti i reparti dell’ospedale si stanno depotenziando da due anni a questa parte: nessuna assunzione, incertezza e paura. Le persone stanno perdendo fiducia e spesso per cose anche banali vengono spedite a Reggio.
(Patrizia)
Tirelli rappresenta gli interessi del Pd di questi ultimi anni. Un Pd che ha sempre sfottuto la cittadinanza con i soliti proclami “l’ospedale è al sicuro”, “i posti letto non calano”, “montagne di investimenti sull’ospedale”, “non credete alle opposizioni”, ecc. Finalmente in molti iniziano ad aprire gli occhi e a risvegliarsi dall’assopimento in cui questa classe politica ci aveva relegato. Se fossimo a scuola, caro Tirelli, si prenderebbe un bel 4 con tanto di bocciatura a fine anno. Quando mai inizierà a provare un briciolo di vergogna?
(Alessandro Torri Giorgi)
Gentile Patrizia, continuo a non comprendere. Se si potenzia l’ospedale nel suo complesso, si fa una cosa positiva. Non si investono risorse importanti per qualcosa che non vuoi salvaguardare. Teniamo distinta la questione del punto nascita dal resto. Per quanto riguarda il vivere in montagna, i problemi sono altri. Non ho mai sentito nessuno che ha lasciato la sua terra perché mancava il punto nascita, ma ne conosco diversi che l’hanno lasciata perché cercavano un lavoro.
(Antonio)
Mi tolga due curiosità, signor Antonio: il punto nascita secondo lei è avulso dal contesto ospedale o ne è parte a tutti gli effetti? Seconda cosa: ma lei sa cosa vuol dire vivere in montagna? Dal suo commento mi sembra che abbia delle vedute un po’ limitate.
(B.B.)
Egregio signor Antonio, la questione è articolata ma al tempo stesso semplice. Ciò che si legge da diverse settimane qui su Redacon è una piccola finestra su un fenomeno più ampio e complesso. Veicolare l’informazione è un compito gravoso e certamente non semplice; perdipiù necessita da parte del lettore di una minima capacità critica che possa permettere di superare facili, e puerili, vezzi retorici. Ad aggiungersi a tutto questo, si creano, e si sono creati, fenomeni psicologici, sociali, difficili da arginare. Come una diga che presenta inizialmente piccole crepe ma che con il tempo si allargano impercettibilmente. Ciò che voglio esprimere, signor Antonio, tralasciando semplici metafore, è che l’argomento dell’apparente conteso trascende dal razionale dibattito, inutilmente atteso e sperato, bensì ha ampiamente incluso l’animus, se mi si permette, viscerale del dibattito pubblico politico. Trascende il giudizio critico e si immerge nelle interiora, calcinandosi in acide diatribe. Non si ragiona, ma si reagisce. Non si cerca di comprendere, ma si contrappone. Non si è disponibili all’ascolto, ma si impone. Un piccolo appunto finale, se mi si permette: chi ha orecchie da udire, oda.
(Fabio R.)
Dott. Tirelli, cosa intende con paramedici? Perché in Italia questa titolo non è riconosciuto, nel mondo si riferisce a operatori delle ambulanze. Chiarisca bene qual è il progetto sul pronto soccorso, per favore, anche perché 2 posti letto di astanteria non giustificano 11 infermieri in più, ma nemmeno i numeri (benché alti) del nostro pronto soccorso giustificano un aumento del genere di personale. Poi, se chiudete il punto nascita, il personale che lavora lì andrà ricollocato, no? Stiamo quindi parlando di una ventina di infermieri in più per il nostro ospedale e dico: benissimo! Ma dove? Mi viene un dubbio, quindi: queste assunzioni sono ex novo o sono dipendenti già assunti che passano a contratto indeterminato? O sono gli esodati dal punto nascita?
(Marzia)
Io non sono un politico-dottore come Tirelli e per questo più che delle parole di Boni mi preoccupo del silenzio (assordante) di certi dottori, in primis il nostro carissimo ex sindaco che addirittura di professione fa il pediatra e che nulla ha detto (nemmeno una parola, mai!) per salvare il punto nascite. Ce ne fossero di Boni, ma purtroppo da quello che so è l’unico dottore che ha avuto il coraggio di prendere una posizione pubblicamente e metterci la faccia.
(Silvano)
Tutta la mia ammirazione e solidarietà per il dott. Boni che ha ancora una volta messo la sua faccia per sostenere il nostro ospedale. Molti altri suoi colleghi, se potessero, direbbero le stesse cose, a fronte invece del silenzio assordante, ormai decennale, di tanti amministratori e rappresentanti politici a vari livelli. Purtroppo la popolazione solo ora si rende conto della inconsistenza delle affermazioni di tutela del nostro ospedale da parte di tutta una serie di dirigenti e capisce chi parla avendo la coda di paglia. Stiamo aspettando con ansia che qualche altro sindaco si unisca a Bini nel sostenere la più importante azienda della montagna. Non è certamente l’astio o la strumentalizzazione politica a ispirare i commenti di tante persone, ma forse più di tutto una grande amarezza.
(Guglielmo)
Ci si riempie la bocca dicendo che i cittadini paiano non compiacersi del fatto che la Regione investa sul nostro ospedale, ma quale mente può concepire questo? Ma ci credete proprio così fessacchiotti? Ben vengano gli investimenti, sempre però ricordando che sono anche soldi nostri, versati con le tasse e mi pare una follia che quasi pare noi cittadini si debba tacere e stendere il tappeto rosso a chi ha deciso di investirli anche su di noi. Ciò non toglie che ognuno di noi ringrazierà per ogni servizio in più che ci viene dato, sia chiaro. A prescindere da questo discorso, tutto pare stia spianando la strada per ridurre tutto realmente ad un pronto soccorso, sicuramente non adesso nell’immediato, ma magari fra 10 anni o più. Sta di fatto che così è avvenuto per altri ospedali; noi forse saremo solo più fortunati perché la nostra provincia sarà meglio organizzata quando smantelleranno. Noi non viviamo in montagna perché c’è l’ospedale, ma mi permetto di dire che visto che c’è è un bel sollievo sapere di poterne usufruire. Che poi i servizi debbano e possano essere migliorati siamo tutti d’accordo. Quel che non vedo da parte della Regione è un reale interesse a far in maniera di trovare le soluzioni per mantenere i servizi, forse più si stanno adoperando a trovare ragioni o motivazioni per toglierli. Anche questo è uno spreco di energie. E qui per altro si accusa chi davvero si spende per trovar delle soluzioni di creare timore tra la gente, quando in realtà di terrore ne sta spargendo chi continua a sostenere la questione sicurezza senza ammettere che per lo più è una questione di vil denaro. La sicurezza, signori, non potrà mai garantirla nessuno nemmeno nei grandi ospedali, perché purtroppo esistono fatalità, errori e concause che si conseguono. Casi di malasanità li vediamo tutti i giorni anche dove volete convincerci che non accadano.
(D.b.)
Homo Tirellus, nel dubbio, dato che oramai “il re è nudo”, tace!
(MA)
Vedo tanto impegno, in modo particolare da parte del comitato “Salviamo le cicogne”, ma non vedo una controparte attiva che si muova in modo adeguato, per portare al risultato che tutti ci aspettiamo. La domanda però sorge spontanea: siamo sicuri che tutti vogliono mantenere il punto nascite? Io credo di no e lo dimostra il fatto della scarsa coesione a livello politico-amministrativo, vedi i sindaci che non si sono schierati “tutti assieme” a favore del mantenimento di questo servizio fondamentale e vitale per il futuro della montagna. Questi signori dovrebbero, in barba ai diktat del loro partito (vedi Pd), dimettersi “tutti in massa”, per cercare di smuovere le acque e far ragionare le menti offuscate dei politici regionali e nazionali, visto che anche loro hanno fatto poco o nulla. Altro suggerimento: anziché recarvi alle urne per le primarie del Pd, andate a fare un giro al mare, oppure una bella camminata in Appennino, che forse ci guadagnate in salute, ma soprattutto in dignità, quella che le persone che ci rappresentano “non hanno”. Vergognatevi!
(La voce della verità)
Tirelli… la volata agli altri partiti? E’ chiaro che lo fa apposta.
(G. Romei)
Il PD, nella persona del dott. Tirelli, ha perso un’altra buona occasione per tacere! Questo partito ultimamente perde il suo tempo esclusivamente a criticare, mi sorge il dubbio che lo faccia apposta per perdere consensi! Grazie, dott. Boni, per averci messo la faccia, grazie perché io da mamma di due bambini vorrei che questi continuassero a vivere in montagna e qui a moltiplicarsi e curarsi. Da Scandiano e Montecchio in pochi minuti si raggiunge Reggio, da noi, nel migliore dei casi comunque quasi un’ora ci vuole, per non parlare del crinale, forse si potrebbero trovare soluzioni alternative. Complimenti comunque, dott. Tirelli, perché politici come lei, allontanano sempre più persone come me dalla politica, che fa sempre più schifo!
(Elisa)
In questo rincorrersi di polemiche, puntualizzazioni, smentite, ripensamenti, rappacificazioni, ecc., dove ognuno ha le proprie ragioni da spendere, non andrebbe a mio modesto avviso dimenticato che le cose non nascono quasi mai dal nulla e il potere decisionale dei “governanti” di turno deriva loro dal consenso ricevuto, e il sistema elettorale “maggioritario” – che incontrò all’epoca molto favore popolare quando fummo chiamati a pronunciarci in merito tanto da sostituire il “proporzionale” – ha indubbiamente rafforzato detto “potere”. Con il “maggioritario” anche il ruolo di “controllo” e contrappeso esercitabile dalle opposizioni si è di fatto indebolito e andrebbe tenuto altresì presente che vi è stato un non breve periodo dove le cosiddette “maggioranze bulgare” erano abbastanza frequenti e diffuse, generando di riflesso condizioni piuttosto sfavorevoli per l’azione delle forze di minoranza e per il costituirsi di formazioni che avessero qualche buona probabilità di rappresentare una effettiva e realistica alternativa. Se questa premessa sta per così dire in piedi, non ci resta che far valere quanto più possibile il nostro voto, in modo da dare la maggiore efficacia alla nostra voce, contro il rischio che possa restare inascoltata e ogni volta che siamo chiamati ad esprimerlo dovremmo considerarlo uno strumento molto prezioso ed importante, che andrebbe innanzitutto utilizzato e del quale fare uso con molta attenzione ed altrettanta accortezza. Se lo impieghiamo infatti in maniera “ideologica”, ossia a prescindere, senza cioè tener conto di antefatti, programmi, ecc., perché abbiamo sempre fatto così e non vogliamo cambiare – il che è ovviamente del tutto legittimo e fors’anche comprensibile – dovremmo essere quantomeno consapevoli che col senno del dopo potremmo trovarci a pentircene e a dolercene, sentendoci semmai “presi in giro”, ma servirà poi a ben poco “piangere sul latte versato”, valendo la vecchia e saggia regola che “dovevamo pensarci prima”.
(P.B.)
P.B., come diceva Cevoli: “fatti, non pu…..e” da tempo ci lasciamo abbindolare dalla facile favella dei politici purpurei. Abbiamo prova, purtroppo, che se devono scegliere tra un sacrosanto diritto a nascere tra i monti, o la direttiva del tondeggiante Bonaccini, scelgono la seconda. Contro il Cremlino non si va, piuttosto si prende la macchina e si scende Reggio con la partoriente. Egregio Consiglio regionale, viste e valutate le capacità, prego tornare tutti alla vostra precedente occupazione. Pertanto, invitati cordialmente a tornare a casa. Idem i rappresentanti locali del PD.
(MA)
In merito all’intervento del Pd montano, sarei curioso di sapere quante persone rappresentano, cioè quanti tesserati ha il Pd in montagna, così riusciremo a capire la connessione di questi rappresentanti con il territorio! Cordialmente.
(Roberto Malvolti)