Martedì mattina 27 marzo, alla biblioteca comunale “Sincero Bresciani” di Casina, gli alunni delle classi quinte dell’istituto comprensivo “Giorgio Gregori” di Carpineti - Casina, alla presenza del sindaco Stefano Costi e della dirigente dottoressa Giuseppina Gentili, hanno incontrato il dottor Gian Luca Marconi, nipote dell’onorevole Pasquale Marconi che collaborò alla stesura della nostra Costituzione.
L’incontro si colloca all’interno di un percorso di approccio e conoscenza della Costituzione italiana programmato dalle docenti per il corrente anno scolastico, attraverso il quale gli alunni hanno incontrato la figura di questo padre costituente.
Grazie alla testimonianza del nipote Gian Luca, alla sua abile narrazione, ricca di riferimenti storici e personali, gli alunni hanno potuto approfondire la conoscenza di questo grande uomo della montagna reggiana, mostrando vivo interesse e attiva partecipazione.
Interessante il momento delle domande rivolte dagli alunni al dottor Marconi, toccanti e autentiche le risposte. "Risultano sempre più importanti questi momenti - commentano dalla scuola - attraverso i quali si forniscono alle nuove generazioni opportunità di conoscere la storia della nostra terra e degli uomini che l’hanno segnata, come utili strumenti per comprendere il futuro".
Ho incontrato la figura dell’on. Pasquale Marconi in giovane età; il mio ricordo più vivo è legato all’arrivo dell’acqua per tutta la montagna e parte della pianura, quell’indimenticabile e “alto” getto d’acqua possente, quella sera a Castelnovo ne’ Monti, acqua viva, zampillante e limpida (di evangelica memoria), che sgorgò per la prima volta dalla fontana davanti all’ospedale “S. Anna” da lui creato. Grazie! “Gigante della nostra montagna”, mi piace pensarti là, sul crinale, in queste ultime nevi di primavera, che illumini e guidi ancora tutti noi!
(Ubaldo Montruccoli)
E’ doveroso da parte mia ricordare questo grande uomo delle nostre montagne, che ha saputo distinguersi in tempo di pace e in tempo di guerra per le sue azioni meritevoli; mio padre, classe 1915, di Ramiseto, partigiano e sempre restio a parlare di quel periodo che portò all’uccisione di tante persone innocenti, più volte mi raccontava che mentre tanti erano impegnati a uccidere, Pasquale Marconi era sempre impegnato a salvare e correva sempre ovunque con la speranza di arrivare in tempo per farlo. La stima che mio padre aveva per questo grande uomo mi è stata trasmessa e la conserverò per sempre come esempio di vita da imitare e possibilmente da tramandare.
(Lino Franzini)
La correggo solo su un dato: Marconi ha parlato proprio in Parlamento della sua esperienza nella lotta di liberazione, rivolgendosi ai parlamentari del Pci e non ha usato, giustamente, mezze misure per descrivere la realtà. Molto diversa da quella “ufficiale”, soprattutto nell’immediato dopoguerra. 1958, Parlamento italiano.
(MA)
Sarebbe ora che alle nuove generazioni, finalmente, venisse descritta la celebre figura del prof. Pasquale Marconi, sia come medico, sindaco, deputato e comandante partigiano delle “Brigate “Fiamme Verdi” da lui costituite verso la fine del 1944, perché in dissenso coi metodi dei partigiani comunisti. A Lui si deve la costruzione, nel 1931, dell’ospedale di Castelnovo Monti dove, dopo il tragico 8 settembre 1943, salvò vite di qualunque provenienza nel proprio ospedale (soldati tedeschi, fascisti, partigiani ed ex prigionieri alleati, e sempre disponibile con chiunque avesse bisogno). Rispetto al dissenso con i metodi dei partigiani comunisti il comandante Marconi ebbe a scrivere una lettera al C.N.L. nell’agosto 1944 in cui spiegava quanto segue: “…Sono tornato tra i partigiani nel giugno, appena uscito dalla prigione; non ho riconosciuto il vecchio movimento. Pletore, baraonda, disorganizzazione, indisciplina, anarchia, contegno spavaldo, provocatore offensivo. Saccheggi, rapine, vendette, terrorismo; capi formazione e commissari scelti in genere tra i peggiori elementi… Queste purtroppo, sono le caratteristiche salienti dei partigiani. Le popolazioni, dal favore e dalla solidarietà più aperti, sono passati a sentimenti di decisa avversione, non tanto per i danni subiti, quanto per il contegno vergognoso di molti partigiani. Io e quelli che la pensano come me ci rifiutiamo di approvare un simile andazzo di cose e di condividerne le responsabilità. Molti partigiani si rifiutano di tornare nelle formazioni se non hanno prima la garanzia di trovarsi fra soldati e non tra banditi…“.(Lettera tratta da “La guerra dentro la guerra” di Rossana Maseroli).
(Mio padre, classe 1909, di Castelnovo Monti lo conosceva con ammirazione!)
(Ivaldo Casali)