Sono diversi gli interventi che in queste ore stanno giungendo sulla questione, sempre più "calda", del punto nascite del Sant'Anna, che sembra sempre più essere a rischio chiusura. Alla luce dei recenti fatti sono intervenuti il sindaco di Castelnovo ne' Monti, Enrico Bini, il coordinatore del Partito democratico per la zona montana, Guido Tirelli, e il consigliere comunale di minoranza Robertino Ugolotti (lista civica "Progetto per Castelnovo ne' Monti"). Torna poi all'attacco, con nuovi documenti che mostrano come la giunta regionale abbia, proprio l'altro ieri nominato la nuova commissione tecnica per le nascite, il consigliere regionale Gabriele Delmonte (vicecapogruppo della Lega nord in Regione Emilia-Romagna).
Enrico Bini
"Rabbia e delusione, ma bisogna ragionare. La Regione chieda la deroga al ministero".
Ho preferito prendermi un po' di tempo per riflettere prima di intervenire sulla situazione che è stata al centro del recente dibattito tra il consigliere regionale Gabriele Delmonte e l'assessore regionale Sergio Venturi, perchè, lo dico in tutta onestà, ho avuto bisogno di recuperare la calma, dopo un momento di delusione e rabbia. La sensazione che ho percepito è stata che il lavoro e l'impegno di questi mesi per cercare di salvaguardare il punto nascite dell'Ospedale di Castelnovo ne' Monti fossero stati completamente inutili. Ma delusione e rabbia non portano mai a risultati positivi. Partiamo da una base che considero importante: gli investimenti annunciati dallo stesso assessore Venturi sull'Ospedale. Investimenti importanti che dimostrano di voler mantenere ad alti livelli il presidio appenninico. Nel nostro incontro della scorsa settimana, a cui hanno partecipato lo stesso assessore regionale, il presidente della provincia Giammaria Manghi e i sindaci dell'Appennino ho espresso chiaramente soddisfazione per l'importanza del progetto, chiedendo che però fosse tenuto separato dal tema del punto nascite. Anche gli altri sindaci e lo stesso Venturi avevano concordato sulla necessità di attendere il pronunciamento della commissione tecnica regionale. Ribadisco quindi che il progetto relativo al all'ospedale nel suo complesso ha il mio pieno appoggio e anzi ringrazio la Regione per questa scelta. Ma altrettanto nettamente chiedo che ora si chiariscano alcuni aspetti che stanno suscitando grande preoccupazione, e anche rabbia, tra la popolazione. Voglio poter sperare che ci sia ancora un dialogo, ma Venturi deve fornire indicazioni e dati precisi su questi aspetti. Se la commissione è ancora operativa gli chiedo di rendere pubblica la composizione e il calendario di lavoro della stessa. Inoltre gli chiedo di chiarire il peso della relazione stilata dalla precedente commissione sulla scelta: se sono stati indicati i parametri attualmente non rispondenti agli standard si indichino anche gli spazi di intervento. Se ci sono difficoltà economiche, che peraltro finora sono sempre state negate, si esplicitino chiaramente. Se invece il lavoro della commissione deve ripartire da zero, se deve essere rinnovata, lo si faccia alla luce del sole. Inoltre dai documenti pubblicati emerge il fatto che per arrivare al grado di sicurezza necessario per mantenere i punti nascite periferici sia ormai necessario affrontare il tema dell’integrazione delle equipe su base provinciale, non solo per Castelnovo. Purtroppo il tema sembra essere affrontato da un punto di vista non solo sbagliato, ma a mio parere inaccettabile: l'idea che la chiusura del Sant'Anna potrebbe mettere in sicurezza punti nascita attualmente presenti in pianura, sicuramente importanti ma che vedono una ampia gamma di alternative praticabili entro 10–15 minuti di automobile, mentre per il Sant’Anna in caso di chiusura il tema dei lunghi tempi di percorrenza per l’accesso al reparto di ostetricia più vicino è tema ben noto e dibattuto, e sicuramente rilevante per la sicurezza delle partorienti e dei bambini. Il criterio della turnazione delle equipe rappresenta peraltro la base del lavoro che si sta portando avanti da mesi con il gruppo 'Insieme per il Sant’Anna', e che potrebbe trovare una applicazione agevolata una volta che sarà completa l’integrazione tra le aziende Ausl e Santa Maria Nuova. Auspichiamo davvero che questo lavoro non sia stato completamente inutile, anche perchè se così fosse avrebbero aspetti grotteschi anche l'incontro a Bologna con la delegazione di Castelnovo dello scorso 7 febbraio e le parole spese in tale occasione da Venturi e dal presidente Bonaccini. Quello che chiediamo alla Regione, giova ricordarlo, non è la garanzia che il punto nascite resterà aperto a tutti i costi: è di avanzare una richiesta di deroga sui parametri numerici al ministero. Se questa deroga, per motivi di sicurezza, risulterà impossibile ce ne faremo una ragione. Quello che non vorremmo è una chiusura già decisa, senza appelli, per meri scopi o motivi politici o economici.
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Guido Tirelli
"La Lega nord vuole fomentare lo scontro con la Regione. Organizziamo una conferenza sanitaria".
Nervi saldi e mente lucida, ecco cosa è necessario mantenere in questo passaggio difficile del lungo confronto in corso fra la comunità della montagna reggiana e l'amministrazione regionale, a difesa dell'Ospedale di Castelnovo ne' Monti. Il consigliere regionale della Lega vuole creare e cavalcare una situazione di scontro, per interessi elettorali di bottega, per creare a tutti i costi un nemico, la Regione, a suo dire sorda alle esigenze dei cittadini e con cui è impossibile parlare, per creare una cortina di fumo per sminuire quello che, nel confronto con la nostra comunità, la Regione si è impegnata a fare a salvaguardia del nostro ospedale. Noi della montagna non dobbiamo assolutamente cascare in questo tranello, non dobbiamo rompere l'unità raggiunta o chiuderci in un isolamento rancoroso; dobbiamo farci ancora avanti con una voce, con i nostri progetti, capacità e bisogni, confrontarci con chi deve fare le scelte, essere in rapporto con tutti i livelli di decisione. Chi ha memoria sa che l'Ospedale di Castelnovo ne' Monti in trent'anni è arrivato ai livelli di oggi, da clinica privata ad ospedale pubblico, per lo sforzo di tutta la comunità della montagna e con l'impegno diretto della Regione. Bologna certo non è vicina, ma abbiamo portato in questi mesi gli amministratori regionali ad un confronto aperto con noi. Sapevamo che questo era l'obiettivo, quando abbiamo trovato l'unità per costruire e presentare un documento sull'ospedale della montagna, condiviso da amministratori, associazioni, enti, comitati, tecnici e forze politiche, sulle proposte di tenuta e sviluppo del nostro ospedale, che deve salvaguardare tutti i suoi reparti, compreso il punto nascita. Abbiamo iniziato la battaglia per il punto nascita pur sapendo che le società scientifiche nazionale si sono già espresse in tutte le sedi per applicare l'accordo fatto nel 2010 fra il governo, allora di Lega e Forza Italia, e le regioni, accordo che salvo deroghe porta alla chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti anno, ritenuti meno sicuri alla luce dei più avanzati requisiti di sicurezza. Abbiamo chiesto una valutazione non solo sui numeri ma proprio soprattutto sui livelli di sicurezza che il punto nascita di Castelnovo può e potrà garantire a mamme, neonati ed operatori. Quindi ora la partita, che non è ancora chiusa, va giocata fino in fondo; la Regione nell'incontro con i sindaci dell'Unione venerdì scorso ha accolto le proposte tecniche fatte dalla montagna ed ha presentato il piano di potenziamento dell'ospedale, mettendo in programma lavori per due milioni di euro nel prossimo anno e stanziando un milione di euro per ogni anno a venire per l'assunzione di personale: un aumento di sei medici e dieci infermieri per potenziare le attività chirurgiche, pronto soccorso, cardiologia e ginecologia. Sono già in corso gli interventi per costituire una unità dipartimentale di urologia, progetti per chirurgia senologica, ortopedica, otorino e generale, mantenendo le altre specialistiche. Questo è un grande risultato per l'ospedale di Castelnovo ne' Monti in anni di finanziamenti congelati, risultato del confronto portato avanti dalla nostra comunità ed a cui la Regione ha risposto positivamente. Un primo grande obbiettivo è stato raggiunto, ora ci troviamo ad un passaggio delicato per il futuro del punto nascita, su cui la parte politica non si è ancora espressa e deve portare la discussione nelle competenti commissioni consiliari, ma su cui pesa il parere scientifico espresso dalla commissione percorso nascite regionale uscente. Continuiamo un confronto costruttivo, non rovesciamo il tavolo, verifichiamo se c'è spazio per proporre un patto alla Regione: se riusciamo ad assicurare gli stessi livelli di sicurezza delle altre realtà nazionali derogate ed a livelli comparabili alle realtà capoluogo, diamo corso ad una richiesta di sperimentazione di un punto nascita pienamente integrato nella rete provinciale, collocato in una zona periferica, montana, riconosciuta come area interna, in cui la comunità tutta è impegnata per trovare modelli originali di sviluppo. Una deroga per consentire una sperimentazione a termine, da verificare nei risultati; si concordino alcuni anni per riuscire ad invertire il calo dei parti, recuperare le quasi cento mamme che dalla montagna vanno a partorire altrove, per riuscire ad attrarre future mamme. Su questo terreno e con queste proposte il Partito democratico della montagna reggiana continua il suo impegno a salvaguardia dell'Ospedale di Castelnovo ne' Monti ed auspica che la comunità della montagna reggiana ritrovi unità di intenti e volontà. Chiediamo che venga organizzata in tempi brevi un conferenza sanitaria, aperta e rappresentativa di amministrazioni, comunità e tecnici, in cui fare un confronto aperto su tutte le tematiche della sanità in Appennino.
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Robertino Ugolotti e Daniele Valentini
"Rabbia, ma non dobbiamo abbandonare il tavolo. Il 5 aprile incontro pubblico".
Le notizie sui “comportamenti” regionali riguardo al punto nascita del nostro ospedale hanno provocato in tutti noi sentimenti di sconcerto e profonda delusione, al punto che da spingere qualcuno a voler abbandonare il tavolo di lavoro che avevamo localmente costituito a difesa dei nostri servizi. La delusione è sicuramente legittima e comprensibile, ma noi riteniamo che non sia ancora il momento di “sgombrare il campo”, sia perché vanificheremmo di colpo quanto è stato fin qui fatto, sia perché confidiamo che vi siano ancora margini per ottenere un qualche risultato per il nostro ospedale. Per un attimo vogliamo ritornare ai metodi di una volta, o almeno provarci, quando non ci lasciava scoraggiare più di tanto dai nervosismi del momento e si persisteva nelle “trattative”, e per questo motivo, allo scopo di non interrompere il lavoro svolto, riteniamo come lista civica di doverci momentaneamente sostituire a chi convocava gli incontri. Abbiamo così programmato di riunirci nella giornata di mercoledì 5 aprile, alle ore 21, presso la sala consiliare di Castelnovo ne' Monti, quantomeno per confrontarci sull’accaduto e decidere sul seguito; e confidiamo pertanto che via sia una buona partecipazione, di chi coloro che fino ad oggi si sono resi disponibili in questa battaglia: consiglieri regionali, sindaci, associazioni di volontariato, il comitato "Salviamo le cicogne", associazioni di categoria, sindacati e cittadini che non vogliono rassegnarsi a perdere un servizio fondamentale per il nostro Appennino.
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Gabriele Delmonte
"Ieri la giunta ha nominato la commissione scaduta a gennaio. Così le bugie di Venturi vengono a galla".
Non mi piace dire "lo avevo detto", ma questa volta proprio non riesco a tacere. Chi dovrebbe imparare a farlo è invece l’assessore Venturi, che dopo avermi dato del bugiardo e avere raccontato a vanvera che la commissione consultiva tecnico-scientifica sul percorso nascita era stata prorogata a gennaio, ieri (ieri l'altro: lunedì 27 marzo, ndr), insieme ai suoi colleghi di giunta, messo alle strette dalle mie denunce, ha votato proprio la nomina della commissione. Stupisce la scarsità di presenze registrate tra gli assessori e l’assenza del presidente Bonaccini; lui che è quasi sempre presente alla riunione di giunta proprio ieri l'altro mancava. Un caso? Probabilmente sì, ma di certo avere votato una nomina che l’assessore ha detto pubblicamente essere stata fatta due mesi fa, non è tanto usuale. [Documento_finale_EPG201726] Così come non lo è raccontare bugie. Come si fa a dire ai cittadini che la commissione è al lavoro quando è scaduta? Lo ho già detto e lo ripeto: nei paesi civili davanti a fatti come questo ci si fa da parte. Ma forse qualcuno qui pensa di potere prendere in giro l’intera Regione come e quando vuole.
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Nel leggere le considerazioni “profonde” del coordinatore per la montagna del Pd, Tirelli, il sentimento che mi sorge spontaneo è: “mi scappa da ridere”.
(Ivano Pioppi)
Anche a me. Un Pd finora silenzioso, e tutti comprendiamo il perché.
(MA)
Vergognose le dichiarazioni di Tirelli! La Lega nord non vuole assolutamente creare una situazione di scontro. Se il segretario Pd è così convinto che la Regione faccia l’interesse dei montanari ci spieghi come mai nè l’assessore Venturi (che ricordo ha mentito ai montanari e al comitato stesso) nè il presidente Bonaccini hanno avuto il coraggio di venire a dire in faccia a noi che vogliono chiudere il punto nascite! Il Pd è all’angolo e dopo mesi di silenzio (tranne i soliti proclami, quelli sì, populisti) salta fuori attaccando la Lega nord. Si rasenta il ridicolo.
(Mattia Casotti)
Non riesco a non rispondere a Ivano Pioppi e MA. Di fronte ad un messaggio comune del restare uniti e non mollare compaiono i soliti cosiddetti “rage-boys”, che non perdono occasione per sviare il discorso, con commenti assolutamente fuori luogo e carichi di inutile rabbia. Cordialmente, un cittadino che non vuole la chiusura del reparto in questione.
(Diego)
Se lei non vuole la chiusura del reparto non si rivolga ai signori Pioppi e MA, ma a chi in Regione, maggioranza Pd, da mesi e da mesi non comunica che, vista la relazione tecnica (altro mistero), chiede la deroga alla chiusura del nostro punto nascita. Non trova? Il dottor Tirelli dovrebbe onestamente dire che è giunto il momento di agire con sincerità e trasparenza anche in Regione. Ma a che serve tirare in ballo nervi saldi, mente lucida, cortine di fumo, interessi di bottega, tranelli, rancori?! Abbiamo bisogno di fatti concreti. Di fatti e non di parole.
(Luisa Valdesalici)
Signor Diego, qui chi vuole chiudere il punto nascite a Castelnovo è solo il Pd, se ne faccia una ragione!
(Commento firmato)
A me pare che il discorso abbia provato a sviarlo un pochino anche Tirelli buttandola sulla Lega che cerca di cavalcare una situazione molto delicata (ed è probabilmente in parte vero). Però il signor Tirelli dimentica che la situazione è così tanto delicata per responsabilità della Regione, che è governata dal suo partito. Sarebbe utile mantenere il discorso sul reparto e sull’ospedale in generale, continuando a chiedere alla Regione una maggior chiarezza e, soprattutto, la volontà reale di ascoltare la popolazione.
(Francesca D.)
Non farsi prendere dal nervosismo, non cedere alla rabbia. Certo. I fatti però sono che la Regione per bocca del suo assessore alla sanità e del suo presidente ci ha chiesto di lavorare, mentre le decisioni erano già state prese. Non so se sia stata furbizia o incuria, ma certo non una buona pratica verso una comunità che ha profonde radici e crede ancora nel territorio in cui vive e che si muove alla ricerca di soluzioni per il suo futuro in modo del tutto disinteressato. Ho paura che che questo modus operandi non abbia titolo a definirsi democratico e neppure, più semplicemente, onesto. L’autoreferenzialità di questa classe dirigente non è autorevole, è semmai autoritaria. Nella pratica: 2 milioni per il pronto soccorso e 1 milione per 6 medici e 10 infermieri mi fanno pensare ad un ospedale che diventa un pronto soccorso e poco più; quanto poi ad avere fiducia nel futuro promesso al nostro ospedale dopo quanto accaduto tralascio ogni commento. Il confronto deve continuare, ma su basi nuove, dove trasparenza e scelte razionali e comprensibili siano priorità indiscussa.
(Carlo Boni)
Purtroppo concordo in pieno. Spero che in Regione comincino a ragionare davvero in un’ottica diversa, ma ho poche speranze.
(Francesca D.)
Chi ha memoria dell’ospedale quando era una clinica privata ricorda che al Sant’Anna il reparto di Angiologia aveva come consulente il professor Guido Tattoni, primario storico della chirurgia vascolare. Nel riportarne la scomparsa, questo giornale il 12 gennaio del 2008 scrive: “L’incontro fortunoso per il nostro paese ed il suo nosocomio avvenne grazie al provvidenziale invito del prof. Pasquale Marconi: è del 1959 la nomina del prof. Tattoni a ‘consulente per le malattie vascolari’ presso l’Ospedale S. Anna. Venne intrapresa, ma non solo, la chirurgia delle varici degli arti inferiori che attirò a Castelnovo ne’ Monti pazienti da tutta l’Italia, facendo diventare il S. Anna, grazie alla sua presenza, un centro di prim’ordine”.
(mv)
Ora è colpa della Lega nord!, basta con queste falsità! La Lega nord ha fatto il proprio dovere sbugiardando con prove chi vuole prendere in giro la gente. Attivandosi, chiedendo e facendo emergere atti di chi purtroppo continuava a prenderci per i fondelli. Neppure davanti a fatti così evidenti si ammettono le proprie responsabilità e la propria volontà, anzi, ci si vuole arrampicare sugli specchi. La Lega nord difende gli interessi dei cittadini, dei montanari, anzi, sin d’ora, mai ha voluto far emergere le diverse visioni, le identità o appartenenze partitiche, per un unico motivo: il bene dei cittadini e la non chiusura del reparto. Ha sempre collaborato insieme alla gente comune, a fianco di chi ha cuore questo problema, dalla raccolta firme alle varie iniziative promosse; ripeto, senza mai etichettare nulla, anche se si poteva tranquillamente farlo. Questo a mio parere è sinonimo di crescita e maturità politica, troppo facile dire sempre no come qualcuno ancora spera! Ora volete ribaltare la frittata accusando Gabriele di fare il proprio lavoro. Siete patetici! La gente non è stupida, la gente è molto più intelligente di quello che pensate. Comunque complimenti!
(Enrico Chicco Ferretti)
Mi chiedo se sia mai stata presa in seria considerazione la possibilità che il comitato “Salviamo le cicogne” e i rappresentanti del nostro territorio (sindaci, ecc..) possano prendere i contatti con “Striscia la notizia”, “Le iene” o programmi del genere. Sappiano benissimo che a molti interessa più la faccia che il resto ed essere portati in televisione, molto spesso, “aiuta” a vedere la prospettiva da un altro punto di vista. Io l’ho buttata lì…
(Insegnante)
Occhio, Bini, che la Regione questa volta non vi prenda davvero in parola. Cioè: manda al ministero questa richiesta di deroga per farvi contenti, però nei contenuti già bella che pronta che farsela bocciare, e così voi potrete dire, con tutta coscienza sollevata, che “ve ne farete una ragione”. Tanto per salvare la forma, importantissima, fondamentale in questa nostra società di apparenze. Quanto a Tirelli, proprio vero che un bel tacer non fu mai scritto. Una paginetta di nulla. E dire che lui è anche medico. Ma quando si è schierati e con gli occhi prosciuttati, non c’è santo. Comunque su una cosa davvero concordo: una bella conferenza sanitaria – mentre i buoi non solo sono scappati, ma forse anche invecchiati – è proprio un’idea originale, che mi era sfuggita.
(G. Romei)
Io non so se le parole del sindaco “ho avuto bisogno di recuperare la calma, dopo un momento di delusione e rabbia”, siano da interpretare come una sorta di retromarcia rispetto a come si era espresso qualche giorno fa, ma di certo va riconosciuto a Robertino Ugolotti, e alla lista civica che rappresenta, di non aver mai perso la calma in questa tormentata vicenda, e di aver sempre mostrato “nervi saldi” e al tempo stesso determinazione nel voler portare a casa un risultato, e forse questa tranquilla perseveranza gli deriva dai suoi trascorsi politici e dalla esperienza che vi ha maturato (a dimostrare che l’esperienza può talora risultare piuttosto utile). Quanto al Pd della zona montana, ci andrei piano a teorizzare, per bocca del suo coordinatore, che “il consigliere regionale della Lega vuole creare e cavalcare una situazione di scontro, per interessi elettorali di bottega, per creare a tutti i costi un nemico…”, dal momento che senza la segnalazione di detto consigliere non sarebbero emersi aspetti della questione che hanno messo un po’ tutti “sul chi vive”, provocando altresì malumori abbastanza diffusi, ossia a casa di tutti o quasi (anche se oggi qualcuno può averci semmai ripensato).
(P.B.)
Credo che il buttarla in politica sia la cosa peggiore da fare, ma chi fa parte del vecchio sistema politico difficilmente riesce a fare di meglio. D’altra parte va considerato che le amministrazioni in orbita Pd non ne hanno mai guastata una al sistema politico regionale, quindi niente di nuovo che certi personaggi tacciano o, peggio ancora, tentino di sviare l’attenzione della gente. Persino con le “Cicogne” stanno tentando di dar loro una connotazione politica per screditarle. Ribadisco che qui non è questione di Lega o grillini, di destra o sinistra, qui si sta decidendo sul reparto simbolo del futuro di un territorio e un territorio dove non si nasce, muore.
(Antonio Manini)
Chi mi conosce sa che non ho la minima simpatia per la Lega nord, nè nazionale nè locale. Ma in questo frangente il pericolo di chiusura del reparto maternità non è più solo un rischio paventato ma estremamente concreto e quindi da cittadina, da donna, da mamma e a breve da nonna, voglio dire due paroline alla classe dirigente e al Pd che è forza di maggioranza in Regione e al presidente. In amore e in guerra tutto è lecito e la battaglia per il reparto maternità è una guerra d’amore per il territorio, per la nostra montagna e per il diritto dei nostri figli e nipoti a diventare genitori nel nostro Appennino, come abbiamo fatto noi, come ho fatto io. Ho avuto sei figli e le mie gravidanze, problematiche o meno, sono state seguite al Sant’Anna, dove ho trovato personale medico e infermieristico preparato, scrupoloso, disponibile; e non sono cose scontate. Anche nel momento del parto, momento delicatissimo sia fisicamente che psicologicamente, professionalità e disponibilità sono state encomiabili. La nascita della mia ultima bimba (nata qualche settimana prima del termine) è avvenuta dopo un ricovero, nello stesso ospedale, al Santa Maria; credetemi, a fronte di una identica professionalità, la disponibilità, l’attenzione, la tranquillità erano del tutto assenti. Non voglio imputare responsabilità al personale, ma al numero veramente elevato di donne e partorienti che dovevano seguire. Qualità è anche non sentirsi un pollo, in questo caso, una chioccia da batteria e la sensazione era esattamente questa, il sentirmi in balìa degli eventi e, diciamo la verità, non ero certo al primo parto… Il lato psicologico è importante in quei frangenti, tanto come quello fisico. Forse vi ho già annoiato abbastanza, ma questa era la premessa per dire che in questo caso “il nemico del mio nemico è mio amico” e sarò felicissima a scendere in piazza con la Lega nord, e con chiunque altro voglia metterci non solo la faccia e le belle parole, ma tutte le proprie forze e il proprio impegno per salvare il reparto maternità, per salvare il nostro futuro.
(Monja)
Noto che i commenti sono aumentati, ma sono troppo limitati. Redacon è l’unica importante finestra che abbiamo per dimostrare ed esprimere le nostre opinioni. Facciamolo, ma in tanti, tantissimi. La causa è troppo importante. Dove siete, montanari? Bastano due righe, ma facciamoci sentire. Ricordiamo a chi in Regione deve chiedere la deroga alla chiusura del nostro punto nascite di farlo e farlo presto; soprattutto perché le condizioni per nascere in sicurezza vi sono tutte. Potete inondare Redacon anche solo con una frase: “Il nostro ospedale non si tocca”. Grazie.
(Luisa Valdesalici)
Scusate, ma chiamando qualcuno dei media nazionali non si farebbe prima? Alcune settimane fa hanno fatto un servizio medesimo al nostro in Sardegna. Parlavano di un punto nascite nell’ospedale della Maddalena. Non so come è finita ma hanno fatto un servizio al TG5.
(Montanaro)
“Credo che il buttarla in politica sia la cosa peggiore da fare, ma chi fa parte del vecchio sistema politico difficilmente riesce a fare di meglio”, leggiamo in uno dei commenti e sono due concetti che meritano a mio avviso un minimo di replica. A me pare innanzitutto che il “non buttarla in politica” sia piuttosto difficile, se non impossibile, visto che qui si tratta essenzialmente di una decisione politica e tutto pare dirci che chi deve prenderla stia quantomeno “tergiversando”, e in questi casi è abbastanza normale che vi sia chi sprona i “decisori” ad accelerare i tempi (c’è chi vede in queste “esortazioni” una strumentalizzazione politica, ma per evitarla basterebbe semplicemente che i “governanti” arrivassero a conclusione il prima possibile). Quanto al non riuscire a “fare di meglio” da parte degli appartenenti al vecchio sistema politico, a me sembra che il compito delle opposizioni sia anche quello di “controllare” l’operato delle maggioranze, mettendone semmai in evidenza le contraddizioni e fungere altresì da stimolo e pungolo, pur non facendo mancare se del caso una responsabile collaborazione e se non ricordo male questo accadeva nel “vecchio sistema politico”, che non era sicuramente esente da difetti, ma era pur tuttavia meno “suscettibile” ed “irritabile” – sempre che, come dicevo, la memoria non mi tradisca – e col senno di poi credo che non avesse affatto sfigurato.
(P.B.)
Hai ragione Luisa, il nostro ospedale non si tocca. Mi sento, come montanara, presa in giro da tutta questa politica che mente spudoratamente e che decide sulla pelle della gente. Eravamo una eccellenza… ci stanno distruggendo. Vergogna!
(A.G.)