Riceviamo e pubblichiamo.
-----
Giuseppe
Ci riempie di gioia il progetto di investimento per il valore di 3 milioni di euro sull’ospedale S. Anna di Castelnovo ne' Monti e riteniamo prezioso il lavoro svolto dal dott. Nicolini e dalla regione che dimostra di interessarsi e di puntare sulla modernizzazione e qualificazione del pronto soccorso e dei reparti specialistici dell’ospedale montano. Fondamentale investire in nuove figure professionali (sei medici e dieci infermieri) che consentiranno tra l'altro 200 interventi chirurgici in più all'anno ed in valorizzazioni delle esistenti. Si da così seguito all’impegno di potenziare, riqualificare e sviluppare l’ospedale castelnovese. Ora si deve avviare la richiesta di deroga alla Regione Emilia-Romagna per il mantenimento del punto nascite dell’Ospedale S. Anna. Una manifestazione di volontà che il direttore generale Fausto Nicolini e l’intera azienda Asl reggiana devono concretizzare in modo definitivo. Tutta la politica e la cittadinanza reggiana si deve unire per ottenere questo risultato, anche obbligando i vertici politici regionali a concedere la sopravvivenza del reparto nascite castelnovese. Chi afferma che un reparto moderno non possa attrarre nuovi utenti anche se locato in una zona montana? La pubblicità negativa che fino ad oggi ha subito il reparto di ostetricia del nosocomio montano reggiano deve terminare. E’ ora che con il potenziamento dell’ospedale si decida di investire anche nel punto nascite ed i numeri dei nuovi nati potrà anche aumentare. La sinistra locale e regionale deve rispondere positivamente ad una richiesta delle giovani coppie della montagna reggiana, del crinale e dei territori della provincia di Massa Carrara che utilizzano i servizi del punto nascite castelnovese. Questa battaglia a favore del punto nascite castelnovese è una priorità assoluta del gruppo "Terre reggiane" in Provincia, lo era nella scorsa consiliatura lo sarà ancor di più in questa, è in ballo una scelta di civiltà e solidarietà che non può essere nascosta o dimenticata.
-----
Yuri Torri
Quanto si sta leggendo riguardo la questione del punto nascite di Castelnovo né Monti ed eventuali esiti della commissione nascite regionale ha del surreale. Vista la delicatezza del tema e per rispetto soprattutto degli abitanti dell’Appennino reggiano servirebbe maggiore chiarezza. Da una parte se ci sono esiti, anche provvisori, di un percorso andrebbero condivisi (anche prima di richieste di accesso agli atti) e usati per confrontarsi. Dall’altra occorre chiarire se effettivamente c’è ancora spazio per un lavoro, che in montagna in questi mesi di certo non è mancato. Se, come sembra, è così (se non lo fosse la cosa sarebbe molto grave) allora si può partire anche da quel che si è potuto leggere e che specifica quali sono i punti deboli del punto nascite di Castelnovo né Monti. Da qui continuare il lavoro, in Regione in Conferenza socio-sanitaria e in Ausl, per soluzioni organizzative che li superino. In questo la fusione delle due aziende reggiane potrebbe aiutare e il documento redatto con l’aiuto di tecnici ed esperti da Enti locali, comitati e associazioni della montagna fornisce già delle risposte chiare e condivise in modo trasversale. Sarebbe la base per la richiesta di una deroga che continuo a ritenere non solo possibile ma doverosa. I pareri tecnici, tanto più se non definitivi, non sono incisi nella pietra ma sono riferimento per un lavoro da sviluppare in autonomia ad ogni livello. Il mio punto di vista sul tema quindi non cambia, i centri appenninici hanno esigenze che non possono essere affrontate a partire dai numeri ma dalle particolarità geografiche e dalle difficoltà che queste generano così come dalle effettive condizioni di sicurezza delle strutture sanitarie. Aspetti che la prossima riorganizzazione della rete ospedaliera dovrà necessariamente tenere in considerazione.