Il Parco nazionale, in collaborazione con Alma - la scuola internazionale di cucina italiana e Coldiretti, organizza giovedì 9 marzo presso la Reggia di Colorno, sede di Alma, la finale della rassegna "Appennino Gastronomico - menù a Km 0". Un redattore di Redacon seguirà in diretta la finale con un foto racconto.
La IX edizione dell’iniziativa enogastronomica del Parco nazionale e della Riserva della Biosfera Unesco dell’Appennino Tosco-emiliano ha raccolto un grande interesse, sia da parte dei ristoratori e dei produttori, sia del pubblico che ha avuto modo di degustare e votare i piatti preparati per l’occasione dagli chef concorrenti.
Anche quest’anno la finale si svilupperà con una giuria tecnica che ha selezionato tra i partecipanti alla rassegna cinque chef che operano nel territorio del Parco nazionale e cinque presenti nella Riserva di Biosfera Unesco.
I ristoranti selezionati per la finale sono:
per l’area Parco Nazionale: ristorante Da Rita, Monchio delle Corti (PR); agriturismo Podere Conti, Filattirea (MS); agriturismo Al Vecchio Tino, Fivizzano (MS); Kubosteria, Castelnovo ne' Monti (RE); albergo ristorante La Nuova Jera, Bagnone (MS).
Per l’Area MaB Unesco: Podere Cristina, Lesignana Bagni (PR); ristorante Il Pozzo, Pieve Fosciana (LU); agriturismo La Burlanda, Fosdinovo (MS); osteria Da Bonny, Vezzano Sul Crostolo (RE); Locanda del Rebecco, Vetto (RE).
I dieci ristoranti finalisti si sfideranno ai fornelli e proporranno la loro ricetta alla giuria che stilerà una classifica per ciascuno dei due gruppi. A valutare le prelibatezze anche un "tavolo media" (food blogger, influencer, giornalisti) che potranno esprimere il loro parere, anche se questo non inciderà sul verdetto finale espresso dalla giuria tecnica.
I vincitori verranno proclamati durante la cena di gala preparata dagli chef di Alma utilizzando i prodotti tipici della Riserva MaB Unesco dell’Appennino Tosco-emiliano. Come di consueto sono previste anche menzioni speciali, assegnate anche grazie alle votazioni online raccolte dal sito del Parco nazionale.
«La gastronomia e i prodotti della Riserva dell’Appennino - spiega Giuseppe Vignali, direttore del Parco nazionale - sono ancora una volta protagonisti di questa riuscita iniziativa che si svolgerà presso la Reggia di Colorno nella sede di Alma - la scuola internazionale di cucina italiana. Anche se in forma di gara questa giornata è una grande festa fra gli operatori – ristoranti e aziende agricole – che si sono prodigati a creare e ricreare piatti nuovi e antichi costruiti su materie prime provenienti dalla Riserva di Biosfera Unesco. Economia circolare, chilometro zero, green community, sostenibilità del cibo sono slogan molto di moda, noi li stiamo mettendo in pratica con questa ed altre azioni concrete e con una partecipazione sempre crescente di cittadini e operatori economici».
Esprime soddisfazione il direttore generale di Alma Andrea Sinigaglia: «Questa nuova formula rende ancora più avvincente la competizione anche se, come per gli anni passati, il cuore di questa iniziativa rimane sempre il fatto di avere un riflettore su ristoratori che ci piace definire “eroici”. Grazie al loro lavoro, infatti, tengono viva la montagna e ne trasmettono la cultura. Oltre che una competizione, “Appennino gastronomico” sarà anche quest’anno una grande festa di una comunità di professionisti che ormai da anni si dà appuntamento. Quest’anno la Reggia di Colorno farà da cornice per la prima volta della finale e la cosa ci riempie di orgoglio. La mission di Alma è promuovere il grande patrimonio agroalimentare italiano in tutte le sue declinazioni e queste occasioni ce ne mostrano il valore sia in termine di prodotti che soprattutto - aggiungerei- di persone».
«Anche questa nuova edizione di Appennino gastronomico – ricorda Maria Adelia Zana campagna amica Emilia Romagna - darà la possibilità a ristoratori e agriturismi di dimostrare, attraverso la loro creatività, la ricchezza delle produzioni agricole della Riserva MaB Unesco dell’Appennino Tosco-emiliano. Protagonisti di questa rete sono anche i produttori agricoli locali che da generazioni continuano a prendersi cura del territorio coltivando e allevando anche antiche varietà autoctone permettendo, così, di mantenere quel ricco patrimonio di biodiversità, di saperi e tradizioni agricole sempre a rischio di perdersi. L’interesse per questo patrimonio si evince anche dal nuovo impulso che arriva all’agricoltura proprio dai giovani che, attraverso la multifunzionalità aziendale e l’innovazione, rinnovano l’agricoltura locale nel rispetto della tradizione innescando cicli virtuosi dei economia circolare».