Home Cronaca “Una montagna di letame”. E il Parco nazionale viene multato

“Una montagna di letame”. E il Parco nazionale viene multato

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"Una multa salata, 6.500 euro, e l’obbligo di smaltire il letame non rimosso e di ristabilire una condizione di salubrità per la zona in questione. Queste le sanzioni che l’Unità tutela forestale ha comminato al Centro polifunzionale del cavallo in località La Tana a Comano, dove sarebbero stati stoccati oltre 400 quintali di letame senza mai essere smaltiti. La richiesta di intervento sarebbe arrivata dai cittadini che si erano insospettiti per la continua crescita della montagna di letame. Dai controlli della Forestale (ora inglobata nei Carabinieri, ndr) sembra che la concimaia del Centro fosse colma oltre ogni possibilità di contenimento della struttura".

Valichiamo appena il nostro Appennino, al di là di Cerreto e Lagastrello, ma rimanendo ben bene nel perimetro del Parco nazionale.

Il virgolettato compare sul giovane giornale web "L'eco della Lunigiana" ed è datato 21 febbraio, ieri l'altro.

L'estensore del pezzo, Francesca Mastracci, scrive: "Dalle indagini sarebbe anche emerso che la gestione del Centro era stata affidata dal Comune di Comano per dieci anni all’Ente Parco dell'Appennino Tosco-emiliano, il cui responsabile legale è il presidente Fausto Giovanelli. Sembrerebbe infine che l’Ente avesse dato in gestione il centro ad una cooperativa, ma che la convenzione tra le due parti fosse scaduta da mesi".

Conclude l'"Eco della Lunigiana" via mouse della Mastracci: "All’Ente Parco quindi l’onere di smaltire i rifiuti, ripristinare la situazione e il pagamento della sanzione di 6.500 euro in base al Codice dell’ambiente n. 152/2006, articolo 318 bis. Se la situazione non venisse risolta il reato potrebbe passare nel penale. Sull’effettiva risoluzione del problema vigileranno i Carabinieri forestali che hanno comminato la sanzione".

14 COMMENTS

  1. Un po’ di letame del tutto naturale non mi sembra così dannoso, nei secoli dei secoli veniva stoccato anche nei paesi agricoli e non ha mai creato problemi. Bisogna piuttosto dare la caccia a quelle persone incivili che vanno in giro per l’Appennino e scaravoltano i boschi peggio dei cinghiali per trovare funghi, non rendendosi conto che rovinano le fungaie stesse; e poi quelli che lasciano rifiuti nel bosco. Il letame non ha colpa, certi indisciplinati sì.

    (Anonimo)

    • Firma - anonimo
  2. Per iniziare, i soldi che i dirigenti incapaci del Parco usano a pagare le multe sono quelli della comunità e questo non va bene, proponiamo che chi sbaglia paghi di tasca sua. Per quanto riguarda la massa di letame l’avranno preparata per fare FER (Fonti energia rinnovabile) visto che sono molto attento a non inquinare la biosfera. Propongo ai mega dirigenti di evitare lo spreco di soldi della comunità e fare cose serie tipo: deliberare le zone da vincoli paesaggistici inutili a poter installare piccoli impianti di produzione rinnovabile sulle varie abitazioni, questo potrebbe contribuire alla buona riuscita della biosfera.

    (Un montanaro)

    • Firma - Unmontanaro
  3. Processionaria, edera e vitalba, questi sono i veri nemici dei nostri boschi e degli alberi che ci danno l’ossigeno, non un po’ di letame. Ma come sempre si sta dietro alle cavolate e non alle cose veramente utili. Ma cosa dobbiamo aspettarci da amministratori che affermano che l’edera non è nociva? Lo ha affermato un esponente della nostra Comunità Montana, a suo dire laureato agronomo e lettore di libri di selvicoltura. Forse ne sapevano di più i nostri nonni quando andavano a fare manutenzione dei campi e dei boschi, estirpando le piante infestanti e facendo i solchi nei campi, convogliando le acque e evitando così le frane e gli smottamenti. Povera Italia!

    (Antonella Telani)

    • Firma - antonellatelani
  4. E’ vero che il letame, soprattutto se in grandi quantità, possa danneggiare l’ambiente, ma vi sono ben altri problemi forse più gravi, come dichiara Antonella. Vitalba, edera processionaria, si deve aprire un discorso a parte, esiste un’ordinanza a livello statale che impone ai proprietari, dei boschi, la rimozione dei nidi. Monte Forco è invaso. I bruchi sono molto pericolosi anche per gli umani, in quanto i loro peli, per altro urticanti, provocano gravi allergie se vengono a contatto con la pelle. Cosa possibile in primavera, quando le sacche si aprono e gli insetti incominciano la loro opera di distruzione degli aghi. Inoltre non dimentichiamo che alcuni sentieri sono completamente invasi da rovi e ortiche. Un tempo il nostro Appennino era frequentato da turisti, anche stranieri, che effettuavano escursioni, ora non se ne vedono più o molto pochi. Bisogna valorizzare le risorse che abbiamo, non lasciarle allo stato d’abbandono.

    (Il Grillo Parlante)

    • Firma - IlGrilloParlante
  5. Quando andate a fare una passeggiata portate con voi un paio di forbici da potare. Mentre camminate, ogni due o tre passi, tagliate il rametto o il rovo che invade il sentiero. Non tutti, uno ogni tanto. Vedrete come diventeranno puliti e facilmente percorribili con l’aiuto di tutti.

    (Davide)

    • Firma - davide
  6. Bella idea quella di Davide, insieme alla sportina raccogli rifiuti ora porterò anche un paio di forbici. Come afferma il signor Grillo Parlante bisogna che ognuno di noi valorizzi le nostre risorse, visto che l’amministrazione comunale e regionale sono latitanti. Anzi, rispondono che il problema non sussiste! Forse se andassero di più nei campi o nei boschi, invece che starsene seduti davanti ad una scrivania, si renderebbero conto del degrado ambientale che ci circonda, non degno della parola di parco. Non c’è luogo dove non vi sia un albero soffocato dalla vitalba, la liana che chiamiamo “gusedra” e dall’edera. Basta guardarsi intorno: non è molto difficile e non bisogna neanche essere laureati!

    (Antonella Telani)

    • Firma - antonella telani
  7. Meno male che leggendo questi commenti almeno qualcuno si rende conto del degrado e dell’abbandono in cui versano i nostri luoghi. E della totale incapacità da parte di chi in questi anni ha gestito il tanto decantato Parco del Gigante. I sentieri, i pochi rifugi e le poche infrastrutture sono in condizioni disastrose, le uniche strade che vengono un minimo mantenute all’interno del parco sono quelle che servono all’Iren per raggiungere le varie captazioni. E invece, come già ribadito tante volte, di investire in quello che servirebbe per rendere il parco un luogo accessibile e godibile si investe in assurdità come le porte del parco e se l’ente parco non riesce a gestire neanche un po’ di letame viene spontaneo chiedersi: ma questo parco, oltre a sperperare fondi e a non creare turismo, a cosa serve?

    (Marco Galeazzi)

    • Firma - Marco Galeazzi
  8. La colpa maggiore di questo degrado è dei contadini che non scendono neanche più dal trattore per fare un solco nei campi per convogliare le acque che penetrando nella terra creano frane e smottamenti. Non si danno il tempo di togliere le piante infestanti e invece di raccogliere la legna dei tronchi secchi che cadono a terra, soffocati dall’edera, eseguono disboscamenti selvaggi di alberi verdi e sani. Occorrono ordinanze dei sindaci che obblighino i proprietari terrieri a comportamenti più idonei alla manutenzione del territorio. Solo il Comune di Carpineti ha preso provvedimenti in tal senso contro la processionaria. Sono anni che ripeto le stesse cose, invio email a sindaci, direttori del parco, giornali, ma sembra che il problema non interessi a nessuno. I nostri amministratori ignorano il problema e le nostre segnalazioni, ma siamo sicuri che ci verranno a cercare solo quando dovremo pagare i danni di questo degrado e il momento non è tanto lontano!

    (Antonella Telani)

    • Firma - antonella telani
    • Sì, è vero che il Comune di Carpineti è intervenuto, ma di certo la soluzione non è sparare come ha autorizzato il Comune. Ricordo anche tutti gli alberi di proprietà comunale, non è possibile obbligare i privati a trovare una soluzione contro la processionaria e l’ente pubblico, cosa fa? Potrebbe essere la storia del bue che dice cornuto all’asino.

      (Bacs)

      • Firma - Bacs
  9. Cara Antonella, se il contadino fa così è perchè è costretto a farlo; intendo dire che se vuole fare reddito ormai è talmente preso per il collo che deve correre, ok? Bisogna sapere prima di esprime giudizi affrettati, cara mia. Che la colpa del degrado sia dei contadini ancora non mi era capitata di sentirla.

    (Mirco Razzi)

    • Firma - Mirco Razzi
  10. Devo dire che il dito sulla piaga lo ha messo proprio Antonella, é una realtà avvertibile fuori e dentro al parco, basti guardare come sono manutenuti gli alvei dei corsi d’acqua. Esistono aziende che in ragione del terreno a disposizione tengono un numero esorbitante di animali, acquistando il foraggio chissà dove e smaltendo le deiezioni, allo stato solido, liquido e gassoso, in una frittella di terra, predisponendo al dissesto versanti già ad alto rischio. Se nel nostro ordinamento è incluso il reato ambientale qualcuno dovrà tenerne conto.

    (Gg)

    • Firma - gg
  11. Prima, quando i nostri vecchi pulivano gli alvei dei fiumi, non esistevano nè frane nè alluvioni, c’era più cura del territorio, allora, quando il Parco non si era neppure immaginato. Poi è stato detto che a pulire i fiumi si deturpava l’ambiente, non si può più; peccato perchè oltre a pulire quello che si toglieva era materia prima: sassi e legna da ardere, era un guadagno per tutti, ma va bene così!

    (Anonimo)

    • Firma - anonimo
  12. Io ammiro e stimo i contadini, ma ne conosco bene i comportamenti. Invece di togliere l’edera e la vitalba tagliano la pianta e piuttosto di fare un solco nel campo lo lasciano franare. Giustamente la fretta e il duro lavoro non consentono loro di perdere tanto tempo in campagna, ma la manutenzione del territorio è obbligatoria e la devono fare loro, visto che la maggior parte dei terreni è di loro proprietà, e la devono fare per la sicurezza e la salute di tutti. Spetta poi agli enti pubblici fare la loro parte nei terreni demaniali e lungo le strade, i fossi e i fiumi. Esistono leggi ben precise per questo: il Codice dell’ambiente e delle acque parla chiaro: per esempio il decreto ministeriale del 17 aprile 1998 obbliga proprietari ed enti pubblici alla lotta contro la processionaria in tutto il territorio italiano. La mancata manutenzione del territorio, poi, rientra nei reati ambientali ed è sanzionabile. Cerchiamo però di non arrivare a questo. Perché non mandiamo i cassaintegrati e i migranti a dare una mano ai contadini? Io mi propongo come pensionata volontaria, gratis, così, per la soddisfazione di vedere un albero tornare ad essere libero dalle liane asfissianti, libero dalle rughe fameliche e libero dall’edera soffocante ed assassina. Le forbici e la roncola le porto io: pronto intervento.

    (Antonella Telani)

    • Firma - antonella telani