Pubblichiamo di seguito una lettera inviataci da Maria Vittoria Grisanti (16 anni), di Castelnovo ne' Monti, presente martedì 7 febbraio a Bologna con la delegazione partita dall’Appennino a sostegno del punto nascite dell'ospedale S. Anna. Maria Vittoria è stata anche intervistata da Rai3 per un servizio andato in onda sul TGR.
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Partenza prestissimo da Castelnovo, ma intanto noi montanari siamo abituati alle levatacce quando ci si deve allontanare un po’. Direzione Bologna, palazzo della Regione. Cosa ci andavano a fare là settanta persone della nostra montagna? A difendere i nostri servizi, a congiurare contro il piano di smantellare il punto nascita del Sant’Anna. Quel punto nascita che ci ha visti venire al mondo, a quasi tutti, quel punto nascita che ci permette di avere scritto “nato a Castelnovo ne’ Monti” sulla carta d’identità ed esserne fieri.
L’atmosfera è allegra, chiacchiere, riflessioni e accompagnamento musicale doc, suonato dal vivo.
Mano a mano che ci si avvicinava a Bologna le speranze crescevano, così come la tensione e il silenzio diventava assordante.
Arrivati, con molta calma, abbiamo mostrato a quei consiglieri che pensano di avere la verità in tasca di che pasta siamo fatti. Piccola manifestazione pacifica, con cartelloni, fischietti e megafono (ottima organizzazione, "Cicogne") tra i sorrisi dei poliziotti di turno.
Subito ad assistere all’interrogazione dei consiglieri Sassi e Torri all’assessore alla sanità Venturi. Trattenuti a fatica i commenti, il gruppo si è diviso: sindaci e "Cicogne" ricevuti dall’assessore alla sanità Venturi, dal sottosegretario Rossi e dal presidente della Regione Bonaccini; il resto del gruppo a una riunione informale con i consiglieri Mori, Prodi, Delmonte, Sassi e Torri e il presidente della commissione sanità.
Che dire? Seguendo l’ondata che ha invaso tutta l’Europa, anche nella sala riunioni BC di via Aldo Moro sono state fatte promesse e pronunciati discorsi a stampo populista, solito demandare le responsabilità agli altri, ma gli altri chi?
Se le speranze alla mattina erano tante, al ritorno avevano lasciato spazio ai dubbi e a un’estrema visione della nostra montagna come un’utopia al contrario, proiettata in una qualche decina d’anni, quando i vecchi non ci staranno più e i giovani se ne saranno andati a cercare possibilità in un posto all’altezza, quale Castelnovo, tolti i servizi, non sarà più.
Non so bene se definirla una giornata positiva o no, le acque non si sono mosse… Un muro di finti sordi pronti ad incantarti con abuso di retorica, quella lingua che a me piace definire “politichese”, è quello che ci siamo trovati davanti.
Qualunque sia il giudizio individuale di ognuno di noi, le "Cicogne" non si fermano qui, continueranno quella battaglia che è da due anni che portano avanti tra mille difficoltà. L’attenzione sul nostro punto nascita non deve esserci stata solo martedì, deve esserci sempre, continuamente.
Stay tuned!
(Maria Vittoria Grisanti)
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Domani mattina (venerdì 10 febbraio), alle 9, il sindaco di Castelnovo ne' Monti, Enrico Bini, e alcune rappresentanti del comitato “Salviamo le cicogne” saranno alla trasmissione “Buongiorno Reggio”, per parlare del punto nascite e dell’intero ospedale Sant’Anna di Castelnovo.
Sarà possibile per i telespettatori intervenire in diretta, telefonando al numero 0522 304.463.
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Non perdetevi d’animo, tutti i montanari sono con voi.
(Maria Bianchi)
Mi permetto di rilanciare una domanda: cosa aspettano i sindacati a proclamare lo sciopero generale in montagna in difesa non del solo punto nascite, ma dell’intero ospedale?
(Armido Malvolti)
Rilancio, senza sindacati, indire uno sciopero dei montanari? Se ogni cittadino nato in Appennino, in un giorno stabilito e concordato, rendendo nota pubblicamente la ragione, si assentasse dal lavoro? Non voglio nuovi nati in montagna, diamo un segnale di come per la city e l’economy (ironia) siano in realtà importanti e indispensabili anche i montanari.
(Monica)