Riceviamo e pubblichiamo.
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La settimana appena trascorsa si è conclusa con nuove prospettive per il nostro ospedale e, crediamo, anche per l’Appenino.
Ci riferiamo al documento emanato dalla Regione, ossia dall’assessore Venturi, dove si è annunciato un potenziamento di diversi reparti del nostro ospedale, vuoi sotto l’aspetto strutturale ma anche organizzativo, quest’ultimo comprensivo di un rafforzamento dell’organico con nuove assunzioni, sia di personale medico che paramedico, così da portare il S. Anna a livelli di eccellenza, pur se rimane ancora sospeso il futuro del punto nascita, sostanzialmente affidato alle decisioni della commissione nascita.
Accanto a questa nuova prospettiva per la nostra struttura ospedaliera vi sarebbe poi, sempre da parte della Regione, il riconoscimento del valore della montagna col mantenimento e consolidamento dei suoi servizi in modo da renderli quanto più possibile equivalenti a quelli dei centri più grandi, e i sindaci del nostro territorio, nel loro documento, hanno espresso gradimento e fiducia verso queste aperture.
Sarebbe certamente sbagliato avere atteggiamenti di chiusura e diffidenza verso “promesse” di questa portata, ma è già capitato diverse volte, e da troppo tempo ormai, che i cittadini dell'Appennino si siano sentiti rassicurati sul futuro di queste zone salvo poi sentirsi traditi e illusi da assicurazioni non sempre mantenute.
Noi come lista civica” Progetto per Castelnovo” crediamo che da oggi cominci la vera partita, da un lato di dialogo e confronto per una programmazione di lungo termine e la fusione delle due aziende sanitarie sarà fondamentale per la realizzazioni degli impegni scritti, ma al tempo stesso di “vigilanza” per fare in modo che la politica dia la sua parte migliore nel tenere insieme tutte le componenti del territorio montano, sanitarie, economiche, sociali, ecc., perché solo con una visione unitaria di questi “pezzi” si può andare incontro al futuro, collaborando tra i vari “corpi” di cui si compone una comunità.
Anche questa volta i montanari uniti possono essere in grado di fare “grandi cose” e la circostanza è abbastanza unica, nel senso che nessuno può permettersi di fallire; e noi dal nostro piccolo continueremo a darci da fare perché l’occasione non venga sprecata.
(Robertino Ugolotti e Daniele Valentini, lista civica “Progetto per Castelnovo ne' Monti)
Nicolini ha dichiarato, messo nero su bianco sui giornali, che “a Castelnovo ne’ Monti non si nascerà più”. Avete perso il numero del giornale? O lo deve ripetere in esperanto? In montagna in compenso si continua ad esprimersi in arabo. Infatti, nessuno capisce il politichese che si continua ad usare. E nessuno capisce perchè sia così difficile dire: “Qui non si chiude niente. Se lo si fa cercatevi un altro sindaco”. In montagna è sempre stato difficile tirare avanti. Ora viene vietato anche vedere per la prima volta, appena nati, un cielo azzurro anzichè della nebbia. Ma qualcosa cambierà, in un modo o nell’altro.
(Tau)
Gentilissimi Ugolotti e Valentini, vi accodate ai sindaci in quanto a cripticità nell’esprimervi? Almeno dalle minoranze, che nulla dovrebbero spartire in interessi con le maggioranze che governano l’Appennino, se non il bene dei cittadini amministrati, una voce chiara si dissenso sulla piega che sta prendendo la questione ospedale, servizi, punto nascite, c’era da attenderla e auspicarla. Quanto poi alla megafusione, Asmn e Azienda sanitaria, io non sono un veggente, ma vedrete che il nuovo direttore generale sarà il dr. Fausto Nicolini, con tutto quello che potrà conseguirne. Una ultima osservazione sulla situazione attuale dell’ospedale di Castelnovo: in tanti abbiamo scritto tanto, nessun dipendente, dall’usciere al primario, ha potuto o voluto farci sapere come la pensa, che siano sotto pena di sanzioni amministrative se solo osano proferir parola? Unica voce fuori dal coro in ambito medico quella del dott. Boni (prontamente stoppata dal dr. Nicolini), ma lui è pediatra di libera scelta.
(MB)
Vorrà perdonare il mio scetticismo, signor Ugolotti, ma a Lei la “vigilanza” non la delego. Nel Suo curriculum, infatti, possiamo trovare l’ormai celeberrima confessione: “io lo imparo ‘sta sera”. Ricorda? Io sì! Va solo aggiunto che: “io lo imparo ‘sta sera”, si riferiva ad un minimo di 500 parti/anno per giustificare un punto-nascite (patto Stato-Regioni, dicembre 2010) e che la sera, era una sera di fine marzo 2015.
(mv)
A mio modesto parere la nota di Ugolotti e Valentini si presta a due letture, la prima delle quali, diciamo più immediata, può effettivamente vedere le loro parole come un atteggiamento piuttosto accomodante e arrendevole rispetto alla maggioranza che governa la nostra montagna – il che per qualcuno, e comprensibilmente, non si addice ad una forza di opposizione – pur se nelle righe di Robertino Ugolotti apparse su Redacon il 25 gennaio, a proposito dell’elisoccorso, si intravedeva una posizione abbastanza cauta e “guardinga”, cioè non troppo accondiscendente, nei confronti delle decisioni regionali, e della cosiddetta “razionalizzazione” dei servizi. Ma c’è come dicevo una seconda eventuale interpretazione, che mi sembra agganciabile ad un commento di Luigi Bizzarri dei giorni scorsi, il quale inizia col dire “Credo sia giunto il tempo di dire pane al pane e vino al vino” – commento all’articolo di Redacon: Una grande manifestazione per il Sant’Anna il 4 febbraio – e dove apprendiamo, se non ho frainteso il senso del suo discorso, che già nella campagna elettorale per le regionali gli esponenti del partito che è poi è uscito vincente avevano detto esplicitamente, o lasciato perlomeno intendere, che il punto nascita del S. Anna poteva essere chiuso. Quel partito (o coalizione) si è nondimeno affermato anche in queste zone, ed è dunque il soggetto politico che oggi “tira le fila”, ossia può decidere forte del “potere” ricevuto dalle urne, ed è legittimato a farlo per il restante tempo della legislatura regionale, e chi lo ha votato nel novembre 2014 e non è ora soddisfatto di come viene gestito il nodo “punto nascita” potrà scegliere a fine mandato se rinnovargli o meno la fiducia, ma c’è ancora tempo fino ad allora, visto che non siamo neppure a metà mandato e nel passato non mancano esempi di “contestazioni” anche accese poi rientrate al momento del voto (e ciò rende piuttosto tranquilli i “decisori”, inducendoli a proseguire per la loro strada). Intanto si prospettano due ipotesi: o si rimane sulle proprie posizioni, difendendole in modo inflessibile di fronte alla Regione e confidando che questa “intransigenza” possa far ottenere i risultati sperati, col rischio però di rimanere alla fine delusi visto l’andamento assunto fino ad oggi dai fatti, oppure prendere da subito atto di come sono andate sin qui le cose e cercare punti di mediazione che frenino e compensino la penalizzazione di queste zone, mettendo sul tavolo tutte le “carte” che la montagna può giocare e spendere (forse la nota di Ugolotti e Valentini è più vicina alla seconda tesi o linea di pensiero, ma è una semplice supposizione).
(P.B.)