Casina 2000

Tanti anni fa, nel libro “Figli di mamma”, Anna del Bo Boffino scriveva: “La donna sarà pari all’uomo quando un bambino, cadendo, chiamerà indifferentemente ‘papà’ o ‘mamma’”. Le differenze ci sono, è innegabile, anche se nella famiglia odierna si tendono a rendere ruoli e incombenze intercambiabili. Ciò nonostante non vorrei mai ottenere tale parità chiamando entrambi i genitori mamma o papà. Così è nel lavoro e nella vita sociale, acquisire un ruolo grazie al genere è mortificante per chi lo accetta e non rende più giusto chi lo attribuisce. L’intelligenza, la capacità ed il merito devono essere le sole caratteristiche da valutare, come ben sottolineato nell’editoriale pubblicato.

(Celestina)

Ditelo al Pd di Casina, che sulla pagina Facebook non ha mai (io non ho mai visto) un post sul punto nascite di Castelnovo, gongolandosi, con spocchia da intellettuale (laureato, non i soliti contadini della maggioranza) con questo “scandalo”. Se sono certi che il problema, anzi “il problema”, è questo, allora buona fortuna piddini di Casina, vi condannate all’opposizione fino al giorno in cui la vite farà i fichi!

(MA)

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Ho vissuto un’epoca in cui, un po’ a tutti i livelli, vigeva la regola “più fatti e meno parole”, nel senso che i primi prevalevano sulle seconde, poi sono arrivati gli anni cosiddetti “mediatici”, dove si sono abbastanza capovolte le abitudini, o quantomeno l’immagine e la comunicazione hanno assunto un grande e incalzante rilievo, spingendoci a continui cambiamenti dei nostri costumi, così che i “progressisti” si sono imposti sui “conservatori” – gli uni e gli altri non intesi secondo la terminologia politica – in maniera tale da produrre un qualche disequilibrio. Oggi stiamo forse accorgendoci che nel voler rincorrere la “modernità” e il “politicamente corretto” si è semmai corso troppo e non sempre nel verso giusto e ci si è talora spinti molto “al largo”, distanti dalla terraferma e senza solidi ancoraggi, il che alimenta sensazioni di disagio e insicurezza e c’è pertanto chi auspica un qualche passo indietro, o ripensamento, proprio per concentrarsi sulle “questioni stringenti che interessano la cittadinanza” piuttosto che guardare ai “fuochi fatui” (i quali restano inevitabilmente tali pur se possono destare “simpatica curiosità”).

(P.B.)

• Firma - P.B.

Una riflessione da profana, visto che non sono nè una giurista ma solo cittadina e donna. Ritengo le quote rose un male necessario, in un Paese dove esiste un problema non solo di maschilismo ma anche di machismo di ritorno. Ancora oggi la parità di stipendio e di opportunità lavorarive per le donne sono una chimera, negarlo è voler negare dati oggettivi e non soggettivi. Siamo un Paese che ha un tasso di crimini contro le donne da paese del terzo mondo, ci sono innumerevoli gruppi che anche via web incitano e offendono le donne senza che nessuno prenda seri provvedimenti in merito. Ci sarebbe bisogno di educazione all’affettività per i ragazzi (e intendo di entrambi i sessi) perché imparino a gestire emozioni, frustrazioni e sentimenti, ma anche in questo caso, il nulla. Ci sono leggi sulla tutela alla maternità insufficienti e praticamente nulle quelle a sostegno delle famiglie, tranne poi dichiararsi tutti a favore della “famiglia tradizionale”. Ancora oggi le donne hanno delle difficoltà oggettive a fare carriera o ad occuparsi della vita politica e non per mancanza di capacità, ma per una vita famigliare che ancora è un freno per come gestita perché culturalmente la cura della casa e dei figli è quasi esclusivamente compito delle madri. Ovviamente passi enormi e conquiste sono state fatte sul terreno della parità, ma tutto è perfettibile. La Svezia con le quote rose, tra l’altro volute da un leader di destra, ha sbloccato di fatto una situazione di stallo e oramai non sono più necessarie da molti anni. Il problema sollevato dal Pd, che sinceramente non ha la mia simpatia, non è per niente un fuoco di paglia ma un inizio di un percorso di cambiamento che è necessario ed impellente. Una donna non va scelta in quanto tale, ma per le sue capacità, adesso non voglio credere che a Casina non ci sia nessuna donna con la preparazione necessaria e che nessuna donna si senta capace o pronta per occuparsi del proprio paese. Allora mi sorge un dubbio, legittimo, per quale ragione nella lista Costi le donne c’erano ma nessuna di loro ha accettato l’incarico di consigliere?, erano lì solo come ” veline” giusto per esserci, o avevano un contributo costruttivo e fondamentale nella lista? È ora anche che le donne stesse abbiano fiducia nelle loro capacità e metterle al servizio del proprio paese, non dietro le quinte ma in prima linea. Che poi il Pd di Casina sia autoreferenziale, sia poco o per nulla presente su altre questioni di interesse pubblico e sia distante dalla gente, questo è innegabile. Servirebbe loro un bel bagno d’umiltà. Ma ripeto e concludo, quando una parte politica, indipendentemente dal colore e dall’ideologia, fa una giusta battaglia di civiltà ha il mio appoggio, una giusta battaglia non esclude di farne altre. Il sindaco Costi e la sua giunta hanno perso una bella opportunità, legge a parte.

(Monica)

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