A seguito di un imponente riscaldamento tra 20 e 50 km di quota sopra il Polo Nord (vedi Fig.1), il Vortice Polare stratosferico si è fortemente indebolito.
Ieri, giovedì 2 febbraio, mentre l’anomalia di altezza geopotenziale a 10hPa (circa 30 km di altezza) raggiungeva il suo apice (+2.6), potevamo trovare il Vortice dislocato sulla Scandinavia (vedi Fig.2).
Figura 1 – anomalia di temperatura a circa 30 km di altezza: il riscaldamento della stratosfera polare raggiunge il culmine il primo febbraio.
Figura 2 – altezza geopotenziale a circa 30 km di altezza: 2 febbraio, il vortice polare dislocato sulla Scandinavia (di norma staziona circa sulla verticale del Polo).
Statisticamente, per avere effetti significativi e duraturi, l’anomalia di altezza geopotenziale a 10hPa dovrebbe raggiungere il valore soglia di +3 e mantenersi positiva per molti giorni a seguire. Nell’evento in corso tale soglia non è stata raggiunta e la previsione è per un graduale rinforzo del vortice polare in alta stratosfera, sino a tornare su valori normali entro dieci giorni. Ciò nonostante il colpo inferto potrebbe essere sufficiente per impedire una altrettanto rapida ripresa del Vortice alle quote inferiori della stratosfera e soprattutto in troposfera, ossia nei primi 10 km dell’atmosfera dove si manifestano i fenomeni meteorologici che ci riguardano direttamente. Questa ipotesi verrebbe confermata dalla proiezione del modello americano GFS (vedi Fig.3). Figura 3 – anomalia di altezza geopotenziale in area polare dal 2 gennaio al 17 febbraio tra 0 e 30 km di altezza: mentre in alta stratosfera il vortice polare riprende rapidamente forza, in troposfera resta debole consentendo il protrarsi della fase prevalentemente negativa dell’Arctic Oscillation (fonte immagine Atmospheric and Environmental Research).
Vi è quindi la concreta possibilità che il fenomeno stratosferico possa consentire il prevalere della fase negativa dell’Arctic Oscillation (AO), pur con eventi anche di segno opposto, a partire da oggi e per molti giorni a seguire, anche se difficilmente ciò potrà riguardare tutti i 50-70 giorni solitamente coinvolti in eventi con superamento della soglia.
POSSIBILI CONSEGUENZE A LUNGO TERMINE
Se la prevalenza della fase negativa dell’Arctic Oscillation sarà confermata, tra Febbraio e Marzo si potrebbero perpetuare condizioni favorevoli alla formazione di alte pressioni in area polare e di depressioni alle nostre latitudini. Ciò dovrebbe comportare un ammontare di precipitazioni sopra la norma su buona parte d’Italia, Emilia compresa.
Più difficile è invece fare pronostici a lungo termine in campo termico, fortemente dipendente dalle dinamiche bariche sul Nord Atlantico. Se vi sarà una prevalenza di alte pressioni (fase negativa dell’East Atlantic) allora l’Italia sarà investita da fredde correnti settentrionali, viceversa (fase positiva dell’East Atlantic) la nostra penisola sarebbe interessata da più miti flussi sud-occidentali. Generalmente comunque, in condizioni di Arctic Oscillation negativa, le occasioni per nevicate sul nostro territorio, soprattutto in Appennino, risultano superiori alla norma (non a caso tra Dicembre e Gennaio non si è registrato nemmeno un giorno con tale indice negativo…).
PREVISIONE A MEDIO TERMINE
Seguendo le indicazioni modellistiche possiamo affermare che la prima importante fase perturbata sarà di tipo freddo. La prossima settimana sarà infatti caratterizzata dall’espansione di una area anticiclonica centrata sulla Scandinavia e, in un secondo momento, dal rinforzo dell’alta pressione sul Nord Atlantico (vedi Fig. 4). Fredde correnti nord-orientali incontreranno quindi più umidi e miti flussi occidentali sul Mediterraneo, dando luogo a precipitazioni che potranno risultare nevose anche a bassa quota. Ad oggi risulta prematuro dare indicazioni specifiche per la nostra provincia, e vi consigliamo di consultare i prossimi aggiornamenti previsionali quotidiani!
Figura 4 – altezza geopotenziale a 500hPa e pressione a livello del mare (media ensemble ECMWF) per venerdì 10 febbraio, ore 00: aria fredda di origine artica continentale si scontra con più miti ed umidi flussi atlantici dando vita a tempo perturbato sul Mediterraneo.
Figura 5 – spaghetti ensemble ECMWF, temperatura a 850hPa (circa 1400 m slm) per i prossimi 15 giorni: inrossola media (associata alle mappa di Fig. 4).
Giới thiệu SDR – Theo dõi thông tin chuyến bay sử dụng MATLAB và RTL-SDR thu nhận tín hiệu ADS-B Automatic Dependent Surveillance Broadcast (ADS-B) là một công nghệ được sử dụng trong việc giám sát vị trí của máy bay khi đang hoạt động trên không. ADS-B cho phép máy bay gởi dữ liệu định kỳ theo khoảng thời gian cố định nhằm thông báo các thông tin như vị trí, độ cao, tốc độ, mã chuyến bay, số hiệu máy bay và các thông tin khác.
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2 COMMENTS
L’articolo in questione dimostra la notevole professionalità dei collaboratori di ReggioEmiliaMeteo. Nelle settimane scorse non ho mai sentito gli stessi enfatizzare eventi meteo come certi siti meteo noti. I fenomeni che hanno colpito il centro-sud Italia sono provocati in genere da correnti polari che dai Balcani soffiano verso l’Italia attraversando e umidificandosi sull’Adriatico; il nord è riparato dalle Alpi. Ora è diverso e gli amici di ReggioEmiliaMeteo hanno effettuato una analisi basata su osservazioni scientifiche serie. Vorrei porre una domanda: quale è stata la piovosità dell’autunno-metà inverno a Reggio Emilia? A mio modesto parere una siccità come ora nemmeno lo scorso anno si era vista. Cari saluti e complimenti.
Gentile Massimo, innanzitutto grazie per i complimenti. Le confermo che tra settembre e gennaio ha piovuto meno rispetto allo stesso periodo di un anno prima. Sulla pianura si è infatti passati da circa 170 mm a 120 mm. Questo però non deve allarmare, da analisi effettuate sulle numerose serie storiche presenti sul territorio nazionale emerge che la piovosità non presenta tendenze significative sul lungo termine. Oscillazioni più brevi tra periodi maggiormente siccitosi (anche di mesi) ed altri più piovosi fanno invece parte della normale variabilità climatica.
L’articolo in questione dimostra la notevole professionalità dei collaboratori di ReggioEmiliaMeteo. Nelle settimane scorse non ho mai sentito gli stessi enfatizzare eventi meteo come certi siti meteo noti. I fenomeni che hanno colpito il centro-sud Italia sono provocati in genere da correnti polari che dai Balcani soffiano verso l’Italia attraversando e umidificandosi sull’Adriatico; il nord è riparato dalle Alpi. Ora è diverso e gli amici di ReggioEmiliaMeteo hanno effettuato una analisi basata su osservazioni scientifiche serie. Vorrei porre una domanda: quale è stata la piovosità dell’autunno-metà inverno a Reggio Emilia? A mio modesto parere una siccità come ora nemmeno lo scorso anno si era vista. Cari saluti e complimenti.
(Massimo)
Gentile Massimo, innanzitutto grazie per i complimenti. Le confermo che tra settembre e gennaio ha piovuto meno rispetto allo stesso periodo di un anno prima. Sulla pianura si è infatti passati da circa 170 mm a 120 mm. Questo però non deve allarmare, da analisi effettuate sulle numerose serie storiche presenti sul territorio nazionale emerge che la piovosità non presenta tendenze significative sul lungo termine. Oscillazioni più brevi tra periodi maggiormente siccitosi (anche di mesi) ed altri più piovosi fanno invece parte della normale variabilità climatica.
(Andrea Bertolini)