Sergio Venturi, assessore alle politiche per la salute
Un progetto per il potenziamento dell’Ospedale S. Anna di Castelnovo ne’ Monti, con un investimento di 2 milioni di euro per interventi di miglioramento della struttura, in particolare del pronto soccorso, e aumentare l’attività chirurgica, generale e specialistica compresa quella senologica e di altri reparti: cardiologia, ortopedia, urologia, otorinolaringoiatria.
Un progetto al quale sta lavorando la Regione Emilia-Romagna e che verrà definito insieme alla conferenza socio-sanitaria territoriale e le aziende sanitarie.
“Siamo consapevoli dell’importanza degli ospedali nelle zone di montagna – afferma l’assessore regionale alle politiche per la salute, Sergio Venturi – così come del valore sociale di tali presidi e per questo intendiamo investire sull’ospedale di Castelnovo ne’ Monti con un progetto complessivo relativo all’intera struttura. L’obiettivo è quello di rafforzare i servizi forniti al territorio, agendo sia sul fronte della prevenzione sia su quello della cura, con prestazioni di alta specialità. Vogliamo creare le condizioni affinché si possano aumentare di alcune centinaia ogni anno gli interventi chirurgici al servizio dell’intera provincia reggiana, oltre a sperimentare percorsi innovativi di assistenza alle mamme, soprattutto dopo il parto, insieme a ostetriche e pediatri. Nel suo complesso il progetto avrà anche effetti importanti dal punto di vista occupazionale e di investimento sulle risorse umane: al Sant’Anna vi sono professionisti preparati che vogliamo salvaguardare e altri ne assumeremo con il potenziamento dell’ospedale. Interveniamo dunque in montagna, lì dove maggiore deve essere lo sforzo per rivitalizzare aree fondamentali per la tenuta sociale e la crescita della nostra regione”.
Nel progetto rientra anche l’assistenza alle partorienti. Per le mamme sarà possibile effettuare l’intero percorso della gravidanza al Sant’Anna e lo stesso avverrà per il puerperio, il periodo post parto. Quanto alle decisioni in merito al punto nascita, verranno prese sulla base delle valutazioni della commissione consultiva tecnico-scientifica “percorso nascita”.
Giới thiệu SDR – Theo dõi thông tin chuyến bay sử dụng MATLAB và RTL-SDR thu nhận tín hiệu ADS-B Automatic Dependent Surveillance Broadcast (ADS-B) là một công nghệ được sử dụng trong việc giám sát vị trí của máy bay khi đang hoạt động trên không. ADS-B cho phép máy bay gởi dữ liệu định kỳ theo khoảng thời gian cố định nhằm thông báo các thông tin như vị trí, độ cao, tốc độ, mã chuyến bay, số hiệu máy bay và các thông tin khác.
Giới thiệu SDR - Theo dõi thông tin chuyến bay sử dụng MATLAB và RTL-SDR thu nhận tín hiệu ADS-B Automatic Dependent Surveillance Broadcast (ADS-B) là một công nghệ được sử dụng trong việc giám sát vị trí của máy bay khi đang hoạt động trên không. ADS-B cho phép máy bay gởi dữ liệu định kỳ theo khoảng thời gian cố định nhằm thông báo các thông tin như vị trí, độ cao, tốc độ, mã chuyến bay, số hiệu máy bay và các thông tin khác.
26 COMMENTS
Questa sì che è una bella notizia. Grazie presidente Bonaccini.
Si ritorna all’intervento del Dottor Manari in teatro l’ultimo 8 novembre dello scorso anno. Le donne vanno a partorire a Reggio Emilia, se arrivano in tempo poi ritornano a Castelnovo ne’ Monti. Chi non è al primo parto rischia di partorire in macchina. Ricordo che nel 1975 io avevo già partorito quando una signora di Vetto, non primapara, stava mungendo quando ha iniziato a sentire le doglie e in macchina diceva al marito di fare presto. Il figlio non è nato in sala parto. È nato in macchina poi portato al P.S. e infine in Maternità. Quante varianti sono possibili al momento sia della nascita che della morte! Valle a sapere. Quindi una donna deve dare il comando al figlio di fare in tempo ad arrivare a Reggio e soprattutto pregare che non nevichi e non vi sia nebbia. Si potenzia il dopo parto? Ma si viene dimesse dopo tre giorni! Quale presidio medico manca, allora, affinché un parto possa essere sicuro a Castelnovo ne’ Monti? È questo che non capisco e che desidererei venisse detto in modo chiaro. E come mai la commissione consultiva tecnico-scientifica non è ancora stata effettuata? Pare inoltre capire che non esiste più il problema della deroga. Leggendo questa lettera mi viene il dubbio di essere rimbambita, o sognare, o che ci troviamo all’ennesimo parlare per poi fare ciò che è già stato progettato e che non si vuol dire. Vedremo cosa ne esce. Grazie.
Cara Luisa, non stai sognando, chi come noi era presente a teatro da questo comunicato può solo dedurre che il sindaco di Ventasso stava dando anticipazioni riguardo alle scelte già chiare a questi politici. Politici che pensano con questi proclami di farci stare zitti, di darci il contentino… patetici! Lontani anni luce della gente e da cosa significhi vivere in montagna. Non hanno capito, però, che noi sulla questione punto nascita non ci molliamo. Che, anzi, grazie a dichiarazioni del livello dei vari Sassi, Manari, Nicolini e ora Venturi la gente si sta svegliando e, mi auguro davvero tanto, si farà sentire sul serio!
Allora ciao punto nascite, come dire: il bastone e la carota. Io auguro a chi parla di elicotteri di avere 20 partorienti pronte per il lieto evento, tutte nel medesimo momento e tutte dislocate in punti diversi dell’Appennino: dovranno chiedere elicotteri all’esercito! Vorrei che fosse solo una battuta per sdrammatizzare, ma temo che si andrà verso la chiusura, cancellando di fatto quello che è stato per tanti anni un fiore all’occhiello per la montagna in generale. Un appello alle “cicogne”: perché noi donne che abbiamo partorito in montagna non inviamo, singolarmente, una mail o una lettera all’Asl di Reggio con il nome e la data di nascita dei nostri figli? Così, giusto per far capire quanto ha contato per noi questo reparto e quante mamme vi si sono rivolte.
Tutto bellissimo se non fosse che il signore in questione (che non me ne voglia ma ergo ad esempio di politico medio che ci amministra al giorno d’oggi) non gode di nessuna fiducia da parte della popolazione e nel tempo ha perso anche quella di chi lo ha votato. Se davvero il progetto c’è ci piacerebbe visionarlo, perché ad oggi non se ne sente nemmeno il profumo in lontananza. Non vogliamo sapere quanti soldi verranno investiti, in quanto non siamo in grado di valutare se le somme siano congrue o no in relazione al fantomatico progetto, quindi il proclama suona molto di propagandistico. Nel 2017 dobbiamo parlare di eccellenze, di servizi all’avanguardia, di progetti pilota. Ad oggi le sensazioni che abbiamo sono diverse e la fiducia è poca. Ci dica, signor Venturi, perché mai dovremmo fidarci di voi. Se le cicogne non vi avessero “rotto le scatole” e avessimo dovuto attenderci da voi le tutele che, come dice lei, ci spettano, non ci sarebbe nessuna valutazione tecnico-scientifica “percorso nascita”, ci sarebbe il nulla. Cordialità.
Mi scusi assessore, ma a me pare una contraddizione quello che leggo su Redacon. Da una parte si investono milioni di euro sull’ospedale, dall’altra si vuole chiudere il punto nascite. E’ un po’ come spendere milioni per farsi una casa nuova e poi stare fuori per non sporcarla. Qualcosa non torna e, soprattutto, avete idea di come spendete i soldi dei contribuenti?
Signor o signora MB, la questione è semplice. Investono in tutti i reparti tranne per le nascite. Preciso, per chi se lo fosse dimenticato, che a Reggio sorgerà una mega struttura ostetrica. Secondo voi, visto che spendono milioni di euro, lo fanno per far nascere solo quelli di Reggio? Non penso proprio. Ed era già risaputo da almeno 6 anni. Poi speriamo sempre, ma la vedo già finita la questione.
Mi sa tanto di presa in giro. Da un lato si investe e poi si tolgono i reparti. Qualcosa non torna. Ma cosa costa parlare chiaro? Se si investe allora si investe in medici, infermieri e apparecchiature, ma i soldi devono rimanere per il S. Anna, sennò sono chiacchiere e allora, cara Regione, perché non vendi l’ospedale ai privati?
Se non ricordo male della commissione consultiva tecnico-scientifica “percorso nascita” fa parte il dott. Nicolini che già ha manifestato la sua convinzione riguardo la chiusura! Quindi, se hanno deciso di investire sulla chirurgia d’elezione, dove hanno medici esperti disposti ad operare anche a Castelnovo, dovranno ridurre un po’ le spese tagliando dove i rischi e i costi sono maggiori! Quindi, anche la Pediatria seguirà il corso degli eventi: i medici lavorano sotto organico da anni, coadiuvati una tantum da giovani neonatologi del S. Maria e le infermiere turnano un po’ in Pediatria e un po’ in Ginecologia! Quindi…! Il “quindi” è molto grigio!
Finalmente l’assessore Venturi si fa sentire con un intervento definitivo che suona come #montanaristatesereni, cioè grandi e nebulose promesse anche occupazionali in cambio della chiusura del punto nascite. E così la risposta alla pressione della gente di montagna sarà che l’azienda investirà in progetti e assunzioni ma il punto nascite chiuderà. Montanari, non vorrete mica l’uno e l’altro, vero?
Mi scusi, assessore Venturi, se deve tagliare tagli uno Scandiano o un Montecchio che sono a 5 minuti da Reggio, ma il S. Anna lo potenzi in medici, infermieri e in apparecchi per il punto nascite. Il problema è esclusivamente politico; se vi è la volontà, come leggo su Redacon, lo faccia grazie.
La risposta a tutte le domande è Mire, chiedere a Nicolini e Bonaccini per informazioni. La maggioranza dei montanari ricordo che ha votato per l’attuale presidente della Regione, quindi… di cosa stiamo parlando?
Se i sindaci della montagna fossero dei veri sindaci, ma purtroppo sono solo dei paladini della falsa politica che ci governa, si dimetterebbero in blocco, causando una crisi amministrativa su tutto il territorio della parte alta della provincia. Forse in questo modo si potrebbe recuperare qualcosa sul progetto in atto da anni di voler chiudere l’ospedale di Castelnovo ne’ Monti, non solo il reparto nascite. Inoltre vorrei conoscere quanto costa in euro la gestione annuale del reparto nascite, perchè ritengo che, visti gli amministratori attuali che si atteggiano sui giornali con proposte fiabesche, non possono e non sono in grado di fare economie ed amministrare. Allora che diano in appalto il reparto ai privati che sicuramente meglio di loro faranno. Se tanto di dà tanto si potrebbero dimezzare i costi attuali. Questi signori burocrati, messi lì dalla politica, oltre a prendere stipendi faraonici arrecano danni a tutta la collettività. E concordo con il signor Romei, la prossima volta votate altri!
Finalmente i politici stanno trovando il coraggio di proclamare le proprie intenzioni. Naturalmente lo fanno non mancando di addolcire la pillola come nel loro costume. Ancora una volta, ipocritamente, fingono di avere a cuore gente e territorio del quale non si sono mai realmente interessati, altrimenti non saremmo in queste condizioni. Potenzieranno gli altri reparti, come avevano potenziato e ristrutturato il reparto maternità, inaugurato se non erro nel 2013, poi valuteranno se le condizioni e gli interventi saranno sufficienti per rientrare nei numeri prescritti, altrimenti andremo a Reggio anche per quello. Non sfugge nelle dichiarazioni dell’assessore quel riferimento al “miglioramento in particolare al pronto soccorso”. Temo che la chiave di tutto purtroppo sia qui. Non state lì a guardare, fate sentire la nostra voce, i rassegnati hanno sempre e solo perso.
E’ vero. Un intero popolo ha perso per essersi rassegnato dopo Hiroshima e Nagasaki. Non voglio certo polemizzare con nessuno, ma solo ripetermi: non si può giocare in “seria A ” con una squadra dell’oratorio e, purtroppo, non è la curva che può ottenere un risultato. Costruiamo un’altra squadra, per giocare domani.
Spinto da irrefrenabile curiosità ho voluto provare il “test di Orwell”. Consiste nel ribaltare le proposizioni fondamentali di un discorso espresso in “neolingua”. Ad esempio, in 1984, sappiamo che “la pace è guerra” e “la libertà è schiavitù”. Se ribaltiamo le due proposizioni, otteniamo “la pace non è guerra” e “la libertà non è schiavitù”. Se confrontiamo con la realtà, osserviamo che le seconde corrispondono meglio alla concretezza del mondo reale. Ben consapevole che non siamo in presenza di una “neolingua”, giusto per esercizio, applicando il test di Orwell alle dichiarazioni sopra esposte, ho ottenuto questo risultato, che mi sembra davvero divertente: “siamo consapevoli della scarsa importanza degli ospedali nelle zone di montagna così come dello scarso valore sociale di tali presidi e per questo non intendiamo investire sull’ospedale di Castelnovo ne’ Monti con un progetto complessivo relativo all’intera struttura. L’obiettivo è quello di indebolire i servizi forniti al territorio, togliendo servizi sia sul fronte della prevenzione sia su quello della cura, eliminando prestazioni di alta specialità. Vogliamo creare le condizioni affinché si possano aumentare di alcune centinaia ogni anno gli interventi chirurgici al servizio della parte più importante della provincia reggiana, lasciandovi solo la possibilità di sperimentare percorsi innovativi di assistenza alle mamme, soprattutto dopo il parto, insieme a ostetriche e pediatri. Nel suo complesso il progetto avrà anche effetti riduttivi dal punto di vista occupazionale e di investimento sulle risorse umane: al Sant’Anna vi sono professionisti preparati che non vogliamo salvaguardare e non ne assumeremo altri con il depotenziamento dell’ospedale. Non interveniamo dunque in montagna, lì dove non deve essere fatto nessuno sforzo per rivitalizzare aree non fondamentali per la tenuta sociale e la crescita della nostra regione”. Chiaramente, il “test di Orwell” è un puro esercizio di fantasia, senza nessuna corrispondenza con la realtà. Però, devo dire che i risultati del test sono davvero divertenti!
Da tempo la scelta è stata presa: la montagna dovrà diventare un’oasi dove trascorrere qualche giorno di vacanza. In montagna non si devono fare figli, si deve andare a lavorare altrove, non si devono realizzare o migliorare strade se non quelle telematiche. Cosa direbbe oggi il dott. Marconi che veramente realizzò una grande opera per la montagna? Dopo di lui nebbia totale. La medicina giusta è quella indicata da G. Romei, solo quella funziona! Svegliamoci! Cordialmente.
Alla “grande opera per la montagna” va aggiunto l’acquedotto della Gabellina. Due opere per la montagna, due opere sottratte alla montagna. Ricordo l’inaugurazione dell’acquedotto con gli occhi di un bambino: due getti d’acqua tra Antenore e Simonazzi, più alti della casa dei Comastri, e la piazza un lago. Altri tempi, dove la politica ti dava le cose concrete per credere nei tuoi sogni, perchè le stesse cose che vedevi erano realizzazioni di sogni.
Questa sì che è una bella notizia. Grazie presidente Bonaccini.
(Sergio Tagliati)
Si ritorna all’intervento del Dottor Manari in teatro l’ultimo 8 novembre dello scorso anno. Le donne vanno a partorire a Reggio Emilia, se arrivano in tempo poi ritornano a Castelnovo ne’ Monti. Chi non è al primo parto rischia di partorire in macchina. Ricordo che nel 1975 io avevo già partorito quando una signora di Vetto, non primapara, stava mungendo quando ha iniziato a sentire le doglie e in macchina diceva al marito di fare presto. Il figlio non è nato in sala parto. È nato in macchina poi portato al P.S. e infine in Maternità. Quante varianti sono possibili al momento sia della nascita che della morte! Valle a sapere. Quindi una donna deve dare il comando al figlio di fare in tempo ad arrivare a Reggio e soprattutto pregare che non nevichi e non vi sia nebbia. Si potenzia il dopo parto? Ma si viene dimesse dopo tre giorni! Quale presidio medico manca, allora, affinché un parto possa essere sicuro a Castelnovo ne’ Monti? È questo che non capisco e che desidererei venisse detto in modo chiaro. E come mai la commissione consultiva tecnico-scientifica non è ancora stata effettuata? Pare inoltre capire che non esiste più il problema della deroga. Leggendo questa lettera mi viene il dubbio di essere rimbambita, o sognare, o che ci troviamo all’ennesimo parlare per poi fare ciò che è già stato progettato e che non si vuol dire. Vedremo cosa ne esce. Grazie.
(Luisa Valdesalici)
Cara Luisa, non stai sognando, chi come noi era presente a teatro da questo comunicato può solo dedurre che il sindaco di Ventasso stava dando anticipazioni riguardo alle scelte già chiare a questi politici. Politici che pensano con questi proclami di farci stare zitti, di darci il contentino… patetici! Lontani anni luce della gente e da cosa significhi vivere in montagna. Non hanno capito, però, che noi sulla questione punto nascita non ci molliamo. Che, anzi, grazie a dichiarazioni del livello dei vari Sassi, Manari, Nicolini e ora Venturi la gente si sta svegliando e, mi auguro davvero tanto, si farà sentire sul serio!
(Benedetta)
Ergo, si nasce a Reggio e si torna dopo per la degenza post parto, un po’ come accade per Cardiologia. Secondo me è demenziale.
(MB)
Allora ciao punto nascite, come dire: il bastone e la carota. Io auguro a chi parla di elicotteri di avere 20 partorienti pronte per il lieto evento, tutte nel medesimo momento e tutte dislocate in punti diversi dell’Appennino: dovranno chiedere elicotteri all’esercito! Vorrei che fosse solo una battuta per sdrammatizzare, ma temo che si andrà verso la chiusura, cancellando di fatto quello che è stato per tanti anni un fiore all’occhiello per la montagna in generale. Un appello alle “cicogne”: perché noi donne che abbiamo partorito in montagna non inviamo, singolarmente, una mail o una lettera all’Asl di Reggio con il nome e la data di nascita dei nostri figli? Così, giusto per far capire quanto ha contato per noi questo reparto e quante mamme vi si sono rivolte.
(C.)
Tutto previsto. Tutto chiaro. E la “medicina” è semplice: non votare mai più questa gente.
(G. Romei)
Tutto bellissimo se non fosse che il signore in questione (che non me ne voglia ma ergo ad esempio di politico medio che ci amministra al giorno d’oggi) non gode di nessuna fiducia da parte della popolazione e nel tempo ha perso anche quella di chi lo ha votato. Se davvero il progetto c’è ci piacerebbe visionarlo, perché ad oggi non se ne sente nemmeno il profumo in lontananza. Non vogliamo sapere quanti soldi verranno investiti, in quanto non siamo in grado di valutare se le somme siano congrue o no in relazione al fantomatico progetto, quindi il proclama suona molto di propagandistico. Nel 2017 dobbiamo parlare di eccellenze, di servizi all’avanguardia, di progetti pilota. Ad oggi le sensazioni che abbiamo sono diverse e la fiducia è poca. Ci dica, signor Venturi, perché mai dovremmo fidarci di voi. Se le cicogne non vi avessero “rotto le scatole” e avessimo dovuto attenderci da voi le tutele che, come dice lei, ci spettano, non ci sarebbe nessuna valutazione tecnico-scientifica “percorso nascita”, ci sarebbe il nulla. Cordialità.
(Daniele)
All’ospedale Sant’Anna oltre ai reparti citati dal signor Venturi c’è anche Pediatria che non viene menzionato. Verrà chiuso insieme al punto nascita?
(E.B.)
Mi scusi assessore, ma a me pare una contraddizione quello che leggo su Redacon. Da una parte si investono milioni di euro sull’ospedale, dall’altra si vuole chiudere il punto nascite. E’ un po’ come spendere milioni per farsi una casa nuova e poi stare fuori per non sporcarla. Qualcosa non torna e, soprattutto, avete idea di come spendete i soldi dei contribuenti?
(MB)
Signor o signora MB, la questione è semplice. Investono in tutti i reparti tranne per le nascite. Preciso, per chi se lo fosse dimenticato, che a Reggio sorgerà una mega struttura ostetrica. Secondo voi, visto che spendono milioni di euro, lo fanno per far nascere solo quelli di Reggio? Non penso proprio. Ed era già risaputo da almeno 6 anni. Poi speriamo sempre, ma la vedo già finita la questione.
(Andrea)
Mi sa tanto di presa in giro. Da un lato si investe e poi si tolgono i reparti. Qualcosa non torna. Ma cosa costa parlare chiaro? Se si investe allora si investe in medici, infermieri e apparecchiature, ma i soldi devono rimanere per il S. Anna, sennò sono chiacchiere e allora, cara Regione, perché non vendi l’ospedale ai privati?
(Dodo)
Se non ricordo male della commissione consultiva tecnico-scientifica “percorso nascita” fa parte il dott. Nicolini che già ha manifestato la sua convinzione riguardo la chiusura! Quindi, se hanno deciso di investire sulla chirurgia d’elezione, dove hanno medici esperti disposti ad operare anche a Castelnovo, dovranno ridurre un po’ le spese tagliando dove i rischi e i costi sono maggiori! Quindi, anche la Pediatria seguirà il corso degli eventi: i medici lavorano sotto organico da anni, coadiuvati una tantum da giovani neonatologi del S. Maria e le infermiere turnano un po’ in Pediatria e un po’ in Ginecologia! Quindi…! Il “quindi” è molto grigio!
(Sam)
Finalmente l’assessore Venturi si fa sentire con un intervento definitivo che suona come #montanaristatesereni, cioè grandi e nebulose promesse anche occupazionali in cambio della chiusura del punto nascite. E così la risposta alla pressione della gente di montagna sarà che l’azienda investirà in progetti e assunzioni ma il punto nascite chiuderà. Montanari, non vorrete mica l’uno e l’altro, vero?
(Effeti)
Ottimo, così i circoli Pd indignati, si “sdigneranno”!
(Stefano)
Mi scusi, assessore Venturi, se deve tagliare tagli uno Scandiano o un Montecchio che sono a 5 minuti da Reggio, ma il S. Anna lo potenzi in medici, infermieri e in apparecchi per il punto nascite. Il problema è esclusivamente politico; se vi è la volontà, come leggo su Redacon, lo faccia grazie.
(Dodo)
La risposta a tutte le domande è Mire, chiedere a Nicolini e Bonaccini per informazioni. La maggioranza dei montanari ricordo che ha votato per l’attuale presidente della Regione, quindi… di cosa stiamo parlando?
(Lollo)
Fosse vero, indipendentemente dal pensiero, quello che conta che si valuti bene! Un reale servizio H24!
(Angelo Covili)
Se i sindaci della montagna fossero dei veri sindaci, ma purtroppo sono solo dei paladini della falsa politica che ci governa, si dimetterebbero in blocco, causando una crisi amministrativa su tutto il territorio della parte alta della provincia. Forse in questo modo si potrebbe recuperare qualcosa sul progetto in atto da anni di voler chiudere l’ospedale di Castelnovo ne’ Monti, non solo il reparto nascite. Inoltre vorrei conoscere quanto costa in euro la gestione annuale del reparto nascite, perchè ritengo che, visti gli amministratori attuali che si atteggiano sui giornali con proposte fiabesche, non possono e non sono in grado di fare economie ed amministrare. Allora che diano in appalto il reparto ai privati che sicuramente meglio di loro faranno. Se tanto di dà tanto si potrebbero dimezzare i costi attuali. Questi signori burocrati, messi lì dalla politica, oltre a prendere stipendi faraonici arrecano danni a tutta la collettività. E concordo con il signor Romei, la prossima volta votate altri!
(S. Ferrarini)
Finalmente i politici stanno trovando il coraggio di proclamare le proprie intenzioni. Naturalmente lo fanno non mancando di addolcire la pillola come nel loro costume. Ancora una volta, ipocritamente, fingono di avere a cuore gente e territorio del quale non si sono mai realmente interessati, altrimenti non saremmo in queste condizioni. Potenzieranno gli altri reparti, come avevano potenziato e ristrutturato il reparto maternità, inaugurato se non erro nel 2013, poi valuteranno se le condizioni e gli interventi saranno sufficienti per rientrare nei numeri prescritti, altrimenti andremo a Reggio anche per quello. Non sfugge nelle dichiarazioni dell’assessore quel riferimento al “miglioramento in particolare al pronto soccorso”. Temo che la chiave di tutto purtroppo sia qui. Non state lì a guardare, fate sentire la nostra voce, i rassegnati hanno sempre e solo perso.
(Antonio Manini)
Secondo me il signor Andrea col suo commento ha fatto centro.
(Stefano)
E’ vero. Un intero popolo ha perso per essersi rassegnato dopo Hiroshima e Nagasaki. Non voglio certo polemizzare con nessuno, ma solo ripetermi: non si può giocare in “seria A ” con una squadra dell’oratorio e, purtroppo, non è la curva che può ottenere un risultato. Costruiamo un’altra squadra, per giocare domani.
(mv)
Assessore, immagino che ci sarà stato un “brainstorming” con Bonaccini, è questo il risultato?
(MA)
Spinto da irrefrenabile curiosità ho voluto provare il “test di Orwell”. Consiste nel ribaltare le proposizioni fondamentali di un discorso espresso in “neolingua”. Ad esempio, in 1984, sappiamo che “la pace è guerra” e “la libertà è schiavitù”. Se ribaltiamo le due proposizioni, otteniamo “la pace non è guerra” e “la libertà non è schiavitù”. Se confrontiamo con la realtà, osserviamo che le seconde corrispondono meglio alla concretezza del mondo reale. Ben consapevole che non siamo in presenza di una “neolingua”, giusto per esercizio, applicando il test di Orwell alle dichiarazioni sopra esposte, ho ottenuto questo risultato, che mi sembra davvero divertente: “siamo consapevoli della scarsa importanza degli ospedali nelle zone di montagna così come dello scarso valore sociale di tali presidi e per questo non intendiamo investire sull’ospedale di Castelnovo ne’ Monti con un progetto complessivo relativo all’intera struttura. L’obiettivo è quello di indebolire i servizi forniti al territorio, togliendo servizi sia sul fronte della prevenzione sia su quello della cura, eliminando prestazioni di alta specialità. Vogliamo creare le condizioni affinché si possano aumentare di alcune centinaia ogni anno gli interventi chirurgici al servizio della parte più importante della provincia reggiana, lasciandovi solo la possibilità di sperimentare percorsi innovativi di assistenza alle mamme, soprattutto dopo il parto, insieme a ostetriche e pediatri. Nel suo complesso il progetto avrà anche effetti riduttivi dal punto di vista occupazionale e di investimento sulle risorse umane: al Sant’Anna vi sono professionisti preparati che non vogliamo salvaguardare e non ne assumeremo altri con il depotenziamento dell’ospedale. Non interveniamo dunque in montagna, lì dove non deve essere fatto nessuno sforzo per rivitalizzare aree non fondamentali per la tenuta sociale e la crescita della nostra regione”. Chiaramente, il “test di Orwell” è un puro esercizio di fantasia, senza nessuna corrispondenza con la realtà. Però, devo dire che i risultati del test sono davvero divertenti!
(Commento firmato)
Da tempo la scelta è stata presa: la montagna dovrà diventare un’oasi dove trascorrere qualche giorno di vacanza. In montagna non si devono fare figli, si deve andare a lavorare altrove, non si devono realizzare o migliorare strade se non quelle telematiche. Cosa direbbe oggi il dott. Marconi che veramente realizzò una grande opera per la montagna? Dopo di lui nebbia totale. La medicina giusta è quella indicata da G. Romei, solo quella funziona! Svegliamoci! Cordialmente.
(Fabio Leoncelli)
Alla “grande opera per la montagna” va aggiunto l’acquedotto della Gabellina. Due opere per la montagna, due opere sottratte alla montagna. Ricordo l’inaugurazione dell’acquedotto con gli occhi di un bambino: due getti d’acqua tra Antenore e Simonazzi, più alti della casa dei Comastri, e la piazza un lago. Altri tempi, dove la politica ti dava le cose concrete per credere nei tuoi sogni, perchè le stesse cose che vedevi erano realizzazioni di sogni.
(mv)
In poche parole investiamo 2 milioni poi per far nascere un neonato chiamiamo l’elicottero. Difficile che una nazione così possa andare bene.
(Luchino)