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Ed arriva anche l’anno del Gallo

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In Appennino sempre di più le attività gestite da cinesi. Bar, centri massaggi, empori bazar, ristoranti. Un mondo che ci pareva estraneo sino a non troppi anni fa, ma al quale - i servizi della ristorazione in primis - dimostrano che ci stiamo abituando.

Da sapere, allora, che inizia l'"anno del Gallo" per la comunità cinese italiana ormai pronta a festeggiare il Capodanno previsto per sabato 28 gennaio. Una festa che, ovviamente, coinvolge anche i numerosi imprenditori cinesi che vivono da noi. Se guardiamo nella nostra penisola sono quasi 49mila le imprese individuali con titolare cinese attive in Italia e crescono del 3,5% in un anno. In Appennino, dove prima l'imprenditoria cinese era quasi assente, anche di più.

Forse non tutti sanno che prima per concentrazione di imprenditori dalla Cina è Milano con 5.272 imprese individuali, il 10,9% italiano, che negli ultimi due anni ha superato Prato (capitale del tessile), il sorpasso è avvenuto  a fine 2014 (Prato è seconda con 5.035 ditte, 10,4% nazionale) e Firenze (con 3.888, 8%). Quarta è Roma con 3.292 imprese e quinta Napoli con 2.457. Tra le prime dieci anche Padova (1.581), Torino (1.488), Modena (1.050), Brescia (1.023) e, quindi, la nostra Reggio Emilia (con ben 955). Bolzano (+21,1%), Rieti (+20%) e Pistoia (+19,8%) i territori in cui i piccoli imprenditori cinesi crescono di più tra 2015 e 2016. I dati emergono da un’elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al terzo trimestre 2016 e 2015 relativa ai titolari di impresa individuale attiva.

I settori di attività delle imprese cinesi. Le imprese individuali cinesi sono concentrate principalmente nei settori del commercio (tra ingrosso e dettaglio 19.433 attività, il 40% del totale) e del manifatturiero (17 mila, 34,9% del totale). Numerose anche le imprese attive nei servizi di alloggio e ristorazione, ormai il 13,3% del totale e nei servizi alla persona (8,1%). Le imprese del manifatturiero si concentrano in Toscana, tra Prato (3.903 imprese individuali su 5.035) e Firenze (2.931 su 3.888), il commercio a Roma (2.303 su 3.292) e Napoli (2.226 su 2.457) mentre a Milano è alta la concentrazione di ristoranti e bar (1.338 su 6.463 attive nel settore in Italia) e di attività nei servizi alla persona (1.006 su 3.938 attive nel settore nel Paese, oltre un quarto).

Titolari di impresa individuale attiva in Italia nati in Cina – per provincia:

ProvinciaSedi di impresa attive

 al III trim 2016

pesoSedi di impresa attive

al III trim 2015

Var %
AGRIGENTO1790,4%181-1,1%
ALESSANDRIA2170,4%2160,5%
ANCONA3500,7%3354,5%
AOSTA220,0%2010,0%
AREZZO2030,4%210-3,3%
ASCOLI PICENO2020,4%2020,0%
ASTI650,1%5714,0%
AVELLINO870,2%826,1%
BARI6291,3%6290,0%
BELLUNO540,1%531,9%
BENEVENTO380,1%43-11,6%
BERGAMO6441,3%6154,7%
BIELLA750,2%707,1%
BOLOGNA9502,0%8995,7%
BOLZANO860,2%7121,1%
BRESCIA1.0232,1%1.043-1,9%
BRINDISI880,2%818,6%
CAGLIARI3400,7%3361,2%
CALTANISSETTA860,2%90-4,4%
CAMPOBASSO390,1%382,6%
CASERTA3030,6%2952,7%
CATANIA6351,3%639-0,6%
CATANZARO1540,3%155-0,6%
CHIETI920,2%902,2%
COMO2370,5%21012,9%
COSENZA2320,5%2320,0%
CREMONA2100,4%2042,9%
CROTONE370,1%370,0%
CUNEO2310,5%20711,6%
ENNA360,1%352,9%
FERMO5381,1%5105,5%
FERRARA2900,6%2688,2%
FIRENZE3.8888,0%3.7992,3%
FOGGIA1670,3%172-2,9%
FORLI' - CESENA3430,7%3371,8%
FROSINONE1060,2%107-0,9%
GENOVA5361,1%5085,5%
GORIZIA910,2%857,1%
GROSSETO600,1%575,3%
IMPERIA880,2%93-5,4%
ISERNIA210,0%210,0%
L'AQUILA590,1%60-1,7%
LA SPEZIA1210,2%1137,1%
LATINA1530,3%1455,5%
LECCE2490,5%2327,3%
LECCO760,2%6811,8%
LIVORNO1670,3%1632,5%
LODI890,2%7814,1%
LUCCA1290,3%11215,2%
MACERATA4320,9%436-0,9%
MANTOVA7531,6%754-0,1%
MASSA CARRARA560,1%4914,3%
MATERA730,2%695,8%
MESSINA2060,4%230-10,4%
MILANO5.27210,9%5.0025,4%
MODENA1.0502,2%9985,2%
MONZA E BRIANZA4440,9%4176,5%
NAPOLI2.4575,1%2.3484,6%
NOVARA2270,5%2136,6%
NUORO890,2%872,3%
ORISTANO450,1%49-8,2%
PADOVA1.5813,3%1.5045,1%
PALERMO5211,1%5200,2%
PARMA2290,5%20014,5%
PAVIA3430,7%3168,5%
PERUGIA3000,6%2855,3%
PESARO E URBINO2100,4%2024,0%
PESCARA1840,4%187-1,6%
PIACENZA1530,3%13414,2%
PISA2550,5%2540,4%
PISTOIA2120,4%17719,8%
PORDENONE1310,3%11217,0%
POTENZA380,1%39-2,6%
PRATO5.03510,4%4.8793,2%
RAGUSA1600,3%165-3,0%
RAVENNA1910,4%1824,9%
REGGIO DI CALABRIA1660,3%167-0,6%
REGGIO EMILIA9552,0%9530,2%
RIETI180,0%1520,0%
RIMINI2950,6%2786,1%
ROMA3.2926,8%3.1963,0%
ROVIGO6081,3%649-6,3%
SALERNO1930,4%1826,0%
SASSARI2630,5%2572,3%
SAVONA1100,2%1045,8%
SIENA800,2%7211,1%
SIRACUSA1370,3%140-2,1%
SONDRIO660,1%634,8%
TARANTO1800,4%1715,3%
TERAMO6301,3%6201,6%
TERNI620,1%611,6%
TORINO1.4883,1%1.4294,1%
TRAPANI1590,3%1543,2%
TRENTO1270,3%10718,7%
TREVISO9061,9%8723,9%
TRIESTE1840,4%1783,4%
UDINE2750,6%2557,8%
VARESE5351,1%5075,5%
VENEZIA9041,9%8615,0%
VERBANIA660,1%626,5%
VERCELLI940,2%913,3%
VERONA7161,5%7022,0%
VIBO VALENTIA440,1%432,3%
VICENZA5741,2%5494,6%
VITERBO820,2%83-1,2%
Italia48.571100,0%46.9323,5%

Elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al terzo trimestre 2016 e 2015.

5 COMMENTS

  1. Che bello, per un imprenditore cinese, fare impresa in Italia: per quattro anni non paghi tasse e al quinto passi a un famigliare la licenza e così via. Che brutto, per un imprenditore italiano, fare impresa in Italia: ancora prima di aprire l’attività devi cominciare a pagare. Ma come si sa, noi italiani sappiamo bene come cavarcela. Vi porto il mio esempio: ho già prenotato un intervento chirurgico per modificare la forma dei miei occhi (es. tipo a “mandorla”), ho già imparato la frase fondamentale in caso di eventuali visite sgradite (tipo Guardia di finanza, giornalisti…) “io non capile italiano”!, e poi, dulcis in fundo, nuova vita, nuovo nome, da domani sarò An Ge Lin Licco Baldin! Alla faccia di Lenzi e Belusconi!

    (Angelo Riccobaldi, esule in patria)

    • Firma - angeloriccobaldi(esuleinpatria)
  2. D’altra parte lo diceva sempre anche il presidente del Consiglio (uno qualunque, decidete voi) che l’Italia deve essere “attraente” per gli investitori esteri, come una bella signorina.

    (Commento firmato)

    • Firma - commento firmato
  3. Concordo pienamente con il signor Riccobaldi e aggiungo: la provenienza dei soldi per aggiudicarsi le attività. Ma chi sono questi per rovinare il sistema commerciale italiano? Siamo stati i migliori in tutti settori prima di distruggerci con l’Euro e la globalizzazione. Ma per fortuna sarà il tempo a rifare la Storia. Adesso i Cinesi aprono e lavorano, visto che a volte la gente è costretta a comprare prodotti a basso costo, perché i vari governi dell’ultima legislatura hanno provveduto a rendere gli Italiani poveri, spremendoli con tasse di ogni tipo per salvare banche, ospitare clandestini e salvare l’Euro, una moneta per i potenti e non per il popolo sovrano.

    (SS75)

    • Firma - (SS75)
    • Per essere precisi su chi ha reso poveri gli Italiani, ricordo che il senatore Monti ha dichiarato pubblicamente (alla CNN, mica al telegiornale) che ha “distrutto la domanda interna per mezzo del consolidamento fiscale”. Cioè, ha tolto i soldi dalle tasche degli Italiani. Ma perché l’ha fatto? Per cattiveria? L’ha fatto per riequilibrare la bilancia dei pagamenti, totalmente sbilanciata (nel 2011) verso la Germania. Gli italiani compravano molti prodotti tedeschi, per noi convenienti; l’Euro è per i tedeschi un Marco sottovalutato, mentre l’Euro è per noi una Lira sopravvalutata – per via dei differenziali di inflazione tra i due Paesi. Quindi, abbiamo una Lira forte contro un Marco debole. Quindi, ci conviene acquistare prodotti tedeschi, più convenienti dei prodotti italiani. L’inverso vale per i Tedeschi, ai quali non conviene comprare prodotti italiani. La conseguenza di tutto questo è uno squilibrio nella bilancia dei pagamenti: poiché l’Italia importa e non esporta, risulta a debito con la Germania, e oltre un certo limite, i mercati fanno salire lo spread, e da qui il famoso “fate presto!” Il debito pubblico non c’entrava nulla, anche se i media, da bravi pifferai, hanno suonato la musica di chi li paga e hanno parlato solo di quello. Monti ha fatto l’unica manovra che i trattati europei ci consentono: ha usato la leva fiscale, perché tutti gli altri strumenti di manovra (politica monetaria, tassi di interesse, tasso di cambio) non sono più a disposizione del governo, visto che i trattati li attribuiscono alla sola BCE. I trattati, inoltre, vietano i dazi. Dunque, cosa rimane? La politica fiscale, e Monti l’ha usata. Per il resto, concordo con il commento qui sopra: salvare banche (soprattutto francesi e tedesche), gestire i clandestini. Comunque, la questione del commercio cinese è una conseguenza dei trattati: Maastricht, cioè l’apertura dei mercati ai capitali globali, e Schengen, cioè la libera circolazione dei lavoratori-merce all’interno dell’eurozona. Godiamoceli! Il “destino economico” non è più in mano agli Stati, perché gli Stati sono in mano ai trattati.

      (Commento formato)

      • Firma - commento formato
  4. Gli Stati devono darsi un “destino economico”. E nel destino economico c’è, primariamente, la piena occupazione e la vita decorosa dei propri cittadini. Abbiamo creato uno Stato che dà lavoro ai cinesi e non lo dà agli italiani. Pensatela come volete, ma c’è qualcosa che stride.

    (Giovanni Lazzaretti)

    • Firma - Giovanni Lazzaretti