Sono tornati tutti più aperti, più pronti ad affrontare il mondo – quello del lavoro, ma non solo – oppure con le idee più chiare sull’università da intraprendere. O meglio, quasi tutti. Alcuni, infatti, a volte non ritornano: come due ragazze di un ente di formazione reggiano rimaste a Malta a fare le cameriere, un’altra che invece lo sta facendo a Londra e un’altra ancora che ha deciso non rientrare da Lisbona, avendo trovato non il lavoro, ma l’amore. Oppure c’è chi, come Sara Corradini del Motti, è tornata a Reggio per ripartire subito: “Ho fatto un biglietto di sola andata, ho l’aereo il 15 marzo per La Coruña – racconta – . Torno in Spagna, dove ho svolto il tirocinio nella reception dell’hotel Zenit, sperando di trovare un lavoro; poco prima di rientrare in Italia ero già stata contattata da un’azienda che seleziona personale per grandi catene come Zara o Pull&Bear, ma soprattutto per praticare il lancio del giavellotto con la loro scuola di atletica leggera. Ne ho parlato con i miei genitori: “Se è quello che vuoi, parti”, mi hanno detto…”.
Sono i giovani reggiani della “generazione Erasmus+”, che questa mattina hanno affollato l’aula magna dell’Università per raccontare le loro recenti esperienze all’estero affrontate grazie ai ben quattro progetti che l’Ufficio Politiche comunitarie della Provincia era riuscito a farsi approvare e finanziare con il bando 2014 del Programma Erasmus+, coinvolgendo tutti gli istituti tecnici e professionali reggiani, gli enti di formazione “La Cremeria” e Fondazione Enaip, la Fondazione Its Maker, il Comune di Correggio, Unindustria Reggio Emilia, l’Itis Galileo Galilei di Arezzo.
I quattro progetti – poi confluiti nella nuova Fondazione E35 di Reggio Emilia – hanno permesso lo scorso anno a 437 studenti di svolgere tirocini formativi e corsi di potenziamento linguistico all’estero: di questi , ben 318 sono reggiani, 228 di quarta superiore e 90 neodiplomati. Di 35 giorni (per i ragazzi di quarta) e di 3 mesi (per i neodiplomati) la durata dell’esperienza svolta a Lipsia (Germania), Londra, Cardiff e Crewe (Regno Unito), La Coruña (Spagna), Lisbona e Braga (Portogallo), Cork (Irlanda) , Olanda o Malta.
La positività di queste esperienze è stata ribadita nel corso di una mattinata che – con la regia di Martino Soragni della Fondazione E35 e di Fabio Pasquale, amatissimo formatore di ragazzi e docenti dell’agenzia per la mobilità internazionale di Arezzo, consolidato partner della Provincia per i progetti europei – si è snodata tra i racconti di professori, dirigenti scolastici e soprattutto studenti. Come Elena Rossi del Tricolore che in Germania ha lavorato in un’azienda di servizi “potenziando la mia conoscenza del tedesco in maniera davvero formidabile” o come Massimiliano Cadei del D’Arzo di Montecchio che a Cardiff ha lavorato in un negozio di biciclette: “Faccio lo scientifico, ma confrontarmi con il mondo del lavoro e con gente straniera è stato bellissimo: e poi la meccanica è la mia passione…”. E ancora Federica Bertani del liceo coreutico del Matilde di Canossa che in Portogallo è stata impegnata in un’associazione di volontariato, Ines Aitidder del Galvani che ha lavorato in un laboratorio odontotecnico a Malta, Simone Bertolotti del Nobili impiegato per tre mesi in un’azienda di installazioni luminose a Cork.
A tutti loro ha guardato con simpatia e affetto, ma anche con un po’ di invidia, il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi: “Ai miei tempi non c’erano esperienze del genere e non era la stessa cosa – ha detto aprendo la mattinata – Che il mondo della scuola e delle istituzioni si occupi di voi e del vostro arricchimento formativo è molto importante: perché la formazione si fa a scuola, ma l’esperienza si matura solo nei contesti, attraverso le esperienze di lavoro e di vita”.
“Oggi avete la possibilità di progettare meglio il vostro futuro, di fare ciò che avete in mente, e questo è possibile perché tutto un sistema – dalle istituzioni alle scuole, dagli enti di formazione alle associazioni di categoria – è impegnato per i propri giovani nella convinzione che una comunità possa crescere solo se è capace di guardare al futuro“, ha concluso il presidente Manghi sottolineando “l’eccezionale risultato raggiunto lo scorso anno, con oltre 400 studenti coinvolti e 1,5 milioni di euro di finanziamenti europei ottenuti, che ha fatto di Reggio Emilia la prima provincia d’Italia nella mobilità internazionale giovanile”.
Di “scuole virtuose, che hanno a cuore il bene dei nostri studenti e nelle quali ogni giorno si costruiscono opportunità per loro”, ha parlato anche Raffaella Curioni, assessore all’Educazione e conoscenza del Comune di Reggio Emilia, che ha ricordato la propria “fondamentale esperienza con Erasmus, grazie alla quale sono diventata come donna, madre e professionista quello che sono” e rimarcato il ruolo della nuova Fondazione E35 “attraverso la quale il Comune di Reggio Emilia ha compiuto una scelta importante, quella di voler essere una città internazionale, quindi capace di accogliere e tenere unite diverse culture, ma anche di costruire percorsi di mobilità per i reggiani, a partire dagli studenti”.
“Le testimonianze riportate questa mattina ci confermano ancora una volta come queste esperienze possano rivelarsi determinanti per la crescita personale e professionale di un giovane, dandogli l’opportunità di mettersi in gioco e di entrare in contatto con realtà professionali nuove e stimolanti, spesso con esiti più che soddisfacenti”, ha concluso la vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia e sindaco di Correggio Ilenia Malavasi, sottolineando come siano stati più di 700 giovani reggiani coinvolti in questi ultimi anni in progetti di mobilità.
I quattro progetti. Ben 437 gli studenti – 318 dei quali reggiani, 228 di quarta superiore e 90 neodiplomati – che nei mesi scorsi hanno svolto esperienze all’etero grazie ai progetti Move4Trade, MechMob, Eatin Emilia e Movet 2.0. Nel dettaglio, l’Istituto Scaruffi-Levi-Tricolore era capofila del progetto sullo sviluppo competitivo e sull’internazionalizzazione delle imprese, mentre l’Itis Galileo Galilei di Arezzo ha seguito il progetto sulla formazione in ambito meccanico e meccatronico; entrambi i percorsi sono stati realizzati in collaborazione con Unindustria Reggio Emilia. Il Comune di Correggio era invece capofila di un progetto focalizzato sulla formazione di profili altamente specializzati in ambito agricolo e agroalimentare mentre la Provincia di Reggio Emilia, oltre ad aver coordinato la stesura delle quattro proposte progettuali, ha curato un progetto che ha coinvolto tutti gli altri istituti reggiani, al fine di fornire le medesime opportunità di mobilità e di crescita agli studenti, a prescindere dall’indirizzo formativo scelto.
I progetti sono poi confluiti nella nuova Fondazione di progettazione internazionale E35 di Reggio Emilia, creata nel luglio 2015 da Provincia e Comune di Reggio Emilia, Camera di commercio, Fondazione Manodori e Crpa.