Il Corpo Forestale dello Stato, ora Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare dei Carabinieri, si sta dotando in tutta Italia di agenti a quattro zampe e anche al Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano ne sono arrivati due grazie al Progetto Life M.i.r.c.o.
Si chiamano Alma e Loba, sono rispettivamente un Labrador e un Pastore Tedesco, e affiancheranno gli agenti dei Carabinieri nella lotta all'avvelenamento della fauna selvatica, una delle forme più subdole di bracconaggio, vera piaga soprattutto in alcune aree appenniniche.
I cani antiveleno sono in grado di fiutare esche, bocconi, carcasse e tutto quanto può essere pensato per avvelenare lupi, orsi, volpi, tassi ma anche cani e gatti e più in generale tutti quegli animali la cui dieta è a base di carne o onnivora. Un prezioso contributo per la bonifica del territorio e avviare le indagini per perseguire i colpevoli.
Sarebbe bello se ogni stazione dei Carabinieri Forestale in Italia si potesse dotare di questi cani, nell'attesa il Parco Nazionale e i suoi agenti mettano a disposizione Alma e Loba anche al di fuori dei propri confini amministrativi, per intervenire laddove siano segnalati episodi di avvelenamento, certo o presunto.
“I nuclei antiveleno costituiscono un tassello importante dell'attuale trasformazione del Corpo Forestale in specialità dei Carabinieri, cioè come unità completamente dedicata all’ambiente nelle sue molteplici sfaccettature – spiega Giuseppe Piacentini capo del Coordinamento Territoriale Ambiente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano - I nostri cani sono stati addestrati in Spagna dove la Guardia Civil ha istituito i primi nuclei antiveleno per arginare un problema che là è molto sentito. È evidente che i bocconi avvelenati costituiscono un problema per una corretta gestione faunistica, in quanto agiscono in modo indistinto, ma anche per la sicurezza pubblica, soprattutto nei contesti antropizzati.
I due nuclei antiveleno, attualmente presenti nei parchi nazionali dell’Appennino Tosco Emiliano e nelle foreste casentinesi, sono potenzialmente utili a coprire tutto il territorio regionale per le necessità attuali e possono essere attivati da enti pubblici o dai sindaci attraverso il nostro comando regione forestale; lavorano quindi su tutto il territorio perché dotati anche di automezzi e di personale idoneo. Siamo all'inizio ma contiamo di essere all'altezza di un buon lavoro”.
Contro il bracconaggio si chiede la collaborazione di tutti, semplici cittadini, associazioni agricole, venatorie e ambientaliste, escursionisti e sportivi per denunciare fatti inerenti o richiedere una ispezione.
Ottima notizie e ottima idea, complimenti! Chi semina bocconi avvelenati è un criminale senza scrupoli.
(Alex)
Auguro a queste nuove unità un buon lavoro.
(Il Grillo Parlante)
Ogni tanto una buona notizia.Speriamo serva a fermare questa forma di delinquenza.
(Marco Galeazzi)