Riceviamo e pubblichiamo.
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Il secondo stralcio della variante del Ponte Rosso di Castelnovo ne’ Monti è tornato oggi alla ribalta del dibattito e della discussione politica dopo che la Provincia, nella giornata del 30 dicembre, ha determinato di aggiudicare, con la modalità “non efficace”, l’esecuzione dei lavori alla ditta Unieco. Si apprende, sempre dal documento di determina, che qualora dai controlli effettuati emergessero cause ostative a rendere efficace l’aggiudicazione medesima si procederà ad annullarla.
Come lista civica, tramite un’interpellanza del 7 luglio 2016, discussa poi in Consiglio comunale, ponevamo all’attenzione non tanto la copertura finanziaria dell’intervento – che dopo mesi di attesa era stata raggiunta e siglata con un accordo intercorso tra Regione, Provincia e soggetti privati, e che vedeva il Comune quale capofila e garante – ma le voci sempre più ricorrenti in merito alla Cooperativa Unieco, la quale, dopo aver presentato per diversi anni bilanci negativi, si apprestava ad attivare un procedimento di concordato amministrativo.
Ora il tribolato percorso sembra arrivato a conclusione, quantomeno sul piano procedurale, anche se resta ancora da rendere “efficace” quanto è tuttora “non efficace”; e qui saranno gli organi tecnici competenti e preposti a verificare se vi siano cause ostative per dare efficacia all’aggiudicazione. Da parte nostra auspichiamo una soluzione positiva, che vi siano cioè le condizioni per poter dare il “via libera” all’esecuzione dell’opera: vuoi per vederla ultimata e usufruibile, vuoi perché non possiamo essere indifferenti alle sorti di un’impresa della montagna e dei posti di lavoro di un buon numero di montanari ivi occupati.
Sul piano politico-amministrativo non possiamo tuttavia esimerci dal fare alcune valutazioni, chiedendoci innanzitutto se la procedura di aggiudicazione adottata, che ha visto una grossa riduzione al massimo ribasso dei costi dell’opera, sarebbe stata egualmente praticata dall’Amministrazione, pur sapendo quali rischi si possono correre nell’affidare incarichi in tali condizioni, se l’azienda nella fattispecie interessata non fosse stata di natura cooperativa.
Viene nel contempo da domandarsi se i ritardi della realizzazione dell’opera, cantierata nel 2004 come primo stralcio e assegnata per la realizzazione del secondo stralcio nel 2014, siano imputabili ad una qualche responsabilità politica o siano stati soltanto intoppi burocratici a portarci alle porte del 2017 senza avere ancora risposte certe sui tempi di ultimazione di un intervento che potrà tornare utile non solo ai castelnovesi.
Non è di certo compito nostro ergerci a giudici, ma una qualche risposta noi comunque l’aspettiamo; e oggi chiediamo al sindaco Bini, nonché presidente dell’Unione dei comuni, di farsi carico di chiarire la situazione che ha trovato al momento del suo insediamento, in merito per l’appunto alla variante Ponte Rosso, e come ha poi gestito la fase successiva fino a quella attuale.
Siamo dell’opinione che le polemiche servano a poco quando sono essenzialmente strumentali ed è per questo che ci siamo sempre proposti un’opposizione responsabile e costruttiva, ma la chiarezza e la trasparenza sul completamento di questa opera ci sembrano doverose, sia nei confronti dei nostri concittadini che dei montanari più in generale.
(Robertino Ugolotti)
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