Giuliano Razzoli, venerdì 23 dicembre alle ore 18 al Teatro Bismantova di Castelnovo ne' Monti, presenta il suo libro 'Vai Razzo, veloce e feroce!': autobiografia del campione raccontata con Luca Leone (prefazione di Alberto Tomba, introduzione di Davide Labate, postfazione di Marcello Marchi). Partecipano all'incontro, insieme a Razzo, il sindaco di Castelnovo Enrico Bini e il presidente del Parco Nazionale Fausto Giovanelli. Conduce la serata Cinzia Rubertelli. Al termine sarà possibile acquistare il libro autografato dal campione olimpico.
Il libro ospita una scheda sul riconoscimento da parte dell’UNESCO dell’Appennino Tosco Emiliano come Riserva di Biosfera. Così come spiega il presidente Giovanelli
“Razzoli è un grande testimonial di questo territorio per ragioni ovvie e meno ovvie: una medaglia d’oro olimpica e la sua persona, lui stesso. Giuliano è un campione straordinario questo è evidente a tutti.
Ma è anche una persona molto concreta, seria, molto forte di testa oltre che di gambe. Razzoli è un bellissimo esempio, anche per chi non si metterà mai gli sci, anche per chi non andrà mai a un'olimpiade, per tutti, per chi comprende la fatica che bisogna fare per arrivare a quei livelli lì, sacrificio, fatica quotidiana continua. Un giorno di gloria ha il costo di una vita di disciplina. È un bell'esempio per i giovani dell'Appennino. Perché è difficile, partendo da una frazione di Villa Minozzo, che si chiama Razzolo, dove le neve viene sì e no, diventare olimpionici di slalom speciale.
Non è la vittoria di un atleta nato e cresciuto a Cervinia o a Selva di Val Gardena, dove ogni due anni esce un campione. Giuliano è uno che si è fatto da solo o meglio con la sua famiglia. Ma la cosa che forse di più vorrei sottolineare è che ha dimostrato che si può essere competitivi, anche partendo dal basso. Questa è forse una delle cose di cui ha bisogno di più il nostro Appennino: la passione per la competitività. Questa è una parola che è stata molto usata, anche in politica soprattutto dagli imprenditori. A qualcuno appare priva di valori sociali, ma non è vero. Se il nostro Paese vuole conservare le sue migliori conquiste sociali non può rassegnarsi a perdere competitività a livello globale. Non si può distribuire il pane che non si produce. Così, per l’Appennino e per il nostro territorio, Razzoli è un esempio di successo, di riscatto e anche di attitudine alla competitività, fatta di un sacrificio che non si fa per la gloria di un giorno e che non è un’attività da tempo libero: è una professionalità profondissima, conquistata con i denti, nei momenti difficili, attraverso successi e insuccessi, conquiste tecniche e fisiche, cure mediche e infortuni.
Noi l’abbiamo visto in piscina a recuperare, in salita a pedalare in bicicletta, nei giorni in cui di neve e di Razzzoli non ne parla nessuno, fare quattro -cinque ore di allenamento; responsabilità a tavola, comportamento corretto nella vita, questo è Razzoli. È apprezzato per le sue enormi qualità sportive: anche quando non vince è sempre - da dieci anni - nel primo gruppo di atleti dello slalom speciale, quando molti dei suoi competitori degli esordi sono già in pensione. Viene da una famiglia forte e 'normale', non viene da una famiglia di campioni. Non esce dalle grandi scuole di sci dell’Austria o della Svizzera. Viene dall’Appennino con stazioni che sempre hanno fatto fatica a tirare avanti e stare aperte. La presentazione del suo libro è un’occasione per il territorio e per il Parco Nazionale anche per ricordare che tante volte Giuliano è stato tra noi e con noi, ha lavorato con Neve Natura e con Parco Appennino nel Mondo, senza fare la star o pretendere nulla in cambio, poi si sta impegnando anche per nuove imprese come la produzione dell’aceto balsamico. Il libro ospita uno spazio dedicato al Parco Nazionale e al riconoscimento Unesco. Diciamo che presenta dimensioni di Giuliano Razzoli che rendono ancora più significativa quella grandissima medaglia che ha conquistato”.