Ammainata la bandiera del Ventasso: venerdì pomeriggio, 16/12, si sono svolti, nella chiesa di Ramiseto, i funerali di Renata Catti, una “quercia secolare” di Montemiscoso che solo il mese scorso aveva festeggiato con i suoi numerosissimi familiari il traguardo dei 105 anni. Una lunga vita da record fatta di lavoro e di sacrifici, non priva di dolori anche per due figli morti da piccoli, ma anche ricca di gioie per l’affetto di altri 6 figli (5 femmine e 1 maschio), tanti nipoti, pronipoti, e trisnipoti.
Renata non ha mai abbandonato Montemiscoso, mai preso un treno, solo qualche volta la corriera per andare in ospedale a Castelnovo ne’ Monti o di Reggio. Nata nel 1911, a 7 anni nel 1918, ha vissuto la gioia della vittoria della Grande Guerra e nel 1945 quella altrettanto gioiosa della fine dell’ultima guerra che anche nel suo paese aveva lasciato profonde ferite. Grazie alle premurose cure delle sue figlie, in particolare di Giuseppina con la quale ha vissuto fino all’ultimo, e all’assistenza del servizio socio-sanitario locale, l’ultracentenaria Renata Catti è sempre vissuta in famiglia, non ha mai conosciuto nessun ricovero. Un esempio dignitoso di grande rispetto e di antica civiltà che arriva da un paese quasi sconosciuto, Montemiscoso, dove oggi vive poca gente protetta dal monte Ventasso.