Il Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano ha ospitato a Sassalbo qualche giorno fa una nutrita platea di operatori turistici della Lunigiana, della Garfagnana e dell'Emilia. È stato un confronto a tutto campo sul turismo nella riserva di biosfera Unesco dell'Appennino tosco-emiliano e in particolare sulle ricadute che il riconoscimento internazionale può avere sul territorio.
Il Parco nazionale ha riproposto i temi affrontati e le idee maturate durante il workshop internazionale che si è svolto a fine agosto a Torrechiara: branding, turismo sostenibile e prodotti di qualità. You’re biosphere reserve.
L'invito a partecipare è stato raccolto da una cinquantina di operatori che hanno animato il dibattito sulle priorità da affrontare. Le parole chiave emerse sono esemplari del valore identitario che il percorso di candidatura ha saputo evidenziare: ‘la riserva di biosfera sei tu’, ‘e prendiamoci cura-avere cura dell'Appennino’ (You’re biosphere reserve, take care Appennino) sono i concetti da cui partire per la costruzione di una strategia nell'ambito della quale condividere conoscenze e azioni.
Primo passo concreto sarà l'organizzazione di quattro educational dove gli operatori si impegnano a far conoscere agli altri "colleghi" il proprio territorio. In questo modo chi vive in una delle quattro diverse aree della Riserva MaB (Lunigiana, Garfagnana, Appennino Reggiano e Appennino Parmense) potrà essere un testimonial attivo del suo territorio e a sua volta scopritore attento della delle altre zone che compongono la MaB Unesco.
Quello che gli operatori si aspettano è una ricaduta, una maggiore visibilità, sia da parte dei potenziali visitatori, sia da parte delle istituzioni, chiamate ad investire sulle aree interne e di montagna.
“Il branding - cioè l'identificare e comunicare il valore aggiunto che il riconoscimento Unesco può portare al territorio e alle sue attività – afferma il presidente del Parco nazionale, Giovanelli - non è mettere un’etichetta aggiuntiva su quel che c'è, ma far crescere la conoscenza, la cultura e l'affezione: è un’azione contestualmente rivolta agli abitanti e ai turisti. Consiste nel mette in valore tutte le qualità e le eccellenze della nostra riserva di biosfera: gli equilibri, l’ambiente, il paesaggio, la cultura, la storia, l'agricoltura, il turismo, l'economia e il lavoro. Take Care Appennino vuol dire coinvolgere la popolazione, i giovani, i residenti, partendo dalla conoscenza delle tante eccellenze e dei protagonisti. In questo consiste il valore degli educational che verranno organizzati: vivere e far vivere in profondità il territorio, in più dimensioni, quella del genius loci di ciascuno e quella del valore d’insieme; condividere la conoscenza di questo ricchissimo caleidoscopio della storia e della natura per offrire al turista proposte esperienziali autentiche e vissute. E’ chiaro che per comunicare certi valori ed emozioni bisogna viverli e sentirli in prima persona. Solo così, per l’Appennino, coincideranno ‘brand indenty and brand imagine’".
You’re Biosphere Reserve (You’reBiosphere Reserve, Take Care Appennino), brand indenty and brand imagine. Queste sono le nostre radici e la nostra cultura. Questo è il modo di valorizzare l’Italia, la regione e la montagna con i suoi linguaggi persi e trascurati da tutti. Chissà uno studio/corso, non so, sui vari dialetti potrebbe essere interessante. No, oggi sono di moda i termini oltreoceano, la nostra lingua non ha valore, dobbiamo prenderla a calci. Persino lo Stato non parla più l’Italiano, dimenticavo, siamo nella globalizzazione… e si vedono i risultati. Scusate il disturbo.
(Fabio)
Se il Parco, il Giovanelli presidente, pensa di comunicare per non far capire un’acca di quel che dice, ci riesce perfettamente. Spesso è complicato farsi capire nella propria lingua, figuriamoci in italiese. Cos’è ad esempio il “brand indenty and brand imagine”?
(PN)
Ci vuole un po’ di pazienza e comprensione. Nel comunicato stampa è spiegato bene in italiano il significato delle espressioni poi riportate anche in inglese. Anzi prima ci si esprime in italiano (“la riserva di biosfera sei tu!; prendiamoci cura, avere cura dell’Appennino) poi è riportata la traduzione. E anche del verbo/sostantivo “branding” è ampiamente descritto il significato. Abbiamo ospitato un incontro Unesco davvero internazionale a Torrechiara e abbiamo discusso e tratto conclusioni in inglese per poter parlare e dialogare con gli ospiti di vari paesi. Abbiamo la necessità di rendere bilingue la nostra comunicazione di promozione turistica per ragioni piuttosto ovvie. A maggior ragione in ambito di azione Unesco abbiamo un orizzonte e anche un’intenzione di internazionalizzazione attiva e propositiva dei valori della nostra area uomo e biosfera e di condividere con gli operatori e i giovani questa prospettiva. Parliamo anche di “genius loci“. A parte il latino (lo dico scherzando un po’) mi pare si capisca che ci riferiamo proprio alle nostre radici. Radici tecnologia innovazione sono insieme e inseparabilmente pilastri di un approccio alla globalizzazione vincente e non perdente da parte di ogni territorio e naturalmente anche del nostro. Nulla di personale proprio. Anzi, personalmente devo confessare che il mio inglese è scarso, nonostante i miei sforzi di migliorarlo. Infine: brand identity (c’è stato un refuso di trascrizione) è ciò che pensiamo di noi stessi; brand image è ciò che proponiamo ai visitatori. Devono essere connessi, proprio per un bisogno di autenticità, perchè non si possono trasmettere emozioni e sentimenti che non si provano. Preciso che quest’ultima non è una nostra ingegnosa scoperta; è una raccomandazione – che facciamo nostra – della “Carta di Pietrarsa”, approvata dagli Stati generali del turismo sostenibile, convocati dal ministro Franceschini.
(Fausto Giovanelli)
E’ auspicabile che tutto ciò che viene fatto e promosso sia in funzione di un turismo più vasto e che speriamo interessi anche e non soltanto i nostri beneamati concittadini, ma sempre più numerosi nostri corregionali europei, altrimenti ce la suoniamo e ce la cantiamo sempre tra di noi. Mi pare di avere letto che il nostro comune sia fra quelli dove a breve sarà implementata la banda larga, dunque il mondo sarà nelle nostre case con più velocità e semplicità. Ecco quindi la necessità, per i nostri operatori turistici e commerciali, di familiarizzare con termini che ormai sono di uso comune nel mondo turistico che conta. Senza con questo nulla togliere alla lingua di Dante che rimane e rimarrà sempre la più bella e affascinante del pianeta. Dunque bene fa il Parco Nazionale a guardare al futuro e cercare di coinvolgere il più possibile strutture e persone che potranno dare ai nostri giovani occupazione e sviluppo. Mi sta bene tutto latino, inglese e perché no anche un po’ di tedesco, francese, marketing e via dicendo. Però nel documento su pubblicato non leggo alcun riferimento di aiuti finanziari agli attuali operatori per aggiornarsi e adeguarsi al nuovo e ai giovani che intendano intraprendere nuove attività commerciali e/o turistiche. Chi o quale ente li supporterà con nuove risorse? La butto lì! perché no un novello piano verde? Grazie.
(Sergio Tagliati)