Una serata molto riuscita e che ha dimostrato un legame speciale, fortissimo, tra la comunità dell’Appennino e l’Ospedale Sant’Anna. Ieri sera il Teatro Bismantova si è riempito di persone, per l’iniziativa organizzata dalle amministrazioni comunali della montagna, l’Unione Appennino, i comitati popolari, tra i quali “Salviamo le cicogne”, le associazioni di categoria e di volontariato del territorio, le organizzazioni sociali e politiche di tutto il territorio. L’obiettivo era illustrare i documenti che questo ampio gruppo ha elaborato in questi mesi, per avanzare alla Regione Emilia-Romagna la richiesta di sostenere l’istanza forte del territorio, per il mantenimento del punto nascite dell’Ospedale Sant’Anna. “Un punto nascite che è sicuro già oggi - è il messaggio emerso dalla serata, davvero partecipatissima - ma per il quale avanziamo attraverso questi documenti proposte concrete affinché sia perfettamente in linea con gli ultimi standard richiesti”.
Sul palco, insieme al sindaco e presidente dell’Unione dei comuni Enrico Bini, sono intervenuti la rappresentante del comitato "Salviamo le cicogne" e delle altre associazioni di volontariato Nadia Vassallo, poi Giovanni Teneggi, direttore di Confcooperative Reggio Emilia in rappresentanza delle associazioni di categoria economiche, il dottor Guido Tirelli e il dottor Ermanno Briglia. A seguire si sono alternati anche i consiglieri regionali Silvia Prodi, Gabriele Delmonte, Yuri Torri, Raffaella Sensoli e Gian Luca Sassi, i sindaci di Toano, Vincenzo Volpi, Villa Minozzo, Luigi Fiocchi, Carpineti, Tiziano Borghi, Casina, Stefano Costi, Vetto, Fabio Ruffini, e Ventasso, Antonio Manari. E’ stato anche letto un messaggio della senatrice Leana Pignoli a sostegno dell’iniziativa, data la sua impossibilità ad essere presente. Un intervento molto coinvolgente e applaudito, arrivato inatteso, è stato quello di quattro studenti, rappresentanti d’Istituto del "Cattaneo-Dall’Aglio", Stefano Zannini, Giovanni Ovi, Nicola Romei e Federico Nasi, che hanno tenuto a sottolineare come anche i più giovani abbiano a cuore un tema così delicato e centrale come la tenuta dei servizi in montagna.
Aprendo la serata, Bini ha voluto trasmettere un pensiero di vicinanza alla famiglia della piccola Maya Dumitrascu, scomparsa nei giorni scorsi. “A loro va tutta la mia solidarietà - ha detto - ma anche al personale medico e infermieristico del Sant’Anna, il cui impegno e la professionalità vengono espresse quotidianamente ad alto livello”. Sul tema della serata ha aggiunto: “Questa iniziativa è per avanzare la nostra posizione comune, una istanza per salvare i servizi che tengono in piedi il territorio. Essere inseriti in un progetto importante come quello sulle 'Aree interne', che ha nella valorizzazione dei servizi uno dei punti principali, ci dà degli strumenti in più. Crediamo che anche attraverso la fusione tra le aziende Ausl e S. Maria Nuova il limite numerico sia superabile e quindi questa richiesta di deroga sia assolutamente fondata”.
“L’unità di tutte le rappresentanze del territorio - ha aggiunto Nadia Vassallo - dà più forza al dissenso che da subito abbiamo manifestato per i tagli alla sanità e in particolare per l’ipotesi che troviamo inaccettabile di chiusura del punto nascite di Castelnovo ne' Monti. Tutto il territorio ha compreso che si trattava di una battaglia importante, per dimostrare che non accetteremo in modo remissivo la perdita di servizi essenziali. Abbiamo i documenti che presentiamo questa sera a testimoniarlo, ma anche più di 10mila firme che depositeremo in Regione. Dobbiamo riuscire a far capire a chi prende queste decisioni che se ci si basa solo sui numeri in montagna chiude tutto”.
Teneggi, illustrando il documento stilato dalle associazioni economiche, ha sottolineato: “E’ ovviamente fondamentale la presenza e la tenuta dei servizi sul territorio per mantenerne anche il tessuto sociale ed economico. In questa situazione le associazioni intervengono a difesa delle funzioni pubbliche e non mi pare una cosa da poco. Qui possiamo raggiungere gli standard di sicurezza richiesti per mantenere il punto nascite, attraverso un progetto di turnazione delle equipe con il S. Maria Nuova che può rappresentare un progetto pilota a livello regionale e nazionale”.
Tirelli ha illustrato il documento tecnico scientifico per il futuro dell’ospedale: “Sono pochi i territori montani che possono vantare un ospedale come questo: dobbiamo impegnarci in modo unitario, mantenendo il senso di questa serata, che ci vede appunto 'insieme per il Sant’Anna'. L’obiettivo è salvaguardare il lavoro fatto da chi ci ha preceduto, per lasciarci una struttura che oggi ha tutti i requisiti richiesti, gli accreditamenti, le guardie mediche, i macchinari e le dotazioni. E’ evidente che ci troviamo di fronte ad una razionalizzazione generale del sistema sanitario, ma se il tema è la sicurezza una cosa è chiara: a garantirla non sono i numeri ma il grado di preparazione delle equipe; e grazie alla integrazione con il S. Maria Nuova possiamo avere anche formalmente le garanzie richieste. Già oggi altri parametri numerici, come ad esempio il minimo di 150 interventi al seno all’anno, 100 sull’infarto, 75 sul femore, richiesti per gli accreditamenti li raggiungiamo grazie all’integrazione dei reparti di Castelnovo e Reggio”.
Ermanno Briglia, che ha specificato di parlare “a titolo personale e non in rappresentanza dell’Ausl”, ha ripercorso i suoi 25 anni di lavoro al Sant’Anna: “Quello che posso dire è che questo ospedale oggi è sicuro sotto gli aspetti del personale, delle professionalità, dei macchinari, degli spazi e delle dotazioni. E sono certo che l’intenzione dell’amministrazione ospedaliera non è di depotenziarlo ma anzi di farlo progredire e rafforzare. La sicurezza la fa in primis la qualità degli operatori. Qui in 25 anni abbiamo avuto 7000-8000 parti e abbiamo avuto pochissimi casi critici: questo testimonia la sicurezza del punto nascite. Se c’è un livello politico che vuole chiudere il punto nascite lo dica e se ne assuma la responsabilità”.
I quattro giovani dell’Istituto "Cattaneo-Dall’Aglio" hanno rimarcato il loro desiderio “di vivere, crescere in montagna, perché l’amiamo moltissimo, di crearci un domani le nostre famiglie, ma è chiaro che se vengono messi in discussione i servizi sanitari viene meno la base per poterlo fare. Salvaguardiamo il lavoro che è stato fatto dalle generazioni prima di noi: vogliamo fare la nostra parte e ci impegneremo per questa causa”.
Da parte di tutti i consiglieri regionali presenti, rappresentanti di tutti i gruppi politici, e anche dei sindaci, il coro a favore dell’ospedale e del punto nascite è stato unanime, così come la assunzione di responsabilità per ottenere la deroga: sono stati portati esempi quali la provincia autonoma di Trento, dove la commissione nazionale ha deciso di mantenere aperti due punti nascite nonostante i numeri paragonabili a Castelnovo ne' Monti, per le difficoltà geografiche e dei collegamenti, e dell’Ospedale di Novafeltria, in alta Valmarecchia, oggetto di un piano di riqualificazione a seguito delle richieste della popolazione.
La fotogallery di Marisa
Ma i decisori dell’assessorato alla Sanità della Regione dov’erano?
(Elio Peri)
Collegandomi alla legittima domanda del signor Peri mi viene in mente: i suonatori erano tutti al Teatro Bismantova, mentre chi balla è da un’altra parte.
(Ivano Pioppi)
Personalmente ho apprezzato moltissimo l’intervento del dott. Briglia per diversi motivi, ma soprattutto per due che qui elenco:
1) esposizione semplice e chiara, senza giri di parole che dicono e non dicono o dicono male;
2) ha evidenziato che il nostro nosocomio collabora con il S. Maria da molti anni. Abbiamo avuto, primario della chirurgia, il compianto dott. Prati, presente tre giorni la settimana, già dagli anni Novanta. Chi meglio di un medico che lavora da 25 anni ed ha salvato tante persone che ancora possono raccontare quanto sia prezioso il suo lavoro ha le capacità per dire se il S. Anna sia un ospedale sicuro come lo sono tutti gli altri? Perché gli errori succedono, ahimè, ovunque. Allora chi dirige deve capire gli errori che vengono commessi e porvi rimedio, come giustamente ha sostenuto il dottor Briglia. Mi ha stupito che i sindaci di Villa Minozzo e quello del comprensorio di Ramiseto non abbiano fatto riferimento alle piste da sci che funzionano nei loro comuni, dal momento che se non si fanno 75 femori all’anno si chiude pure Ortopedia, secondo la teoria dei numeri. Ma sciando è più facile incappare in altre rotture ed avere un ospedale a 20 o 40 km è sempre meglio che averlo ad 80 km. Sembra che il buon senso sia sparito per lasciare posto a cosa? A soluzioni a favore di chi e di che cosa? Cerchiamo di spendere bene il denaro noi e in ogni sede di competenza, senza favoritismi, di dare valore a tutti i milioni di euro già spesi fino ad ora per rendere accogliete ed efficiente il nostro ospedale, ma soprattutto che i vari responsabili facciamo capire al ministro che la salute è troppo importante per tutti. Salute e istruzione sono i cardini di una sana democrazia. La politica è tale se è a servizio dei cittadini, non a servizio del tornaconto personale, altrimenti non chiamiamola politica.
(Luisa Valdesalici)
Pare anche a me. Ho una stana sensazione. Un silenzio assoluto dalle stanze dell’assessorato regionale. La decisione forse è già stata presa. Si tratta di trovare il modo di esplicitarla. Chissà, appena prima dell’inaugurazione della costruenda casa della salute…
(Ellebi)
Credo anch’io che la decisione sia già stata presa. Il silenzio assoluto, come Lei dice, deriva, almeno questa è la mia convinzione, dall’arrivo sulla scena di un straordinario attore: il “Comitato salviamo le Cicogne”; ‘sta gente (la Regione) non ha più davanti la squadra dell’oratorio, ma un soggetto che ha raccolto più di diecimila firme di gente che vota qui in montagna, a me prima di firmare hanno chiesto un documento. Loro, il “Comitato salviamo le Cicogne”, sono il soggetto che può ancora avere un valore contrattuale in questa partita e nessun altro. Purtroppo, però, quando avrebbe potuto cominciare a giocare, lo hanno fatto rimanere in strada… in Corso Garibaldi.
(mv)
Mi spiace per gli avventori, ma Bini è sinonimo di fallimento. Non lo dico io ma la sua storia. Non è mai rimasto un secondo mandato negli enti che ha presidiato e penso che non gli sarà data possibilità nemmeno stavolta. E se intorno a lui gira il futuro del nostro ospedale per noi è finita. Se qualcun altro gli toglie la scena forse ce l’ha facciamo, ma se i vertici regionali (che hanno come interlocutore Bini, appunto) erano assenti e il loro silenzio è stato “assordante” la cosa mi preoccupa. Cordiali saluti.
(Paolo)
L’ospedale non si tocca! Meglio chiudere gli uffici di queste persone; come si permettono di decidere le sorti del nostro ospedale? Che si presentino di persona!
(Onelio)
Ma al silenzio dell’assessorato regionale, che così dimostra poco rispetto per gli elettori, non fanno da contrappeso gli amministratori locali, i quali (imbarazzati) non riescono a convincere i loro compagni di partito ad assumersi la responsabilità di venire di fronte a noi ed il coraggio di dire: chiuderemo! Di nuovo chiediamo che l’assessore regionale e il presidente della Regione vengano qui a Castelnovo ne’ Monti. Rispetto, per gli elettori e per gli stessi cittadini amministrati. Sindaco, presidente della Provincia, consiglieri, fatevi sentire per davvero, se ci siete!
(C.S.)
Forse Bini non ha fatto due mandati, ma forse il motivo non è che non si piega ai politici di turno? Non è meglio la qualità che la quantità? Non credo che la chiusura di qualsiasi ospedale o reparto dipenda da un sindaco, qualche anno fa di questa situazione si parlava poco, ora si parla credo di più con la nascita anche di comitati, eppure sembra che a qualcuno non vada bene. N.B. per Paolo che mi sembra pessimista: lanci una proposta, se fosse Sindaco cosa farebbe?
(Andrea)
A me sembra appropriato quanto scrive, sempre su Redacon, il consigliere comunale Robertino Ugolotti – nella nota dal titolo “Sull’ospedale Sant’Anna e il punto nascite” – ossia che spetta ormai alla politica, e in particolare ai suoi livelli decisionali, di prendere le relative determinazioni, facendo appunto la sintesi dei vari elementi in campo, tecnici, sociali, organizzativi, ecc., per poi arrivare alla conclusione, giacché è proprio questo il suo compito e ruolo.
(P.B.)
Caro Andrea, se io fossi sindaco non farei nulla, come quello attuale. Contento lei e i pochi che lo rivoterebbero, contenti tutti. Andate a vedere brochure con programma e contate i fallimenti, le cose non fatte e anche quelle fatte… e siamo a metà mandato. Buon proseguimento.
(Paolo)