Riceviamo e pubblichiamo.
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Un semplice cittadino del comune di Ventasso perchè dovrebbe essere preoccupato dell'elezione democratica del presidente degli Stati Uniti?
Io lo sono e avverto l'esigenza di esternarlo ai miei concittadini.
Perchè preoccupato?
Lo sono poichè la cifra del successo di Trump è il "nazionalismo"; lo sono poichè i nazionalismi ci hanno regalato due guerre mondiali nel secolo appena trascorso; lo sono poichè avendo sei figli (una delle quali lavora in America) e dodici nipoti non vorrei che vivessero quello che hanno vissuto i miei genitori nel 1915/18 e nel 1940/45.
Catastrofista?
Forse, però gli indicatori di questo pensiero "nazionalista" mi paiono tanti e crescenti per cui, rispettando ovviamente i cambiamenti specie quando avvengono attraverso le urne, sulla direzione del cambiamento credo sia necessario riflettere.
Sono certamente consapevole che i movimenti migratori di questo periodo storico debbano essere "governati". Avendo peraltro vissuto due anni a Berlino, "vigente" il muro tra Est e Ovest, vederli riproposti mi preoccupa non poco.
(Claudio Bucci)
Quello che deve fare riflettere (e non poco) tutti i politicanti è che l’operaio ha votato per il miliardario.
(Gio. Alb)
Quello che deve far riflettere (e non poco) tutti i politicanti è cosa può produrre aver perso il contatto con il quotidiano.
(mv)
La gente è stanca di essere presa per i fondelli con il “politically correct“: speriamo, il 4 dicembre, di sistemare anche Renzi così da avviare un cambiamento anche qui da noi.
(Ivano Pioppi)
Concordo pienamente, finalmente meno falsità: polso e competenza. In bocca al lupo Donald, sei tutti noi.
(Paolo)
Di solito i nazionalismi, caro Bucci, non nascono dal nulla, ma sono il frutto di scelte imbelli e/o irrazionali dei governanti di turno. Proprio quel che sta accadendo a Italia ed Europa. Poi diano la colpa al popolo che ne ha piene le scatole di questo “sgoverno”. Non mi addentro nei singoli capitoli di questo “sgoverno” sennò facciamo notte.
(Alberto G.)
Grande Donald! Io spero una volta per tutte che sia finito il tempo della politica della morale, i politici devono risolvere i problemi della gente non disquisire sul nulla. Trump ha parlato ai veri sconfitti della globalizzazione, ossia la classe media, che è poi la base di ogni democrazia. Il nazionalismo c’entra poco. Il pericolo vero per la democrazia è una classe media che non arriva alla fine del mese da ormai troppi anni. I politici devono risolvere questo problema, il resto sono solo chiacchiere. La cosa che davvero mi preoccupa non è il nazionalismo, bensì che Trump non riesca in tutto ciò. Io credo che gli Stati Uniti abbiano fatto l’unica scelta possibile. Per noi le cose sono purtroppo molto più difficili.
(Mauro)
Claudio Bucci pone una riflessione attenta e condivisibile. La scarsa memoria storica porta con sé gravi pericoli. Stiamo dimenticato i motivi per i quali è sorta l’Europa (pance piene, libero commercio, fine delle tensioni tra gli Stati), stiamo imparando a credere all’incredibile (Brexit, Trump), ci stiamo scoprendo intolleranti, assistiamo alla riedizione dei muri. E’ uno dei momenti più difficili della mia vita di quarantenne. Da europeista convinto sul domani non riesco più ad avere certezze e speranze. Anche la sinistra italiana, compreso quella più moderata, pare avere abdicato all’Europa. L’elezione di Trump è anche il frutto della paura che si respira in un mondo globale. Non vivrò abbastanza, ma se l’uomo non estinguerà se stesso prima, il futuro del mondo è quello di un luogo senza barriere e con di parità di diritti (alla nascita) tra le persone.
(Gabriele A.)
Condivido senza dubbio il pensiero che l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti faccia riflettere tanti di noi, per vari motivi ovviamente. In prima battuta, questo risultato, come la “Brexit”, è indicativo di una scelta di ripartire dalla propria nazione o paese, sostituendola ad una globalizzazione liberista e totale che sembrava così scontata ed inarrestabile. Poi c’è la considerazione che, visti i risultati, abbia ottenuto la fiducia di tanti afroamericani e latinoamericani che teoricamente, mai, avrebbero dovuto votarlo. Oggi Trump è vincitore e il partito Repubblicano prende tutto: Casa Bianca, Camera e Senato dimostrando la volontà del popolo americano di cambiare drasticamente rotta e sarà la storia a giudicarne gli effetti. Al di là del risultato, comunque gli Stati Uniti dimostrano di essere una democrazia vera, dove ci sono due partiti con i loro valori, la loro storia e la loro visione del futuro, mentre noi siamo incastrati in una situazione assurda dove non esistono più i due schieramenti, non esiste più un’opposizione che garantisca la possibilità di un’alternanza, il popolo non sa a chi rivolgersi. I nostri mestieranti della politica stanno governando il Paese tutelando gli interessi dei poteri forti e la gestione dei migranti ne è l’emblema, le cooperative che li gestiscono (compresa la Dimora d’Abramo) hanno come minimo quintuplicato gli utili nell’ultimo anno e parliamo di milioni di euro di tasse degli italiani, ma nessuno ne parla, nemmeno la stampa e gli organi di informazione che sono sempre più fedeli e schierati con chi governa, i nostri sindaci poi si limitano a dire che sono decisioni “che passano sopra le nostre teste e vanno accettate”, guai ad avere opinioni diverse, guai a far presente che tante situazioni sono ormai diventate insostenibili, per questo motivo, se devo essere sincera, io temo molto di più la nostra situazione che non la scelta americana.
(Carla O.)
Tutti finti politologi che osano additare come ignoranti le persone che hanno votato a favore della Brexit e di Trump. Ma il rispetto per chi vota, no?! Forse sarebbe meglio farsi delle domande e soprattutto iniziare a capire in che direzione il mondo sta muovendo. Invece no, molto piú facile, più comodo rimanere immobili in finte convinzioni di solo interesse personale. Già, scordavo, in Italia non si vota da un po’ di tempo, qui va tutto bene! Ricordo che una moneta ha due facce. Suggerisco, provate a vedere da ottica diversa e soprattutto rispettare chi vede da altre angolazioni, cari democratici. Magari la loro posizione é migliore della vostra, magari hanno un orizzonte piú libero e gli permette di vedere oltre. Rispetto, anche perché sicuramente hanno una posizione piú scomoda di chi é supino al sistema!
(Enrico Chicco Ferretti)
Per completezza di analisi bisognerebbe anche domandarsi se il “nazionalismo” non rappresenti ormai l’unica risposta o reazione verso il perdurante tentativo – talora condotto semmai in maniera mascherata o strisciante, e dunque più insidiosa – di annacquare e vanificare, se non demolire, i valori propri di un corpo sociale e portarci così a perdere via via la nostra identità.
(P.B.)
Quando la sinistra fa politiche di destra, alla lunga, chi ci guadagna è solo la destra. In Europa (e in America, se vogliamo definire questi democratici un partito “di sinistra”) le sinistre hanno portato taglio dei salari, privatizzazioni, austerità, recessione. Dove sta la meraviglia, se poi chi ha subito tutto questo, smette di votare a sinistra? Concordo con Mauro, salvo sul fatto che i politici hanno disquisito sul nulla: hanno invece lavorato attivamente per portare il liberismo in Europa, ed in Italia in particolare. Hanno sostenuto attivamente il capitale contro il lavoro. Se vai contro gli interessi della maggioranza, per un po’ puoi convincerla con la propaganda; poi, i cittadini si arrabbiano. I nazionalismi? Fare la grande Europa per competere con la Cina, con l’America, con la Russia, è un nazionalismo al quadrato. Il progetto della grande Europa (controllare sui libri di Storia) ricalca esattamente il progetto di Hitler. Nazionalismi…
(Commento firmato)
Adesso gli americani hanno messo nei guai tutto il mondo, oltre a loro stessi, succederanno dei casini che neanche possiamo immaginare, questi elettori a mio avviso hanno avuto poco sale in zucca, purtroppo dovremo anche noi prendere quello che viene e a proposito di discorsi strani io al referendum voterò “sì”!
(Anonimo)
Infatti fin che al mondo c’è gente che vota in questo modo a certi referendum e la pensa così sugli americani… i guai arriveranno sicuro.
(Maria)
Sicuramente se valutiamo le affermazioni fatte da Trump in campagna elettorale ci sarebbe da preoccuparsi, soprattutto per questo atteggiamento, a parole, isolazionista perché quando si renderà conto che un conto è fare il candidato presidente Usa e altra cosa è essere presidente della prima potenza economica e militare del pianeta si accorderà con Putin. Bene, contemporaneamente prenderà atto, auspico e spero, anche che gli Stati Uniti d’America non possono fare a meno dell’Europa e se non lo scoprirà lui saranno i suoi consiglieri che lo convinceranno dell’indispensabilità dei 500 milioni di alleati europei che con i loro consumi sostengono in larga misura l’industria e il benessere statunitensi. Un piccolo particolare che è bene ricordare, gli Usa hanno mandato in Europa, per ben due volte, i propri figli a difendere la nostra amata Europa, nel 1915 per combattere contro le armate del kaiser, addirittura alleatosi nel 1917 con Lenin (che conquistato il palazzo d’inverno con i suoi bolscevichi firmò nel 1917 una pace separata con l’odiato nemico imperatore austriaco ritirando le armate russe dal fronte orientale, senza avvertire gli alleati occidentali, causando la disfatta momentanea dell’esercito italiano con la tragedia di Caporetto). Anche a Reggio Emilia furono fatti arrivare profughi veneziani perché Venezia era a rischio occupazione. Personalmente nel 1962 ho potuto conoscerne alcuni di questi profughi. Il secondo intervento Usa per liberare l’Europa dal nazismo (II guerra mondiale 1940-1945). Anche in quest’ultimo caso, inopinatamente, l’Urss di Stalin fece un accordo di non belligeranza, il famoso patto Molotov/Ribbentrop che Hitler non rispettò, pagandone poi tutte le conseguenze con 22 milioni di morti eroicamente per scacciare gli invasori. Purtroppo fra questi c’eravamo anche noi poveri e disgraziati italiani che il focoso romagnolo aveva mandato a morire nelle steppe russe per concorrere alla vittoria con il suo amato Adolfo. Sono convinto altresì che non sarà Trump e tantomeno Putin a decidere il destino dell’Europa, ma dovremo essere noi europei a far sì che il nostro continente ed in particolare la nostra piccola/grande Italia sia il faro di civiltà e progresso che ci ha sempre contraddistinto nel mondo, per fortuna, al di là dei populisti del tempo. Grazie.
(Sergio Tagliati)
Personalmente vedo nell’elezione di Trump un trionfo del capitalismo più esasperato. Con il denaro (del padre) tutto è possibile, offendere le donne tanto le puoi avere comunque, andare in bancarotta (11 volte credo), insultare gli immigrati (anche se tua moglie è stata una immigrata irregolare) e diventare presidente degli Stati Uniti. Fantastico. Ciò che conta è vivere e morire per guadagnare, accumulare e difendere strenuamente i propri averi senza che sorga il minimo dubbio che si possa trattare di cose che per la maggior parte dei casi diventeranno perfettamente inutili (denaro, beni, non ci serviranno più, da morti). L’importante è l’Io, tutto il resto dev’essere sfruttato, emarginato e annientato. Chi si preoccupa più di pensare a valori come rispetto, solidarietà, pace? A chi di noi, dei paesi occidentali, può mai venire in mente che un giorno potremmo ritrovarci noi stessi nella fame, nella guerra e che potremmo aver bisogno di qualcuno che ci aiutasse, ci accogliesse e facesse a meno di tutto ciò che spreca per permettere anche a noi di vivere? Non sono stupito del successo Trump, così come non mi meraviglia che il tanto auspicato progresso stia portando l’uomo a impoverirsi sempre più dei valori che dovrebbero contraddistinguerlo. Valori che noi Italiani abbiamo più o meno sempre cercato di tenere alti anche con la nostra storia, arte e cultura. Ma ora basta parlare di sciocchezze, quando riparte la serie A?
(Raskolnikov)
Se le risposte non arrivano dai politici attuali, i cittadini esercitano una cosa sacrosanta che è il diritto di voto. Forse il signor Bucci è fautore di una tecnocrazia illuminata autoreferenziale che non dà risposte su nulla? La Brexit, Trump, sono un lungo fiume che sta scorrendo e le risposte dei tecnocrati quali sono? Per citare Junker qualche giorno fa sul bilancio del nostro Stato: “l’Italia ci attacca e io me ne frego”. Se queste sono le risposte aspettatevi pure l’estrema destra al governo in Europa a breve. Poi lamentatevi della gente che l’ha votata.
(Lollo)
Provo rispetto, e anche un po’ di compassione, per chi si sgomenta del suicidio della democrazia – che Platone definiva la più imperfetta tra le forma di governo perfette – come se le razioni non fossero figlie di azioni e quindi una risposta a uno stimolo negativo: globalizzazione, immigrazione selvaggia, imperante governo dei banchieri e dei tecnocrati senza anima, mancanza di lavoro, poveri depredati e sopraffatti dai ricchi col beneplacito del Governo, e chi più ne ha più ne metta. Ma cosa dobbiamo aspettare per ribellarci a ciò? L’America a suo modo l’ha fatto e senz’altro non capiterà nessun finimondo, se non per banchieri e speculatori. Noi possiamo farlo votando “no”! E’ un imperativo categorico, se ancora teniamo al futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti, esimio signor Bucci!
(Alfione)
Ma scusate, disquisizioni a parte, Trump è stato eletto dalla gente, dal popolo americano e non è stato messo lì, senza nessun merito, da un ex presidente paranoico. Perchè non ci fanno votare anche noi, poveri Italiani? E poi, se vincesse uno che non piace ad un’attuale classe politica che vuole tutti ossequiosi e tenere tutti sotto la cappella, evviva, ci saremmo svegliati come gli americani, stufi di avere a che fare con degli incapaci. Caro Bucci, bisogna aver paura di chi non ti promette futuro, ossia futuro c’è, ma solo per pochi eletti.
(Andrea Azzolini)
Non è certamente facile trovare una risposta per un quarantenne che non ha certezze e speranze verso il domani, pur se un tentativo in tal senso va fatto, ancorché con poche parole, dal momento che egli appartiene alla generazione che dovrà poi reggere le sorti del Paese. Io penso che gli appartenenti alla sua fascia di età, e dintorni dovrebbero cercare di riproporsi i valori di una volta e non vi è neanche bisogno di cercarli molto indietro nel tempo, perché non credo “che noi Italiani abbiamo più o meno sempre cercato di tenerli alti”, come invece sembra ritenere “Raskolnikov”. Ogni cosa, ovviamente, può essere messa in discussione e a mio avviso è proprio ciò che è stato fatto abbastanza a lungo anche nei confronti di valori “storici”, e anche perché il farlo ci faceva forse sentire più moderni, ma il rischio che si corre, in questa opera di “smantellamento”, è quello di rimanere poi con un “pugno di mosche in mano”. Ancora, noi siamo ormai abituati a trasferire sulla politica tutte la responsabilità di quanto non funziona come vorremmo, e la politica ha sicuramente le sue non piccole colpe, ma di fonte ad una società che avesse solidi modelli valoriali cui far riferimento, anche la politica, dell’una e altra parte, sarebbe indotta, o costretta, a tenerne conto, ma se tali modelli sono venuti a mancare la politica potrà, e anzi dovrà giocoforza, richiamarsi ai rispettivi propri. Nel contempo, se siamo convinti della bontà dei meccanismi democratici, di fronte all’esito di un voto liberamente espresso, ne andrebbe preso semplicemente atto, senza distinguerlo in “credibile” oppure “incredibile”, a seconda che ci soddisfi o meno. Infine, mi scuserà il quarantenne per queste mie considerazioni qualora avesse a ritenerle come una indebita “ingerenza”.
(P.B.)